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Cap.2 EQUIVOCI E TENSIONI NEL RAPPORTO TRA MULTICULTURALISMO E FEMMINISMO

Nell'era della globalizzazione e delle grandi migrazioni di massa, si dibatte sempre di più sull'universalità dei diritti umani proprio per l'affermarsi della pluralità culturale. Alcuni ritengono che i diritti umani siano il prodotto della cultura occidentale e quindi estranei alle altre culture, soprattutto a quelle del Sud del mondo. In America ed in Europa si pensa che la libertà politica e la democrazia siano proprie dell'Occidente e quindi non appartengano all'autoritarismo asiatico.

Nella storia dell'Occidente le differenze sono state gestite in base a due modelli: la "soluzione per sottrazione" in cui le differenze sono rimosse per ricercare una radice comune per gli uomini e per le culture identificando nei diritti dell'uomo ciò che li unisce tutti; la "soluzione che riconosce le differenze e le somma in un insieme di regole".

addizione”procedurali di difficile definizione. Le convinzioni sulla superiorità dell’Occidente accomunano paradossalmente due visioni opposte: 1. visione di coloro che predicano la supremazia culture xgiustificare ogni forma di colonizzazione; 2. visione di coloro che si richiamano al proprio diritto all’autodeterminazione e all’autonomia culturale x respingere l’imperialismo del sistema internazionale dei diritti umani e giustificare, nella propria cultura, ogni tipo di violazione dei diritti della persona. Fra qste due visioni si pongono vari punti di vista in cui si sviluppano nuovi diritti: i diritti delle minoranze e il diritto dell’identità culturale. Secondo Ignatieff c’è la necessità di cambiare il senso della costituzionalità dei diritti, non + determinabili in base alla piena appartenenza al proprio nucleo originario, ma in base all’autonomia individuale.emancipare la libera capacità di agire (agency) presente in tutte le culture. Dunque i diritti umani sono diventati globali diventando locali, considerando ciò culture e visioni del mondo indipendenti dall'Occidente x sostenere le battaglie della gente comune contro gli Stati ingiusti e le pratiche sociali oppressive. La Okin afferma che la difesa delle identità culturali, obiettivo centrale del multiculturalismo, minaccia di "blindare" il contenuto delle identità culturali minoritarie, in quanto gran parte di esse si basa su costumi tradizionali e patriarcali che pongono le donne in uno stato di subordinazione. In evidenzia il contrasto tra la difesa delle culture altre dall'estinzione e questo modo la Okin dall'inglobamento nella società contemporanea occidentale e la difesa degli individui deboli in quelle culture che potrebbero guadagnare l'emancipazione dall'inserimento e dall'integrazione. La convivenza di

Culture diverse nelle nostre società hanno suscitato una serie di questioni alle quali l'alternarsi di chiusure e di aperture al dialogo delle società democratiche hanno risposto.

Per quanto riguarda la teoria politica, è importante distinguere fra problemi interni alle società democratiche nati dall'incontro con culture altre, e problemi delle società in via di sviluppo che spesso non hanno nessun tratto distintivo delle società democratiche e non ne riconoscono i precisi doveri.

Nelle società democratiche vi è l'obbligo di trattare egualmente i cittadini senza fare distinzioni e da questi obblighi ne consegue che le istituzioni liberali devono essere aperte ed ospitali per essere giuste.

Tuttavia bisogna sottolineare che viene data più importanza al rispetto dei diritti fondamentali dei singoli (il diritto alla vita, all'integrità fisica, all'istruzione) che alla protezione dell'identità culturale. Inoltre,

immigrati di indossare il velo islamico nelle scuole pubbliche. Questo dibattito ha evidenziato le difficoltà nel conciliare la libertà religiosa con i principi di laicità dello Stato. Negli anni '90, in molti paesi europei si sono verificate tensioni legate alla pratica della mutilazione genitale femminile, praticata in alcune culture. Questo ha portato a una riflessione sulle differenze culturali e sui diritti delle donne. Negli ultimi anni, si è assistito a un aumento delle richieste di tutela delle culture altre, che spesso si scontrano con i principi di uguaglianza e non discriminazione. Ad esempio, si sono verificati casi di discriminazione nei confronti delle donne musulmane che indossano il velo in ambito lavorativo. Tuttavia, è importante sottolineare che il multiculturalismo può anche essere un'opportunità per la valorizzazione delle diversità culturali e per la promozione dei diritti delle donne. Ad esempio, molte donne immigrate si sono organizzate in associazioni per difendere i propri diritti e per promuovere la parità di genere all'interno delle loro comunità. In conclusione, il multiculturalismo presenta sfide e tensioni nel rapporto tra culture altre e società liberali, ma può anche essere un'opportunità per la promozione dei diritti delle donne e per la valorizzazione delle diversità culturali. È necessario trovare un equilibrio tra il rispetto delle differenze culturali e l'attuazione dei principi di uguaglianza e non discriminazione.

Ragazze maghrebine di frequentare la scuola portando il velo. I difensori dell'educazione laica si schierarono con alcune femministe e con i nazionalisti dell'estrema destra, gran parte della sinistra tradizionale rivendicò il rispetto per la diversità accusando gli avversari di razzismo. Nello stesso momento però l'opinione pubblica rimase in silenzio su un problema ancora più importante per molte immigrate francesi di origine araba o africane: la poligamia, che era stata consentita dal governo francese (secondo le stime 200mila famiglie parigine sono attualmente poligame). Quando però i cronisti intervistarono le mogli si scoprì che queste subivano la poligamia considerandola una istituzione inevitabile e a malapena sopportabile nei loro paesi come in Francia. Gli appartamenti sovraffollati, le violenze tra le mogli e tra i figli e la conseguente tensione sul welfare, hanno spinto il governo francese a riconoscere solo una moglie e annullare tutti gli altri matrimoni.

Ma cosa succede a tutte le altre mogli e agli altri figli? Il governo francese se n'è lavato le mani. In Germania, nell'agosto del 1997, una ragazza di 18 anni morì bruciata dal padre perché aveva rifiutato di sposare l'uomo che lui le aveva scelto. Il tribunale tedesco concesse all'uomo una riduzione di pena affermando che aveva agito nel rispetto della propria cultura e della propria religione. Qualche anno fa negli Usa un tribunale assolse un padre di origine siciliana che abusava della figlia affermando che egli praticava le proprie tradizioni culturali. Di recente, dopo il divieto del velo in Francia, anche in Gran Bretagna si avvertono crescenti segnali di intolleranza e di insofferenza per il "diverso" evidenziati dallo spirito antiislamico dopo i fatti dell'11 settembre. Nei primi mesi del 2004, l'approvazione in Francia di una legge che proibiva l'ostentazione dei (soprattutto il velo islamico) aveva diviso.

L'opinione pubblica occidentale: la maggior parte di essa accusava la Francia di eccesso di statalismo ed integralismo laico e considerava la legge francese illiberale, un attacco al multiculturalismo e alla possibilità di convivenza fra i gruppi e culture diverse.

Alla Francia si contrapposero l'America e la Gran Bretagna dove l'integrazione non era ancora entrata in contraddizione col multiculturalismo. Tuttavia, proprio in Gran Bretagna, una delle del multiculturalismo, Trevor Philips, presidente della Commissione x l'eguaglianza delle razze, afrocaraibico, laburista ed amico di Tont Blair, in un articolo pubblicato sul "Times" ha espresso la sua opposizione al multiculturalismo indicandone i pericoli ed affermando che multiculturalismo non significa che ciascuno può fare quel che vuole in nome della sua cultura, tale fenomeno sta incoraggiando le separazioni tra i gruppi e alimentando i conflitti.

Etnici x qsto bisognasostituirlo con una attiva politica di integrazione degli immigrati. Qsta affermazione di Philips è legata a un episodio verificatosi qualche giorno prima qndo alcuni giovani musulmani avevano "Corrierebruciato la bandiera inglese davanti alle moschee. In Italia qsto articolo è stato ripreso dal della Sera" in cui Angelo Panebianco, che ha sostenuto le posizioni di Philips, ha sottolineato che in Italia si confonde la multietnicità, che è un fatto, con il multiculturalismo che invece è un progetto. Abbandonare qsto progetto non significa che gli immigrati devono rinunciare a tutte le loro usanze, ma negare protezione legale solo a quelle usanze che risultano incompatibili con i nostri principi liberali; cmq fare in modo che gli immigrati adattino i loro costumi e credenze x renderli coerenti con i principi e le regole della convivenza civile. Da tutto ciò consegue che il multiculturalismo legittima le + crudeli

manifestazioni di razzismo differenzialista e si lega con gli autoritarismi politici e religiosi che credono di avere il diritto di decidere per i gruppi omogenei. La pretesa di considerare le culture come sistemi omogenei e intoccabili indebolisce le opposizioni al loro interno e le voci dei soggetti oppressi.

Il fronte intellettuale delle donne è intervenuto su queste problematiche sostenendo che gli immigrati non rappresentano più delle minoranze disposte ad integrarsi il più rapidamente possibile nel paese ospitante, ma hanno sempre più difficoltà a trovare un lavoro, una casa, il benessere. A ciò si aggiungono la mancanza di spazi e l'odio sempre più profondo verso l'Occidente ricco e incapace di ridistribuire la ricchezza che porta a chiudersi nella propria comunità e ritornare alle proprie usanze per proteggersi o, nel caso peggiore, di attaccare quel mondo che si percepisce come estraneo ed ostile.

Tra le proposte per risolvere questi problemi abbiamo:

  • La

Capacità di mettere in discussione una visione della storia che indica nella civiltà occidentale, al di sopra di tutte le altre, il punto di confronto obbligato per tutte le culture. Su questa scia ci si collega a Selim Abou il quale ha sostenuto che l'Europa, convinta della propria superiorità, ha esteso i benefici della propria civiltà agli altri continenti: in nome del progresso, ha giustificato la sua opera annientatrice della colonizzazione che in realtà si alimentava del duplice appetito del dominio politico e dello sfruttamento economico.

La possibilità della dialettica, cioè della contraddizione e del conflitto, che sono tra i fattori indispensabili in una società in cui le diverse culture entrano in contatto in modo più deciso che nel passato. All'integralismo di alcuni liberali bisogna dunque contrapporre l'idea della possibilità di costruire il processo di integrazione, pur conservando le differenze.

Rinnovare la curiosità per il diverso per poter attingere dalla cultura altrui e da quei loro aspetti che possono solo arricchire la nostra.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
30 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BalboFonseca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Marino Fabio.