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Assoluti Morali, John Finnis
Il capitolo col tema della contraccezione. Quali sono le considerazioni che Finnis fa? In questo tema si vede bene come l'applicazione di categorie morali che fanno riferimento al riconoscimento di assoluti, cioè di principi non derogabili, da un lato, oppure l'applicazione di un'etica relativa, producono delle conseguenze molto differenti nella valutazione sensibile come questa. Uno degli aspetti su cui delle volte c'è confusione è il terreno che contrappone il concetto di artificiale con quello di naturale. In altre parole alcuni pensano, errando, che l'argomento fondante per cui il magistero cattolico giudica illecite le condotte contraccettive, si fonderebbe sull'artificialità. Ma questo è un ragionamento infondato poiché il problema è piuttosto quello di un tradimento oggettivo del significato dell'atto sessuale. Questa dottrina si fondasull'affermazione che.L'essere umano ha una natura, e se l'uomo esprime la sua umanità in modo profondamente vero, la rispetta. Quindi l'elemento che contraddistingue l'intenzione contraccettiva, è un elemento che separa l'effetto procreativo dell'atto e l'atto stesso. Allora se io mi ponessi in una prospettiva che condividesse l'etica proporzionalista potrei trovare molte obiezioni a questo modo di ragionare, perché il fondamento della liceità di un atto sta in un ragionamento articolato sulle conseguenze, obiettivi e scopi; allora obiettivi conseguenze e scopi della scelta contraccettiva potrebbero essere più che fondati (pianificazione nascite..); però il problema non è di disconoscere queste buone ragioni, quanto di ricondurre la riflessione morale al fatto che esiste una natura intrinseca di quell'atto che si compie, e che questo atto viene profondamente snaturato se viene artificiosamente svincolato dalle
sposi anche nella loro dimensione emotiva e spirituale, è anche aperto alla possibilità della procreazione. Questa connessione inscindibile tra l'unità e la procreazione nell'atto coniugale è considerata dalla dottrina cattolica come un dono di Dio e un elemento essenziale per la comprensione della sessualità umana. La dottrina cattolica sottolinea quindi l'importanza di vivere la sessualità all'interno del matrimonio, in conformità con la volontà di Dio e con il rispetto della dignità umana. Questo implica il rifiuto di pratiche contraccettive artificiali, che vengono considerate come una violazione della natura stessa dell'atto coniugale. La dottrina cattolica riconosce che seguire questa prospettiva etica può richiedere sacrifici e impegno da parte dei coniugi. Tuttavia, Paolo VI sottolinea che questa dottrina è fondata sulla volontà di Dio e sulla connessione inscindibile tra l'unità e la procreazione nell'atto coniugale. In conclusione, la dottrina cattolica sulla sessualità e la procreazione si basa sulla visione di un atto coniugale che unisce gli sposi in modo profondo ed è aperto alla possibilità della procreazione. Questa dottrina richiede un impegno e un sacrificio, ma viene considerata come una via per vivere la sessualità in conformità con la volontà di Dio e con il rispetto della dignità umana."Sposi li rende atti alla generazione di nuove vite secondo leggi scritte nell'essere stesso dell'uomo e della donna. Salvaguardando questi due aspetti, l'atto coniugale conserva integro il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all'altissima vocazione dell'uomo alla paternità."
Aggiungerei che l'illiceità degli strumenti contraccettivi è collegata all'intenzione con cui il mezzo è utilizzato. Ad esempio, la pillola in alcune circostanze può essere usata per scopo terapeutico. In questa situazione non si verifica l'atto illecito.
In conclusione, questo esempio richiama l'effetto molto chiaro dell'accettazione della dottrina degli assoluti morali che mette in evidenza la differenza che sussiste fra l'accettazione di questa dottrina e l'acquisizione di una posizione di carattere proporzionalista.
Filosofia 19 Aprile A
Passo dell'enciclica sull'unione europea
Benedetto XVIDiscorso pronunciato in occasione dei 50 anni dei trattati di Roma, che sono trattati istitutivi dell'Europa.
Il pontefice evidenzia come la fondazione di questa realtà di unione di stati è data da caratteri morali, filosofico-giuridico, e antropologico. Nell'introduzione dice "Questo continente ha percorso un lungo cammino che ha condotto alla riconciliazione di oriente ed occidente legati da una storia comune ma separati da una cortina di giustizia". Qui il papa si riferisce a questi due polmoni che nella storia del 900 sono stati separati in due blocchi in seguito alle conseguenze della guerra fredda e della conferenza di Yalta. Questo ha inciso molto nelle vicende dell'Europa.
Continua: "In questi anni si è avvertita sempre più l'esigenza di stabilire una connessione tra l'esigenza economica e l'esigenza sociale." Qui il papa riconosce l'esistenza della preoccupazione di trovare un
equilibrio tra il libero mercato e le esigenze sociali. Poi inizia il primo passaggio critico che muove dal trend demografico del nostro continente. E' un continente a saldo demografico negativo. Questo dato è oggetto di un giudizio che il papa osserva come "potrebbe portarla al congedo con la storia". C'è un dettaglio, ossia che il futuro di qualsiasi istituzione umana passa per il fatto che in quel futuro ci siano degli esseri umani. L'Europa è minacciata da questo trend e i paesi hanno un tasso di fecondità tra i più bassi al mondo. Da un punto di vista numerico significa che in assenza di flussi migratori, il popolo italiano è destinato a scomparire. Questi meccanismi sono lenti ma hanno un forte livello di inesorabilità, ossia, quando prendono una piega, molto difficilmente possono essere corretti, perché si innesta un meccanismo dove far risalire il trend è impossibile. Qui osserviamo che
questo andamento della popolazione innesta altri meccanismi come la migrazione, che portano con loro anche una serie di problemi. Il papa parla di congedo con la storia, perché se ci si dimentica di questo fatto, si costruisce un'impalcatura istituzionale dimenticandosi che la finalità di tutto ciò è l'uomo. Il papa poi dice che "questo fenomeno può favorire enormi difficoltà alla coesione sociale, soprattutto favorire un forte individualismo disattento alle conseguenze per il futuro". Qui il papa fa una riflessione antropologica. Noi siamo fortemente condizionati da una visione maltusiana della storia, per la quale la crescita della popolazione non sarebbe supportata dall'incremento delle risorse perché la popolazione cresce in modo esponenziale mentre le risorse crescono in modo aritmetico. Le previsioni Malthus si sono rivelate infondate. Il papa parla di un pericoloso individualismo: c'è il rischio checi sia una tendenza a chiudersi in sestessi; inoltre una civiltà con una implosione demografica è una civiltà che non ha fiducia nel proprio avvenire. Qui si passa a un giudizio critico nei confronti delle scelte che l'UE sta facendo. Il papa dice che troppo spesso il discorso sull'UE è incentrato su una dimensione esclusivamente politica ed economica. E' come se si facesse finta di non vedere che prima del dato politico ed economico c'è un fattore esistenziale, un elemento relativo ai valori universali: problema di identità e di memoria. L'Europa non si può costruire se ci si dimentica di quello che è stato e se si finge che l'Europa non abbia una sua identità. Questo si può dire dell'Europa ma si può dire di qualsiasi esperienza umana. Continua il papa facendo una provocazione "L'Europa è chiamato il vecchio continente": tutta la civiltàumana proviene da qui, ma è possibile continuare a parlare di un'unità? Qual è l'identità dell'Europa? Durante la redazione della costituzione europea si decise di eliminare qualsiasi riferimento alla tradizione cristiana e questo diede origine a molte polemiche. Il papa fa questa osservazione: uno dei problemi dell'UE è che questa realtà è sentita molto lontana dalla gente, c'è un problema di identificazione emotiva con questo marchio. Il problema, dice il papa, è che non si può avvicinarsi a molti cittadini se si devono togliere riferimenti al cristianesimo per non offendere i non cristiani. Ecco il punto del discorso: da un lato politicamente si entra in modo deciso nella storia per affermare principi (intervento in Bosnia contro la pulizia etnica); dall'altro l'UE è il luogo dove si afferma che i valori universali ed assoluti non esistono. Filosofia Aprile 19 B Come si faA tenere insieme queste contraddizioni? Il papa dice: "Questa singolare forma di apostasia da sé stessa prima che da Dio, non la induce adubitare della sua stessa identità?" La categoria dell'apostasia ha un significato all'interno di una visione religiosa, rispetto al quale si decide di abbandonare. Qui c'è una forma di apostasia dell'Europa da sé stessa, cioè, critica il papa, l'Europa nel fondarsi non è rimasta fedele a quello che essa è storicamente. Continua Benedetto XVI: "Si finisce in questo modo per diffondere la convinzione che la ponderazione di beni sia l'unica via per il discernimento morale e che il bene comune sia sinonimo di compromesso". Questo passaggio ci rimanda al concetto degli assoluti morali e del proporzionalismo. Il modo con cui l'Europa si struttura dipende dal fatto che nella testa della gente prevalga una concezione proporzionalista del bene morale.
Qui cosa fa unacultura che pensa che non sia possibile stabilire oggettivamente qualche giudizio di valore sullarealtà? compie un'azione a ribasso.
Il compromesso comporta la lesione della natura dell'uomo. Queste cose hanno origine dal fatto che si vogliono disconoscere le radici dell'Europa. Se l'elemento culturale viene eliminato, qualsiasinazione può entrare a far parte dell'UE, poiché c'è una visione convenzionale e formale.
Prosegue dicendo che una comunità che si dimentica che ogni essere umano è creato da Dio, finisce per fare il bene di nessuno. Se non si riconosce il valore intrinseco di una persona, allora lo stato perde di vista il compito di una qualsiasi realtà politica, cioè di preservare il bene comune.
Qui c'è una critica al pragmatismo, modello filosofico secondo il quale l'importante è raggiungere una mediazione politica per raggiungere il male.
minore.“ Tale pragmatismo fa innescare tendenze laicistiche finendo per squalificare il contributo deicristiani “ Questo atteggiamento viene definito laicista e relativista. Que