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CASI GIURISPRUDENZIALI
Sentinelle del muro: dicembre 1984, Berlino // muro di Berlino dal 1961, due blocchi
(influenza occidentale e influenza sovietica), costruito per bloccare il gran flusso di
persone che fuggivano; 2 muri separati da 30 m con una barriera metallica, con sistema di
allarme, luci e torrette di guardia annesse // Michael decide di scappare scavalcando il
muro, viene subito visto dall’ufficiale alla torretta che fa partire l’allarme e le luci, il
sottufficiale ordina a un soldato di scendere dalla torretta per bloccare Michael, e intimano
a Michael di fermarsi, che però continua la sua corsa e riesce a superare la rete di
sorveglianza, e a quel punto gli intimano ancora di fermarsi sparando in aria. Michael
arriva al secondo muro e comincia a scavalcare, e a quel punto le 2 guardie sparano 52
colpi, di cui solo 2 colpiscono Michael che cade a terra, urla e chiedono soccorso. Viene
trasportato a una baracca e nascosto (la zona di Berlino ovest era molto urbanizzata, e
spesso il muro era costruito a ridosso di edifici), senza soccorso per almeno 2 ore, finché
alle 5 del mattino fanno arrivare un furgoncino che trasportano Michael all’infermeria della
guarnigione, che è lontano da lì, e quando arriva lì è già morto // se Michael fosse stato
soccorso prima, sarebbe sopravvissuto, questa notizia arriva anche sui giornali di Berlino
est, con le 2 guardie premiate perché hanno fatto il loro dovere
1989 → cade il muro e Germania riunificata, nei primi anni Novanta casi come
quelli di Michael vengono sottoposti a giudici penali, l’accusa e la condanna alle
guardie è quella di omicidio volontario, Corte penale federale (nostra Corte di
Cassazione) vs difesa delle guardie e alla fine si decide di portare la questione
alla Corte Costituzionale tedesca, che conferma le condanne // condannati per
qualcosa che era accaduto prima dell’arrivo della nuova Germania
Sono intervenuti diverse concezioni del diritto:
→ le sentinelle obbedirono a un ordine applicando il diritto
Corte penale federale
vigente: art. 27, comma 2 della Legge sui confini // norma permissiva con
causa di giustificazione che rimuove un obbligo precedente o impedisce
obblighi futuri imposti da un’autorità sottordinata, ma c’è un elemento
ambiguo (“l’uso delle armi da fuoco”, che può essere N1 “uso di armi da fuoco
al fine di dissuadere l’individuo a superare il confine”, ma potrebbe anche
essere N2 “uso di armi da fuoco per uccidere quella persona”), se fosse N2
allora rimuoverebbe il divieto di uccidere (stesso motivo per cui la legittima
difesa è giusta per certi versi)
Applicano però la formula di Radbruch (famoso penalista): inciso di un articolo post ww2
che commentava i processi dei nazisti [“Gesetzliches Unrecht (torto legalizzato) und
übergesetzliches Recht (diritto sovralegale)”, titolo che si riferisce al diritto nazista, ovvero
un diritto legale nella Germania nazionalsocialista con contenuto però moralmente
aberrante, come togliere la personalità giuridica a categorie di persone] // quando il diritto
positivo diventa intollerabilmente ingiusto non è più valido! Ma confine tra giusto e
ingiusto? “Nei casi in cui la giustizia non venga in alcun modo perseguita dal legislatore e
l’uguaglianza viene consapevolmente negata, lì la legge non solo diventa diritto ingiusto
ma perde addirittura la sua natura di diritto”. Il limite della tollerabilità viene oltrepassato
quando l’ordinamento non persegue la giustizia e l’uguaglianza nel suo complesso!
La corte penale federale dice che l’art. 27, comma 2 è incompatibile con alcuni principi di
giustizia universali riconosciuti in moltissimi trattati e carte internazionali (diritto alla vita,
libertà), ergo quella legge è stata formulata in modo intollerabilmente ingiusta, ergo perde
il carattere di diritto, annullata, quella norma non è mai esistita! Quindi non c’è mai stata
quella causa di giustificazione, ciò che hanno fatto quelle guardie è omicidio.
[giusnaturalismo, esiste un diritto naturale che il giudice deve applicare]
Polemica: è la giustizia dei vincitori! Altri dicono che fosse solo un altro modo per lavare
via la colpa metafisica della Germania
→ le condotte delle guardie furono moralmente riprovevoli, ma il giudice
Difesa
deve applicare il diritto vigente al tempo del fatto commesso e non la morale! Il
giudice non può tirare fuori un diritto sovralegale, principi universali e sulla
base di ciò condannarli, il giudice deve fare solo ciò che la legge gli chiede di
fare, non ciò che gli dice di fare una presunta autorità morale come la Bibbia
ecc. // evidente violazione del principio di irretroattività della legge penale (art.
103)! Condannati in base ad una legge creata ad hoc dopo il fatto commesso!
[giuspositivismo, il diritto nasce da fatti sociali]
→ la Costituzione tedesca contiene principi che esprimono
Corte Costituzionale
valori morali (vita e libertà), e quindi se i miei parametri della mia
costituzionalità sono questi, allora la decisione della Corte penale federale è
funzionale a realizzare questi valori // ma tra questi principi c’è anche quello di
irretroattività, ergo si dovrebbe fare una gerarchia assiologica, ma la Corte
Costituzionale dice che non ce n’è bisogno, la decisione della Corte penale non
viola la norma (che può essere interpretato in modi diversi), a cosa serve il
principio di irretroattività? A tutelare i principi supremi dello Stato
costituzionale di diritto (principio democratico in base al quale la legge è
espressione della sovranità popolare, separazione dei poteri e di sottoposizione
del Parlamento alla Costituzione). Nella Germania dell’Est c’era la democrazia,
la separazione dei poteri e la sottoposizione del Parlamento alla Costituzione?
NO! Ergo se uso il principio di irretroattività in questo modo lo userei per
salvare un regime dittatoriale, contro le sue stesse funzionalità. Ergo
confermate accuse e condanne. [neocostituzionalismo]
Come si risolvono i conflitti tra diritto e morale? Sviluppando teorie su cosa siano morale e
diritto (esiste una morale in senso oggettivo?) // 3 teorie che cercano di rispondere alla
domanda “cosa devono fare gli operatori giuridici in caso di conflitto tra diritto e morale, in
particolare i giudici, in termini di interpretazione e applicazione di diritto immorale?”:
1. (o giusnaturalismi, molte posizioni varie) → [posizione di
Giusnaturalismo
Brownsword & Beyleveld, Finnis, Alexy] presenta 3 tesi fondamentali:
● → le caratteristiche distintive del diritto
1° tesi sul concetto di diritto
positivo (posto dal legislatore) dipendono da un ordine giuridico
naturale // il diritto non è limitato solo a quello posto dal legislatore,
accanto al diritto positivo vi sono altre norme che non
necessariamente sono state poste dal legislatore, ovvero quelle
che appartengono al cosiddetto ordine naturale delle cose. Per
ordine naturale s’intende diritto naturale, cioè la morale oggettiva.
Non è un’inter-dipendenza, in caso di conflitto l’ordine giuridico
naturale prevale.
● → sussiste una connessione
2° tesi sulle relazioni fra diritto e morale
necessaria fra diritto e morale // se un diritto positivo non dovesse
connettersi in qualche modo alla morale allora perde la sua natura
di diritto in senso proprio (ovvero il diritto che non persegue la
giustizia diventa un mero strumento di oppressione)
● → i giudici e gli operatori giuridici devono,
3° tesi sull’interpretazione
se possibile, interpretare il diritto positivo in modo da renderlo
conforme all’ordine naturale (cioè alla morale oggettiva) // piegare
l’intenzione dell’operatore giuridico a questi principi che
appartengono alla morale oggettiva (interpretazione dell’art. 27
comma 2, “uso di armi da fuoco al solo fine di dissuadere”, puoi
solo sparare in aria e non puoi uccidere)
I giusnaturalisti si dividono in 2 categorie (dissensi sulla 2° tesi):
● → dice che il diritto non conforme
Giusnaturalismo esclusivo
all’ordine naturale non è diritto in senso pieno, ma cosa vuol dire
“in senso pieno”? // 2 accezioni:
- ⇨ il diritto naturale prevale e la norma positiva viene
Forte
invalidata, il legislatore che la applica è un cattivo legislatore
(un diritto immorale non fornisce ragioni per agire).
Brownsword & Beyleveld: il diritto è un insieme di norme,
ragioni per agire, capacità di agire (agency), ma non tutte le
azioni sono azioni in senso stretto, per essere davvero agency
dev’essere un’azione razionale, intenzionale, un agire orientato allo
scopo, altrimenti non saremmo diversi dagli animali // l’agency e la
razionalità mezzo-fine richiedono delle precondizioni per agire
(principio di coerenza generica nel rispettare i diritti altrui), come
libertà e benessere, ex: voglio rinnovare il mio guardaroba, ho
bisogno di libertà di muovermi, benessere materiale (cioè soldi);
voglio sposarmi, benessere psicofisico; se cadono allora cadono le
condizioni per agire, un’azione che va a ledere libertà e benessere è
una forma di sopruso, perché tutti gli esseri umani devono essere
messi nelle condizioni per agire. Negare libertà e benessere è
assoggettamento strumentale e violare il principio di coerenza
generica. Da libertà e benessere derivano una serie di principi che
costituiscono il diritto naturale. → se io ritengo che qualcosa sia
Principio di universalizzazione
giusto per me allora ritengo che quel qualcosa sia giusto
anche per gli altri, le norme/principi morali devono avere
validità universale
- ⇨ se una norma è emanata da autorità legittima ed è
Debole
compatibile con le norme sovraordinate, è valida anche se
ingiusta, ma non è obbligatoria (perché non giustificata dal
lex iniusta non est lex).
diritto naturale, concezione di Se i
destinatari di una norma non obbligatoria sono i giudici vuol
dire che è disapplicabile, se i destinatari sono i cittadini allora
vuol dire che può non essere rispettata: Finnis, come Hart,
parte sempre dalle ragioni per agire e dall’insieme di norme
dal punto di vista interno (chi le usa come ragioni per agire),
e sostiene che ci sono alcune ragioni per agire
centrali/paradigmatiche (capaci di giustificare tutte le altre
ragioni):
❖ l’ordine giuridico è un ideale morale o addirittura una richiesta
di giustizia, ergo la mora