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CAPITOLO 12: I CICLI TERMODINAMICI
I cicli termodinamici sono sequenze di trasformazioni termodinamiche caratterizzate dal-
l’avere lo stesso punto di partenza e di arrivo; questi descrivono quindi un percorso chiuso
(o aperto, se la sostanza viene processata e sostituita alla fine del ciclo con una pari massa
alle condizioni iniziali), che implica che la differenza delle variabili di stato sull’intero ciclo
è nulla. I cicli termodinamici si dividono in:
Diretti/Motori: forniscono lavoro;
Ø Inversi/Utilizzatori: trasferiscono calore da
Ø sorgente a T maggiore a una a T minore.
Il Primo Principio della Termodinamica PER I CICLI
TERMODINAMICI si esprime come:
Δ + Δ + Δ = < + < = 0
< q
Da questo risulta che le variazioni di L e Q devono essere di segno opposto (ciclo fornisce
lavoro richiede calore, ciclo trasferisce calore da T a T richiede lavoro)!
à à
C H
Il secondo Principio della Termodinamica, nell’enunciato “Non è possibile realizzare un
processo il cui unico risultato sia una completa conversione in lavoro del calore assorbito
da una sola sorgente” esprime quindi 4 “ruoli”: il fluido di lavoro, una sorgente calda, una
sorgente fredda e un fornitore/ricevitore di lavoro; le sorgenti di lavoro vengono approssi-
mate a enti con capacità termica infinita, quindi capaci di scambiare calore mantenendo la
propria temperatura costante.
Per descrivere i cicli termodinamici, distinguendo cicli inversi frigoriferi (sottraggono ener-
gia termica alla sorgente a T minore) e cicli inversi pompa di calore (forniscono energia ter-
mica alla sorgente a T maggiore), si utilizzano i seguenti parametri prestazionali:
Rendimento di Primo Principio (o EFFICACIA), che si distingue per:
Ø ∑S
Ciclo diretto: = − (0 < < 1)
v N N
∑ ?
: ∑ ?
;
Ciclo inverso frigorifero: = (, > 0)
v ∑S ∑ ?
:
Ciclo inverso pompa di calore: = − (. > 1)
v ∑S
Rendimento di Secondo Principio (o EFFICIENZA), che si distingue per:
Ø s = = 5
< ; ; @
Ciclo diretto: = − = •1 − … −
v NN s = ?
=>? : :
t t
<
Ciclo inverso frigorifero: = =
v NN A;
t
=>? A: BA;
9`< 9`<
Ciclo inverso pompa di calore: = =
v NNN A:
9`<
=>? A: BA;
Il bilancio entropico per i cicli termodinamici risulta essere: .
= Δ = Δ + Δ + Δ + Δ — →
W"C#,' /)*+$#*.'&%
< =`= 5[ 59 Δ = 0
,# "*@'&'
,# "*@'&' W"C#,'
→
5[ 59 5[ 59 [ 9
} +}
Δ = Δ = < +< = −< −<
=`= =`=
=
5[ 59 5 5[ 59 5[ 59
< + < + < = 0
9 [
→à
[ 9
Δ = − < −<
=`=
5[ 59
=
;
∑
Ciclo diretto: (energia utilizzabile non utilizzata
= − •1 − … + > 0,
o [ 9 < 9 <
=
:
decrementa il lavoro) = = =
; : ;
∑
Ciclo inverso frigorifero: = −
o 9 <
= F= = F=
: ; : ;
= = =
: : ;
∑
Ciclo inverso frigorifero: = − −
o [ <
= F= = F=
: ; : ;
I rendimenti massimi di I principio ( , e ) sono del ciclo di Carnot REVER-
4Lu 4Lu 4Lu
SIBILE, caratterizzato quindi da trasformazioni COMPLETAMENTE REVERSIBILI (S = 0):
P
=
;
Ciclo diretto: = 1 −
o 4Lu =
: =
;
Ciclo inverso frigorifero: =
o 4Lu = F=
: ;
=
:
Ciclo inverso frigorifero: =
o 4Lu = F=
: ;
CICLO DI CARNOT:
Ø
Il ciclo di Carnot è costituito da due trasformazioni isoterme e due trasformazioni adia-
batiche; tale ciclo non può essere realizzato nella pratica poiché non è possibile ottenere
scambi termici sotto una differenza infinitesima di temperatura e poiché le trasformazioni
isoterme non possono essere realizzate in maniera conveniente in monofase, mentre quel-
le adiabatiche non possono essere realizzate in bifase in maniera conveniente. La versione
reversibile del Ciclo di Carnot è il ciclo con il maggior rendimento esistente, mentre per il
generico Ciclo di Carnot si ha:
( )
= −
[ Be e B
⎧ ( )
= −
⎪ 9 f; ; f
)
= −( +
[ 9
⎨ ( ) ( )
− − − −
Be e B f; ; f
⎪ = +
<
⎩
[ 9
9
= 1 +
⎧ N
[
⎪
9
= −
N +
⎨ [ 9
Ciclo di Carnot Esternamente Irreversibile (Sx) e
⎪ [
= Totalmente Reversibile (Dx)
N
⎩ +
[ 9
CICLO JOULE-BRAYTON:
Ø
Il ciclo Joule è costituito da due trasformazioni isobare e due trasformazioni adiabatiche ed
è realizzato in condizioni puramente monofase aeriforme (alte temperature aeriforme
à
fortemente surriscaldato gas perfetto). Le trasformazioni adiabatiche avvengono in tur-
à
bomacchine (compressione in compressore ed espansione in turbina) e le trasformazioni
isobare in scambiatori di calore (per cicli chiusi) oppure una in una camera di combustione
e l’altra viene sostituita dallo scarico del fluido e dalla sua sostituzione (per cicli aperti). Il
ciclo Joule è a combustione interna (fluido di lavoro costituito in parte da gas combusti),
quindi necessita dell’utilizzo di un combustibile pulito).
( )
⎧ = ℎ − ℎ = −
[ e B - e B
⎪ ( )
= ℎ − ℎ = −
9 ; f - ; f
( )
= ℎ − ℎ = −
⎨ 9 B ; - B ;
⎪ ( )
= ℎ − ℎ = −
⎩ = f e - f e
f
•1 …
−
+ ;
9 = 9 ;
= − =1+ =1−
N
Ciclo Joule-Brayton senza e con (Dx) Rigenerazione
e
• − 1…
[ [ B
B
?=C
?
− 1y
w =
< C
? < "B
<
=1− 1− =1− =1−| }
=
"
−
w1 y ? B " < " B <?
B
B
L’ultima espressione del rendimento viene ottenuta dalle relazioni sulle politropiche, e il
rapporto si definisce rapporto di compressione del ciclo.
/
Be f;
Dal punto di vista delle irreversibilità esterne (considerando le trasformazioni internamen-
te reversibili), le isobare sono quelle più critiche, in quanto lo scambio di calore che com-
portano avviene sotto una grande differenza di temperatura. Questo problema viene alle-
viato mediante il fenomeno della rigenerazione, che consiste nel trasferimento di calore
dal fluido di lavoro in raffreddamento a quello in riscaldamento per ottimizzare il processo
(incremento di rendimento di I Principio, in quanto si ha minore richiesta da sorgente calda
e minore cessione a sorgente fredda): si spilla vapore dalla turbina, e si miscela al liquido
(vapore ripressurizzato); tale fenomeno è possibile SOLO PER T > T . Il rendimento è:
4 2
−
o B
= (= 1 = = , < 1)
HNv o f _ B
−
f _
CICLO RANKINE:
Ø CICLO RANKINE DIRETTO:
v
Il ciclo Rankine è costituito da due trasformazioni isobare e due trasformazioni adiabatiche
ed è realizzato con un fluido di lavoro che attraversa transizioni di fase (liquido-vapore e
viceversa) durante le trasformazioni isobare (se il fluido di lavoro è una sostanza pura, i le
trasformazioni in tali tratti possono essere considerate isotermobariche). Le trasformazioni
adiabatiche avvengono in turbomacchine (compressore e turbina) e le trasformazioni iso-
bare in scambiatori di calore: tale ciclo si dice a comustione esterna, poiché il fluido di
lavoro riceve calore dal combustibile senza entrare in contatto con esso (si possono quindi
utilizzare combustibili disparati, anche non puliti, da acqua a fluidi organici o biomasse).
La compressione 1-2 avviene in fase liquida in una pompa; il fluido attraversa poi un gene-
ratore di vapore, che lo riscalda (2-3), lo fa evaporare (3-4) e lo surriscalda (4-5). Il vapore
surriscaldato entra poi in una turbina, che ne estrae lavoro mediante un’espansione (5-6);
il ciclo si chiude riportando il fluido di lavoro in fase liquida in un condensatore (6-1).
Considerando che il fluido di lavoro viene a trovarsi in fase liquida e di vapore vicino alla
curva limite, NON SI PUÒ USARE L’APPROSSIMAZIONE A GAS PERFETTO: per gli scambi e-
nergetici si considerano quindi le tabelle (o equazioni per gas reali).
( )
= ℎ − ℎ ≈ −
< B ; ; Befi ;wx
⎧ = ℎ − ℎ
= w i
= ℎ − ℎ
⎨ 5 2
⎩ = ℎ − ℎ
) ; w
(ℎ ) (ℎ )
+ + − ℎ + − ℎ
= < [ 9 i B ; w
= − = =
N ℎ − ℎ
[ [ i B
9 ;wx
= = → = 1 − =1−
[ i 9 ;wx N
[ i ̇
̇: ̇
=
ES | |
+
= <
Per determinare univocamente un ciclo Rankine diretto è necessario fissare il valore di:
1 variabile (P o T) in transizione di fase, 1 variabile per il primo surriscaldamento (T ) e 2
finale
variabili per ogni surriscaldamento dopo il primo (P e T ). I parametri di ciclo sono:
finale finale
T o P nota da tabelle acqua a saturazione l-v (1 è su curva limite inferiore) l’altra
à
Ø 167 167
tra T e P , v , h ,