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La partecipazione è il terzo pilastro

La partecipazione è quantitativa ed equitativa. Ha a che fare con la democrazia e quindi con i diritti collettivi, a cui nessuno può essere escluso. Fondamentale è il concetto di corruzione, intesa come una fragilità del sistema di partecipazione, che va ad intaccare il processo di formazione ed educazione della persona (don Milani). Quindi parlare di partecipazione non vuol dire fare un discorso solo di diritto, ma anche etico, senza fare una gara a chi è più onesto. Non è solo onestà, ma anche diritto all'onestà. Non basta soltanto essere onesti, bisogna aiutare la società affinché ci sia un alto tasso di onestà. Possiamo dire che la corruzione può essere presentata come un furto ai danni di tutti i cittadini; essa nasce da un atteggiamento aliofobico, di paura dell'altro, quindi bisogna recuperare l'altro. Soluzione della corruzione,

È la trasparenza delle RISORSE PUBBLICHE nelloro utilizzo e modo. “LA NORMALITà DEVE ESSERE LATRASPARENZA, IL SEGRETO DI STATO DEVE ESSEREL’ECCEZIONE”. La corruzione diventa positiva se serve acostruire nuova partecipazione (le cattive intenzioni perfare buona pratica).

LA SALUTE

Il rapporto SALUTE-DIRITTO è un discorso piuttosto recenteche inizia ad emergere con la sfera patica cioè la sfera delSENTIRE più che del sentimento e con Foucault. La salute èun bene dell’individuo ma anche della collettività ed ha ache fare con l’ACCESSO ALLE CURE, cioè la possibilitàpratica di avere accesso alle cure, e con I RISULTATI DELLECURE STESSE per cui la sanità deve raggiungere deglistandard qualitativi che ci consentono di guarire una voltaaver avuto accesso alle cure (PREVENZIONE). Il diritto allasalute acquista senso solo se riferito all’uomo nella suaspecificità e nella sua condizione.

Si sposta così l'accento dall'uomo considerato in astratto uguale ad ogni altro uomo, ai diritti del singolo nella sua specifica realtà e nelle sue esigenze. Il diritto alla salute è un diritto sociale, solidale e non individuale considerato come valore in connessione tra la sfera pubblica e privata. Se l'istituzione non garantisce l'efficienza della sanità, allora deve intervenire il diritto che non deve essere frenato dall'economia e dalle risorse.

NEUROMARKETING

Con lo sviluppo della tecnologia e il progredire della scienza si è arrivati al punto di studiare come si attivano le aree del nostro cervello durante la scelta in modo da evidenziare anche come possiamo essere influenzati tramite le pubblicità, arrivando così a trovare un consumatore medio, di conseguenza comprerà ciò che viene venduto. Ciò porta il diritto e di conseguenza i giuristi a dover regolare nuove situazioni e nuovi ambiti.

C'è bisogno di accrescere il diritto per tutelare il consumatore perché un messaggio pubblicitario può essere conforme a legge ma allo stesso tempo prevaricarla. Per accrescere questo ambito del diritto è sufficiente utilizzare le conoscenze acquisite sul funzionamento del cervello e applicarle su un piano giuridico.

- ISTITUENTE E ISTITUITO

Il diritto esiste come sistema simbolico fornito di sanzioni istituite. Il diritto che è sempre istituzione storica è sempre connesso all'istituzione sociale perché ne regolamenta i comportamenti tramite i valori che la caratterizzano e la tengono insieme. Troviamo un passaggio dalla dimensione istituita, cioè dalla società che voleva regolarsi alla dimensione istituente, che è una società istituente. L'istituzione del sociale è il risultato della mediazione tra istituito e istituente, l'esito è sempre provvisorio perché mentre una cerca di

dare stabilità, l'altro vuole modificare, coesistono contemporaneamente in continuazione. La società istituisce la propria misura che non viene dall'esterno ma non è nemmeno solo un dato empirico, lo SPAZIO SIMBOLICO è istituito, ma va oltre di esso diventando anche istituente perché ogni volta produce un elemento di RENOVATIO, rinnovazione. Noi teorizziamo diritti che non ci sono in uno spazio già istituito creando qualcosa di nuovo che prima non c'era, ogni volta che apportiamo modifiche e quindi innovazioni agiamo di ISTITUENTE nell'ISTITUITO. - ANTIGONE Dalla tragedia Antigone di Sofocle comprendiamo che non bisogna dimenticare il rapporto necessario con la verità. Da questa tragedia si evince che vi è un equilibrio che si crea tra le ragioni di Creonte e Antigone che è lo stesso che si crea tra diritto positivo e diritto naturale, ma non solo il punto è sempre l'incontro tra posizioni di diverse

Parti, sempre sottolineando l'importanza del mezzo attraverso cui si concorre alla verità. Un punto fondamentale rimane sempre l'ermeneutica intesa non come semplice teoria dell'interpretazione ma come tutto il complesso che permette alle parti di dialogare, e quindi un vero e proprio dovere all'argomentazione. Sofocle illustra in questo dramma l'eterno conflitto tra autorità e potere: in termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto positivo. Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce infatti (almeno in parte) alla disputa tra leggi divine e leggi umane.

Trama

L'opera narra la vicenda di Antigone, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice, pur contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte, che l'ha vietata con un decreto (Polinice, infatti, è morto assediando la città di Tebe, comportandosi come un nemico: non gli devono quindi essere resi gli onori funebri). Scoperta,

Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell'indovino Tiresia e alle suppliche del coro, Creonte decide infine di liberarla, ma è troppo tardi: Antigone nel frattempo si è suicidata, impiccandosi. Questo porta al suicidio il figlio di Creonte, Emone (promesso sposo di Antigone), e poi la moglie di Creonte, Euridice, lasciando Creonte solo a maledire la propria intransigenza. - ERMENEUTICA Teoria dell'interpretazione. Dire ermeneutica e dire filosofia del diritto è la stessa cosa. Ogni filosofia in realtà è ermeneutica perché si pone nell'ottica della teorizzazione dell'interpretazione. Parlando di ermeneutica dobbiamo soffermare l'attenzione anche sul LINGUAGGIO, esso ha senso quando viene immesso in un contesto di informazione. L'ermeneutica deve interpretare il LOGOS, derivandone così il NOMOS e considerando anche il PATHOS. NOMOS LOGOS

Il termine NOMOS significa istituzione, legge; il termine PATHOS indica una profondità che chiama in campo la profondità dei diritti umani. Il LOGOS invece opera come mezzo di mediazione linguistica (linguaggio, parola). Il NOMOS si lega al LOGOS, sono coalescenti l'uno implica l'altro. Il diritto nomos si costituisce di parte controparte e giudice, è triadico così come il linguaggio in cui noi parliamo con qualcuno e il mondo ci ascolta. Ad esempio, quando noi testimoniamo in tribunale ci ascoltano e quello che diciamo rimane lì, non possiamo rinnegarlo ma soltanto ritrattarlo, ciò che dico non appartiene più a me, c'è una fascia di persone che mi ascolta.

- KELSEN => DOTTRINA PURA DEL DIRITTO

Secondo Kelsen era necessario separare il diritto da sfere estranee quali la NATURA, la MORALE, l'ETICA, la SOCIOLOGIA e la POLITICA. Kelsen arriva quindi alla conclusione che solamente se vengono attuate queste separazioni si

Può ottenere una dottrina pura del diritto. Kelsen, parlando della separazione diritto natura, spiega che il diritto è un fatto sociale, un fenomeno che vive all'interno della società, la vita della società a sua volta è una delle tante espressioni della natura che si presenta attraverso una serie di fatti privi di significato, il diritto qualifica questi fatti con le norme e da qui enunciamo che il diritto ha carattere qualificante. - BOBBIO

Bobbio apre la fase giuspositivistica in Italia, anche se nel corso della sua vita attraversa fasi in cui muta radicalmente i suoi ideali. In un primo momento si avvicina all'idealismo, successivamente diniega questa visione avvicinandosi a nuove ideologie che saranno poi alla base del neorazionalismo. In seguito sente la necessità di effettuare una pulizia del linguaggio per cui il diritto e la sua filosofia si agganciano alla giustizia. - HUSSELL

Secondo Hussell, l'ideale della vera filosofia consiste...

nelrealizzare l'idea della conoscenza assoluta basandosi su unfondamento certo, e la fenomenologia è il metodo chepermette di raggiungere questo obbiettivo. La scienzasecondo Hussell analizza il mondo in maniera ingenuaaccettandolo senza critiche come esistente limitandosi adaccumulare sapere su sapere. Il figlio uno dei fondatoridella prospettiva coscienziale del diritto del tempo elaborasuccessioni di stampo fenomenologico sul giudice, ilprocesso, l'uomo del diritto che si confronta tra passatopresente e futuro. Indaga il processo come terzo tempo trale cose ed in particolare egli ritiene che le dimensionitemporali del diritto sono fondamentali per segnare imomenti della prassi giuridica, perchè quest'ultima e la suapercezione influenzano l'uomo facendolo agire in un certomodo, quindi c'è un confronto tra diritto e temporalità chesignifica porre il tempo nel diritto e il diritto nel tempo. Loscopo di Hussell è quelloà contro i principi di una democrazia autentica. Secondo Weber, la giustizia deve essere basata su criteri oggettivi e non su decisioni arbitrarie dei governanti. Inoltre, Weber sostiene che la giustizia deve essere indipendente dal potere politico e che i giudici devono essere imparziali e neutrali.
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Publisher
A.A. 2019-2020
14 pagine
4 download
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alered96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Di Santo Luigi.