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RECETTORI INTRACELLULARI
Caratteristiche funzionali:
• Possono avere localizzazione citoplasmatica o nucleare;
• Legano un ligando piccolo e idrofobo;
• possiedono mobilità intracellulare;
• sono capaci di legare DNA (DNA binding proteins);
Meccanismo del funzionamento:
1) molecole segnale liposolubili possono attraversare la membrana e raggiungere l'interno della
cellula dove interagiscono con un recettore citoplasmatico nucleare;
2) tali recettori possiedono un sito di legame con il DNA di circa 70 aa composto da un dominio
denominato "zinc finger" ricco di cisteine organizzate intorno ad un atomo di zinco; nello stato
inattivo il recettore non può legarsi al DNA in quanto una proteina inibitrice è legata al sito di
legame per il DNA;
3) quando la molecola segnale si lega al sito recettoriale del recettore intracellulare la proteina
inibitrice viene rilasciata e il sito di legame per il DNA viene esposto;
4) il recettore poi entra nel nucleo e si lega a specifiche sequenze nucleotidiche sul DNA. Questo
evento attiva la trascrizione di un particolare gene, localizzato generalmente in posizione
adiacente a quella del sito regolatorio.
Gli ormoni che agiscono tramite recettori intracellulari sono:
• ormoni steroidei;
• ormoni tiroidei;
• vitamina D;
• acido retinoico.
Meccanismo di azione degli ormoni steroidei (esempio per capire il funzionamento).
1) Gli ormoni steroidei (la maggior
parte) sono legati a molecole
proteiche nel plasma. Solo
l'ormone libero non legato può
diffondere nella cellula bersaglio.
2) I recettori degli ormoni steroidei
sono localizzati nel citoplasma o
nel nucleo della cellula bersaglio.
3) Il complesso ormone – recettore
di lega al DNA e attiva o reprime la
trascrizione dei geni. 4) I geni
attivati sono trascritti in nuovo
mRNA che diffonde nel citoplasma.
5) La traduzione di mRNA produce
nuove proteine implicate nei
processi. 6) Alcuni ormoni steroidei
si legano anche a recettori di
membrana che attivano i sistemi dei secondi messaggeri e generano risposte cellulari rapide.
Esempio dell'aldosterone: esso è un importante regolatore del bilancio idrico salino ed in
particolare del contenuto di sodio e potassio dei liquidi corporei. È prodotto dalla corticale del
surrene ed il suo effetto più importante è quello di aumentare il riassorbimento di sodio e
l'escrezione di potassio da parte dei tubuli renali. in seguito al legame col proprio recettore
(localizzato a livello del citoplasma) il complesso aldosterone recettore migra nel nucleo dove
viene stimolata ex novo la sintesi di nuove pompe sodio potassio ATPasi e di canali per il sodio e il
potassio.
RECETTORI DI MEMBRANA
Sono costituiti da proteine intrinseche di membrana e comprendono un dominio recettoriale (che
presentauno o più siti di legame per la molecola segnale) e un dominio effettore (il quale attivato
dal legame tra il ligando e il dominio recettoriale, innesca la risposta).
Esistono 3 classi di recettori di membrana:
- recettori ionotropici detti anche recettore – canale;
-recettori metabotropici (distinti a loro volta in: recettori a 7 domini transmembrana e recettori
operanti per via enzimatica);
- cell adhesion molecules (CAM);
RECETTORI IONOTROPICI.
Sono canali ionici chemiodipendenti. La molecola di questi recettori presenta:
• una porzione recettrice esposta al lato extracellulare e dotata di uno o più siti di legame
per la molecola del ligando;
• una porzione effettrice costituita da un canale ionico che attraversa tuttolo spessore della
membrana; il canale possiede almeno un gate che ne controlla lo stato di apertura e
chiusura. Il legame del ligando al dominio recettoriale induce un
cambiamento conformazionale del gate con
conseguente apertura del canale. L’apertura del canale
permette, quindi, ad uno specifico ione di muoversi
attraverso la membrana secondo il proprio gradiente
elettrochimico. Il tempo d'azione di questo recettore per
ottenere una risposta è rapidissimo. Esempi sono il
recettore nicotinico (acetilcolina), il recettore GABAA
(GABA), il recettore 5-HT3 (serotonina), recettori
glutammatergici (NMDA).
RECETTORI METABOTROPICI. I recettori metabotropici vengono così chiamati ad
indicare che il loro funzionamento coinvolge in
qualche modo le attività metaboliche cellulari. I
recettori metabotropici sono strutturalmente
eterogenei, sebbene possano essere suddivisi in
due principali tipologie strutturali e funzionali: -
recettori enzimi; -recettori accoppiati a proteine G.
RECETTORI ACCOPPIATI A PROTEINE G (DETTI ANCHE RECETTORI A 7 DOMINI
TRANSMEMBRANA)
Rappresentano la famiglia recettoriale più numerosa.
E’composta da proteine che attraversano 7 volte la membrana e agiscono attivando proteine
presenti sul versante intracellulare della membrana, dette proteine G in quanto hanno attività
GTPasica (cioè effettuano l’idrolisi di GTP) formate da 3 subunità.
Le proteine G funzionano a loro volta come collegamento tra il recettore e altre proteine, dette
proteine effettrici.
Gli effettori delle proteine G possono essere:
• enzimi che producono secondi messaggeri;
• canali ionici.
Struttura Il recettore accoppiato a proteine G comprende 7 α-eliche,
altamente conservate, che attraversano il bilayer
fosfolipidico connesse da 6 anse, 3 extracellulari e 3
intracellulari. La terza ansa intracellulare contiene il dominio
di interazione con la proteina G. L’estremità N-terminale
della catena polipeptidica si sviluppa nell’ambiente
extracellulare e contiene, oltre a diversi siti di glicosilazione il
dominio di legame per il ligando. L’estremità C-terminale si
estende nel citosol contiene diversi siti regolatori.
Le proteine G sono proteine trimeriche, ossia
composte da 3 subunità: α, β, γ.
In condizione di riposo (recettore accoppiato
alla proteina G senza ligando) una proteina G si
trova in forma di trimero αβγ e presenta legato
il GDP sulla subunità α.
Quando il recettore è attivato dal legame con
un ligando (che rappresenta il primo
messaggero), cambia conformazione nella
parte intracellulare acquistando alta affinità
per il GTP. Pertanto, il GDP si distacca,
sostituito dal GTP nel suo legame con la
subunità α.
Il legame col GTP determina il distacco della subunità alfa dal restante dimero beta/gamma. E
quest’ultimo dalla superficie interna del recettore. Questi due complessi formatisi (alfa-GTP e
beta/gamma) possono agire su effettori diversi; ne consegue che uno stesso recettore può
controllare più funzioni attraverso la subunità alfa-GTP che agisce su determinati effettori e il
dimero beta/gamma che agisce su altri effettori.
La subunità α resta attiva e in grado di regolare proteine effettrici fino a quando non si verifica
l’idrolisi del GTP. L’attività GTPasica, esercitata dalla stessa subunità α, è accelerata
dall’interazione della subunità a stessa con il suo bersaglio e da altre proteine dette RGB (regulator
of G protein signaling). La subunità α legata al GDP è inattiva e quindi termina la sua azione.
Uno degli effetti del dimero βγ è la regolazione di proteine che fosforilano i recettori (G-protein
activated chinase) in un sito che li rende inattivi. Le bg possono avere, quindi, un ruolo di feedback
negativo e controllare la via di segnalazione a monte.
Proteine effettrici enzimatiche Le proteine effettrici enzimatiche sono enzimi che
catalizzano la formazione di un secondo messaggero
intracellulare (adenilato-ciclasi, guanilato-ciclasi,
fosfolipasi C) il quale, a sua volta, entra in vario modo
nelle catene di trasduzione del segnale che portano
alla risposta finale della cellula.
Principali proteine effettrici sono: adenilato ciclasi che
catalizza la conversione di ATP in cAMP (principale
secondo messaggero); fosfolipasi C che converte un
fosfolipide di membrana in due differenti molecole
(DAG e IP3), entrambe secondi messaggeri.
Un’altra importante proteina effettrice che interviene
nella segnalazione mediate da proteine G è
rappresentata dalla fosfolipasi A2 che consente il distacco di acido arachidonico da fosfolipidi di
membrana, avviando così la via di trasduzione degli eicosanoidi.
Tuttavia, a differenza di quanto avviene per l’adenilato ciclasi e per la fosfolipasi C, l'attivazione
della PLA2 è mediata dall’incremento della concentrazione intracellulare di Ca2+ e da
fosforilazione da parte di proteinchinasi, per cui non si verifica un rapporto così diretto con
l'attivazione recettoriale come accade per le PLC. 28/11/17, lezione 22
Proteine effettrici: Adenilato ciclasi L’adenilato ciclasi è l’enzima che catalizza la
formazione di AMPc a partire da ATP. E’ un enzima di
membrana, con sito attivo rivolto verso il citoplasma,
formato da due domini M (M1 ed M2).
L'adenilato ciclasi può essere regolata da:
Proteine G eccitatorie/stimolatorie (stimolano
-
l’attività dell’adenilato ciclasi)
Proteine G inibitorie
-
L’attivazione di un recettore accoppiato ad una
proteina G stimolatoria (Gs), stimola, attraverso la subunità α, l’adenilato ciclasi a produrre AMPc.
Al contrario la stimolazione di un recettore accoppiato ad una proteina G inibitoria (Gi) inibisce,
sempre attraverso la sua subunità α, la formazione di AMPciclico. Entrambi gli eventi sono mediati
da subunità α rispettivamente di tipo stimolatorio o inibitorio. L’AMPc a sua volta attiva la
proteinchinasi A.
La proteinchinasi è anch'esso un enzima che catalizza l'introduzione di un gruppo fosforico su una
proteina bersaglio
Le protein-kinasi A (A = attivata da AMP ciclico) (PKA) sono costituite da 2 siti regolatori e da 2 siti
catalitici (che difatto catalizzano l'introduzione del gruppo fosforico). Due molecole di cAMP si
legano ai siti regolatori e tale legame libera le subunità catalitiche che possono agire sui vari
substrati citoplasmatici.
Quindi: il messaggio iniziale, portato dal primo messaggero, alla fine viene trasdotto con la
produzione di un secondo messaggero che ricrea il segnale nella cellula e si traduce
nell'attivazione di un enzima che provvede a fosforilare le proteine bersaglio.
La fosforilazione è un meccanismo molto efficiente e rapido per "accendere" o "spegnere" una
proteina. L'introduzione di un gruppo fosfato (carico) in una proteina può cambiarne, in specifici
siti, la conformazione sterica e quindi la sua funzione.
La prote