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INDICI DI ROTAZIONE

DEL CAPITALE INVESTITO = Fatturato netto/Totale Attivo

Maggiore è il valore e minore è il rischio economico. Avendo al denominatore il totale attivo, è un

indice che però può FALSARE il risultato (può essere + basso a causa di amm.to o decentram

produttivo).

DEL MAGAZZINO = Fatturato netto/rimanenze

Più l’azienda riesce a far ruotare il magazzino e più il rischio economico è basso.

INDICI DI DURATA

Giorni di scorta media = (Rimanenze/Fatturato netto) * 360

Giorni di dilazione del credito commerciale = (Crediti commerciali/Fatturato netto) * 360

Giorni di dilazione del debito commerciale = (Debiti commerciali/Acquisti netti + costi per

servizi) * 360

Questi indici servono per calcolare il Ciclo del capitale circolante netto:

• Giorni di scorta media + Dilazione media concessa ai clienti - Dilazione media ottenuta dai

fornitori

Se negativo -> l’azienda si trova in una situazione positiva poiché riesce a pagare i fornitori dopo

aver incassato il credito verso i clienti.

Se positivo -> devo finanziare alcuni giorni con la banca.

INDICI DI REDDITIVITA’

ROI = Margine Operativo Netto/Tot.Attivo

Indice di redditività operativa dell’azienda: mi dice se l’azienda funziona bene dal punto di vista

operativo (poiché ha al denominatore il TOT ATTIVO può essere + basso solo a causa di amm.to o

decentram produt).

ROS = Margine Operativo Netto/Fatturato netto

Indicatore della FORZA DI MERCATO dell’impresa: + alto -> + l’azienda è FORTE e può

imporre i suoi prezzi.

ROE = Risultato di esercizio/Patrimonio netto -> Rendimento del Cap. Proprio Investito.

• ANALISI CON INDICI

POLITICA DI DECENTRAMENTO: per affermare ciò è necessario che vi siano scarti di almeno 8-

10 p.ti di differenza e gli indici da prendere in considerazione sono:

1. Indice di Rigidità della Gestione: deve essere più basso rispetto all’anno precedente ed

anche rispetto al comparto;

2. Indice di Immobilizzo Materiale: deve essere molto basso rispetto all’anno precedente;

3. Indice di disponibilità di magazzino: deve essere molto alto (altrimenti rientra nella norma).

Se gli indici presentano i valori opposti -> politica di integrazione

FORTE CRISI DI MERCATO

1. Indice di rigidità della gestione: deve scendere da un anno all’altro;

2. ROI e ROS: quando nel comparto migliorano e nell’azienda peggiorano non ci troviamo

dinnanzi ad una crisi generalizzata ma ad una crisi di mercato dell’impresa, e viceversa);

3. Indice di rotazione del Capitale investito e del Magazzino: devono scendere per confermare

che l’azienda è in crisi di mercato;

4. Giorni di scorta media: se crescono sono sinonimo di crisi;

5. Dilazione media concessa ai clienti: il suo aumento è simbolo di debolezza e crisi per

l’azienda.

L’AZIENDA PRESENTA UN RISCHIO FINANZIARIO PIU’ ALTO DEL COMPARTO

1. Indice di Autonomia Finanziaria: deve essere più basso del comparto (a causa della

copertura delle perdite);

2. Indice di Indebitamento a M/L termine: deve essere più alto rispetto al comparto;

3. Indice di Indebitamento finanziario a BT: deve essere più alto rispetto al comparto;

4. Quoziente di struttura Primario: deve essere <100 e < rispetto al comparto (se diminuisce

ma è pur sempre maggiore di 100 non è definibile con precisione il rischio);

5. Quoziente di struttura Secondario: deve essere <100 (se diminuisce ma è pur sempre

maggiore di 100 non è definibile con precisione il rischio);

6. Quoziente primario di tesoreria: quanto più basso tanto più è il rischio finanziario a BT;

7. Quoziente di disponibilità: deve essere <1 per indicare un maggiore rischio finanziario

corrente.

NUOVI INVESTIMENTI NON REDDITIZI (investimenti in prodotti sbagliati)

1. Indice di rigidità degli impieghi: aumenta;

2. Grado di amm.to: più basso (nuovi prodotti);

3. ROI e ROS: se molto bassi allora si è parzialmente d’accordo poiché non va data la colpa

solo all’inserimento del nuovo prodotto, ma l’azienda ha avuto una crisi anche sul vecchio).

GESTIONE DEL MAGAZZINO INEFFICIENTE

Per affermare ciò è necessario dimostrare che l’aumento della disponibilità di magazzino e

dei giorni di scorta media sono dovuti ad errori nella gestione del magazzino (ma quando vi

è crisi di mercato non lo si può affermare).

FORZA CONTRATTUALE VERSO LE CONTROPARTI COMMERCIALI (CLIENTI O FORNITORI)

Un maggiore potere contrattuale lo si ha quando:

1. Si riesce ad ottenere tempi di dilazione (da parte dei fornitori) migliori rispetto ad comparto;

2. Si riesce a concedere ai propri clienti tempi di dilazione inferiori.

CRISI DI MERCATO per AZIENDA E SETTORE

1. Indice di rigidità della gestione: +basso in entrambi

2. ROI e ROS: peggiorano molto (se poco allora si è parzialmente d’accordo con la crisi)

3. Indice di rotazione del cap investito e del magazzino: aumentano in entrambi (se in uno

diminuisce allora quest’ultimo è più in crisi dell’altro)

4. Giorni di scorta media e Dilazione Media concessa ai clienti: aumenta per entrambi.

VALUTAZIONE DI K CONFIGURAZIONI DI COSTO

ELEMENTI BASE COSTO ESPLICITO

Ki = costo indebitamento

 Ke= costo capitale proprio

 costo medio ponderato Ko

Ko= costo medio ponderato

 costo marginale Kmg

(BxKi + SxKe)/ B+S COSTO IMPLICITO

Kim > Kmg > Ko Kim

Con mercati stabili il costo implicito è il maggiore e Kmg è più

alto di Ko

In presenza di instabilità dei mercati questo può non verificarsi

Scegliendo, per la valutazione degli investimenti, il costo più elevato, in teoria diminuisco il rischio.

STRUTTURA FINANZIARIA DI UN’IMPRESA

Obiettivo : minimizzare Ko per massimizzare il valore dell’impresa

Teoria base: teoria della struttura ottima di capitale

 Esiste un mix cap.proprio - cap. di debito (B-S) in corrispondenza del quale il Ko è minimo

e quindi V (valore dell’azienda) è massimo (V=Fcn/Ko) con Fcn che sono i Flussi di Cassa

Netti.

Questa teoria è Americana ed esamini l’andamento di B e S dal momento in cui vi è solo

capitale proprio fino all’indebitamento ed afferma che più mi indebito e più aumenta il

rischio. L’Italia, caratterizzata da un mercato differente, la interpreta in modo diverso. Il

minimo di ko nel modello italiano si raggiunge a valori più bassi di indebitamento e quando

si supera il limite di struttura ottima: riduco l’indebitamento (B) oppure aumento il capitale

proprio (S). questo modello ha dei limiti: la struttura ottimale la si riconosce solo dopo

averla superata, ki < ke e variano in base al livello di indebitamento.

Teoria base contrapposta: teoria dell’indifferenza della struttura finanziaria sul valore

 dell’impresa (Modigliani-Miller)

1. PERFETTA TRASPARENZA DEL MERCATO (informazioni disponibili per tutti a

costo 0)

2. INVESTITORI PERFETTAMENTE RAZIONALI

3. NESSUN COSTO DI TRANSAZIONE

4. NESSUN COSTO DI FALLIMENTO

5. NESSUNA IMPOSIZIONE FISCALE

Il valore di due aziende con struttura finanziaria diversa possono divergere nel breve

termine, ma si riallineano nel medio-lungo termine per effetto dell’ARBITRAGGIO” che è

un'operazione che consiste nell'acquistare un bene o un'attività finanziaria su un mercato

rivendendolo su un altro mercato, sfruttando le differenze di prezzo al fine di ottenere un

profitto. L'operazione è possibile se il ricavo che si ottiene supera i costi per il trasferimento

del bene trattato da un mercato all'altro.

COSTO DEL CAPITALE (WACC detto anche Ko)

Esso è un valore importante per la valutazione degli investimenti. Indichiamo con ko il costo medio

ponderato del capitale, dato da:

(WACC) Ko = Ke [(S/B+S)+ Ki (B/B+S)]

Ke: costo del cap. proprio

Ki: costo del debito

S: ammontare del cap. proprio

B: ammontare del debito

Il Ki può essere il tasso lordo (quello applicato dai finanziatori) oppure il Ki netto (tasso che tiene

conto del beneficio fiscale) che è pari a : ki lordo(1-T) . Dunque, il tasso netto è più basso del

tasso lordo poiché tiene conto del vantaggio fiscale, per cui se utilizzo il primo il Ko si abbasserà.

STIMA DI Ke con l’utilizzo del CAPM

Il CAPM va a stimare il rendimento (costo) di una certa azione ed il rischio associato ad una

operazione di questo tipo deriva dal fatto che il rendimento effettivo di un investimento può essere

diverso dal rendimento atteso. LE COMPONENTI DEL RISCHIO

Project specific risk: è il rischio specifico del progetto e riguarda i flussi di cassa che il

 progetto può produrre. E’ possibile che un’azienda avvii un progetto ed ottenga dei flussi di

cassa diversi da quelli attesi. Tale componente di rischio tende ad essere eliminato da

quelle aziende che effettuano numerosi investimenti simili.

Competitive risk: è il rischio di ottenere dal progetto flussi di cassa diversi da quelli previsti

 a causa di azioni poste in essere dai concorrenti.

International risk: l’azienda si espone a tale rischio quando realizza attività all’estero

 (rischio di cambio e rischio politico)

Industry specific risk: è composto a sua volta da varie componenti di rischio, tra cui:

 Rischio tecnologia (technological risk)

 Rischio legislativo (legal risk)

 Rischio materie prime (commodity risk)

 SYSTEMATIC RISK (RISCHIO SISTEMATICO)

Tale rischio è originato dalle variabili macroeconomiche che hanno un impatto su tutte le

 imprese e su tutti i progetti, anche se in misura diversa.

Si tratta di una componente di rischio non eliminabile.

 Il rischio sistematico è misurato dal beta.

 Il beta esprime la sensibilità del rendimento di una azione ai mutamenti dei fattori

 macroeconomici. (Ke) R = i + (Rm – i) × ß

j j

(Ke) R = Rendimento dell’azione j (costo del capitale proprio

j

i = Tasso free risk (tasso di un’attività priva di rischio)

(Rm – i) = Premio per il Rischio (sempre POSITIVO)

ß = Beta che misura il Rischio sistematico

j BETA = 1 INVESTIMENTO NEUTRO

BETA >1 INVESTIMENTO AGGRESSIVO

BETA < 1 INVESTIMENTO CONSERVATIVO

Per stimare il Beta si considerano 3 determinanti:

1. Tipo di attività. I beta misurano il rischio di un’azienda rispetto ad un indice di mercato.

Pertanto, più l’attività svolta dall’azienda risente dell’andamento generale del mercato, più il

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Publisher
A.A. 2016-2017
23 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher thesaimakeup di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Mariani Giovanna.