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ICOLA BBAGNANO IOVANNI ORNERO
7 H Z , Critica della religione, a cura di Franco Camera, Queriniana, Brescia, 1989 («Giornale di teologia»,
ANS IRKER
187), p. 168. 6
Tutti i valori fondati sulla rinuncia e sulla diminuzione della vita, tutte le virtù che tendono a
mortificare l’energia vitale, a impoverire la vita appaiono a Nietzsche causa di un abbassamento
dell’uomo al di sotto di sé. Per lui sono virtù tutte le passioni che dicono sì alla vita. Dalla sua
critica emerge dunque una proposta, e cioè, non lo avviarsi verso una trascendenza ma il radicarsi
che invece di permettere all’uomo di
nel presente. La morale potrebbe essere un narcotico,
scatenare tutte le sue forze, fa operare un rinvio, lo spinge a rinviare tutte le speranze e tutte le
nell’aldilà. L’uomo schiacciato dalla morale deve essere superato, deve essere sostituito
attese da un
uomo fortificato dal pericolo e dal dolore, abituato a convivere con questi.
4. Il problema del Nichilismo e suo superamento
La polemica contro la metafisica e il cristianesimo tocca il vertice sul tema del nichilismo. Questo
concetto è usato da Nietzsche in maniera ambigua, giacché indica sia il compimento-esaurimento
della civiltà occidentale, il suo annichilimento a causa del suo atteggiamento di fuga nei confronti
del mondo, sia il suo superamento in un nuovo orizzonte di valori. Ecco perché Nietzsche si ritiene
per il primo aspetto un avversario del nichilismo, e per il secondo invece il più grande nichilista
della storia.
Nel primo significato, il nichilismo rappresenta per Nietzsche il fenomeno più preoccupante di tutta
la storia dell’occidente. E questo poiché in esso, quell’istinto di negazione,
si manifesta che ha
caratterizzato le massime espressioni della nostra civiltà, dalla filosofia platonica alla religione
cristiana. Nichilista è pertanto, a giudizio di Nietzsche, la radice spirituale della civiltà greca -
dice no ai valori dell’aldiquà, in nome di una fede nei valori dell’aldilà. Questa
cristiana, poiché
civiltà è animata dalla decadente volontà del nulla che la porta a dire no alla vita e ai valori del
mondo visibile. Egli sente il nichilismo europeo avanzare e intuisce che a esso seguirà
inevitabilmente la ‘morte di Dio’, avverte il nulla senza fine come minaccia mortale dell’epoca e
degli uomini che in essa devono vivere, ed esprime lo sconvolgimento di questo nichilismo nel
momento in cui parla della morte di Dio: «Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito
nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte,
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sempre più notte? […] non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione?». Il nichilismo è la
di senso, la terribile sensazione di vuoto, il sentimento dell’inutilità della vita umana,
mancanza che
l’uomo avverte nel momento in cui vengono a cadere i valori tradizionali che lo avevano ingannato,
ma che avevano anche dato significato e uno scopo alla sua esistenza. Nel secondo significato il
nichilismo è l’età di mezzo, è il nostro tempo, poiché in esso si compie la fine della civiltà greca -
cristiana e si annuncia una nuova epoca della storia del mondo. Per questo il nostro tempo è tempo
di angoscia e di speranza poiché è il tempo della svolta, il tempo del tramonto dei vecchi valori e
l’alba di nuovi. Infatti, Nietzsche afferma, che occorre passare da un nichilismo passivo a un
nichilismo attivo, ovvero dal nichilismo come coscienza del compimento-esaurimento della civiltà
occidentale al nichilismo come rinnegamento dei valori di questa civiltà. Come nichilismo attivo, il
nichilismo diventa quindi annuncio di una superiore età della storia. In questa seconda accezione, il
nichilismo è dunque il rovesciamento di tutti i valori tradizionali, intesi come valori oggettivi e
universali. Nietzsche non nega l’importanza dei valori, ma la loro oggettività. Ciò significa, che
nella prospettiva nietzschiana, il valore non è ciò che vincola l’uomo, in forza della sua normativa
universale, ma è l’autenticità stessa della volontà umana, intesa come volontà di potenza. Mentre
dunque il nichilismo passivo è volontà del nulla, quello attivo è ‘volontà di potenza’. La volontà di
all’auto affermazione,
potenza di cui parla Nietzsche, è un impulso è una volontà di essenza, un
volere sempre di più, un continuo auto potenziamento che necessita trasformazione e continuo
divenire. Essa ergendosi sopra il caos della vita, impone a essa i propri significati e le proprie
S’identifica
interpretazioni. con modo di essere proprio del superuomo.
5. L’annuncio del superuomo
«Quando Zarathustra venne nella città più vicina, che sorgeva accanto alla foresta, vide molta gente
radunata sul mercato; poiché era stato annunziato che un uomo avrebbe ballato sulla corda. E
v’insegnerò cos’è il superuomo. L’uomo è qualcosa che deve
Zarathustra così parlò al popolo: io
8 F N , Gaia scienza, in , Opere, a cura di Ferruccio Masini, Adelphi, Milano, 1965, pp. 129-130.
RIEDRICH IETZSCHE IDEM 8
essere superato. Che cosa avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri fino ad oggi hanno creato
qualcosa che andava aldilà di loro stessi: e voi invece volete essere la bassa marea di questa grande
bestie piuttosto che superare l’uomo? […] Che cos’è la scimmia per
ondata e tornare a essere
l’uomo? Qualcosa che fa ridere, oppure suscita un doloroso senso di vergogna. La stessa cosa sarà
quindi l’uomo per il superuomo: un motivo di riso o di dolorosa vergogna. Ecco, io vi insegnerò a
diventare superuomini; Il superuomo è il senso della terra. Dica la vostra volontà: sia il superuomo
il senso della terra. Vi scongiuro fratelli rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi
parlano di sovraumane speranze […]. Dispregiatori della vita essi sono moribondi e avvelenati essi
stessi, hanno stancato la terra: possano scomparire! Un tempo il sacrilegio contro Dio era il
massimo sacrilegio, ma Dio è morto, e così sono morti anche tutti questi sacrileghi, commettere il
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sacrilegio contro la terra, questa è oggi la cosa più orribile».
L’annuncio del superuomo, come vediamo, è fatto attraverso una metafora biologica.
Si tratta appunto di una metafora, perché l’evoluzione alla quale allude Nietzsche è esclusivamente
di tipo morale. Essa indica, che il superuomo è un oltre - uomo, secondo la traduzione letterale del
‘ueber-mensch’
termine impiegato dal filosofo; è, cioè, un essere diverso e non un uomo migliorato.
‘biologico’ dall’uomo al superuomo, consiste essenzialmente nel fatto che mentre l’uomo,
Il salto
nel corso della propria esistenza, ha derivato il senso del mondo e della vita dada qualcosa posto
nell’aldilà, il superuomo è creatore di valori, ‘il
deve essere egli stesso senso della terra’. Per
Nietzsche dunque il sacrilegio è contro la terra, dunque la terra ha preso il posto di Dio. Dio
costituiva il centro di gravitazione, il riferimento per le certezze e per i valori, ed è proprio questo il
‘la
senso che deve avere la terra. Si tratta di stabilire che cosa rappresenta terra’ per Nietzsche, essa
è il corpo, la naturalità e gli istinti. Nella storia della filosofia e in particolare nella tradizione
L’anima
platonica e poi cristianesimo, il corpo è stato identificato con il male, con il peccato.
doveva purificarsi, allontanandosene e liberandosi dalle passioni. e vivifica anche l’anima.
Nietzsche inverte la prospettiva, la naturalità è la sorgente dei valori vitali
La repressione degli istinti impoverisce l’uomo, ne comprime l’energia e la vitalità, mutila l’uomo.
rifiuta l’auto
Il superuomo è chi repressione, che accetta la libera manifestazione delle pulsioni
vitali, e riappropriandosi della propria naturalità, egli supera la morale costruita storicamente. È
9 F N , Così parlò Zarathustra, in IDEM, opere scelte, a cura di Liliana Scalero, Longanesi, Milano,
RIEDRICH IETZSCHE
2
1964 , pp. 242-243. 9
‘tu ‘io
colui che capovolge, il devi’ in voglio’, cioè colui che trasforma i doveri e gli imperativi
della morale tradizionale, nell’affermazione della propria volontà di potenza, è l’uomo che non si
lascia più lusingare da promesse ultraterrene, ma ama la vita e rimane fedele alla terra. È la volontà
che spinge l’uomo a superare se stesso, ad andare oltre l’uomo tradizionale, prigioniero
di potenza,
dei valori della morale e della religione. II
LA CHIESA RISPONDE ALL’ATEISMO
1. Cosa dice la chiesa ?
consapevole che l’uomo
La chiesa è contemporaneo è in balia della tentazione del rifiuto di Dio, in
un’umanità
nome della propria umanità, che non sa più vedere di là di se stesso, oltre se stessa.
Nietzsche nella ‘Gaia scienza’ come abbiamo visto esorta gli uomini essere fedeli alla ‘terra’
a
(corpo, naturalità e istinti) e di non credere a quelli che gli parlano di sovraumane speranze, perché
sono dispregiatori della vita. Il filosofo però non sa che «il desiderio di Dio è inscritto nel cuore
dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a se l’uomo e
soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca» (CCC 27), infatti, nel corso della
storia, e fino ai nostri giorni, gli uomini in molteplici modi hanno espresso la loro ricerca di Dio. È
Lui ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di
conoscere Lui perché conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso.
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ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua
La Gaudium et Spes così si esprime: «La
vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non
esiste, infatti, se non perché creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive
pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo creatore». (GS
19) Ma questo «intimo e vi