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Sullo scambio termico tra un solido e un fluido che lo lambisce si fa valere la legge di Newton, per la
= −
quale: . Il coefficiente convettivo però non è costante. Esso dipende dalla forma, nonché
dQ ' h (
t t ) dS
P F
dalla temperatura del corpo, dalla natura e dallo stato fisico del fluido, dalle caratteristiche cinematiche del
moto del fluido. È conveniente fare una prima distinzione tra la convezione forzata e la convezione naturale.
Nella convezione forzata il fluido è dotato di un suo moto, che lo porta a lambire la superficie del solido; tale
moto è impresso da cause indipendenti dalla trasmissione del calore, e inoltre il fenomeno convettivo ha un
effetto trascurabile sul moto. Al contrario, nella convezione naturale, il fluido non è agitato da cause esterne.
Esso, a contatto con la parete a temperatura diversa, scambiando calore, viene ad assumere una temperatura
differente dalle altre porzioni di fluido, e quindi una diversa densità di massa. Dunque, se è presente un
campo gravitazionale, le parti più fredde del fluido tendono a scendere in basso, e quelle più calde a risalire
per prenderne il posto. Prima di affrontare il paragrafo successivo, è consigliabile ripassare le nozioni di moto
stazionario, linee di corrente, tubo di flusso.
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Una caratteristica delle correnti fluide è la duplice modalità secondo cui può presentarsi il moto: laminare o
turbolento. Nelle correnti che si sviluppano in uno spazio ristretto, o a velocità molto bassa, ovvero quando
nel fluido, per la grande viscosità di questo, possono manifestarsi grandi sforzi tangenziali, la configurazione
del moto risulta dallo scorrimento dei vari strati del fluido l’uno sull’altro: il moto è Se si aumenta
laminare.
la velocità di scorrimento, si vede che ad un certo punto la configurazione stabile precedentemente descritta
cessa dando luogo ad una distribuzione di velocità che, anche quando macroscopicamente è stazionaria, è
caratterizzata da notevoli fluttuazioni a scala microscopica nel tempo e nello spazio. Tale moto dicesi
Il campo di velocità turbolento in ogni suo punto risulta dalla somma di un vettore v
turbolento. ω
indipendente dal tempo, indicato come e di un vettore , la cui media del modulo,
velocità della corrente,
calcolata su un intervallo di tempo lungo rispetto al problema di studio, è sempre nulla (per cui influisce
principalmente sulla direzione). Le forze di resistenza opposte al moto laminare, sono quelle da viscosità, e
pertanto sono proporzionali alla velocità. Nel caso del moto turbolento, le resistenze derivano dalla
dissipazione di energia cinetica che si trasforma in energia interna a causa delle fluttuazioni della velocità, e
pertanto sono approssimativamente proporzionali al quadrato della velocità della corrente. Il verificarsi
dell’una o dell’altra forma di moto dipende dalle caratteristiche del fluido (densità , viscosità μ), dalla
ρ
velocità v, e dalle dimensioni dei corpi interessati; più precisamente dipende dal gruppo adimensionale:
ρ vl vl
= =
Re µ υ
υ µ ρ
=
che è detto Il simbolo denota la del fluido. Invece è una
/
numero di Reynolds. viscosità cinematica l
lunghezza caratteristica del caso in esame (ad esempio, in tubo a sezione circolare, è il diametro).
l
Generalmente il moto è laminare se Re è molto basso, turbolento se elevato. Consideriamo ora il moto di un
fluido reale che lambisce una lastra piana semi-infinita. Lo strato di fluido che lambisce la parete viene
frenato, e a sua volta esercita uno sforzo tangenziale di frenamento sullo strato a esso adiacente, che si trova
un po’ più discosto dalla parete ed è dotato di velocità un po’ maggiore, e così via. Le azioni tangenziali si
fanno sentire in modo significativo solo nella regione di fluido prossima alla parete. Questa zona è stata
denominata e il suo spessore δ(x) dipende dalla coordinata x, che misura la distanza dal
strato limite, bordo
cioè dall’inizio della lastra. La corrente all’interno dello strato limite è laminare sino ad una certa
d’attacco, v
δ ∝
distanza x dal bordo d’attacco, con spessore crescente e vale: , dove Re è il numero di
x
( )
1 x
Re x
Reynolds basato sulla distanza x dal bordo e v velocità istante per istante. A questo punto si ha la transizione
al tipo turbolento, che inizia nella parte esterna dello strato limite e in breve si propaga verso l’interno,
occupandolo quasi interamente. Tuttavia vi rimarrà sempre un sottile strato (il più vicino alla parete) dove la
corrente si mantiene laminare. Nel caso di una corrente interna, lo strato limite che si viene a formare alle
R S – C S
6 II
CC
CC
AA
RR
DD
OO CC
II
M
EE
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AA LL
AA
UU
DD
II
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GG
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pareti va crescendo con x, mentre la zona centrale del tubo, nella quale la velocità è approssimativamente
uniforme, va restringendosi; dopo una certa distanza , chiamata questo nucleo centrale
lunghezza di imbocco,
scompare, e si ha uno strato limite stabilizzato. Nel tratto di imbocco il moto è governato dallo stesso
numero di Reynolds di cui sopra. Nel tratto successivo, invece, la lunghezza caratteristica da considerare
cambia e diventa, ad esempio, il diametro del tubo (se la sezione è circolare).
S
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e (
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Facciamo riferimento alla situazione precedente. Lo strato limite fin ora descritto è in realtà definibile come
in quanto fa riferimento alla velocità del fluido. Si definisce poi lo
strato limite meccanico, strato limite termico,
in relazione all’andamento della temperatura lungo la normale alla parete. Infatti se la parete ed il fluido che
la investe hanno temperature differenti, si avrà uno scambio di calore, limitato però ad uno strato adiacente
alla parete, che è appunto lo strato limite termico. Questo è definito come lo strato di corrente fluida entro il
quale il valore assoluto della differenza tra la temperatura locale e quella della parete ( |t – t | ) è minore del
p
99% del valore assoluto della differenza tra la temperatura a distanza infinita dalla parete e quella della
parete stessa ( |t - t | ). Il suo spessore si denota con δ . Questo strato è la sede della trasmissione del calore
∞ p T
per convezione tra il corpo solido ed il fluido. Si trova che ≈ λ/ δ . Questa relazione dà un’idea del
h T
significato fisico dello spessore dello strato limite termico e della sua influenza sulla convezione.
Una notevole classe di correnti fluide è quella delle correnti ovvero quelle che si svolgono all’interno
interne,
di condotti a sezione chiusa. In molti dispositivi per lo scambio termico tra fluidi si hanno tali correnti.
Anche in questi casi la potenza trasmessa dalla parete del condotto al fluido è espressa, per unità di
= −
superficie di parete, nella solita forma: . In questo caso però la temperatura del fluido non può
Q '' h (
t t )
P F
identificarsi con quella del fluido a distanza infinita dalla parete, come nel di caso correnti esterne, perciò si
definisce una Il significa fisico di essa è presto dedotto: a una certa sezione del
temperatura di mescolamento.
tubo, t è la temperatura che assumerebbe il fluido, supposta trascurabile l’energia cinetica, se venisse
M
perfettamente mescolato isobaricamente e adiabaticamente fino ad assumere una temperatura uniforme.
C
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e ( 3 . 4 )
C
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Oltre al numero di Reynolds, definiamo altre tre grandezze adimensionali, che torneranno utili in seguito:
µ βϑ 3
c g L ρ
∂
hL
=
(numero ; (numero ; (numero 1
=
= p
di Nusselt) di Prandtl) di Grashof) β
Gr = −
Pr
Nu ( )
υ
λ
λ 2 ρ ∂
t =
p cost
dove λ è la conduttività termica del fluido, la lunghezza caratteristica del corpo, accelerazione di gravità,
L g
ϑ differenza di temperatu