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CEDOLA?
Usando la legge del prezzo unico e i rendimenti di obbligazioni zero-coupon e senza rischio, si
possono determinare il prezzo e il rendimento di qualsiasi altra obbligazione priva di rischio.
RENDIMENTI DELLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE:
Per le obbligazioni emesse da imprese (società) vi è un rischio di credito: esiste cioè il rischio
di insolvenza (cioè che l’emittente non ripaghi l’ammontare complessivo promesso).
Il prezzo corrisposto dagli investitori per obbligazioni che presentano un rischio di credito è
inferiore rispetto a quello di obbligazioni con caratteristiche identiche, ma prive di rischio.
Il rendimento delle obbligazioni con rischio di credito sarà più elevato di quello di obbligazioni
identiche in tutto, ma prive di rischio, poiché il rendimento viene calcolato usando i flussi
promessi.
Per riassumere, quando c’è rischio di insolvenza:
Il ritorno atteso di un’obbligazione sarà inferiore al rendimento alla scadenza se c’è
rischio di insolvenza.
Un rendimento alla scadenza più elevato non implica necessariamente che anche il
ritorno atteso dell’obbligazione sia più elevato
RATING DELLE OBBLIGAZIONI:
Esistono società che valutano l’affidabilità creditizia delle obbligazioni e mettono queste
informazioni a disposizione degli investitori.
Obbligazioni investment grade sono obbligazioni speculative, note anche come junk bond o
obbligazioni ad alto rendimento, alta probabilità di insolvenza.
C’è un rating più elevato se c’è minore probabilità di insolvenza.
Differenziale di rischio (default spread): noto anche come differenziale di credito (credit
spread), la differenza fra i rendimenti delle obbligazioni societarie e quelle dei titoli di Stato.
TITOLI DI DEBITO SOVRANO:
Obbligazioni emesse da governi nazionali: i titoli del Tesoro USA sono generalmente
considerati esenti da rischio di insolvenza. Non tutti i titoli di debito sovrano sono esenti da
rischio di insolvenza.
Per esempio, la Grecia è risultata insolvente sul suo debito in circolazione nel 2012.
Importanza delle aspettative di inflazione, possibilità di “inflazionare” il debito (signoraggio).
Debito sovrano europeo, UEM e BCE.
La maggior parte del debito sovrano è rischiosa => titoli emessi da paesi con elevata
probabilità di fallimento hanno rendimenti alti e prezzi bassi.
Caso di studio: default della Grecia (2012)
Nei mesi di marzo e aprile 2012 la Grecia fece default sul proprio debito, scambiando le sue
obbligazioni in circolazione con nuovi titoli di valore nominale molto inferiore. A tutti gli
investitori fu fatta la stessa offerta a prescindere da quali obbligazioni detenessero. Di
conseguenza, investitori diversi potevano avere perdite diverse.
Per ogni euro di valore nominale, i detentori del debito greco ricevettero i seguenti titoli con
data di emissione 12 marzo 2012.
Due certificati EFSF (European Financial Stability Fund), ognuno con valore nominale di
0,075 euro. Il primo certificato corrispondeva una cedola annua dello 0,4%
(nell’anniversario del giorno di emissione) e scadeva il 12 marzo 2013, il secondo
certificato pagava una cedola annua dell’1% e scadeva il 12 marzo 2014.
Una serie di obbligazioni emesse dallo stato greco con valore nominale complessivo di
0,315 euro, che per semplificare si possono considerare come una singola obbligazione
che paga una cedola annua (il 12 dicembre di ogni anno) del 2% per il periodo 2012–
2015, del 3% per il periodo 2016–2020, del 3,65% per il 2021 e del 4,3% per gli anni
successivi. Il capitale è rimborsato in 20 quote annue di pari importo (pari quindi al 5%
del valore nominale) a dicembre negli anni 2023– 2042.
Altri titoli di poco valore.
I TASSI DI INTERESSE A TERMINE:
Un tasso di interesse a termine (o tasso forward) è un tasso di interesse che viene garantito
oggi su un investimento o finanziamento che si realizzerà in futuro. Esiste un rischio
associato alle variazioni dei tassi di interesse.
Consideriamo solo i contratti a termine sui tassi di interesse per investimenti con durata di un
anno. Per la legge del prezzo unico, il tasso a termine a un anno (tasso di un investimento che
inizia oggi e verrà ripagato tra un anno) è equivalente all’investimento in un’obbligazione
=YTM
f
senza cedola con scadenza a un anno: 1 1
COME CALCOLO IL TASSO A TERMINE?
n n−1
( )
(1+YTM ) = (1+f )
1+YTM
In generale: n n−1 n
Possiamo riordinare questa equazione per ottenere la formula generale per il calcolo dei tassi
di interesse a termine:
Quando la curva dei rendimenti è in crescita nell’anno n (YTM >YTM ), il tasso a termine è
n n-1
più alto rispetto al rendimento delle obbligazioni senza cedola (f >YTM ).
n n
È anche possibile calcolare i rendimenti delle obbligazioni senza cedola partendo dai tassi di
interesse a termine: n
( ) ( ) ( ) ( )
∗ ∗…∗ =
1+f 1+ f 1+ f 1+YTM
2 2 n n
TASSI A TERMINE E TASSI DI INTERESSE FUTURI:
Confrontando il tasso a termine con l’effettivo tasso di interesse futuro, si può fornire una
buona previsione dei tassi di interesse futuri (solo quando gli investitori sono indifferenti al
rischio).
Si può considerare il tasso a termine come un tasso di pareggio (se tasso a termine = tasso
futuro, per gli investitori non cambia nulla se investiranno in obbligazioni a due anni o in
obbligazioni a un anno e poi rinnoveranno l’investimento l’anno successivo).
Il tasso di interesse futuro (a pronti) atteso riflette le preferenze degli investitori nei confronti
del rischio di fluttuazione del futuro tasso di interesse:
TASSO DI INTERESSE (A PRONTI) FUTURO ATTESO = TASSO DI INTERESSE A TERMINE +
PREMIO PER IL RISCHIO
Si aggiunge il premio per il rischio perché generalmente gli investitori non sono indifferenti al
rischio. LA VALUTAZIONE DELLE AZIONI
IL DIVIDEND DISCOUNT MODEL:
Secondo la legge del prezzo unico per trovare il prezzo di qualsiasi titolo occorre determinare
il valore attuale dei flussi di cassa attesi che il suo possessore riceverà. Iniziamo quindi la
nostra analisi della valutazione delle azioni considerando i flussi di cassa per un investitore
con orizzonte temporale di investimento di un anno.
Da un’azione è possibile ricavare due diversi flussi di cassa: l’impresa potrebbe pagare
dividendi ai suoi azionisti e chi investe può ottenere liquidità vendendo le sue azioni nel
futuro. L’importo complessivo ottenuto dal pagamento dei dividendi e dalla vendita di azioni
dipende dall’orizzonte temporale di riferimento dell’investitore.
Linea del tempo per l’investitore a un anno:
Quando un investitore acquista un’azione paga il prezzo corrente di mercato al momento di
acquisto (P ). Finchè continua a detenere l’azione ha il diritto di ricevere tutti i dividendi che
0
l’azione paga. D = totale dei dividendi pagati dall’azione in un anno. Alla fine dell’anno
iv
l’investitore venderà l’azione al prezzo di mercato in quel momento (P ).
1
Poiché i flussi di cassa hanno una componente di rischio, dovremo scontarli utilizzando il costo
del capitale proprio delle azioni (r ).
E
Per un investimento con orizzonte temporale di un anno il prezzo corretto è:
Se il prezzo corrente delle azioni è più basso di questo importo, presumibilmente gli investitori
si precipiteranno a comprare le azioni facendone così aumentare il prezzo.
Se il prezzo delle azioni è superiore, invece, venderle porterebbe a un rapido abbassamento
del prezzo.
TASSO DI DIVIDENTO, CAPITAL GAIN E RENDIMENTO TOTALE:
Rendimento totale di un’azione:
Rendimento totale = Tasso di dividendo + Tasso di capital gain
Il tasso di dividendo corrisponde al dividendo annuale dell’azione diviso per il suo prezzo di
mercato corrente, è il tasso di rendimento che l’investitore si aspetta di ottenere dal dividendo
pagato dall’azione.
Il rendimento totale atteso dell’azione dovrebbe essere uguale al rendimento atteso per
investimenti disponibili sul mercato aventi rischio equivalente.
INVESTIMENTO PLURIENNALE:
Qual è il prezzo se si prevede di tenere le azioni per due anni? Supponiamo quindi di voler
tenere le azioni per due anni. Prima di vendere l’azione, riceveremo i dividendi dell’anno 1 e
2:
Qual è il prezzo se si prevede di tenere l’azione per N anni?
Questo modello è noto come DIVIDEND-DISCOUNT MODEL, è il modello più generale per la
determinazione del prezzo delle azioni. L’equazione sopra riportata è valida per un qualsiasi
orizzonte temporale N. Quindi tutti gli investitori (con le stesse aspettative) daranno lo stesso
valore all’azione a prescindere dai loro orizzonti temporali di investimento.
Caso particolare in cui l’azienda paga i dividendi e non viene mai acquisita (è possibile
mantenere le azioni per sempre, n può tendere all’infinito)
Il prezzo di qualsiasi azione è uguale al valore attuale dei futuri dividendi attesi che essa
pagherà.
APPLICAZIONE DEL DIVIDEND-DISCOUNT MODEL:
Dividendi a crescita costante. Il modo più semplice per prevedere i dividendi futuri di
un’azienda è quello di assumere che crescano per sempre a un tasso costante g.
Il valore dell’impresa dipende dal dividendo dell’anno, dal costo del capitale
proprio e dal tasso di crescita.
(modello di crescita costante dei dividendi).
DIVIDENDI, INVESTIMENTI E CRESCITA:
Un semplice modello di crescita.
Il prezzo di un’azione aumenta con l’aumentare dei dividendi dell’anno e con il tasso di
crescita atteso g. Per massimizzare il prezzo di un’azione un’impresa dovrebbe far crescere
entrambi.
Spesso però ci si trova davanti ad un trade-off: per aumentare la crescita è necessario
investire ma se il denaro viene spero in nuovi investimenti non può essere usato per pagare i
dividendi.
Tasso di distribuzione degli utili (payout): quota di utile che l’azienda distribuisce come
dividendo ogni anno.
Dividendo per azione alla data t:
Tasso di ritenzione (complemento al payout): quota di utili correnti che l’impresa non
distribuisce come dividendi
Un’impresa può fare due cose con i propri utili:
distribuirli agli investitori;
non distribuirli e reinvestirli.
Supponendo che il numero di azioni in circolazione sia costante, l’azienda può fare tre cose
per aumentare i suoi dividendi:
aumentare gli utili;
aumentare il suo payout
ri