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Struttura e attività degli ormoni tiroidei
Ricapitolando la lezione della volta scorsa vediamo ora la struttura degli ormoni tiroidei. Il professore illustra brevemente la struttura, fondamentalmente, di T3 e T4 e la loro attività biologica, ma non aggiunge nulla di importante. Per quanto riguarda il trasporto degli ormoni ci rendiamo conto che T3 è dieci volte più libero di T4. Ci rendiamo conto che fondamentalmente la T4 è legata alla TBG, cioè quella proteina con cui ha una elevatissima affinità, mentre il resto è legato all'albumina o alla prealbumina (TBPA). La T3, invece, lega a differenza della T4, più albumina, per cui l'albumina risulta avere un'affinità maggiore per T3 che per T4.
Iniziamo a parlare ora della corticale del surrene. Anatomicamente la corticale del surrene è costituita da tre strati:
- Zona Glomerulare (esterna)
- Zona Fascicolata (media)
- Zona Reticolare (interna)
A questi tre strati corrispondono fisiologicamente tre funzioni diverse.
glomerulare infatti produce gli ormoni Mineralcorticoidi, che intervengono nella regolazione dell'equilibrio idrosalino ed agisce sui tubuli contorti distali del rene. Il rappresentante maggiore di questi è l'ALDOSTERONE. La zona fascicolata produce i Glicocorticoidi, che regolano il metabolismo dei carboidrati ed il CORTISOLO è il rappresentante più noto. La zona reticolare produce principalmente ormoni sessuali (in quantità piccole): gli ANDROGENI e ESTROGENI. La domanda è: come si determina questa diversa sintesi degli ormoni corticosurrenalici? Guardando la figura allegata (77.2, Guyton, pag 892), si parte dal COLESTEROLO (uno dei più abbondanti, ma non l'unico da cui si può partire) e attraverso l'azione di svariati enzimi si arriva a diversi prodotti come il cortisolo o l'aldosterone. Per cui l'origine è comune. Il colesterolo che deriva da processi metabolici, è importante per la sua presenza a livello
dellemembrane, perché tra l'altro è implicito della fluidità della membrana. Non bisogna però confondere il colesterolo di membrana con il colesterolo plasmatico o circolante, che in dosi eccessive può essere sintomo di patologie. Il colesterolo è anche importante per i processi di trasduzione del segnale, a livello cellulare. Alcuni siti di legame infatti potrebbero essere nascosti da una minore flessibilità della membrana, condizione riportata alla normalità attraverso una richiesta maggiore/minore di colesterolo. Infatti in alcuni stati patologici, come la depressione, una delle cause maggiori è appunto la bassezza della percentuale di colesterolo. La presenza di più o meno colesterolo è legato a condizioni particolari come il sesso e l'età, ma anche a livello metabolico. Un metabolismo più veloce porta a valori di colesterolo più bassi. Per cui nelle varie zone della corticale del
surene non è la quantità di colesterolo ad implicare sultipo di prodotto, ma la presenza di una particolare via enzimatica più abbondante in una zona anziché in un'altra. Nelle varie zone, quindi, non vi è la sola produzione di un prodotto, ma vi è la produzione di più prodotti, ma con quantità diverse, in base alla quantità di enzimi nella stessa. Vedendo una figura che illustra la formazione dei glicorticoidi, ci rendiamo conto che i processi che regolano la formazione del primo avvengono per lo più a livello mitocondriale e a livello del citoplasma. Questo perché nelle due zone c'è una diversa concentrazione di enzimi che partecipano allo stesso processo, ma in luoghi diversi. Il colesterolo viene convertito in diversi intermedi tra citoplasma e mitocondrio, attraverso la mediazione di enzimi e si raggiunge, alla fine la formazione di cortisolo per esempio. I vari intermedi, comunque per passare da un
reparto all'altro della cellula sfruttano, a loro vantaggio, un gradiente favorevole o al massimo processi di trasporto attivo. Ritornando a ciò che abbiamo detto all'inizio, non è detto però che la formazione di cortisolo, aldosterne o altri prodotti si ha per forza, infatti esistono processi patologici, innescati da carenze enzimatiche o da azione di particolari sostanze che inibiscono la formazione del prodotto finale o al massimo portano alla costituzione di un intermedio non attivo o attivo in parte, provocando anche gravi conseguenze. Vediamo ora gli effetti metabolici dei prodotti della corticale del surrene (glicocorticoidi): Metabolismo glucidico: Se io aumento il cortisolo, io vado ad aumentare la glicemia. Questo perché sono stati attivati gli enzimi che scindono il glicogeno, nel processo della neoglicogenesi, con la conseguente liberazione di glucosio. Oppure perché si ha una minore utilizzazione del glucosio perifericamente, rallentando.quindi, l'azione dell'insulina (effetto iperglicemizzante), che normalmente influisce sulla regolazione glicemica nel sangue. Oppure perché si ha il processo della glicogenesi, attivata dall'innesco di enzimi che ricavano glucosio dagli amminoacidi delle proteine. Cui può intervenire il cortisolo, influenzando diversamente la glicogenesi. Il GLUCAGONE, che parte dalla variazione della glicemia (controllo biochimico), e l'ADRENALINA, che parte dalla stimolazione del sistema nervoso simpatico, portano ad un aumento della glicemia (controllo nervoso). A livello epatico, il glucagone e l'adrenalina portano alla glicogenolisi, e alla scissione quindi del glicogeno favorendo o meno la formazione di glucosio e quindi alterando il tasso glicemico. Metabolismo lipidico: Ne fegato inibisce la sintesi di acidi grassi, quindi, favorisce lachetogenesi, l'azione lipolitica nel tessuto adiposo. Nel tessuto adiposo, si ha, allo stesso modo, un'azione lipolitica con liberazione di acidi grassi liberi in circolo. Forse si facilita l'intervento di altri agenti lipolitici come l'adrenalina e il GH. L'adrenalina, ricordiamo, è prodotta nella midollare del surrene, per cui le vicinanze anatomiche e biochimiche in questo caso hanno un senso importante (nei confronti del cortisolo del surrene). La quantità di adrenalina liberata può quindi dipendere anche dalla presenza e abbondanza del cortisolo, che ne stimola la produzione. Metabolismo proteico: Se attiviamo la neoglicogenesi, come abbiamo detto nel metabolismo glucidico, favoriamo il catabolismo proteico, quindi. La conseguenza della neoglicogenesi è un bilancio azotato negativo, per la perdita di azoto. Tale effetto si ha nei tessuti extraepatici da cui deriva un'aumentata captazione degli amminoacidi disponibili da parte del fegato per.L'apparato renale, invece, è responsabile della regolazione del bilancio idrico e ionico dell'organismo. Tra le sue funzioni principali vi è il riassorbimento dei nutrienti e degli ioni necessari per il corretto funzionamento dell'organismo, tra cui anche il calcio.