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Il numero di situazioni possibili

Il numero di situazioni possibili è 2 elevato alla n, dove n è il numero di enunciati semplici che si considerano (con tre enunciati ho otto possibilità, con quattro ne avrei sedici..). Per comodità, si parte a considerare sempre le condizioni di verità: in caso di due enunciati avrò nella prima colonna prima due situazioni vere e poi due false, mentre nella seconda colonna avrò prima una condizione vera e poi, alternate, una condizione falsa, una vera e un'altra falsa. Con tre enunciati semplici avrò nella prima colonna prima quattro condizioni vere e poi quattro false, nella seconda colonna due condizioni vere, due false, due vere e altre due false e, infine, nella terza colonna partirò da una situazione vera alternando continuamente una situazione vera e una falsa.

1a) "Maria si è spostata ed è rimasta incinta."

1b) "Maria è rimasta incinta e si è"

siamo portati a interpretarli in modo diverso. Per risolvere questo problema, possiamo utilizzare i tag html per evidenziare le frasi e le parole chiave nel testo. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:

"Maria si è sposata."

In logica, affinché la congiunzione in 1a sia vera è necessario e sufficiente che entrambi i congiunti siano veri, ossia che sia vero che Maria si è sposata e che sia vero che Maria è rimasta incinta. Non importa in che ordine si sono verificati i due eventi: la logica affida lo stesso significato ad 1a e ad 1b.

Per il linguaggio naturale, invece, le due frasi non hanno proprio lo stesso significato, perché ci fanno pensare a cose diverse (nel primo caso pensiamo a Maria che, dopo essersi sposata, è rimasta incinta; nel secondo caso, Maria si è sposata perché è rimasta incinta).

Allo stesso modo "Gianni è caduto e si è rotto la gamba" ci fornisce un significato diverso da "Gianni si è rotto la gamba ed è caduto". Bisogna quindi spiegare come mai, quindi, la logica si accontenta della verità di entrambi gli enunciati semplici mentre per il linguaggio naturale...

In questo modo, le frasi sono evidenziate dai tag

che indicano un paragrafo, mentre le parole chiave sono racchiuse tra virgolette.bisogna aggiungere qualcosa in più. Una prima spiegazione potrebbe essere il fatto che la logica non può spiegare il linguaggio naturale, ma è troppo radicale. La logica tratta le condizioni sufficienti e minimali per la verità o la falsità dell'enunciato complesso, mentre nelle nostre conversazioni noi abbiamo un contesto più ampio e seguiamo le cosiddette regole conversazionali di Grice. Una di queste regole, appartenente alla categoria del modo di dire le cose, dice che, nel riferire qualcosa, si devono rispettare i rapporti temporali, e quindi l'ordine temporale degli eventi che si sono verificati. Chi parla deve essere ordinato nel riferire gli eventi. Noi, conoscendo e utilizzando implicitamente questa regola, interpretiamo quello che ci viene detto aspettandoci che gli eventi riferiti prima siano eventi che, temporalmente, si sono verificati prima degli altri. La logica non si interessa a questi significati, elimina la

La cosiddetta implicatura definita da Grice, si interessa solamente alla verità delle situazioni. Anche perché, in alcuni casi conversazionali, non c'è quel "qualcosa in più" da interpretare. Quindi la logica dovrebbe definire diversi tipi di congiunzione (quella in cui P^M è vera se P ed M sono vere e P è avvenuto prima di M, quella in cui M dev'essere avvenuto prima di P, quella in cui P dev'essere la causa di M...) e considerare numerose situazioni possibili in più. Per evitare tutto questo, si considera il significato dato dalla logica alla congiunzione come il significato base (o minimale), e si afferma che, per cogliere durante le conversazioni quel "qualcosa in più", gli individui fanno riferimento a delle implicature e delle massime conversazionali. La regola sintattica quattro dice che "Se P ed M sono formule ben formate, allora la loro disgiunzione è una formula ben formata".

In pratica dice che è possibile formare la disgiunzione di due asserti. Possibili situazioni di "Piove o hanno innaffiato le piante":

  • è vero che piove ed è vero che hanno innaffiato;
  • è vero che piove e non è vero che hanno innaffiato;
  • non è vero che piove ed è vero che hanno innaffiato;
  • non è vero che piove e non è vero che hanno innaffiato.

Piove Hanno innaffiato le piante Piove v Hanno innaffiato le piante

V V V
V F V
V F F
F V V
F F F

Si dice che la disgiunzione è sempre vera tranne quando i disgiunti sono entrambi falsi: basta che uno dei due disgiunti sia vero per garantire la verità della disgiunzione.

In logica la disgiunzione è interpretata inclusivamente, quindi nel linguaggio naturale, invece, la disgiunzione è interpretata in maniera esclusiva, ovvero è considerata vera solo quando uno dei due disgiunti è vero, non entrambi e non nessuno. Anche in

questo caso siconsidera la disgiunzione inclusiva come il significato minimale, mentre la disgiunzioneesclusiva richiede l'utilizzo delle regole conversazionali di Grice: il fatto di dire "P o M"implica che non si preveda di realizzare entrambe, altrimenti si sarebbe dovuto dire "P edM". Per la logica questo non conta: la disgiunzione di due asserti semplici è vera quando82almeno uno degli asserti semplici è vero. Se sono veri entrambi, la condizione di base èsoddisfatta, quindi la disgiunzione è vera.Ma non sempre conversazionalmente la disgiunzione viene considerata esclusivamente:"Gianni ha deciso di organizzare una cena a casa sua con alcuni suoi compagni di corso. Luicucinerà le lasagne, e chiede agli invitati di portare del vino o il dolce. Antonio è uno degliinvitati, e decide di accontentare la richiesta di Gianni."Il 95% dei soggetti a cui viene proposto questo testo afferma che Antonio

porterà solo il vino o solo il dolce, non entrambi. Quindi, in questo caso, la disgiunzione viene considerata esclusivamente.

Ora consideriamo invece il testo: "Un magnate di Brugherio ha deciso di istituire una borsa di studio per coprire parte delle spese universitarie, e quindi pubblica un bando per valutare le richieste. Nel bando è specificato che possono presentare richiesta per la borsa di studio studenti con una media superiore al 27 o con un reddito ISEEU inferiore ai 14.000 euro. Gianni è uno studente che ha la media del 28/30 e un reddito di 12.300 euro."

Interpretando in maniera esclusiva questa disgiunzione, Gianni non dovrebbe prendere la borsa di studio, perché soddisfa entrambe le condizioni e non solamente una. Il numero di soggetti che, invece, considera in maniera inclusiva questa disgiunzione si aggira intorno all'87%. Quindi esistono dei casi in cui, anche durante una conversazione, i soggetti interpretano in maniera inclusiva una disgiunzione.

Anche in questo caso, quindi, è meglio considerare l'interpretazione inclusiva della disgiunzione come il significato di base, e l'interpretazione esclusiva come il significato ottenuto in modo conversazionale attraverso implicature e massime conversazionali (noi implichiamo che il nostro interlocutore stia rispettando la massima conversazionale dell'essere il più informativo possibile: se il nostro interlocutore intende fare sia P che M, non utilizzerà una disgiunzione, ma una congiunzione, più informativa di quello che vuole comunicare). La regola sintattica cinque dice che: "Se P ed M sono formule ben formate, allora il loro condizionale è una formula ben formata"; quindi è possibile connettere tra loro due asserti per formare il condizionale "Se P, allora M". Un esempio è "Se piove, l'erba si bagna". Abbiamo quattro situazioni possibili: - è vero che piove ed è veroche l'erba si bagna; • è vero che piove e non è vero che l'erba si bagna; • è falso che piove ed è vero che l'erba si bagna; • è falso che piove ed è falso che l'erba si bagna. Nella prima situazione il condizionale è chiaramente vero, poiché i due asserti semplici sono veri; nella seconda situazione, invece, il condizionale non è vero, perché, al verificarsi di P, non si ha la realizzazione di M. Negli ultimi due casi, invece, il condizionale è vero: in logica, un condizionale è vero quando entrambe le formule semplici sono vere oppure quando l'antecedente è falso. Questo perché, se non si verifica P, noi non possiamo dire che, in presenza di P, non si verifichi M. Anche in questo caso, come per la congiunzione e per la disgiunzione, il significato che la logica attribuisce al condizionale dà luogo a interpretazioni che, tradotte nel linguaggio naturale,

appaiono inverosimili. Abbiamo visto infatti che è sufficiente che un condizionale abbia un antecedente falso oppure il conseguente vero per rendere vero l'intero condizionale.

Piove → L'erba si bagna

Piove L'erba si bagna Piove → L'erba si bagna
V V V
V F F
F V V
F F V

La tavola di verità del connettivo "→", tuttavia, non può cogliere conto dell'interpretazione dei controfattuali, che hanno antecedenti falsi: "Se Hitler avesse invaso l'Inghilterra, avrebbe vinto la guerra" e "Se Hitler avesse invaso l'Inghilterra, non avrebbe vinto la guerra" risultano entrambi dei condizionali veri, poiché entrambi hanno l'antecedente falso.

Ma anche con condizionali indicativi, si ottiene il risultato paradossale che qualsiasi antecedente falso rende un condizionale vero, e che qualsiasi conseguente vero rende un condizionale vero.

Ad esempio: "Se il 14/12/09 è un martedì, gli scapoli sono

sposati.”“Se Gigi viene in tram, allora gli scapoli non sono sposati.”Questi condizionali sono ovviamente impossibili da udire in una conversazione normale tradue interlocutori, ma anche stavolta si può adottare un approccio pragmatico di Grice: simantiene il significato del connettivo, e si spiega la devianza di questi esempi affermandoche un parlante deve avere una valida motivazione per affermare un certo condizionale.La regola sintattica sei dice che: “Se P ed M sono formule ben formate, allora il lorobicondizionale è una formula ben formata”; viene quindi affermato che è possibilecombinare tra loro due asserti per formare il bicondizionale.La semantica è composizionale, e assegna un valore di verità alla formula complessa delbicondizionale a partire dal valore di verità delle formule componenti P ed M. Un esempioè: “L'acqua bolle se e solo se raggiunge i cento gradi”. Abbiamo quattro

possibili situazioni:
  • È vero che l
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A.A. 2011-2012
89 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Zanna15 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia della mente e del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Cecchetto Carlo.