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RECETTORE
RECETTORE
RECETTORE
APPARATO RESPIRATORIO:
Esistono due gradienti pressori che muovono rispettivamente l'ossigeno dall'aria atmosferica verso
i tessuti e l'anidride carbonica dai tessuti verso l'aria atmosferica. Entrambi sono originati dal fatto
che nelle cellule la pressione parziale di CO (che viene prodotta) è maggiore e quella di O (che
2 2
viene consumato) è minore rispetto all'aria atmosferica; che contiene una minima percentuale di
CO ed il 21% di O . Lo scambio dei gas tra il sangue e l'aria atmosferica avviene a livello degli
2 2
alveoli polmonari, le unità funzionali dei polmoni, secondo la legge di Fick:
L'efficienza di questo scambio è aumentata da alcune caratteristiche morfologiche dei polmoni e
dei capillari:
l'arborizzazione dei vasi bronchiali, che trasportano i gas inalati, in bronchioli e successivamente
• 2
in alveoli polmonari, aumentando la superficie totale di scambio (40-100 m )
il singolo strato di cellule endoteliali che costituiscono la parete dei capillari diminuendo lo
• spessore della superficie di scambio (1 um)
l'appiattimento degli pneumo-citi, diminuendo lo spessore e la superficie totale di scambio
•
I gas si disciolgono nello strato d'acqua che circonda l'alveolo polmonare passando dallo stato
gassoso (atmosferico) allo stato disciolto nel sangue. acqua
O
2 alveolo aria atmosferica
CO
2
Lo scambio dei gas è inoltre influenzato dalla legge di Henry, la quale stabilisce che la quantità di
gas che si discioglie in un liquido è direttamente proporzionale alla sua pressione parziale ed alle
proprietà intrinseche del gas e del liquido. Quindi secondo la legge di Henry la solubilità dell'O
2
sarebbe solamente di 0,3 ml su 100 ml di plasma, non sufficiente per il fabbisogno individuale. La
solubilità reale misurata è però effettivamente maggiore, 20 ml su 100 ml di plasma, attraverso il
legame dell'ossigeno ad una proteina, l'emoglobina, contenuta nei globuli rossi (che contengono
solo quella per massimizzare il legame con l'ossigeno) formando ossi-emoglobina. L'O legato
2
all'emo-globina viene successivamente trasportato dal sangue fino ai tessuti periferici dove,
essendo il legame O -eme reversibile, vari fattori ne promuovono il rilascio dai globuli rossi:
2 O2 + eme O2-eme
- la pressione parziale di O risulta bassa nei tessuti, spostando l'equilibrio di reazione verso i
2
reagenti e causando il rilascio dell'ossigeno, mentre risulta alta nei polmoni, spostando qui
l'equilibrio di reazione verso i prodotti e causando il legame dell'O all'emoglobina.
2
- più il ph è basso e più l'ossigeno tende a staccarsi dall'emo-globina (effetto Bohr). A livello dei
tessuti viene consumato ossigeno e prodotta anidride carbonica, quest'ultima viene combinata
con l'acqua dall'enzima anidrasi carbonica nel citosol cellulare, generando acido carbonico, il
quale a sua volta si dissocia in bicarbonato e H+, poichè molto instabile, abbassando il ph.
CO + H O H CO HCO + H+
2 2 2 3 3
Anidrasi carbonica
- più aumenta la temperatura e più l'ossigeno tende a staccarsi dall'emo-globina. Le cellule dei
tessuti consumano molta energia aumentando la temperatura nel micro-ambiente che le
circonda
Le cellule che lavorano più intensamente quindi provvedono al proprio fabbisogno creando intorno
a loro un micro-ambiente molto acido e caldo, che provoca un maggior rilascio di ossigeno dai
globuli rossi a livello di queste cellule.
Anche se la CO avrebbe una solubilità 20 volte maggiore di quella dell'ossigeno nel plasma, il
2
93% della CO circolante è legata chimicamente. Di questo 93%:
2
il 5% è disciolto nel plasma sottoforma di ione bicarbinato, generato dalla reazione catalizzata
• dall'anidrasi carbonica dei globuli rossi, molto più solubile della CO nel plasma ematico, che si
2
complessa con ioni potassio e sodio. Gli ioni H+ prodotti dalla dissociazione dell'acido carbonico
vengono tamponati nei globuli rossi legandosi a specifiche proteine tamponanti accettrici di ioni
H+.
l'88% è legato all'emoglobina dei globuli rossi, non compete con l'O per il legame all'atomo
• 2
centrale di ferro ma si lega al residuo ammino-terminale dell'emoglobina, formando carbo-
emoglobina.
O2 GLOBULO
E
CO2
LA DEL
TRA ALL'INTERNO
INTERAZIONI ROSSO:
Effetto di Hamburger: Quando lo ione bicarbonato viene spinto fuori dal globulo rosso si porta
dietro una carica negativa, il globulo rosso richiama quindi dall'esterno altre cariche negative Cl-
per compensare lo squilibrio elettro-statico interno. Gli ioni Cl- che entrano nel globulo rosso si
portano però dietro un'alone di solvatazione maggiore rispetto a quello che si è portato dietro lo
ione bicarbonato uscente, determinando il rigonfiamento della cellula e la perdita della forma
biconcava (entra più acqua di quella che esce). La forma biconcava aumentava la superficie di
scambio del globulo rosso, causando il rilascio di una parte dell'ossigeno.
L'inspirazione e l'espirazione sono temporanee variazioni del volume della cassa toracica che
generano gradienti di pressione per la legge di Boyle (P*V=K). Aumentando il suo volume, la cassa
toracica diminuisce la pressione dell'aria al suo interno generando un gradiente di aria dall'esterno
verso l'interno (inspirazione). Viceversa tornando al volume di partenza la cassa toracica aumenta
la pressione di aria al suo interno generando un gradiente di aria dall'interno verso l'esterno
(espirazione).
La superficie del polmone è rivestita esternamente da un rivestimento sieroso (come tutti i visceri),
detto pleura, che risulta attaccato alla pleura parietale che riveste la cavità interna della cassa
toracica. L'assenza di aria tra questi 2 strati sierosi genera una pressione negativa tra di essi, e di
conseguenza una forza di adesione che permette al polmone di seguire i movimenti della cassa
toracica. Se entrasse aria tra le due pleure a causa di un trauma (pneumotorace), il polmone
collasserebbe su se stesso per le forze passive che riducono naturalmente il suo volume.
INSPIRAZIONE (fase attiva): richiede una contrazione muscolare per verificarsi, in particolare il
• diaframma contraendosi media l'aumento verticale del volume mentre i muscoli inter-costali
esterni contraendosi mediano l'aumento laterale di volume della cassa toracica.
ESPIRAZIONE (fase passiva): non richiede una contrazione muscolare, è dovuta a forze passive
• che tendono a ripristinare il volume di riposo del polmone. L'adesione del polmone alla cassa
toracica evita che questo collassi su se stesso attraverso queste forze. Tali forze passive sono:
- la natura elastica del parenchima polmonare
- la tensione superficiale esercitata sugli alveoli dallo strato acquoso che li riveste sulla
superficie esterna
Gli alveoli sono infatti rivestiti esternamente da uno strato acquoso che svolge una duplice
funzione:
A. costituisce la vera e propria superficie di scambio dei gas, che passano dallo stato gassoso
(atomosferico) allo stato disciolto nel sangue e viceversa.
B. genera una tensione superficiale molto forte che tende a far collassare l'alveolo su se stesso.
Le molecole di liquido a contatto con una superficie tendono a raggrupparsi tra loro esponendo
la minore superficie possibile (generalmente in una sfera). La forza che tende a raggruppare le
molecole di liquido (acqua in questo caso) è detta appunto tensione superficiale, e tenderebbe
perciò a fare collassare ogni alveolo su se stesso.
alveolo
acqua
Questa tensione superficiale è una forza talmente forte che per ridurla, gli pneumociti di tipo II
presenti nell'epitelio polmonare secernono surfactante, una lipo-proteina tensioattiva, che
diminuisce la tensione superficiale di questo strato d'acqua.
ESPIRAZIONE FORZATA (es. tosse): richiede la contrazione volontaria dei muscoli inter-costali
• interni
La respirazione è soggetta ad una regolazione sia volontaria che involontaria. Quest'ultima viene
principalmente esercitata dai centri bulbari respiratori attraverso un riflesso, che comincia con
l'eccitazione di particolari chemocettori localizzati sia a livello periferico (arco dell'aorta e seno
carotideo) che centrale (cervello). Questi chemocettori monitorano i livelli di ossigeno ematici nei
distretti in cui si trovano, depolarizzandosi e determinando l'aumento del ritmo delle respirazioni in
caso di bassa ossigenazione:
CHEMO-CETTORI PERIFRICI: sono direttamente sensibili ai livelli ematici di ossigeno per mezzo
di canali K+ associati a proteine che legano l'ossigeno (sensori della pressione parziale di O ). In
2
condizioni di elevata ossigenazione, l'O si lega a molte di queste proteine determinandovi un
2
cambio conformazionale che provoca l'apertura di tanti canali K+. Questo causa l'uscita di molti
ioni potassio dalla cellula e di conseguenza un aumento del potenziale di membrana, a cui segue
la generazione di un P.A. poco intenso. Viceversa se è presente poco O nel circolo ematico pochi
2
canali K+ verranno aperti e di conseguenza il potenziale generato da questi recettori sarà molto
più intenso. L'intensità del P.A. generato determina la secrezione di un certo numero di vescicole
contenenti dopamina nel vallo sinaptico recepite dal neurone afferente, il quale eccita direttamente
i centri bulbari respiratori, che a loro volta eccitano i muscoli inter-costali esterni, aumentando
proporzionalmente al P.A. inizialmente generato il ritmo delle respirazioni.
CHEMO-CETTORI CENTRALI: sono posti sulla faccia inferiore del bulbo a contatto con il liquido
cerebro-spinale, di cui monitorano indirettamente il livello di O . [il cervello all'interno del cranio è
2
immerso nel liquido cerebro-spinale, che lubrifica la superficie cerebrale esterna impedendo il suo
attrito contro i rivestimenti sierosi del cranio. In questo liquido inoltre si accumulano le sostanze di
scarto dei neuroni come la CO ]. I chemo-cettori centrali non sono direttamente sensibili alla
2
pressione parziale di ossigeno presente nel liquido cerebro-spinale ma al ph di quest'ultimo. Il ph
infatti diminuisce con un elevata pressione parziale di CO , in seguito alla reazione:
2
Quindi più il ph è basso e meno ossigeno è presente nel liquido cerebro-spinale. Di conseguenza
più un ph è acido e più provoca la depolarizzazione di questi recettori, che eccitano i centri bulbari
respiratori aumentando la frequenza delle respirazioni.
centri bulbari respiratori aumento ritmo delle respirazioni
Oltre a questo