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VALORI NOMINALI O REALI

Che tipo di flussi metto nelle formule degli indicatori? Valori nominali o reali: la differenza è che il valore nominale è l'importo monetario pagato ad una scadenza e il valore reale è il potere d'acquisto di un importo monetario pagato ad una scadenza. Ho due problemi da valutare: come valutare i due valori nella logica dei flussi da mettere nella formula oppure valutare la logica del tasso di attualizzazione.

Problema 1: i flussi di cassa nominali corrispondono alla somma in contanti da ricevere o da pagare a scadenza e i flussi di cassa reali corrispondono al potere di acquisto della somma in contanti da ricevere o pagare (diminuisce il potere d'acquisto all'aumentare del tasso d'inflazione). I flussi di cassa corrispondono in ogni caso a liquidità in entrata meno liquidità in uscita.

Problema 2: relazione tra tassi di interesse reali e nominali. Calcolo il tasso di attualizzazione nominale a partire...

dal tasso di attualizzazione reale (prima formula) e quindi la remunerazione promessa è definita sulla base del contratto stipulato. Se invece calcolo il tasso di attualizzazione reale a partire dal nominale vado a fare una correzione di questo indicatore per considerare l'andamento dell'inflazione (livello generale dei prezzi, tanto più cresce tanto meno vale un qualsiasi flusso monetario futuro disponibile per l'individuo). 51 Flavia Pizzicannella – Università degli Studi di Roma Tor Vergata – Economia e Management Attenzione che per noi la scelta tra le 4 cose (flussi di cassa nominali o reali, tassi d'interesse nominali o reali) non è particolarmente rilevante perché l'unica cosa a cui dobbiamo star attenti è di avere una coerenza tra i valori che mettiamo in termini di flussi e in termini di tasso di attualizzazione. Possiamo scegliere qualsiasi cosa purché se uso flussi di cassa nominali poi uso il

tasso nominale e se scelgo flussi di cassa reali li attualizzo poi col tasso reale. Se questa ipotesi di coerenza vale allora il valore che trovo dalla mia analisi è corretto. Il primo caso (quello con tassi e flussi nominali) si usa più spesso perché è più facile. Il secondo va considerato in uno scenario in cui si ritiene che l'andamento dell'inflazione sia significativo (di anno in anno abbiamo variazioni del 4 o 5% l'anno di pi greco). In tutti gli altri casi è molto più semplice ed è lo standard usato quello nominale. Se passiamo dal 1 al 2 approccio, la stima che faccio è esposta ad un ulteriore rischio di errore perché se il mio progetto dura 15 anni coi flussi di cassa nominali ho una variabile in meno di cui considerare l'andamento, nel secondo caso invece devo fare 10, 15 o 20 previsioni dell'andamento dell'inflazione e la probabilità che ci azzecco è

bassissima.

DURATA E CONFRONTABILITÀ
Valutare la confrontabilità di investimenti che sono costituiti su orizzonti temporali diversi. Al crescere dell’orizzonte temporale deve essere maggiore il rendimento, per remunerarmi del fatto che io mi espongo al rischio di liquidità, al rischio di controparte etc. Il problema è che normalmente il VAN, il TIR, l’IR etc in orizzonti temporali diversi sono indicatori che mi portano a scegliere sempre il progetto con scadenza più lunga rispetto che al più breve perché la redditività in un progetto con orizzonte lungo è maggiore. Se questo è lo scenario quando andiamo a confrontare investimenti con scadenze diverse allora abbiamo margini di errore perché l’indicatore ci dice di andare verso il maggior rendimento quindi verso la maggiore scadenza ma dal punto di vista dell’azienda potrebbe non essere realmente vantaggioso. L’azienda ha sempre nuovevalore attuale di una serie di pagamenti che si ripetono annualmente su un orizzonte temporale specifico. Per calcolare il rendimento annuo equivalente (RAE), utilizziamo la formula: RAE = F/i - F/i / (1+i)^n Dove: - F è il valore dei pagamenti annuali - i è il tasso di interesse annuo - n è il numero di anni dell'orizzonte temporale Il RAE ci permette di confrontare investimenti con scadenze diverse, trasformando il valore attuale di una serie di pagamenti in un flusso annuo equivalente. Investire in orizzonti temporali brevi può offrire più opportunità di investimento, poiché si ha la possibilità di avviare più progetti e sfruttare l'arbitraggio. Al contrario, investire per un lungo periodo di tempo comporta un blocco delle risorse per un periodo più lungo. È importante considerare l'orizzonte temporale desiderato e utilizzare la formula del RAE per valutare l'opportunità di investimento.

flussomedio costante nell'orizzonte 0-n che equivale ad un particolare VAN di un progetto. La logica è che se hodue investimenti con orizzonti temporali diversi uno n e l'altro m posso calcolarmi i RAE degliinvestimenti e la scelta tra investimenti migliori allora si fa non scegliendo l'investimento con VAN 52Flavia Pizzicannella – Università degli Studi di Roma Tor Vergata – Economia e Managementmaggiore ma vado a confrontare i RAE e chi ce l'ha maggiore vince. Questa logica posso usarla per unprogetto complessivo o per andare a vedere il valore annuo equivalente non di un VAN ma di un prezzopagato oppure di un costo che ho sostenuto e confrontarlo con altre tipologie di costo dell'azienda. Inquest'ultimo caso parlerò di CAE (costo annuo equivalente), la differenza rispetto a prima è che non micalcolo il VAN complessivo ma mi calcolo il VAN dei soli profili di uscita dell'investimento.Prendo il valore

Attuale delle uscite legate all'investimento, e dato l'orizzonte temporale n e m questorappresenta il costo sostenuto in ogni anno durante la vita del progetto per la realizzazionedell'investimento. Se lo uso al posto del RAE scelgo di minimizzarlo e scelgo investimenti con CAE minore.Questo indicatore ha dei vantaggi: è un indicatore più corretto perché dà un valore finanziario al tempotramite i e dà valore alle uscite sulla base della loro manifestazione. Mi trasforma un valore attuale delleuscite in un costo annuo equivalente considerando che corregge per il valore finanziario del tempo. Vieneusato per confrontare progetti che richiedono orizzonti temporali dell'investimento diversi, perchéquando ragiono sul valore attuale non sto guardando l'orizzonte del progetto ma l'orizzonte temporaledella spesa (calcolo un valore attuale delle uscite, se questo valore è solo una data e pago solo al tempozero).

Allora questo CAE va calcolato sull'orizzonte delle uscite che saranno un unico periodo al tempo zero (l'unica spesa è quella). Quando parlavo di RAE invece io calcolavo tutto l'orizzonte temporale del progetto, con CAE solo l'orizzonte delle uscite del progetto. N e m vanno sull'orizzonte temporale delle uscite. Si può fare una cosa anche più particolare per un'analisi di un investimento già esistente nell'azienda: andare a capire per l'azienda cosa può succedere se si continua ad usare un bene preesistente rispetto ad andare a sostituirlo. Tanto maggiore è l'età di un bene e il numero di anni che ha lavorato tanto più quel bene diventa obsoleto e diventa maggiormente costoso mantenerlo, devo valutare la convenienza a tenere il bene rispetto a sostituirlo con un nuovo bene che sarà più produttivo e mi permetterà di sostenere costi di manutenzione più bassi.

azienda potrebbe avere anche dei costi di manutenzione ordinaria, che vanno considerati nel confronto con il CAE del nuovo macchinario. Inoltre, potrebbe essere opportuno valutare anche altri fattori, come ad esempio l'efficienza energetica del nuovo macchinario, i benefici in termini di produttività o qualità del lavoro, e eventuali incentivi fiscali o finanziari legati all'acquisto del nuovo bene. Quindi, per prendere una decisione completa e accurata, è consigliabile considerare tutti questi aspetti.

Azienda potrebbe anche avere un valore di mercato derivante dalla cessione a terzi di questo bene, quindi nel confronto tra CAE new e CMS devo guardare il guadagno che potrei ottenere dalla vendita del macchinario, posso avere in questo modo un incentivo a realizzare la vendita anche prima che CMS sia maggiore di CAE new perché il prezzo di vendita che riesco ad ottenere risulta maggiore di zero e per noi è un extraguadagno. CMS + vantaggio legato al prezzo come ulteriore fattore che mi porta a sostituire il bene. Il prezzo di vendita dobbiamo stare attenti a non prenderlo come prezzo assoluto ma come valore in termini di entrate di cassa che ha l'azienda dalla vendita del bene: trasformo il prezzo in entrate di cassa e devo considerare quando verrà pagato e come verrà pagato, ulteriore problema è l'ammortamento perché

L'ammortamento mi dà il valore residuo in bilancio e quando vendo capisco se c'è una plusvalenza o minusvalenza. Se c'è una plusvalenza/minusvalenza da realizzo (causata perché sto vendendo qualcosa) questo mi genera una tassazione nel caso di plusvalenza e nel caso di minusvalenza mi genera crediti d'imposta. Il prezzo che considero quindi è la reale entrata dell'azienda, aggiustato dell'effetto di imposizione fiscale che va a ridurre le entrate perché vengono tassate le plusvalenze o se lo vendo in minusvalenza guadagno un credito d'imposta. Le imposte vanno quindi pagate sulla plusvalenza realizzata: ciò in ragione del fatto che la differenza tra il valore di mercato e il valore netto contabile dell'attività costituisce un eccesso di ammortamento, ovvero un valore che deve essere recuperato in ipotesi di cessione. Non si tratta di un'imposta su un capital gain di lungo termine. Inoltre,

definite come capital gain solo dalle autorità fiscali, e le regole specifiche possono essere molto complesse. Se il valore contabile supera il valore di mercato, la differenza viene considerata una perdita ai fini fiscali e si può ottenere un risparmio fiscale. Le attività, comunque, sono
Dettagli
A.A. 2020-2021
109 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pizzicannellaf1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Mattarocci Gianluca.