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METABOLISMO CAM
Altro meccanismo di concentrazione di CO2 detto metabolismo acido della Crassulaceae (CAM). Il metabolismo
CAM consente un'elevata capacità di conservare acqua; infatti le piante che presentano questo tipo di metabolismo
vivono in ambienti estremi (cactus, etc). Un'altra caratteristica è il ciclo invertito di apertura stomatica, infatti gli stomi
si aprono di notte e si chiudono di giorno. Ciò fa si che la fissazione della CO2 avvenga principalmente di notte. Sono
caratterizzate dall'accumulo notturno di malato e dalla sua demolizione durante il giorno.
L'apertura degli stomi di notte consente la reazione di carbossilazione che produce acidi C4 che vengono conservati in
un grosso vacuolo delle cellule fotosintetiche CAM, portando a una forte acidificazione di queste cellule. Gli acidi
vengono poi decarbossilati durante il giorno e la CO2 viene liberata e fissata dal ciclo PCR.
L'enzima PEPcasi è fondamentale in questo metabolismo. Il primo prodotto è l'ossaloacetato che viene ridotto a malato
dall'enzima malato deidrogenasi. Esso viene immesso nel vacuolo dove è conservato nella notte; al mattino viene fatto
uscire e decarbossilato dall'enzima malico. La CO2 rilasciata diffonde nel cloroplasto dove viene convertito a trioso
fosfato da parte del ciclo PCR. La grande quantità di PEPcasi necessaria alla carbossilazione è ottenuta dall'idrolisi
dell'amido e altri carboidrati di riserva per via glicolitica.
Differenze tra C4 e CAM
Il ciclo C4 richiede un'anatomia specializzata per cui la carbossilazione è separata spazialmente dal ciclo PCR
– mentre nelle CAM avvengono nella stessa cellula ma a distanza temporale
Nelle CAM non esiste un ciclo chiuso di intermedi del carbonio come invece si verifica nelle C4; esse
– sintetizzano il PEP (accettore della reazione di carbossilazione) a partire da zuccheri di riserva. Infatti il
prodotto a 3 atomi di carbonio della decarbossilazione è utilizzato per la sintesi di nuovi zuccheri di riserva (è
un ciclo solo ne tempo). Adattamento ad ambienti secchi
L'apertura stomatica notturna consente l'assorbimento di CO2 e limita la perdita di acqua per traspirazione. Inoltre la
fotosintesi può avvenire anche di giorno a stomi chiusi in quanto la CO2 è fornita dalla decarbossilazione degli acidi C4
organicati la notte. Il prezzo da pagare è che la velocità di assimilazione del carbonio delle CAM è la metà di quello
delle C3 e 1/3 di quello delle C4. Crescono più lentamente in condizioni di adeguata umidità; come vantaggio possono
trattenere e riassimilare la CO2 respirata prevenendo la perdita di carbonio riuscendo ad essere produttive durante
periodi di secco.
Nonostante alcune piante come i cactus siano CAM obbligate, altre piante succulente mostrano approcci facoltativi al
metabolismo CAM. In condizioni di adeguato rifornimento idrico operano metabolismo C3, mentre in condizioni di
scarsa disponibilità di acqua attivano il metabolismo CAM (es. Mesembryanthemum crystallinum).
CAPITOLO 6
Allocazione del Carbonio: conversione dei fotosintati (composti di carbonio) in saccarosio o amido. Una parte del
carbonio assimilato viene trattenuto dalla foglia per sostenere la sua crescita e metabolismo, mentre la maggior parte
viene trasportato a tessuti e organi non fotosintetici. Il processo di trasporto dei fotosintati a lunga distanza è conosciuto
come traslocazione e avviene tramite un tessuto conduttore detto floema.
Sintesi dell'Amido nello stroma
Nelle piante superiori il carboidrato principale di riserva è l'amido che esiste sotto forma di amilosio e amilopectina. Il
primo è un polimero lineare di glucosio in cui le molecole sono unite con legami tra il carbonio in posizione 1 di un
glucosio e il carbonio in posizione 4 del glucosio adiacente (è conosciuto come α-1-4-glucano). L'amilopectina è simile
all'amilosio ad eccezione per alcuni legami laterali (α-1-6) ogni 24-30 residui di glucosio, creando una molecola
ramificata. Il luogo di sintesi dell'amido nelle foglie è il cloroplasto, dove si trovano i 2 principali enzimi coinvolti nella
sintesi dell'amido, ovvero l'ADPglucosio pirofosforilasi e amido sintasi. La sintesi dell'amido inizia dagli esosi fosfati
che si formano durante il ciclo di Calvin; il fruttosio-6-fosfato è convertito in glucosio-6-fosfato dall'esoso fostato
isomerasi e dalla fosfoglucomutasi. Esso viene trasformato in glucosio-1-fosfato e reagisce poi con l'ATP per formare
ADP-glucosio, precursore della sintesi dell'amido. L'enzima amido sintasi catalizza la formazione dei legami α-1-4.
L'enzima ramificante Q-enzima invece forma legami α-1-6 dando origine all'amilopectina.
Sintesi del Saccarosio nel Citosol
Il saccarosio è un disaccaride solubile contenente glucosio e fruttosio. E' un importante prodotto di riserva oltre ad
essere usato nel metabolismo o trasformato in amido. La sua sintesi avviene nel citosol delle cellule fotosintetiche. Sono
possibili 2 vie di sintesi di saccarosio; la prima avviene nelle cellule fotosintetiche e utilizza gli enzimi saccarosio
fosfato sintasi e saccarosio fosfato fosfatasi.
UDP-glucosio + fruttosio-6-fosfato <=> UDP + saccarosio-6-fosfato
saccarosio-6-fosfato + H2O <=> saccarosio + P
L'altra via non è spontanea e utilizza l'enzima saccarosio sintasi (SS) che normalmente scinde la molecola di
saccarosio. Al contrario della sintesi dell'amido, la sintesi del saccarosio richiede l'attivazione del glucosio con il
nucleotide uridin trifosfato (UTP) invece che l'ATP.
Il carbonio per la sintesi del saccarosio è esportato dal cloroplasto mediante un trasportatore specifico localizzato nella
membrana interna del cloroplasto detto permeasi di scambio dei triosi fosfati (traslocatore di P). Essa scambia P e
triosi fosfati (come il diidrossiacetone fosfato DHAP) in rapporto 1:1. Una volta nel citoplasma, 2 molecole di triosi
fosfati (gliceraldeide-3-P e DHAP) sono condensate a formare fruttosio-1-6-difosfato che entra a far parte degli esosi
fosfati citosolici dove è convertito in glucosio-1-P.
Il saccarosio traslocato negli organi di riserva come le radici e i semi viene spesso convertito in amido:
saccarosio + UDP <=> fruttosio + UDP-glucosio
UDP-glucosio + PP <=> UTP + glucosio-1-P
glucosio-1-P + ATP <=> ADP-glucosio + PP
A questo punto l'amido sintasi converte l'ADP-glucosio in amido.
Source & Sink
Le source sono foglie fotosinteticamente attive ovvero le sorgenti di fotosintati, mentre il sink è il sito di utilizzo dei
fotosintati, costituito da un organo di riserva o un fiore/frutto in via di sviluppo.
Competizione tra sintesi di amido e saccarosio
La distribuzione del carbonio è un processo programmato che non si basa su una semplice relazione source-sink. Se la
velocità di sintesi del saccarosio dovesse essere maggiore della velocità di assimilazione del carbonio, la fotosintesi
sarebbe inibita. L'enzima fruttosio-1-6-difosfato fosfatasi (FBPasi) regola il bilanciamento della distribuzione di
carbonio tra sintesi di saccarosio e sintesi di amido. Regolando l'attività di FBPasi si può regolare il flusso di carbonio
in saccarosio. La FBPasi citosolica è sensibile all'inibizione da parte del fruttosio-2-6-difosfato (F-2-6-BP) che è un
regolatore metabolico.
Quando il saccarosio non viene utilizzato si accumula insieme ai suoi precursori (F-6-P) sotto forma di esosi nel
citoplasma delle cellule fogliari. Siccome F-6-P è anche un precursore dell'inibitore F-2-6-BP, esso verrà prodotto
inibendo la FBPasi e accumulando triosi fosfati. Ciò porta anche a un decremento del Pi(fosfato inorganico).
L'accumulo di triosi fosfati e il decremento di ortofosfato nel cloroplasto stimolerà la sintesi di amido.
Un alto rapporto tra triosi fosfati e Pi invece inibisce la sintesi di F-2-6-BP favorendo la sua scissione in F-6-P
rimuovendo quindi l'inibizione della FBPasi citosolica favorendo la sintesi di saccarosio.
Trasporto dei Fotosintati
Il trasporto a lunga distanza dei fotosintati avviene attraverso il tessuto floematico. Un'eccezione è il trasporto di
zuccheri di riserva in primavera dalle radici a gemme in via di sviluppo mediante xilema.
Succo Floematico: la composizione chimica del succo floematico è variabile. Può essere raccolto dallo stiletto degli
afidi o mediante incisione della corteccia. Solitamente contiene un 80% di zuccheri, e percentuali molto minori di
proteine, AA, acido malico e composti inorganici. Zuccheri, e principalmente il saccarosio, sono la massa principale di
carbonio traslocato. Il saccarosio è lo zucchero predominante nella linfa floematica. Questo probabilmente perchè il
saccarosio è uno zucchero non riducente, e quindi scarsamente reattivo nei confronti di altre sostanze riscontrabili
durante la traslocazione.
Tessuto Floematico: l'unità di base del floema è la cellula conduttrice o tubo cribroso. Il floema è infatti costituiti da
una serie di elementi cribrosi sovrapposti formati da cellule allungate nella direzione di trasporto. Queste cellule non
presentano pareti rigide e contengono protoplasti vivi e interconnessi tramite aree cribrose poste in pareti adiacenti.
Quando i pori delle aree cribrose sono relativamente ampi e raggruppati vengono dette placche cribrose. Costituiscono
punti di continuità protoplasmatica tra elementi consecutivi del tubo. Oltre agli elementi del tubo cribroso, il floema
contiene anche cellule parenchimatiche, alcune delle quali sono associate ai tubi cribrosi e perciò chiamate cellule
compagne. Esse contengono tutti gli organelli cellulari e il citoplasma completo (i tubi cribrosi maturi invece
mantengono solo il plasmalemma, il RE, plastidi e mitocondri, mentre riassorbono gli altri organuli). Altre cellule
parenchimatiche sono le cellule di trasferimento (probabilmente implicate nel trasferimento di fotosintati nelle cellule
vicine del mesofillo).
Proteina P: gli elementi del tubo cribroso accumulano in maniera consistente una proteina della P. Una proprietà
interessante di questa proteina è la sua capacità di formare un gel. La funzione della proteina P è probabilmente relativa
al trasporto. Si trova principalmente lungo la parete interna di elementi cribrosi intatti. Quando il tubo è danneggiato la
proteina gelifica formando dei tappi ed evitando la perdita del succo. A questa funzione intercorre anche il callosio (un
glucano). Direzione della traslocazione floematica
La classificazione di un organo o tessuto come source o sink dipende dalla direzione del trasporto netto di assimilati. Un
organo o tessuto che produce più assimilati di quanti ne richiede è un source, cioè sorgente di fotosintati. Un sink invece
è un consumatore di fotosintati. Il principio di base è che i