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EQUAZIONE DELLO SPECCHIO SFERICO
: distanza dell’oggetto dal vertice A
d o
: distanza dell’immagine dal vertice A
d i : altezza dell’oggetto
h o
: altezza dell’immagine
h i h d
O’AO e IAI’ triangoli simili =
o o
h d
i i
h OF d - f
O’FO e AFB triangoli simili = =
o o
h FA f
i
1 1 1
d d - f + =
=
Da cui: o o d d f
d f o i
i h d
m = =-
i i
Ingrandimento trasversale h d
o o
Convenzione sui segni:
è positiva se l’immagine è diritta;
h i
è negativa se l’immagine è invertita rispetto
h i
all’oggetto
d e d sono positive se immagine ed oggetto si
o i
trovano davanti allo specchio
Formazione dell’immagine se l’oggetto è molto
vicino allo specchio
L’immagine si forma dietro lo specchio ed è
virtuale, diritta ed ingrandita.
SPECCHI SFERICI CONVESSI
I raggi paralleli che colpiscono lo
specchio convesso divergono
dopo la riflessione, ma sembrano
provenire da un punto F posto
dietro lo specchio: un oggetto
posto all’infinito produce un’immagine virtuale.
Anche per lo specchio convesso risulta: f=r/2
distanza sia situato l’oggetto davanti
A qualunque
alla superficie
riflettente,
l’immagine sarà
virtuale e diritta.
Equazione dello specchio
1 1 1
+ =
d d f
o i
ma f deve essere considerato negativo
RIFRAZIONE (pag 731 Kane-Sternheim)
Le direzioni dei raggi di
incidenza, di riflessione e di
rifrazione giacciono tutte in un
piano normale alla superficie di
separazione
Legge di Snell:
n
sinθ i 2
n sinθ = n sinθ ; = = n
n
1 i 2 r 21
sinθ r 1
c
n = ( indice di rifrazione del materi ale)
v
se n >n (n >1) >
2 1 21 i r
se n <n (n <1) <
2 1 21 i r
RIFLESSIONE TOTALE (Kane pag. 733)
n <n )
Se n < 1 (cioè si può avere =/2
2 1
21 r
Cioè il raggio rifratto è parallelo alla superficie
sin = 1 sin / sin = n sin = n
r i r 21 i 21
/2,
L’angolo “angolo (
per cui = chiamasi limite” )
i r l
= = arcsin(n ):
i l 21
Per l’angolo limite ( ), la legge di Snell si scrive:
l
/2
sin / sin = n
l 21
se > sin > 1: impossibile!
i l r
non c’è raggio rifratto
La riflessione totale ha molte applicazioni: Fibre ottiche
in medicina (endoscopie) e nelle telecomunicazioni
(telefoni e Internet a banda larga)
LENTI SOTTILI
(pag. 512 del Bersani e pag. 776 del Kane)
Una lente è formata da un mezzo trasparente limitato
da due superfici, delle quali almeno una di forma
generalmente sferica.
Se la distanza fra i vertici delle due calotte sferiche è
trascurabile rispetto ai raggi di curvatura, la lente si
“sottile”.
dice
Lenti convergenti: fanno
convergere in un punto i raggi
paralleli incidenti;
sono più spesse al centro che
ai bordi.
Lenti divergenti: fanno
divergere i raggi paralleli
incidenti; sono più spesse ai
bordi che al centro.
Fuoco di una lente convergente
L’asse principale di una lente è la retta che
passa per il centro della lente ed è perpendicolare
alle due superfici.
Raggi paralleli all’asse incidenti sulla lente
“fuoco”.
convergono in un punto F:
Il fuoco di una lente convergente è il punto
un oggetto posto all’infinito sull’asse
immagine di
principale.
La distanza del fuoco dal centro della lente è la
distanza focale f.
Se un fascio di raggi paralleli colpisce
obliquamente una lente, si focalizza in un punto F a
del piano focale, diverso da F.
Il piano che comprende tutti i punti come F e F si
a
chiama piano focale della lente.
Fuoco di una lente divergente
Il fuoco di una lente divergente è il punto dal quale
sembrano emergere i raggi rifratti provenienti da un
fascio di raggi incidenti paralleli all’asse.
POTENZA DI UNA LENTE (Potere Diottrico)
1
P= f
UNITA’ DI MISURA
-1
Diottria (D): 1 D = 1 m
Esempio.: una lente con f = 20 cm ha una potenza
P = 1/f = 1/(0.2m) = 5D
dell’immagine con lenti
Formazione convergenti
( pag. 779 Kane)
Si utilizzano tre raggi: e che viene rifratto
1) il raggio parallelo all’asse
passando per il fuoco F F’
2) il raggio passante per il fuoco e che viene
parallelamente all’asse
rifratto
3) il raggio passante per il centro della lente, che
prosegue diritto, cioè senza deviazione
L’immagine di una lente convergente è reale se si
forma oltre la lente.
L’immagine di una lente convergente è virtuale se
si forma dalla parte dell’oggetto.
dell’immagine con lenti
Formazione divergenti
Si utilizzano tre raggi: all’asse e
1) il raggio 1 è parallelo diverge; il suo
prolungamento passa per il fuoco F
verso il fuoco F’
2) il raggio 2 diretto viene rifratto
parallelamente all’asse ottico
3) il raggio passante per il centro della lente,
prosegue diritto, cioè senza deviazione
L’immagine di una lente divergente è virtuale se si
forma dalla parte in cui c’è l’oggetto.
Eq. delle Lenti Convergenti (eq. dei punti coniugati)
I’
I triangoli F I e A B F sono simili
h d - f
=
i i
h f
o
O’A I’A
I triangoli O e I sono simili
d d
h d- d
d f
= =
= -1
i i
i i i
i d d
h f
d f
o o
o o 1 1 1
= -
Dividendo per d i d f d
o i
1 1 1
+ =
d d f
o i
Eq. delle Lenti Divergenti (eq. dei punti coniugati)
I’ e O’ sono simili
I triangoli A I A O h d
=
i i
h d
o o
I’F
I triangoli I e A B F sono simili
d
h d
f
f -
- d
d
d
=
= = 1-
i
i i i
i
i d
h d
f
f f
o
o o
1 1 1
= -
Dividendo per d i d d f
o i
1 1 1
- =-
d d f
o i
CONVENZIONI SUI SEGNI
f è positiva per lenti convergenti; f negativa per
lenti divergenti;
l’oggetto
d è sempre positiva, perché è nello spazio
o
reale della lente da cui partono i raggi di luce;
se l’immagine è dalla parte opposta
d è positiva
i
della lente rispetto a quella da cui proviene la
luce; se l’immagine è dalla stessa parte da cui
proviene la luce, d è negativa;
i
se l’immagine è diritta,
h è positiva negativa se
i
l’immagine è invertita rispetto all’oggetto;
La convenzione sui segni di f implica che:
la Potenza (P=1/f) di una lente convergente è positiva.
la Potenza (P=1/f) di una lente divergente è negativa
“lenti
Le lenti convergenti sono dette anche positive”
sono dette anche “lenti
Le lenti divergenti negative”
INGRANDIMENTO TRASVERSALE LINEARE
h d
M= = - dove d > 0 e d va preso col suo segno
i i o i
h d
o o
Per un’immagine igrandita, il modulo di M > 1
Per un’immagine rimpicciolita, il mod. di M < 1
Per un’immagine diritta M è positiva (M > 0).
Per un’immagine capovolta M è negativa (M < 0)
EQUAZIONE DEI COSTRUTTORI DI LENTI
Equazione che lega la lunghezza focale di una lente ai
raggi di curvatura delle due facce e all’indice di
rifrazione del materiale raggi di curvatura:
R = C A
1 1 1
R = C A
2 2 2
Per lenti sottili:
h
h e sin = tg =
1 2
Leggi di Snell:
= n e = n
1 2 4 3
h h h
θ = sinθ = α= β=
, ,
1 2 2
1 1 R R f
1 2
γ = θ - θ α = θ - γ, θ = α + β
,
1 2 3 4
Combinando queste equazioni:
θ α β
α = θ - γ = - (θ - θ ) = + - θ + θ
4
3 1 2 1 2
n n n
1 1 1
h
= (n - 1) -
da cui (h ):
1 2
f R R
1 2
Questa equazione è valida anche per lenti con una o
entrambe le facce concave: ma per le superfici
concave il raggio è negativo.
OCCHIO UMANO (pag. 520 del Bersani et al.)
Iride: diaframma che
regola la quantità di
luce che entra nell’
occhio.
Pupilla: foro attraverso
cui passa la luce.
Cornea: superficie
frontale che serve da
rivestimento protettivo ed è responsabile di una prima
rifrazione della luce incidente. (n = 1.336)
parte dell’occhio su cui deve essere focalizzata
Retina:
l’immagine; è un sistema di recettori (bastoncelli e
che convertono l’energia luminosa in segnali
coni)
elettrici.
Cristallino: lente che contribuisce, con la cornea, alla
rifrazione dei raggi luminosi (n = 1.437).
Il cristallino agisce come una regolazione fine della
messa a fuoco di oggetti a varie distanza, mediante le
contrazioni dei muscoli ciliari:
a) Messa a fuoco di oggetti distanti: i
muscoli sono rilassati il cristallino
è sottile i raggi paralleli sono
concentrati sul fuoco, posto sulla
retina (f = 1.7 cm).
b) Messa a fuoco di oggetti vicini: i
muscoli si contraggono il
cristallino si ispessisce la distanza
focale diminuisce e le immagini sono
messe a fuoco sulla retina, dietro il
fuoco del cristallino (f = 1.59 cm).
DIFETTI OTTICI DELL’OCCHIO & LENTI
CORRETTIVE (pag. 522 Bersani e al.)
Punto prossimo: minima distanza a cui un occhio
riesce a mettere a fuoco con chiarezza (25 cm per un
occhio normale).
Punto remoto: massima distanza a cui un occhio
riesce a mettere a fuoco con chiarezza (infinito per un
occhio normale). MIOPIA
Il punto remoto è ad
una distanza finita
gli oggetti lontani non
sono definiti, perché la
loro immagine è foca-
lizzata dava