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VOLUME EMATICO
Il sistema di controllo della pressione tramite il riflesso barocettivo è una regolazione a breve
termine, in quanto i barocettori si adattano ai nuovi regimi pressori, alti o bassi che siano, dopo
pochi minuti, e riportano la loro frequenza di scarica a quella normale, anche se la pressione
arteriosa non è a livelli normali . Il controllo a lungo termine della pressione arteriosa è realizzato
dal sistema reni-liquidi corporei e dal sistema renina-angiotensina .
SISTEMA RENI-LIQUIDI CORPOREI
SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA
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SISTEMA RENI-LIQUIDI CORPOREI
Il sistema reni-liquidi corporei regola la pressione arteriosa con un principio semplice . Se
l’aumento di pressione è conseguente ad aumento del liquido extracellulare, il rene elimina il
liquido in eccesso attraverso le urine, aumentando l’escrezione renale di acqua (diuresi da
pressione) e di cloruro di sodio (natriuresi da pressione) . Per
analizzare l’attività del sistema reni-liquidi corporei si può
costruire un grafico, in cui si osserva l’assunzione netta di acqua
e sale in relazione alla eliminazione di acqua e sale in funzione
alla pressione arteriosa . Al crescere della pressione arteriosa
aumenta il volume di escrezione di acqua e sale . Si vede che la
linea che rappresenta l’assunzione netta di acqua e sale ad un
certo punto incontra la curva di escrezione, ad un valore
pressorio esattamente pari a 100 mmHg . Tale punto di
intersezione tra le due curve è detto punto di equilibrio . Se
assumiamo che la pressione arteriosa è salita a 150 mmHg, dal
grafico si evince che si ha una escrezione di liquidi più alta
dell’assunzione . Ciò determina
una perdita di liquidi fino a
quando la pressione arteriosa
scende esattamente al punto di
equilibrio . Qualora invece la
pressione fosse ad un valore
inferiore al punto di equilibrio,
allora si ha assunzione di liquidi superiore all’escrezione . Quindi il
volume ematico aumenta e la pressione risale, sino esattamente a
raggiungere il punto di equilibrio . Dall’analisi del grafico si deduce
che in conclusione sono due i fattori che possono determinare il
livello di pressione arteriosa : l’entità dello spostamento della
curva di eliminazione renale di acqua e sale ; il livello della retta
che indica l’assunzione di acqua e sale . Quindi in sovraccarico di
liquidi innalza la pressione, perché determina un aumento del
volume sanguigno, che aumenta il ritorno venoso al cuore . Il
maggiore volume di sangue che arriva al cuore determina una
maggiore gittata cardiaca, e quindi aumento della pressione .
Inoltre, la maggiore gittata cardiaca, provocando vasocostrizione
generalizzata in tutti i tessuti, per un meccanismo di
autoregolazione degli stessi,
porta ad un aumento della
resistenza periferica totale, e
quindi ad un innalzamento
pressorio .
Fono a questo punto si è visto che un aumento del volume dei
liquidi extracellulari corrisponde ad un aumento di pressione.
Però molti studi hanno mostrato come un aumento
dell’assunzione di sale sia ancora più importante nel
determinare una crescita della pressione arteriosa . Questo
perché il rene non può eliminare il cloruro di sodio, con la
stessa facilità con cui elimina l’acqua . Inoltre l’aumentata
assunzione di sale determina un aumento della sete, e quindi
si è portati anche a bere di più . Se non bastasse, il sale
aumenta l’osmolarità del liquido extracellulare e stimola la
secrezione di ormone antidiuretico (ADH), che agisce a livello
renale provocando un forte riassorbimento di liquidi . Da
tutto ciò ne consegue un aumento del volume ematico e
quindi un aumento della pressione arteriosa .
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SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA
Oltre al meccanismo legato alla regolazione dei liquidi, i reni posseggono un altro meccanismo per
la regolazione a lungo termine della pressione arteriosa : il sistema renina-angiotensina .
La renina è sintetizzata e conservata in forma inattiva (prorenina) nelle cellule juxtaglomerulari .
Quando si verifica un abbassamento pressorio molto forte, una reazione chimica intrinseca al rene
stesso porta alla liberazione in circolo di quasi tutta la renina .
Quella rimanente nel rene influenza numerose funzione intrarenali.
Essendo un enzima, in circolo la renina catalizza la conversione
dell’angiotensinogeno in angiotensina I . Quest’ultima è un
decapeptide con basso potere vasocostrittore . L’angiotensina I, ad
opera dell’enzima convertitore che si trova nei polmoni, è convertita
in angiotensina II, un octapeptide dal forte potere vasocostrittore .
L’angiotensina II rimane nel sangue per 1-2 minuti prima di essere
inattivata, e in questo tempo
determina una vasocostrizione
generalizzata, e al livello del rene
riduce l’escrezione di acqua e sale.
Questa ridotta escrezione porta un
aumento del volume del liquido
extracellulare, e nel giro di ore o
giorni fa innalzare la pressione
arteriosa . A livello renale
l’angiotensina riduce l’escrezione di
acqua e sale in due modi : agisce
direttamente sul rene inducendo
ritenzione di acqua e sale ; stimola
la secrezione di aldosterone dalla
ghiandola surrenale e , questo ormone, a sua volta, provoca il
riassorbimento di acqua e sale da parte dei tubuli renali . Prima di
poter superare questi due effetti dati dall’angiotensina, ci deve
essere una consistente risalita della pressione, e per questo motivo,
ogni qual volta c’è angiotensina in eccesso in circolo, il sistema di
controllo reni-liquidi corporei, si deve automaticamente aggiustare
ai valori pressori più alti del normale.
Il sistema renina-angiotensina si rivela di fondamentale importanza i caso di emorragie . Quando si
verifica una emorragia può esserci un calo pressorio anche del
50% . Studi condotti in laboratorio con anticorpi anti-renina,
hanno mostrato che quando il sistema renina-angiotensina è
bloccato, tutti gli altri sistemi di controllo pressorio, sono in grado
di far risalire la pressione solo fino a 60 mmHg, dai 50 mmHg di
partenza . Quando invece la renina non è bloccata la risalita
pressoria è molto più forte, e si passa dai 50 mmHg a 83 mmHg .
Tuttavia il sistema arriva al suo massimo funzionamento solo 20
minuti dopo la sua attivazione, ed è quindi molto più lento dei
riflessi nervosi e del sistema noradrenalina-adrenalina del
simpatico . 20
LA MECCANICA RESPIRATORIA
GENERALITA’ ANATOMO-FUNZIONALI
L’apparato respiratorio inizia a livello delle cavità nasali, dove l’aria viene riscaldata, purificata ed
umidificata . L’aria poi passa nella faringe . C’è poi la laringe che prosegue nella trachea . Dopo la
trachea ci sono i bronchi sino ad arrivare agli alveoli . Andando dalla laringe agli alveoli il diametro
diminuisce . Fino ai bronchioli l’epitelio è rivestito di ciglia, non presenti nei sacchi alveolari . Le
ciglia sono affiancate da cellule a calice che producono muco . Il movimento delle ciglia favorisce la
risalita del muco che viene poi deglutito e va nel sistema digerente . Il ristagno del muco favorisce
la crescita dei batteri, in quanto il muco è un ottimo terreno di coltura . La muscolatura aumenta a
livello dei bronchioli terminali, ed è quella muscolatura che si contrae in caso di allergia, causando
broncocostrizione . Gli alveoli sono circondati da capillari e lo spazio interstiziale tra membrana
alveolare e membrana capillare, è privo di liquido interstiziale . Esistono la cellula alveolare di
primo tipo, dove avvengono gli scambi gassosi ; la cellula alveolare di secondo tipo è più piccola e
produce un rivestimento di liquido alveolare, il surfattante . Poi ci sono i macrofagi che
costituiscono una linea di difesa da agenti patogeni . I macrofagi inglobano le polveri sottili ed
innescano un processo infiammatorio che poi porta a svariate patologie . I polmoni sono contenuti
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nella gabbia toracica, formata dalle
coste, sterno e posteriormente dalle
vertebre . La gabbia toracica durante
la respirazione cambia il suo volume,
e ci riesce perché esistono i muscoli
intercostali esterni (muscoli
inspiratori), e muscoli intercostali
interni (muscoli espiratori) .
Il polmone è completamente avvolto
nel sacco pleurico, formato da due
foglietti pleurici e dal liquido
pleurico. Il foglietto pleurico
parietale è adeso alla gabbia toracica,
mentre il foglietto pleurico viscerale è adeso ai polmoni . Tra i due foglietti pleurici c’è uno spazio
pressoché privo di liquido o per lo meno con piccole quantità di liquido pleurico, che fa scorrere i
due foglietti uno sull’altro e ne permette l’adesione . Il polmone è una struttura elastica, e quindi
può distendersi e ritornare alla sua lunghezza iniziale . L’espansione e la retrazione dei polmoni
avvengono grazie a due sistemi :
1. Lo spostamento verso il basso o verso l’alto del diaframma, che fa aumentare o diminuire
l’asse longitudinale della gabbia toracica .
2. L’elevazione o l’abbassamento delle costole, che fa aumentare o diminuire il diametro
anteroposteriore del torace . 22
Durante una respirazione tranquilla si verifica : nell’inspirazione il diaframma si abbassa e si
contrae ; nell’espirazione invece, il diaframma si rilascia e i polmoni si retraggono in virtù del
ritorno elastico dei polmoni stessi, delle pareti della gabbia toracica e delle strutture addominali.
Nella respirazione forzata invece le forze elastiche non sono sufficienti per una respirazione
rapida, per cui è richiesta un’ulteriore forza che è quella ottenuta dalla contrazione dei muscoli
addominali che comprimono i visceri addominali verso l’alto contro il diaframma .
Il secondo meccanismo responsabile dell’espansione dei polmoni è l’innalzamento delle costole . In
condizioni di riposo le costole sono inclinate verso il basso e lo sterno è più vicino alla colonna
vertebrale . Quando le costole si innalzano (durante l’inspirazione) lo sterno si allontana dalla
colonna vertebrale ed aumenta il volume anteroposteriore della gabbia toracica .
PRESSIONE PLEURICA, ALVEOLARE, TRANSPOLMONARE
Il polmone è una struttura elastica che in assenza di forze che lo mantengano espanso
collasserebbe . Non ha punti di attacco tranne in corrispondenza del mediastino in un punto
chiamato ilo . Il polmone è circondato da uno strato sottile di liquido pleurico che agisce da
lubrificante . La continua rimozione di questo liquido da parte del sistema linfatico, e il fatto che
in condizioni di riposo la gabbia toracica tende ad espandersi