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REALISMO GIURIDICO
È estremamente contrario al giusnaturalismo e critica il giuspositivismo. Sostanzialmente è lo sviluppo del giuspositivismo più che una corrente alternativa.
- Tesi della separabilità: il diritto moralmente ingiusto è pur sempre diritto, fra diritto e morale ci sono solo connessioni contingenti, non necessarie. È sostanzialmente coincidente con la tesi di separabilità del giuspositivismo.
- Soggettivismo etico: i giudizi di valore non sono veri/falsi né soggettivamente giusti/ingiusti ma solo soggettivamente giusti. È sostanzialmente comune al giuspositivismo con l'unica differenza che per i giuspositivisti i giudizi di valore sono soggettivi mentre per i giusrealisti sono emotivi.
- Scetticismo interpretativo: ogni caso giudiziario è difficile ed ogni disposizione ha più interpretazioni. È l'unico elemento di distinzione rispetto al giuspositivismo.
Tre punti di vista:
teorico: adotta un approccio scientifico al diritto 2) metodologico: i giudizi di atto ed i giudizi di valore devono rimanere distinti (radicalizza la concezione giuspositivistica). 3) ideologico: è contro alla produzione di diritto da parte dei giudici NEOCOSTITUZIONALISMO 1) tesi connessione fra diritto e morale: il diritto è connesso alla morale, in particolare nello stato costituzionale. Non collegano il diritto e la morale con collegamenti necessari o contingenti, infatti non lo specificano (i giusnaturalisti: collegamenti necessari, giuspositivisti: collegamenti contingenti). 2) oggettivismo etico: i giudizi di valore sono oggettivamente giusti o ingiusti. I valori sono dati attraverso la discussione razionale ed i neocostituzionalisti ritengono che i giudizi di valore siano oggettivi perché sono oggettivamente giustificati dai valori nati durante la discussione. 3) formalismo interpretativo: ogni caso giuridico ha una sola soluzione corretta o giusta, ogni disposizione.Il testo ha un solo significato. Alcuni ammettono che ci possono essere più interpretazioni e bisogna scegliere quella più moralmente giusta. Tre punti di vista:
- teorico: la legge viene influenzata dalla costituzione.
- metodologico: i valori morali sono interni al sistema perché sono fissati dalle costituzioni rigide.
- ideologico: spinge ad obbedire alle leggi dello stato costituente ed a rispettarne la costituzione.
I 3 GIUSPOSITIVISMI
IL GIUSPOSITIVISMO INCLUSIVO
Il giuspositivismo inclusivo/debole interpreta la teoria della tesi della separabilità dicendo che il diritto può contingentemente essere collegato alla morale. Secondo questa teoria il diritto può incorporare valori morali come la sacralità della vita, giustizia, ecc. Il collegamento è solo contingente e non necessario quindi il diritto può essere ingiusto. Esclude solo il fatto che il diritto e la morale siano necessariamente collegati.
Il difetto è che sia il
Il giuspositivismo inclusivo e il neocostituzionalismo ammettono una connessione indefinita tra diritto e morale, senza restrizioni, il che potrebbe portare il diritto a collassare nella morale.
Il giuspositivismo esclusivo/forte interpreta la teoria della separabilità affermando che il diritto non può essere identificato in base alla morale.
Tuttavia, storicamente il diritto è sempre stato connesso alla morale: nello stato legislativo il diritto era collegato alla morale attraverso clausole come il buon costume, mentre nello stato costituzionale è collegato attraverso i principi. Tuttavia, il diritto non può essere collegato indefinitamente alla morale perché altrimenti i giudici avrebbero troppa discrezionalità nelle loro sentenze.
I rapporti tra diritto e morale sono modulati dalla costituzione, che stabilisce i principi generali che devono essere seguiti dal legislatore e dai giudici.
limitare il ricorso alla morale da parte del diritto???
A) il rinvio: i valori morali vengono recepiti nel diritto solo dove essi siano previsti dai principi costituzionali
B) alla condotta si applicano solo le regole positive ed esse vengono prodotte seguendo i principi costituzionali.
C) giuspositivismo presuntivo: è una via di mezzo tra inclusivo ed esclusivo e prevede che ai casi concreti si applichino sempre regole giuridiche e non principi generali.
IL GIUSPOSITIVISMO NORMATIVO/ETICO
Il giuspositivismo normativo interpreta la teoria della tesi della separabilità dicendo che il diritto non deve essere identificato in base alla morale.
Il diritto e la morale possono essere collegati sostanzialmente ma non formalmente (dal punto di vista normativo).
È l'erede moderno del giuspositivismo ideologico nella versione debole. Il giuspositivismo etico si occupa della stessa questione normativa del giusnaturalismo rispondendogli in modo opposto.
Sostiene due tesi:
A) la tesi
Della separabilità: il diritto non deve essere connesso alla morale. Però il diritto è sempre stato ed è bene che sia connesso alla morale.
La tesi contraria al controllo di legittimità costituzionale delle leggi: ritiene sbagliato che i giudici possano annullare una legge fatta dal parlamento (strumento espressione volontà popolare). Questa tesi è sbagliata perché il diritto deve essere sottoposto ad un controllo: i valori si devono convertire in principi che verranno rispettati da regole astratte fatte dal parlamento e controllate dalla corte costituzionale, per essere infine applicate dai giudici ordinari.
CAPITOLO 2
LINGUAGGIO GIURIDICO E DEFINIZIONE DEL DIRITTO
Frase di senso compiuto: enunciato
Soggetto e predicato: termini
Esistono 4 tipi di significati degli enunciati: proposizioni empiriche, norme, giudizi di valore e proposizioni analitiche.
1) proposizioni empiriche/contingenti: sono proposizioni verificate/falsificate in base all'esperienza.
La falsificabilità empirica è il carattere distintivo del discorso scientifico. Tra proposizioni e norme esiste una dicotomia: è la distinzione fra classi mutuamente esclusive (una norma non può essere una proposizione e viceversa) e congiuntamente esaustive (unendole si esauriscono le tipologie). Le proposizioni hanno l'effetto diretto di informare, possono condizionare il comportamento solo indirettamente. Es. c'è il sole, allora esco (decisione condizionata indirettamente dalla proposizione c'è il sole). Le norme hanno l'effetto diretto di guidare i comportamenti ma possono dettare comportamenti anche indirettamente (attraverso i principi ad esempio). 2) proposizioni analitiche/necessarie: hanno l'effetto diretto di informare però la verità delle proposizioni dipende dai fatti, che possono mutare. Tutte le proposizioni sono apofantiche: possono essere vere o false. Le proposizioni analitiche sonoNel campo della logica, esistono diverse tipologie di proposizioni:
- Proposizioni fattuali: sono proposizioni che possono essere verificate empiricamente. Ad esempio, "Il sole sorge ad est".
- Proposizioni analitiche: sono proposizioni il cui valore di verità dipende dalla definizione dei termini utilizzati. Ad esempio, "Un triangolo ha tre lati". Queste proposizioni sono necessariamente vere e non sono verificabili, poiché un triangolo, per definizione, è un poligono con tre lati. Quindi, sarebbe inutile cercare un triangolo con quattro lati, poiché non sarebbe più un triangolo.
- Proposizioni valutative: sono proposizioni che esprimono valutazioni morali o giudizi di qualità su un determinato oggetto. Ad esempio, "La vita è sacra". Queste proposizioni coinvolgono un elemento di soggettività ed oggettività e possono essere oggetto di discussione.
È importante distinguere tra norme e proposizioni. Le proposizioni si adattano al mondo, cioè il linguaggio si adatta al mondo. Al contrario, le norme fanno sì che il mondo si adatti al linguaggio. Le proposizioni analitiche si adattano al mondo e non al linguaggio, poiché il loro valore di verità dipende dalle definizioni. Tuttavia, possono indirettamente adattarsi al mondo nel caso in cui le definizioni vengano modificate a seguito di nuove scoperte.
monismo e pluralismo dei valori.
Monismo dei valori: teoria che dice che tutti i valori discendano da un unico valore prevalente sugli altri.
Pluralismo dei valori: teoria che sostiene che dice che i valori ultimi siano oggettivi e generici.
4) norme: sono significai normativi che guidano il comportamento.
Possono guidare il comportamento in due modi:
A) direttamente, come fanno le regole.
B) indirettamente, come fanno i principi i quali dettano solo i contenuti.
Si distinguono dalle proposizioni analitiche perché, mentre le proposizioni analitiche sono necessarie, le norme sono contingenti.
Si distinguono dai giudizi di valore perché i giudizi di valore non guidano un comportamento ma lo valutano.
Le norme sono espresse nelle disposizioni delle quali sono il significato.
Non c'è corrispondenza biunivoca tra disposizioni (enunciati) e norme (significati): una stessa disposizione può esprimere più norme mentre più norme possono essere espresse da
più disposizioni. 6Vi sono 5 casi di non-biunivocità:
- A) le norme consuetudinarie non formulate in una disposizione
- B) l’ambiguità: una disposizione esprime involontariamente più norme
- C) la plurivocità: una stessa disposizione esprime intenzionalmente più norme (es.Art.1 cost)
- D) la ridondanza: una norma è espressa da più disposizioni
- E) le norme implicite inespresse ricavate da altre disposizioni già dotate di altrisignificati normativi.
La legge di Hume
Il problema della legge di Hume riguarda le relazioni logiche tra proposizioni e norme: è possibilededurre(ricavare logicamente) norme da proposizioni?
Hume dice che non è possibile dedurre norme da proposizioni se queste sono divise le une dallealtre (però prima della Grande divisione, finché sono la stessa cosa, era possibile dedurre normedalle proposizioni).
- E’ possibile trarre norme da proposizioni empiriche? (era fatto dai
giusnaturalisti antichi)Hume divide i fatti naturali (che definisce essere) dalle norme (dover essere) e gli applica lo schema del sillogismo (Premessa maggiore, Premessa minore e Conclusione). Il sillogismo non accetta una conclusione diversa da quello che era già nelle premesse.
Sillogismo teorico: PM: tutti gli uomini sono mortali Pm: Tizio è un uomo C: Tizio è mortale (si ricava una proposizione da altre due proposizioni)
Sillogismo giudiziale: PM tutti i ladri devono essere puniti Pm: Tizio è un ladro C: Tizio deve essere punito (in questo caso si ottiene una norma concreta da una norma astratta e da una proposizione concreta).
Fallacia naturalistiche: Hume critica i giusnaturalisti antichi perché sostenevano che si potesse ottenere una norma da due proposizioni. Hume fa l'esempio della res nullius (la cosa di nessuno): nell'antichità c'era sovrabbondanza di beni e quindi il primo c