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I MODELLI MENTALI E I GIUDIZI MORALI (ZAMBON E BUCCIARELLI)
Teoria dei modelli mentali di Johnson-Laird: quando sentiamo un enunciato ci creiamo un modello
mentale, e questo vale per gli enunciati descrittivi. Il modello mentale può essere sempre più
perfezionato a seconda delle informazioni che abbiamo.
sono uguali? Riusciamo a visualizzare l’oggetto o l’azione oggetto di
Per gli enunciati prescrittivi
divieto e lo pensiamo come non consentito. La nostra mente può tenere conto del divieto.
Per i beni immateriali abbiamo dei modelli concettuali. Non riusciamo a visualizzare immediatamente
tutti i significati che si collegano per esempio al diritto di proprietà.
Comunque non tutte le norme sono entità linguistiche (es consuetudini)
Teoria dei modelli mentali per i giudizi morali: alla base del giudizio il ragionamento, non esistono
procedimenti prestabiliti. Ragionamento deontico applicato ai contenuti morali
Principio di indefinibilità della morale: le proposizioni sono morali in base alla nostra specifica
conoscenza. Ragionare in modo deontico non dipende da procedimenti speciali
Principio dei sistemi indipendenti: emozioni e valutazioni deontiche si basano su sistemi indipendenti
che possono viaggiare in parallelo
Principio di ragionamento deontico: tutte le valutazioni deontiche dipendono da inferenze (intuizioni o
ragionamento)
Principio di inconsistenza della morale: possiamo intrattenere senza saperlo delle credenze che sono
tra loro in contraddizione LE TEORIE GIURIDICHE
Come le persone effettivamente pensano le norme e il diritto
IL GIUSNATURALISMO (MODERNO), è la visione del diritto dal punto di vista della giustizia (ciò a cui
l’ordinamento dovrebbe tendere per essere giusto)
Nel Seicento il problema del diritto ed il problema della politica sono inestricabilmente collegati. È il
problema politico di trovare una giustificazione teorica per porre fine alle guerre di religione che hanno
squassato l’Europa tra XVI e XVII secolo quello che i filosofi che si occupano di diritto naturale cercano di
risolvere. Si tratta di trovare le regole essenziali alla creazione e al mantenimento di uno stato, regole che
siano necessariamente obbliganti, indipendentemente dalla morale o dalla religione dei cittadini.
Non esistono né un’unica dottrina né un’una scuola di diritto naturale. Esiste solo, tra Cinquecento e
Seicento, una serie di pensatori che si occupano del problema della convivenza pacifica tra esseri umani
diversi per cultura e religione.
sono l’atto che in Europa cambiano l’idea di divinità.
Le Tesi di Lutero Il giusnaturalismo antico trova la
nell’idea di Dio. Se è diversa l’idea di Dio è diversa l’idea di diritto naturale,
sua fondazione che si basa
sulla ragione, mentre Dio è concepito come essere immensamente razionale.
Aristotele: tutti gli uomini sono razionali. Quindi possono conoscere il diritto naturale, che è razionale.
Ragione come strumento per conoscere il diritto posto da Dio ma anche come sua fondazione
Tutti i tipi di giusnaturalismo sono accomunati da 7 caratteristiche (il modello giusnaturalistico, Bobbio):
L’uomo è tendenzialmente buono o tendenzialmente cattivo. La
1- Presupposta antropologia filosofica.
concezione dell’uomo determina la concezione del diritto naturale 10
concepito come antipolitico (no pratiche politiche). È più che altro un’idea non è
2- Stato di natura:
storicamente esistito. Dallo studio della società si toglie tutto ciò che è politico, prima cosa il diritto.
(privo di norme): situazione in cui non c’è potere ma non
3- Stato di natura anarchico ma non anomico perché non c’è nessuno che le faccia
perché non ci siano norme (perché ci sono quelle naturali) ma
rispettare e ne punisca l’infrazione
4- Composto da individui: prima volta nella storia che si asserisce che ogni essere umano in quanto tale è
portatore di diritti. Darà vita alle dichiarazioni universali dei diritti
5- Individui nello stato di natura sono liberi e uguali: è evidente che gli uomini sono diversi fra loro,
uguaglianza intesa come:
Uguaglianza davanti al diritto
Uguale debolezza degli uomini, non sono in grado di vivere da soli
6- Il passaggio da stato di natura a politico non è naturale ma è frutto di una specifica decisione degli
uomini. Contratto stipulato nello stato di natura per fondare lo stato politico.
(≠ Luigi XIV Re Sole 1643 /v. gloriosa
7- La legittimità del potere si fonda sul consenso dei consociati
riv). Può sfociare fino al riconoscimento del tirannicidio, per cui se un re va contro il diritto naturale i
consociati hanno il diritto di ucciderlo, perché va contro il mandato da loro conferito. Stato di diritto, nel
se c’è una norma e la forza può essere usata solo dallo stato. Ciò che è
senso che una azione è legittima
fondamentale per il giusnaturalista è che il diritto positivo rispecchi il diritto naturale.
Idea di giustizia nel giusnaturalismo. Le norme sono giuste perché le ha poste Dio o perché sono razionali.
Se le ha poste Dio, che è infinitamente buono, perché esiste il male? Teodicea
Se sono razionali, i contenuti sono sempre giusti?
o Modello kantiano, indipendentemente dal contenuto sono giuste
o Senso tecnico, sono giuste se si ottiene generale miglioramento delle condizioni della società
è stato chiamato il “padre del diritto delle nazioni”, e il suo
UGO GROZIO lavoro De Jure Belli ac Pacis
pubblicato per la prima volta nel 1625 è considerato il primo trattato sistematico di diritto internazionale.
Il diritto naturale vale in ogni nazione a prescindere dal sovrano. La natura a cui si fa riferimento è
L’uomo è naturalmente socievole,
quella umana. ed è quindi per natura incline ad associarsi ai propri
dove per pace si intende sicurezza dell’individuo.
simili in un gruppo razionalmente ordinato e pacifico,
Il principio generale, che vedremo ripreso anche da altri giusnaturalisti, fonte di tutti gli obblighi giuridici,
ossia il principio che impone di mantenere le promesse. Pacta sunt servanda. È su di esso che si fondano
il rispetto delle cose altrui, la restituzione della proprietà altrui, la responsabilità penale; e su di esso si fonda
l’accordo fra gli Stati, ossia il “diritto delle genti”, che si differenzia dal diritto naturale non nei principi, ma
Il diritto naturale, poiché si fonda sulla capacità dell’uomo di distinguere il
nella materia di cui si occupa.
giusto dall’ingiusto è sempre valido, anche in guerra.
SAMUEL PUFENDORF il primo insegnante istituzionale di diritto naturale delle genti: per lui viene creata
a Heidelberg la prima cattedra universitaria di questa materia. Come altri giusnaturalisti prima di lui,
Pufendorf, nella sua opera più nota: Principî di diritto naturale, distingue tra legge umana e legge divina,
entrambe regolanti la condotta umana. 11
La legge divina è, ovviamente, creata da dio, la legge umana è posta dai legislatori. Inoltre, secondo
Pufendorf, è necessario distinguere tra legge naturale e legge positiva. Legge naturali sono quelle
necessarie affinché vi sia una società pacifica (sicura). Le leggi positive, al contrario, non sono necessarie,
ma determinate dalla volontà del legislatore umano.
L’uomo non è socievole ma sociale. La convivenza è pacifica perché l’uomo è razionale e deve obbedire
alla legge naturale posta da dio, che ci dona lo strumento della ragione per conoscere la sua legge. Vuol dire
che ci sono leggi razionali e che dio è implicitamente razionale. Il diritto naturale non è mai rivelato e può
essere conosciuto da chiunque, basta la ragione. Relazione necessaria tra diritti e doveri
per quanto riguarda la validità e l’obbligatorietà, si fondano sul fatto che esse sono poste da
Le leggi naturali,
dio, poiché secondo Pufendorf ogni legge implica un legislatore. Dio, inoltre, ci dona anche la naturale
capacità (la ragione) di conoscere le leggi che ha poste.
La legge naturale, per quanto riguarda il contenuto, si fonda sul fatto che gli uomini hanno bisogno di vivere
in società, ma non sono per natura socievoli. La conoscenza della legge di natura deriva dunque dalla nostra
natura umana: il principale aspetto da considerare è l’istinto di auto-conservazione
conoscenza della
dell’uomo.
Benché l’uomo abbia molte caratteristiche che lo rendono asociale (è lussurioso, vanitoso, competitivo,
senza società l’uomo non sarebbe in grado di sopravvivere.
volubile), È necessario dunque promuovere
la società e tutte quelle azioni che possono servire a conservarla
JOHN LOCKE (vive nel periodo della Gloriosa Rivoluzione) Nella sua opera giuridico-politica più famosa,
Two Treatises of Government, John Locke si propone di refutare la dottrina del potere assoluto del
monarca, sostenuta nel lavoro di Robert Filmer, Patriarca, per sostenere una dottrina che concili la libertà
del cittadino e l’ordine politico. Filmer sostiene che l’autorità dei sovrani deriva da Adamo, a cui dio stesso
aveva assegnato il potere sul mondo, di cui sono i discendenti diritti. Locke ha però dimostrato che:
Che Adamo non ebbe, né per naturale diritto paterno né per positiva attribuzione divina, quell’autorità
sui figli o quel dominio sul mondo che si pretende egli possedesse
Che, quand’anche li avesse posseduti, nessun diritto ad esso avrebbero avuto i sui eredi;
Che, anche se i suoi eredi avessero avuto quel diritto, non essendovi alcuna legge, né naturale né divina e
positiva, atta a determinare caso per caso quale sia il giusto erede, il diritto di successione e perciò di
esercizio del dominio non avrebbe potuto essere inequivocabilmente accertato;
Che, quand’anche quel diritto fosse stato accertato, essendosi ormai da gran tempo del tutto perduta la
nozione di quale sia la linea primogenita della discendenza di Adamo, fra le razze umane e le famiglie
del mondo non ve n’è alcuna che possa vantare sulle altre il proprio ruolo di stirpe primigenia e dunque
il proprio titolo di successione
Ciò che fonda il potere del sovrano è il consenso. Nello stato di natura vige la legge naturale posta da
Dio, e gli uomini in quanto ragionevoli la seguono. Gli uomini litigano perché non hanno una conoscenza
perfetta della legge di dio perché:
Le persone spesso non agiscono in base alla ragione ma in base alle passioni
La ragione umana è comunque limitata
L’unico mo