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Il potere nella storia umana

Da sempre il potere è una delle costanti più caratteristiche della storia umana. È la capacità di ottenere obbedienza, se necessario con l'uso della forza, esercitando una coazione. Il potere è una volontà che si impone. Possibilità ultima di dare la vita o la morte. A differenza di quello antico, il potere moderno è artificiale. La sovranità dello stato moderno neutralizza le guerre civili di religione, garantendo la sopravvivenza degli individui. Il fine del potere moderno è la pace sociale. Per conseguirla deve usare la forza, monopolizzandola. Anche nella modernità il potere ha in sé un elemento decisionistico violento. Ma esso è funzionale a produrre stabilità applicando con efficacia le regole. Ciò determina una progressiva istituzionalizzazione dell'ordine, che finisce col razionalizzare il potere stesso. Il potere diventa, con lo Stato di diritto, potere legale autorizzato.

Nel Novecento, con la crisi dello Stato liberale e l'esigenza di integrare le masse nello spazio pubblico, il potere subisce profonde trasformazioni. In una prima fase acquisisce una dimensione "totale", all'insegna della fusione tra Capo e masse. Dopo la tragica esperienza delle due guerre mondiali il potere acquisisce, almeno nelle democrazie europee, un volto più mite, grazie al principio del bilanciamento e della limitazione dei poteri e alla positivizzazione nelle costituzioni europee di principi indisponibili, a tutela della libertà, dell'uguaglianza e della dignità. Per evitare la deriva dei poteri occorre una cultura civile diffusa, una vera partecipazione democratica che rigeneri la rappresentanza politica, una politica all'altezza della sua funzione generale e dirigente. Non si può diffidare solo del potere politico, esso è necessario a tenere insieme e a far avanzare la società. Perché il potere ci riguarda.

Parte prima

Potere e giustizia

Platone opera un'indagine filosofica sull'ordine politico ideale. In una città ben ordinata e unita, il governo del bene comune deve essere esercitato da "custodi", ovvero cittadini dalla natura complessa, capaci di guida. Per guidare occorre thymós (ardore, animo), ma con i concittadini il potere dovrà essere mite. Durezza con i nemici e magnanimità con gli amici. Bisognerà ricercare queste figura nella società e porle al vertice della polis.

Il potere, così, deve essere sottratto dall'avidità, deve essere giusto, non deve farsi distrarre da divisioni o particolarismi.

Nel "mito della caverna" Platone opera il nesso tra politica e filosofia. La condizione di coloro che non hanno conosciuto la verità è come quella di prigionieri incatenati da piccoli in una caverna, impossibilitati a vedere fuori. Alle loro spalle si manifestano le ombre originali delle cose e...

la luce del sole, ma di queste immagini percepiscono solo ombre riflesse. Tale condizione è quella di tutti gli uomini immersi nel mondo dell'apparenza, che scambiano per reali le loro visioni. Se un prigioniero venisse liberato e potesse vedere le cose nella loro pienezza, ne sarebbe abbagliato, solo con dolore e sofferenza potrà abituarsi alla verità del mondo superiore. Se tornasse poi nella caverna, non riuscirebbe più ad adattarsi all'oscurità e neppure a confrontarsi con gli altri prigionieri, venendo irriso. Tra i prigionieri si diffonderebbe la convinzione che non vale la pena uscire, ma meglio restare quieti in una servitù ormai familiare. Potere e filosofia, dunque, in Platone coincidono.

Aristotele

Per Aristotele il potere è un fatto naturale.

Il potere trova la sua sintesi nella polis, poiché la polis è forma compiuta di pluralità associativa. L'uomo non può vivere al

difuori della società. Il potere politico si esercita sui cittadini. La virtù propria di chi esercita il potere è la phrónesis, che consiste nella capacità di discernimento, secondo equilibrio, dalle circostanze concrete in vista dell'azione politica. La costituzione è l'ordinamento della città, di tutte le autorità e in particolare del potere supremo, il quale si identifica con il governo della città. Quando il potere è orientato verso il bene comune tutte le costituzioni sono giuste. Ad Aristotele va riconosciuto l'aver distinto il governo delle leggi e il governo degli uomini: se il governo è rispettoso delle leggi è equilibrato, poiché il potere senza legge è in balia delle passioni. Marco Tullio Cicerone Attraverso Cicerone si enuclea una nozione fondamentale che ha segnato tutta l'esperienza politica romana: l'auctoritas. Essa indica un deposito di senso radicato nellatradizione e una fonte permanente di legittimità, che avvalora decisioni e fornisce autorevolezza a tutto ciò che si iscrive nel suo ambito. L'auctoritas per eccellenza apparteneva al Senato, mentre la potestas era propria delle magistrature popolari. Cicerone delineò il quadro della res publica romana, fondato sul valore morale dell'auctoritas. Il potere in quanto tale è impensabile perché deficitario, troppo povero di legittimazione. L'ordine non viene creato dal potere, ma dall'autorità. Paolo di Tarso L'autorità è garantita da Dio, ma lo è anche la libertà interiore. Se non perseguita chi ha fede, l'autorità non è un problema. L'obbedienza agli obblighi mondani (es. le tasse) è una virtù e un dovere. L'obbedienza deve esserci internamente non solo per paura di una punizione. Il potere non realizza la giustizia, ma ha il compito di frenare, per quanto possibile, il

caos. Agostino d'Ippona

L'ordine divino del mondo si rispecchia in due città: celeste eterrena. La prima nasce da Dio, la seconda dall'amore per sé. La prima è animata dalla caritas, la seconda dal potere. Per Agostino il potere non è mai un bene in se stesso, ma solo se giusto. Il potere senza giustizia non è legittimo. L'unico criterio di validità per distinguere un uomo giusto da un brigante è l'ordo amoris che abita in ogni uomo.

Parte seconda

La genesi del potere moderno

Thomas Hobbes

Il potere è sovranità, volontà suprema istituita artificialmente. Gli uomini sono i destinatari del potere, sia attivamente che passivamente, al contempo, fonte e ragion d'essere. Il potere politico è istituito tramite l'autorizzazione, un patto, di ciascun uomo. Il potere sovrano è potere legittimo in quanto è in grado di ottenere duratura obbedienza, ovvero riconoscimento conforme del

comportamento esterno dei consociati, senza intaccare il forointerno. Ogni opinione che possa minare la pace pubblica deveessere neutralizzata.

John Locke

Da Locke ci perviene una concezione liberale del potere. Nondeve essere arbitrario, ma esprimere il consenso dei cittadini. Seogni uomo pretende di esercitare il proprio potere si crea unasituazione di conflitto, da cui si istituisce la società civile. Ilpotere inoltre deve essere sanzionatorio per proteggere la6 proprietà di ognuno. Le regole sono fissate dalle leggi. Quindi ilpotere legislativo è il potere supremo dello Stato, deve peròessere distinto da quello esecutivo e da quello federativo.

Niccolò Machiavelli

Gli stati sono caratterizzati dall'imperio sugli uomini. Sidistinguono due forme di imperio: repubblicana e principato. Iprincipati si acquisiscono per dinastia o con la forza. Nelsecondo caso si parla di potere nuovo.

i primi sono più conservabili, i secondi più difficili da mantenere, poiché troverà come nemici coloro che traevano vantaggio dal vecchio ordine e un sostegno troppo tiepido da chi vuole un cambiamento. - Baruch Spinoza

Per Spinoza il potere è potenza. Un ruolo essenziale lo svolgono la paura e la speranza, passioni "temporali", che consentono di ottenere l'impegno all'obbedienza in vista di un bene futuro. La potenza universale è quella di tutti gli uomini, quindi ognuno ha diritto a tutto ciò che è in suo potere. In vista dell'utilità si uniscono. Il trasferimento del diritto-forza di ciascun individuo instaura la democrazia. Il governo democratico è il più naturale e libero. Il potere così inteso è partecipato, proiezione di tutti gli individui colti. - Parte terza

Potere e ragione - Immanuel Kant

Il potere è raggruppamento umano sotto leggi giuridiche. Potere legislativo è

volontà unificata del popolo coincidono. La manifestazione di sovranità per eccellenza è la legislazione. Uguaglianza, reciprocità e indipendenza civile caratterizzano il cittadino. Chi regge lo Stato detiene il potere esecutivo, distinto dal legislativo, poiché sottomesso anch'esso alle leggi. Istituisce i magistrati, emana ordinamenti e decreti. I poteri devono restare distinti. La volontà generale-razionale è il fondamento di legittimità del potere pubblico. Il potere non si limita attraverso l'autorizzazione di un potere parziale e indiretto talmente forte da imporsi su quello legittimo, ma con meccanismi istituzionali (separazione dei poteri, principio di legalità). Jean-Jacques Rousseau L'unico potere legittimo è quello che esprime la volontà generale. Proiezione del corpo collettivo attraverso il contratto sociale. La volontà generale si contrappone all'Antico Regime. Nello stato non

devono sussistere società parziali. Istituito il contratto, nessuno è più giudice, ma lo è la collettività. Chi viola il diritto sociale è un nemico della patria. La legge è espressione della volontà generale. Ogni stato è repubblicano se retto dalle leggi. Queste rappresentano le regole fondamentali della vita sociale, il cui autore può essere solo il popolo. Il popolo deve essere guidato.

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Hegel costruisce filosoficamente la nozione di Stato. L'istituzionalizzazione del potere non deve intaccare la politicità del potere e il suo primato. Lo stato politico si articola in tre poteri: quello di stabilire l'universale (legislativo); quello di sussumere concretamente le sfere della so

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Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
8 download
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Trouble7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Preterossi Geminello.