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ADP,
un gruppo fosfato) e presenta in un altro sito una molecola di forma inoltre un
certo angolo ottuso con i filamenti di actina con parziale compenetrazione.
concentrazione citosolica del Ca aumenta,
2+
Fase 2: la lo ione si lega al complesso
2+
della troponina, proteina Ca -dipendente attivata, che cambia di conformazione e
siti di binding
sposta la tropomiosina, esponendo i dell’actina per la miosina, in modo
tale queste possano interagire.
Fase 3: da parte della testa miosinica avviene il rilascio di ADP + P , evento che
i
modificando il collo che trasforma l’angolo ottuso in angolo acuto, la testa si ripiega su
se stessa, ed essendo ancorata alla actina muovendosi verso l’estremità ancorata al
disco Z, provoca uno scorrimento dei due filamenti, accorciando il sarcomero.
Fase 4: legame della molecola di ATP alla testa di miosina, causa un parziale
cambiamento conformazionale nella testa stessa, favorendo il distacco dall’actina.
Fase 5 Decontrazione: la testa ha attività ATP-asica, ovvero è in grado di demolire la
(idrolisi)
molecola di ATP generando come all’inizio una molecola di ADP e Pi. L’angolo
2+
ritorna ad essere ottuso e il ciclo si chiude. Non c’è più apporto di Ca .
2+
Modello per il rilascio voltaggio-dipendente del Ca dal RS:
2+
Riposo : I due canali (pompe Ca e il recettore
per la ryanodina) del RS interagiscono, ma
nella condizione di riposo la configurazione
del canale di tipo L del tubulo T è impervia,
pertanto non si ha una scarica di PdA e
allora è impedita l’attivazione dei canali
2+
voltaggio-dipendenti, quindi il Ca
rimane imprigionato nel RS.
Contrazione:
acetilcolina
1) il motoneurone riceve input eccitatorio liberando che si lega ai
recettori nicotinici sul sarcoplasma e si genera PdP (potenziale di placca) che se
sufficientemente intenso genera scarica di PdA lungo la fibrocellula muscolare
A livello dei tubuli T,
2) essendo invaginazioni del sarcoplasma, è percepito il PdA
+ +
che induce una globale depolarizzazione necessaria affinché i canali al Na e K
voltaggio-dipendenti/sensori del voltaggio passino allo stato pervio
2+ 2+
3) I canali L-type del Ca diventano pervi agli ioni e innescano il rilascio del Ca
dal reticolo sarcoplasmatico a livello del citosol transitoriamente
4) Vicino ai tubuli T si trovano le cisterne terminali con i canali del rilascio/recettori
2+
per la ryanodina, che rilasciano il Ca all’interno del sarcomero: contrazione
5) Gli ioni dopo che hanno esplicato la loro azione, vengono allontanati dagli spazi
tra i miofilamenti e quindi distaccati dalla troponina e in gran parte riassorbiti
2+
nelle cisterne del reticolo longitudinale, grazie alle pompe ioniche del Ca e in
parte minore espulsi dal sarcolemma.
Meccanismo di accoppiamento eccitamento-contrazione (EC) nel muscolo scheletrico
C’è un significativo ritardo tra l’eccitamento del muscolo
(PdA) e la contrazione (tensione).
Il PdA dura circa 4 ms, di più che nei neuroni (1.5/2 ms),
permettendo un aumento del grado tensione.
Una contrazione muscolare tipica dura 100
ms.
Il periodo di refrattarietà nelle fibre
muscolari coincide circa con la durata di un
PdA, terminando perciò completamente nel
periodo di latenza meccanica della scossa muscolare; il rapido ritorno alla
loro normale eccitabilità consente perciò
alle fibre in contrazione di rispondere anche
a uno o più stimoli successivi, inducendo
così a una sommazione delle contrazioni
dei singoli stimoli, se l’intervallo tra di essi
risulta inferiore alla durata delle singole.
tetano muscolare
Il consiste in una contrazione
sommazione fusione
determinata dalla o delle
scosse muscolari semplici nelle singole fibre
muscolari, resa possibile dalla breve durata del
periodo di refrattarietà, rispetto alla durata della
singola contrazione della fibra muscolare.
Relazione lunghezza-tensione nella contrazione di un muscolo scheletrico
La tensione sviluppata durante una
scossa muscolare semplice è
determinata dalla lunghezza del
sarcomero.
- La tensione generata da un muscolo in
lunghezza a riposo
relazione alla sua
prima dell’inizio della contrazione è
100% della sua lunghezza:
lunghezza ottimale in cui c’è un
maggior numero di ponti trasversali tra
filamenti spessi e sottili e la fibra può
generare il suo massimo di forza (A),
perciòla tensione è massima (picco).
lunghezze superiori
- A il muscolo è
stirato e il numero di ponti trasversi è
inferiore, quindi compenetrazione dei
filamenti inferiore.
lunghezze inferiori
- A è contratto,
quindi totale compenetrazione tra
actina e miosina, quindi grande numero di ponti trasversi che però impedisce
un’ulteriore compenetrazione tra i filamenti e quindi a parità di stimolo, la
forza/tensione risulta comunque inferiore.
Tanto maggiore numero di ponti trasversi iniziali tanto maggiore sarà la forza di
trazione. Sistemi motori
I sistemi sensoriali trasformano energia fisica esterna in informazione nervosa, i
sistemi motori invece trasformano informazione nervosa in energia fisica meccanica
(contrazione muscolare).
Funzione:
Permette esecuzione dei movimenti inducendo la contrazione di determinati muscoli e
il rilassamento di altri:
esecuzione dei movimenti
-
- mantenimento della postura e loro controllo
Il movimento richiede una corretta sequenza temporale e un aggiustamento della
posizione corporea per compensare la differenza tra il movimento programmato e
quello effettuato.
A tal fine essi devono essere intimamente correlati con l’informazione sensoriale, dal
momento che sono funzionalmente dipendenti da essa, ed essere organizzati
gerarchicamente.
Es. nocicettori captano al sensazione dolorifica della mano posta sulla superficie
rovente e permettono di ritrarre la mano.
Es. fusi muscolari (propriocettori) sono in grado di captare allungamento e stiramento
dei muscoli che permettono il mantenimento della postura eretta
Es. sistema vestibolare: utriculo e sacculo innescano il riflesso vestibolare conico e
cinetico che sono coinvolti nei processi del mantenimento di postura e equilibrio
Classificazione dei movimenti:
Movimento riflesso
Rappresenta la forma più semplice con cui il SN può dare risposta pronta e
adeguata a stimoli, senza coinvolgere centri nervosi superiori come la corteccia.
I riflessi posturali ci aiutano a mantenere la posizione corporea, essendo
integrati dal tronco cefalico, e richiedono continue informazioni sensoriali da
parte di sistemi come il visivo, vestibolare e muscoli stessi.
Es. nocicettori e riflessi vestibolari
Movimento volontario
E’ il tipo di movimento più complesso, richiede infatti una integrazione corticale,
e può essere iniziato anche in assenza di stimoli esterni.
Può anche diventare involontario come i riflessi (es. andare in bicicletta)
Es. se sono fermo posso decidere di muovermi.
Movimento ritmico
E’ una combinazione tra i due movimenti riflessi e volontari (es. camminare e
correre) e deve essere innescato da comandi corticali ma una volta iniziato può
continuare senza ulteriori flussi cerebrali.
Organizzazione gerarchica dei sistemi motori:
1. Livello (basso): midollo spinale
Nel SNC è il livello più basso ed è responsabile dei comportamenti
automatici e stereotipati: riflessi spinali (omeopatico e tendineo
del Golgi)
2. Livello: tronco dell’encefalo, formazione reticolare e
cervelletto
Responsabile:
- dell’integrazione dei comandi motori discendenti dai livelli
superiori (dal tronco al cervelletto)
- dell’elaborazione dell’informazione proveniente dagli organi di
senso e midollo spinale: elaborazione dei segnali per stabilizzare
la postura
3. Livello: corteccia motoria e nuclei della base
Responsabili del movimento volontario e del controllo dei centri motori del
tronco e del midollo spinale: partono gli input della contrazione.
4. Livello: aree corticali pre-motorie
Sono responsabili della progettazione del movimento e tutto ciò che lo
comporta: es. afferrare un oggetto.
Responsabili di:
- identificazione dei bersagli nello spazio
- scelta del decorso temporale dell’azione motoria
- programmazione del movimento
- capacità di mantenere nella memoria il progetto per il tempo di attuazione
Oltre a questa organizzazione gerarchica, c’è anche una organizzazione in parallelo
con bypass di certe zone, in tal modo ciascun livello può agire anche
indipendentemente sulla via finale comune.
Caratteristiche comuni dei vari livelli di controllo:
- Presentano mappe somatotopiche
- Ricevono informazioni dalla periferia grazie alle afferenze sensoriali
- Feedback sensoriale: controllano le informazioni ricevute permettendo o
sopprimendo la ritrasmissione dei segnali afferenti a livello dei nuclei di ritrasmissione
sensitivi.
Al midollo spinale tutta l’informazione deve comunque passare per essere poi
smistata dai motoneuroni che innervano i muscoli.
Le quattro componenti gerarchiche sono a loro volta controllate da:
- Cervelletto: riceve gli input dada tutte e 4 le zone e opera un aggiornamento del
controllo del movimento mediante confronto dei segnali discendenti responsabili della
risposta motoria, con i segnali sensitivi destati dalle conseguenze dell’azione motoria
- Nuclei della base: ricevono afferenze da tutte le aree corticali e agiscono sulle aree
pre-motorie della corteccia cerebrale
(vedi cervelletto, corteccia motoria e decorso dei fasci)
Riflessi spinali propriocettivi
Locazione dei propriocettori:
- Muscoli
- Tendini
- Articolazioni
Funzione:
- Riflesso miotatico = antigravitazionale contribuisce al mantenimento della
postura, contrastando l’allungamento dovuto alla gravità e garantendo l’equilibrio.
- Riflesso miotatico inverso = azione protettiva sui muscoli e tendini qualora
fossero sottoposti a carichi eccesivi.
- Riflessi nocicettivi = risposta riflessa agli stimoli dolorifici
Esistono dei propriocettori in grado di captare stimoli come il grado di allungamento
del muscolo o l’angolatura che ormano due ossa.
Tramite fibre sensitive primarie inviano segnali inerenti a:
- Stato di tensione Muscoli e
- Stato di allungamento Tendini
- Grado di flessione Articolazioni
- Grado di allungamento
Tipi di propriocettori:
Fusi neuromuscolari
Organi tendinei del Golgi
Corpuscoli di Pacini nelle capsule
Organi di Ruffini articolari
Fusi neuromuscolari: “sens