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INTRODUZIONE
1) Sulla concezione milliana del rapporto tra libertà e necessità → In tutti i principali scritti di Mill,la riflessione
sul concetto di libertà occupa un posto centrale. E' intorno alla libertà che ruotano secondo Mill le grandi
questioni della felicità,del progresso,dello Stato,della responsabilità umana e della stessa ricerca della verità.
On Liberty,concepito da Mill nel 1854 e redatto in stretta collaborazione con la moglie Harriet Taylor,viene
pubblicato nel 1859,in segno di omaggio per la stimata e amata consorte morta un anno prima. Il saggio ha
subito successo e risonanza internazionale – è tradotto in diverse lingue: in Italia la prima traduzione appare
nel 1865,e nello stesso anno esce in Inghilterra. All'inizio degli anni '60 Mill è già un filosofo di statura
internazionale; ma è soprattuto con On Liberty che Mill diviene il teorico riconosciuto del modello di società
libera dalla tirannia.
Il tema centrale è quello della libertà civile. Della questione del libero arbitrio,ossia del rapporto tra libertà e
necessità,Mill si era già occupato in precedenza a partire dal 1828,epoca in cui,uscendo da una profonda
crisi psicologica anche grazie alla lettura dei romantici,scopre la cultura dei sentimenti e dell'interiorità.
Il problema del rapporto tra libertà e necessità viene poi affrontato nuovamente nel “Sistema di logica
deduttiva e induttiva” (1843).
Prendendo posizione nella controversia tra i sostenitori del libero arbitrio e i cosiddetti necessitaristi,Mill
riconosce qui che anche le azioni umane,come tutti gli eventi che si verificano nel mondo a noi
noto,rispondono alla legge della causalità. Le nostre volontà dipendono sempre da stati mentali o
motivazioni antecedenti che le determinano. Se potessimo disporre di una conoscenza completa di tutte le
influenze che agiscono su un uomo,potremmo predire l sua condotta con una certezza eguale a quella con
cui possiamo predire un qualsiasi evento fisico.
Una concezione di questo tipo non nega e neppure contrasta,a giudizio di Mill,il nostro sentimento della
libertà. Il fatto che coloro che ci conoscono siano in grado di prevedere come agiremo in una situazione
particolare,non ci fa sentire meno liberi. Il necessitarismo assoluto però è rifiutato da Mill per le conseguenze
fatalistiche che esso comporta. Questa negazione di qualsiasi idea di libertà,e il conseguente annullamento
della stessa responsabilità umana,costituiscono per Mill un esito inaccettabile. Il determinismo
debole,prospettato nell'altra opere,evitando esiti fatalistici,dovrebbe costituire invece il presupposto teorico
idoneo a fondare su basi solide il sentimento della responsabilità umana.
Questa concezione del rapporto tra libertà e necessità non sarà più messa in discussione da Mill,proprio
perché considerata come la più capace di accordare scienza e coscienza,dottrina della causalità e
sentimento della responsabilità,e inoltre come la più coerente con i propositi di chi pretende di essere un
“riformatore di opinioni”.
2) Presupposti etici,epistemologici e antropologici di On Liberty → L'esigenza di una riflessione sulla libertà
civile è determinata da almeno tre fattori: dalla crescente tendenza della società a interferire nella vita
dell'individuo,imponendogli modelli uniformi di pensiero e di condotta; dalla diffusione di concezioni teoriche
tendenti a stabilire un dispotismo anche spirituale della società sull'individuo; e infine,dalla constatazione che
ci sono uomini che non desiderano essere liberi.
Ora,scopo del saggio è quello di formulare un principio molto semplice che regoli pienamente i rapporti di
coartazione e di controllo tra la società e individui,sia che venga impiegata la forza fisica sotto forma di
sanzioni legali,sia che venga impiegata la pressione morale della pubblica opinione.
Nel XIX secolo,con il diffondersi dei sistemi costituzionali e con l'emergere delle prime forme di democrazia,il
problema della libertà come esigenza di limitare il potere dello Stato,ma anche come esigenza di
salvaguardare la sovranità dell'individuo dal potere pervasivo della società stessa,soprattutto da quella
pericolosa forma di dominio che si esprime nella tirannia della maggioranza. E' qui che diviene manifesta
la tendenza della società a imporre le proprie idee e le proprie pratiche a coloro che dissentono da essa,a
ostacolare lo sviluppo di qualsiasi individualità. Le conseguenza di un sistema di dominio così pericoloso
sono diverse. I pericoli diventano evidenti quando un corpo di dottrine,conquistando il consenso della
maggioranza,riesce a modellare su di sé istituzioni,criteri di condotta e sistemi educativi.
Emerge così il presupposto morale del liberalismo milliano,vale a dire la convinzione che senza individualità
forti,sviluppate,autonome e originali,lo stesso progresso sociale e la stessa civiltà saranno destinati alla
stagnazione se non alla definitiva scomparsa. In questa prospettiva il saggio è considerato come una specie
di manuale filosofico su una singola verità: l'importanza,per l'uomo e per la società,di una larga varietà di
caratteri e di una completa libertà della natura umana di espandersi in direzioni innumerevoli e contrastanti.
La libertà dell'individuo trova un limite invalicabile solamente nei diritti degli altri; e la società può
legittimamente interagire e limitare la libertà dell'individuo soltanto per proteggersi. Ma per tutto ciò che
riguarda la propria persona,l'individuo deve essere pienamente sovrano. Un intervento della società o dello
Stato per limitare la libertà dell'individuo è giustificato solo in un caso: se è a tutela della stessa libertà
dell'individuo. Se per esempio un individuo decidesse di vendersi,nessun paese civile potrebbe riconoscere
la legittimità di una simile decisione. Il principio della libertà non può esigere che si debba essere liberi di non
essere liberi. Non è libertà consentire di alienare la propria libertà. Ogni altra interferenza,è dannosa per il
singolo individuo e per la società in generale.
L'eliminazione dello sviluppo delle differenze individuali è un colpo inferto alla stessa libertà. La diversità
delle opinioni,dei gusti,degli stili di vita,compresi quelli che possono risultare eccentrici,è l'unica via per
contrastare la tendenza a uniformare e immiserire gli uomini imponendo loro le stesse conoscenze,gli stessi
valori,le stesse idee e gli stessi modello di comportamento.
L'importanza di Mill sta anche nell'aver elaborato la filosofia dell'esperienza,secondo cui tutte le
conoscenze,comprese quella della matematica,traggono la loro origine dall'osservazione e dall'esperienza.
Secondo questa filosofia,tutte le conoscenze di sviluppano attraverso un percorso rigorosamente induttivo
che,partendo sempre dall'osservazione di casi particolari,giunge a derivare in modo diretto nuove
conoscenze su altri casi particolari,come avviene nelle inferenze della vita quotidiana (là dove basta scottarsi
una volta sola col fuoco per evitare in futuro di ripetere intenzionalmente l'esperienza). Tutto ciò,poggia
inoltre sul principio di uniformità del corso della natura,appreso attraverso l'esperienza comune. Anche per
ragioni politico-liberali del filosofo,per questa filosofia non c'è spazio per verità a priori. → Inoltre,le nostre
conoscenze non sono mai infallibili e definitive: la qualità più importante della mente umana è proprio la
capacità di correggere i propri errori attraverso la discussione e l'esperienza.
Il pericolo maggiore per la libertà non è il conflitto anche violento tra verità opposte,ma la soppressione di
una di esse. Il diritto di sostenere concezioni diverse e di sperimentare nuovi modi di vita,anche in radicale
contrasto con le convinzioni e il costume dominanti,costituisce la condizione essenziali per la formazione di
“personalità multiformi” e per l'arricchimento ideale e morale della stessa umanità. In tal senso lo sviluppo di
nuove idee e la discussione critica sono incoraggiate.
Nel mondo antico,questi fondamentali mezzi di crescita erano ben presenti: la dialettica socratica e le
disputationes della scolastica medievale. → Il dialogo socratico era diretto a individuare incoerenze e limiti
di una comprensione fondata sui luoghi comuni dell'opinione corrente,e a far sì che gli interlocutori,si
mettessero alla ricerca di una convinzione stabile,fondata su una comprensione chiara sia del significato
delle dottrine sia della loro evidenza. Le disputationes scolastiche erano sfide oratorie che avevano lo scopo
di verificare che l'allievo avesse compreso la propria tesi e quella a essa contraria,in modo da rafforzare le
ragioni dell'una e confutare quelle opposte. Questo tipo di logica negativa,secondo Mill,è oggi caduta in
discredito: in effetti,discutere i diversi punti di vista,non è solo esigenza di libertà,ma anche di un servizio
reso alla verità. → La sicurezza delle nostre convinzioni va fondata unicamente sulla possibilità di discutere
criticamente e in modo libero tutte le opinioni → multiforme diversità di individui e culture.
La teoria della libertà di Mill,si basa anche su una concezione fondamentalmente positiva della natura
dell'uomo; con la consapevolezza,però,che la natura umana corre anche il rischio di immiserirsi quando
incominciano a venire meno gli impulsi e le preferenze individuali. L'individualità non è infatti una
dimensione immutabile della natura umana,ma è un valore che come qualsiasi altro valore può
indebolirsi,entrare in crisi o addirittura sparire se la tendenza all'omologazione dovesse trionfare. L'uniformità
intellettuale,morale,religiosa e politica non mortifica solo il carattere,le inclinazioni e i bisogni del singolo
individuo,ma danneggia e impoverisce la vita di tutti,rendendola monotona,incolore,priva di contrasti e di
elementi di vivacità. La libera manifestazione delle opinioni,dei gusti,delle preferenze individuali rende invece
più ricco e diversificato lo sviluppo della stessa umanità. Sulla base di tutto ciò,Mill sottolinea la necessità di
uno studio a carattere interdisciplinare e rivolge agli studenti un invito: tenere la mente aperte e non vendere
mai la libertà di pensiero.
3) La democrazia rappresentativa e il decentramento amministrativo come garanzie della libertà civile → La
forma di Stato più idonea a garantire l'equilibrio tra autor