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Per quanto riguarda il flusso ematico, esso dipende quasi esclusivamente dalle proprietà dei
capillari polmonari e da fattori locali quali le concentrazioni di O2 e Co2 nel tessuto polmonare. I
capillari polmonari tendono a collassare se la pressione del sangue che li attraversa scende al di
sotto di un determinato valore. In questo modo il flusso è dirottato verso regioni con pressioni
maggiori.
A riposo alcuni letti capillari (soprattutto all’apice del polmone) sono chiusi; al contrario, sotto
sforzo, quando la pressione arteriosa aumenta, i letti capillari tendono ad aprirsi per accogliere la
gittata cardiaca e fare in modo che essa venga adeguatamente ossigenata.
La dilatazione dei bronchioli è regolata principalmente dalla Pco2 dell’aria espirata; se la Pco2
aumenta, aumenta anche la bronco dilatazione. La resistenza arteriolare è invece regolata per lo
più dal consumo di O2 nel liquido interstiziale e se la Po2 aumenta, aumenta anche la
vasodilatazione arteriolare, per aumentare il flusso di sangue che può captare l’ossigeno inspirato.
La costrizione in risposta alla diminuzione dell’O2 interstiziale è l’esatto opposto di quello che
avviene a livello sistemico.
Infine, da un punto di vista molecolare, l’aumento della Po2 a livello alveolo-capillare favorisce la
captazione dell’ossigeno da parte dell’emoglobina. L’affinità dell’emoglobina per l’O2 dipende da
diversi fattori: la Po2, la Pco2, la temperatura, il pH, la presenza di 2-3 >DPG.
Durante l’esercizio fisico, da un lato, da un lato l’aumento della Po2 polmonare aumenta l’affinità
dell’emoglobina per l’O2 e quindi favorisco l’ossigenazione ottimale del sangue, dall’altro lato a
livello tissutale, l’aumento della temperatura e della Pco2, accompagnata dalla diminuzione del pH
e DOVUTO all’incremento dell’attività metabolica, riduce l’affinità di Hb per l’O2 e favorisce gli
scambi gassosi tra il muscolo e i capillari.
Insieme la diminuzione dalla Po2 tissutale favorisce anche il rilascio di O2 che parte della
mioglobina che la molecola riserva di ossigeno del muscolo strato (fibre rosse, tipo II)
L’apparato respiratorio è quindi implicato in due meccanismi principali:
1. il rifornimento di O2, che viene immesso nel circolo sanguigno per essere trasportato ai
tessuti
2. la regolazione a breve termine del pH, grazie all’espulsione della Co2, che permette di
rimuovere gli H+ di origine respiratoria dal sangue.
Le due funzioni esplicitate dall’apparato respiratorio possono espletarsi solo se si verifica anche
un’ adeguata risposta da parte dell’apparato cardiovascolare; tant’è che il controllo nervoso
centrale della respirazione e quello di cuore e circolo, sono attuati da due centri bulbari (quello
della ritmicità del respiro e quello per il controllo cardiovascolare) le cui attività sono costantemente
integrate.
Per poter soddisfare l’incremento delle richieste di O2 e nutrienti da pare dei muscolo, il cuore
deve aumentare la gittata cardiaca e cioè il volume di sangue che riesce a pompare in circolo
nell’unità di tempo. Per modificare la gittata cardiaca, il cuore può alternativamente aumentare la
frequenza cardiaca (cioè i battiti al minuto) oppure la gittata sistolica (cioè il volume di sangue
espulso dal cuore in un ciclo cardiaco).
La frequenza cardiaca è impressa al cuore dall’attività di scarica intrinseca delle cellule pace-
maker del nodo seno-atriale. Sono cellule miocardiche modificate, caratterizzate a un potenziale di
membrana instabile, che si depolarizzano a soglia ritmicamente, producono PdA che si propagano
attraverso il tessuto di conduzione del cuore e provocano la sua contrazione. La frequenza di
scarica delle cellule pace-maker del cuore è modulata dal controllo antagonista delle due sezioni
del SNA: il parasimpatico (attraverso il nervo vago) e il simpatico. Queste due innervazioni
agiscono modulando il tempo impiegato dalle cellule pace-maker per raggiungere la soglia.
L’acetilcolina dei neuroni parasimpatici rallenta la FC: si lega ai recettori colinergici muscarinici,
che influenzano lo stato di apertura dei canali per Ca++ e K+; in particolare aumenta la
permeabilità della membrana al K+, quindi la cellula si iperpolarizza, mentre diminuisce la
permeabilità al Ca++, rendendo più corta la depolarizzazione spontanea.
La depolarizzazione delle cellule pacemaker cardiache avviene a carico dell’ingresso di Ca++ nella
cellula.
D’altro canto la noradrenalina del sistema simpatico e l’adrenalina della midollare del surrene si
lega a recettori beta1 adrenergici, che permettono di “aumentare” la FC, incrementando il flusso di
ioni attraverso i canali If (canali canonici che determinano l’instabilità del PdM e che si aprono per
PdM negativi) e i canali del CA++, e quindi favorendo la depolarizzazione.