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Eichmann lo dice benissimo
Ebbe un colpo quando seppe della morte nel bunker di Hitler, più nessuno lo avrebbe guidato. Kierkegaard lo disse, libertà è più pesante di tutte le categorie. Noi amiamo parlare di destino, ci conforta l'idea che non siamo noi a scegliere. Ma un margine di libertà ci è sempre dato. Se rinunciamo è peccato. Critica mossa alla Arendt di concepire male banale più come assenza di pensiero che come vizio della volontà. Polemiche furono tantissime. Soprattutto accuse feroci da comunità ebraica. Anche suo migliore amico Jonas le muoverà rimprovero di non amare il suo popolo. Non essere stata giusta nel valutare corresponsabilità ebrei nello sterminio. Durante il processo erano emerse responsabilità dei consigli ebraici. Erano organismi burocratici di notabili ebrei voluti da autorità tedesche. Questi organismi che ufficialmente avevano funzione di mediazione e rappresentanza.
La comunità ebraica di fatto erano incaricati di trasettere ordini nazisti agli ebrei. Sorgono in tutti i paesi occupati. Ne fece parte anche la hillesum che capisce e ci sta malissimo. Politica di collaborazione dei consigli ebraici con autorità tedesche ebbe effetti catastrofici. Era dettata da motivi diversi, alcuni ebrei vi entrano perché pensarono che poteva essere modo per trattare coi tedeschi, altri entrano per motivi meschini, avere privilegi. Diversi motivi di collaborazione. Ma è certo e la arendt evidenzia che ebbe effetti disastrosi. Questi organismi mandarono a morte milioni di altri ebrei. Scrive arendt che fu anche grazie a efficienza di questi uffici se pochissimi ebrei si salvarono. Per un ebreo contributo dato dai capi ebraici è uno dei capitoli più foschi. Funzionari ebrei incaricati di compilare liste di persone da deportare e i loro beni, sottrare denaro per pagare spese sterminio, fornire polizia per aiutare a catturare gli ebrei.
einfine consegnare in ordine gli inventari dei beni della comunità per la confisca. Corruzione dei capi ebraici indotti a collaborare alla distruzione del loro popolo consente di misurare la terribile perversità del sistema nazismo, intento di cancellare la distinzione tra carnefice e vittima. Il libro "Se questo è un uomo". Accadde proprio così. Il labile confine tra carnefice e vittima nei campi. Per questo motivo la distinzione non deve mai essere cancellata. Il giudizio storico equilibrato non deve dimenticare la differenza che permane tra gli artefici del sistema e coloro che ne furono complici per salvarsi. Questo rimprovero di Scholem mosse Arendt. Non si devono mettere sullo stesso piano chi collaborò con i nazisti per vantaggi personali e chi lo fece per salvare se stesso e le persone care da atroci sofferenze. Qui ha ragione Scholem. Arendt sente una sorta di tradimento nel fatto che gli ebrei contribuiscono a uccidere altri ebrei. Ma Scholem ha ragione. Non si possono.mettere sullo stesso piano come sembra fare la arendt. Terza criticamossa a teoria del male banale è quella per cui questa teoria del male banale si configuracome ritorno a intellettualismo etico di socrate. Secondo arendt ciò che fa difetto a eichmann è capacità di pensare. Mancanza di pensiero. Superificialità. Ma questa ora trattata comedifetto del pensiero ora del carattere e volontà. Differenza non irrilevante si può esprimere coi:eichmann non pensa perché non è capace o perché non vuole? Qui sta differenza tra modogreco di pensare il male come errore e ignoranza e modo della tradizione ebraica e cristianacome vizio della volontà. Eichmann direbbe kierkegaard non vuol pensare perché ha scelto dinon pensare perché non vuole il bene. Ne "la malattia per la morte" di Kierkegaard. Duepradossi etica socratica, virtù è conoscenza e vizio è ignoranza quindi nessuno peccavolontariamente.
Kierkegaard ha presente Socrate e mostra come ci sia un'enorme differenza tra il modo greco del peccato e il modo cristiano. "Il peccato è ignoranza", questa è la definizione socratica che è sempre degna di considerazione. Non voglio respingere la definizione socratica, ma avendo in mente il contenuto cristiano, la utilizzerei per mettere in luce quello. Confronto la concezione greca e quella cristiana. Socrate era l'inventore dell'etica, il primo. Ma egli inizia dall'ignoranza. Per questo Socrate non giunge alla determinazione del peccato ed è un difetto. Se il peccato è ignoranza, allora propriamente non esiste perché il peccato è consapevolezza. Se è essere ignorante del giusto, allora il peccato non esiste. Se il peccato è questo, allora si ritiene che non possa darsi il caso di uno che, conoscendo il giusto, faccia l'ingiusto. Se la definizione socratica è esatta, il peccato non esiste. A quale determinazione manca a Socrate? Lavolontà. Intellettualità greca troppo felice e ingenua per capire che uno coscientemente possa non fare il bene oppure fare l'ingiusto. Grecità postula imperativo categorico intellettuale. Ma dove si annida errore in Socrate? In ciò in cui insegnamento socratico è attento: mancanza di determinazione dialettica tra aver compreso qualcosa e il farlo. Qui inizia contenuto cristiano. Nella vita dello spirito non c'è stato di quiete. Se uomo non fa il giusto quando lo conosce, allora la conoscenza sbollisce e domanda diventa se alla volontà piaccia il conosciuto. Volontà è cosa dialettica e ha sotto di sé natura inferiore dell'uomo. La volontà lascia passare tempo. Conoscenza si fa più scura e inferiore vince, bene va fatto subito quando è stato conosciuto. Uomini lavorano per oscurare loro conoscenza etica che li condurrebbe a conseguenze che non amano. Ampliano loro conoscere estetico che è
Solo distrazione per l'etica. Peccato non nel fatto che l'uomo non ha compreso il giusto ma che egli non voglia comprendere il giusto. Non voler comprendere. Socrate non lo chiarisce. Ma il cristianesimo dice che non fa il giusto perché non vuole comprenderlo e non lo vuole. L'uomo fa l'ingiusto nonostante comprenda il giusto e viceversa. Ci accorgiamo che spesso sappiamo cosa sarebbe giusto fare ma, pur vedendolo chiaramente, non conviene farlo. Non c'è opposizione così marcata. Pur capendo ciò che è giusto, facciamo l'ingiusto. È natura appetitiva. La ragione vede ciò che è giusto (per Kant = fatto della ragione), ma lo stesso Kant dice che il giusto non è mai felice (come gli stoici). Spesso non è conveniente, la parte appetitiva spinge in un'altra direzione. In noi tutto lavora per oscurare quella conoscenza, per trovare obiezioni a quella prima intuizione del vero che ci dice quello che devi fare. Troviamo ragioni per non farlo.
Oscuriamo la conoscenza. E diventa tutto buio e non sappiamo più cosa è giusto. È così che un uomo pur sapendo il giusto può fare l'ingiusto. È così che Eichmann, pur sapendo che non stava facendo il bene, riesce ad oscurare la propria coscienza e diviene una docile pedina nelle mani di Hitler.
11.05.2020
Lezione dedicata al tema della scrittura. Piacere e difficoltà e importanza di scrivere.
Concludiamo il corso con una lezione dedicata alla lotta con le parole. Espressione di Mann in cui immagina Schiller drammaturgo alle prese col foglio bianco, blocco dello scrittore.
Difficoltà di scrivere. Il racconto si intitola "Un'ora difficile" e recita: si alzò dallo scrittoio disperato e a testa bassa va all'angolo opposto della stanza vicino alla stufa, vi pose la mano ma erano freddi, mezzanotte era passata da un pezzo. Sbattendo le palpebre volge le spalle all'opera da cui era fuggito. Sempre daccapo. Era
forse creatura infelice e consacrata alladisperazione? Allontanarsi materialmente dallo scritto gli fa guadagnare prospettiva.Abbandona luogo della lotta ed ha effetto eccitante innocua. In Mann confronto tra Schiller eGoethe. Così come confronto tra tolstoj e dostojevski. Tolstoj e goethe sono scrittore felice etalentuoso, dostojevski e schiller sono scrittore marginale malato. Che non ha la pienezza deltalento. Scrittore – giraffa. Dostojevski e schiller partoriscono nel dolore. Spesso abbiamo ideadel talento che sicuramente riguarda alcuni grandi scrittori come naturale e facile, in realtà piùdelle volte non è così, la scrittura è una conquista. Per raggiungere le vette più alte occorre lapazienza. Rilke è riferimento scelto da Etty. Dedichiamo la lezione al percorso fatto da Hillesumguidata da Rilke per diventare una scrittrice. Sua vita fu brevissima, non riesce a dare formache voleva al diario e alle lettere maSpier. Etty si ispira a Rilke per trovare la sua voce come scrittrice. Nel diario, Etty esplora i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue esperienze. Scrivere diventa per lei un modo per dare forma e senso alla sua vita. Nonostante le sue insicurezze, Etty aspira a diventare una scrittrice e cerca di scrivere con eleganza e correttezza. Il diario diventa un mezzo terapeutico per esprimere le sue turbamenti e inquietudini.Franz Capus, un 17enne allievo di accademia militare che si rivolge a Rilke per avere giudizio sui suoi versi. Venerava Rilke e gli invia i suoi versi chiedendogli un giudizio franco. Fanno da sfondo a annotazioni nel diario di Etty sulla scrittura. Lei legge le lettere che Rilke invia a Capus "Lettere a un giovane poeta" pubblicate da Adelphi, le legge come se fossero indirizzate a lei. Sfondo per comprendere riflessioni di Etty sulla scrittura. Dobbiamo considerare il diario come una sorta di laboratorio di scrittura in cui Etty mette alla prova il proprio talento. Una prova che risulta molto difficile. Subito dopo la lettera che apre il diario troviamo la notazione "non è facile penetrare con le parole fino al fondo delle cose". Eco di notazione di Rilke che si trova nella prima lettera che invia a Capus. Cose non si lasciano afferrare e dire come si vorrebbe far credere. Più indicibili di tutto sono le opere d'arte, la cui vita accanto alla nostra che.svanisce perdura. Voi guardate fuori verso l'esterno e questo soprattutto non dovreste fare. Nessuno vi può consigliare. C'è una sola via, penetrate in voi stessi, ricercate la ragione che vi chiama a scrivere. Nell'ora più