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BUDDHISMO
Tre fasi => I-IV secolo d.C.
V-VI secolo d.C.
VII-IX secolo d.C.
I-IV secolo d.C. > non ha ancora prodotto delle scuole cinesi, il Buddhismo è ancora ospite in Cina.
Nel primo secolo c’è un documento in cui si dice che a corte di un certo principe culti per
HUANLAO, cioè Huandi (imperatore giallo) e Laozi (divinità taoiste) e culti a FO (Buddha):
FOJIAO, insegnamento del Buddha, buddhismo.
Nel terzo secolo appaiono le prime traduzioni di testi buddisti dalle lingue dell’India e dell’Asia
centrale. Quando i cinesi avevano bisogno di tradurre avevano due possibilità più una, quella
abbandonata è quella di tradurre per analogia di senso, gli altri due tipi sono: 1 trascrizione
(esempio Nirvana tradotto di solito con niepan) 2 vera e propria traduzione.
Sono chiamate grezze queste due traduzioni perché anche dal punto di vista grammaticale
storcevano la grammatica cinese a seconda della grammatica della lingua originale, non c'è ancora
un metodo univoco della traduzione, bisogna aspettare fino al V secolo d.C, quando KUMARAJIVA
arriva in Cina con una serie di discepoli e crea equipe di traduzione, metodo univoco, lui leggeva il
testo e lo spiegava a un membro dell'équipe che conosceva solo il cinese parlato, questo poi ripeteva
la frase al discepolo cinese che sapeva sia parlare che scrivere cinese, l'equipe deve essere formata
almeno da tre persone, ma anche 5-6.
Traduzione graduale secondo fasi, prima orale poi per iscritto.
TERMINOLOGIA CINESE UNIVOCA dei principali concetti.
V-VI secolo d.C. > Buddhismo indiano trasmesso in Cina. Si comincia a far emergere una serie di
discussioni in Cina per cui scuole buddiste indiane vengono messe in discussione, rielaborate.
VII-IX secolo d.C. > in Cina fioriscono scuole propriamente cinesi. In questo periodo tutti i testi
buddhisti tradotti in maniera univoca e si formano diverse scuole, per cui parliamo di BUDDISMO
CINESE, non più buddismo in Cina; hanno rigettato o assimilato scuole indiane sviluppandone di
proprie con propri testi.
Nel 9° secolo, 845 d.C. avviene la persecuzione più distruttiva, si distruggono edifici, fuse statue in
metallo. Ciò avviene perché il buddismo presuppone il cosiddetto CHUJIA, cioè uscire dalla
famiglia. Non portavano avanti il Qi familiare e si rinchiudevano in monastero circondato di mura
dove si rilasciava patente di buddhista, i templi diventavano autonomi e economicamente attivi,
nasce economia fra templi buddisti che entra in contrasto con l’economia dei centri imperiali.
La scuola Chan(zong) è l'unica a sopravvivere dopo la persecuzione del 845 perché secondo questa
scuola la natura di ciascuno non è altro che la natura di Buddha e viceversa, la natura di Buddha o
Nirvana è qualcosa di interiore, quindi all'interno dei monasteri Chan non si medita solo in maniera
passiva ma si lavorava pure, c’era un’attività perché la meditazione si realizza anche camminando,
dormendo e lavorando, è qualcosa di stabile e costante la natura di Buddha.
Esiste un canone buddista, in sanscrito TRIPITAKA (le tre ceste o canestri), in cinese SANZAN, è
suddiviso internamente in tre categorie:
-SUTRA>tradotto in cinese con JING, cioè testi primari, classici perché i sutra sono quei testi che
contengono la parola di Buddha cosi come espressa da lui alla comunità di discepoli
-SASTRA>commentari ai sutra o trattati singoli
-VINAYA>testi che danno le regole, codici di comportamenti dei buddisti dentro il monastero.
In India il Buddhismo si sviluppa su una base originaria che è l’Induismo, prende come riferimento
il Buddha storico o Shakyamuni che per gli induisti non fa parte alla casta dei tre viri. In india si
sviluppa una prima tendenza che si chiama HINAYANA (la via del piccolo veicolo) e poi
MAHAYANA (la via del grande veicolo).
La via dell’Hinayana > noi siamo al livello del Samsara, il nostro mondo dove tutto cambia è
impermanente, quindi origine del dolore, della sofferenza perché tutto cambia, via
dell’impermanenza, della ruota che gira sempre, l’essere che si trova nel Samsara. Per il buddhismo
Hinayana può salire attraverso percorso ascendente per arrivare al nirvana, va dall’impermanente
all’assoluto, totale permanenza,. La figura esemplare è l’ARHAT>il santo che riesce a passare dal
Samsara al nirvana, sta nella permanenza assoluta.
Il Mahayana>ha come figura esemplare il BODHISATVA>l’essere di conoscenza. Parte anche lui
dall’impermanenza, sale e ridiscende nel samsara per portare con sé tutti gli altri esseri.
Ha una funzione quindi di estrema compassione, egli rinuncia a permanere nel Nirvana per
ridiscendere e salvare tutti gli altri esseri. Anche il laico così può durante la vita rimanendo in
famiglia può praticare pratiche positive e acquisire meriti poi riconosciuti dopo la morte, quindi il
Bodhisatva permette non solo ai monaci, ma anche ai laici di raggiungere il nirvana se durante la
vita sono stati buoni buddisti.
Il Bodhisatva è di fatto il mediatore dei laici, per questo accettato in Cina.
Lezione 7 19/03/2015
Il Buddhismo dall'India attraversa l'Asia centrale e si trasmette verso est con le tre vie della seta: 2
terrestri e una via mare > si congiungono in territorio cinese a Dunhuang e poi scendono in capitale
Chang'an (una delle due capitali classiche, l'altra è Luoyang). Xi'an>capitale Chang'an, dove ci sono
i guerrieri di terracotta
Via marittima>seta, mercanti, buddhismo si trasmettono anche per via marittima dalla costa
orientale dell'India verso la provincia dove sta l'attuale Canton/Guangdong>sud.
Le prime traduzioni buddhiste erano grezze e che utilizzano dei metodi che non sono ancora
omogenei.
Un metodo di traduzione è:
-Geyi>utilizzava termini cinese per rendere in maniera approssimativa la terminologia tecnica
buddhista. Si faceva ricorso con termini cinesi taoisti che non avevano nulla a che fare con i termini
buddhisti.
-Niepan>per rendere il suono Nirvana=trascrizione del SUONO di Nirvana.
Per il termine Samsara>che indica il mondo condizionato dal tempo, dallo spazio e dalla
impermanenza; per Samsara non si utilizza la trascrizione, ma si usano caratteri che hanno a che
fare con il contenuto. Il Samsara è simboleggiato dalla ruota del divenire: l'umanità è come se stesse
nei bordi di una ruota che gira continuamente; il termine è lunhui : lun>ruota, hui>girare.
轮回
Finalmente con l'arrivo in Cina di un maestro centro asiatico che si chiama KUMARAJIVA nel 5
secolo d.C. si instaura un metodo di traduzione che ha come scopo quello di rendere standard i
termini tecnici cinesi che traducono i termini indiani.
In più, essendo Kumarajiva un maestro, si organizza in una équipe di traduzione (metodo che sarà
seguito da altri maestri) che a volte era composta da 5 – 6 persone tra indiani o centro asiatici
cinesi: il maestro che leggeva e interpretava nella sua lingua il suo testo, poi un cinese che
conosceva la lingua non cinese del maestro che traduceva oralmente quello che il maestro cinese
diceva, il ragazzo cinese non conosceva la lingua scritta. Poi un secondo cinese, che conosceva sia
il cinese parlato che quello scritto, scriveva quello che il ragazzo cinese traduceva oralmente.
Quindi il passaggio creava una attenzione maggiore per la traduzione.
Dopo il 5 secolo si cominciano a tradurre in maniera omogenea tutti i principali Sutra del
Buddhismo indiano.
Solo dopo questo lavoro di traduzione accurata, dal 7 al 9 secolo d.C., i cinesi venivano a
disposizione i testi tradotti in cinese in modo omogeneo.
A questo punto si può parlare di scuole buddhiste cinesi.
Fioritura del buddhismo, di centri di dimensioni enormi>monasteri buddhisti.
Questi monasteri diventano un problema per la cortesia per problema economico, ma anche perché
moltiplicandosi e ingrandendosi cominciano a creare una propria economia. E nello stesso tempo
questa chiusura del buddhista all'interno del monastero, con regole e possibilità di concedere a
cittadini cinesi il ruolo di buddhista, induce la corte a cominciare a sospettare che anche personaggi
in fuga dalla giustizia si rifugino dei monasteri per non essere catturati. Questi sospetti sfociano in
diverse persecuzioni fino al 845 (9secolo) quando si ha la più grande e definitiva persecuzione del
buddhismo in Cina. Vengono confiscate le terre dei monasteri, vengono fuse le statue, vengono
riportati lo stato laicale una massa di monaci.
La scuola Chan (una delle scuole Buddhiste). Originariamente la scuola era chiamata
Changnazong. Era una scuola buddhista che individuava la propria origine in una scuola indiana
che si chiamava Dhyana.
Scuola che sopravvive rispetto alle altre: da una parte la scuola Chan sovverte tutte le concezioni
delle altre scuole in quanto sostiene che quella che è chiamata natura di Buddha, ovvero che l'essere
acquisisce quando passa dal mondo condizionato/Samsara al mondo permanente/Nirvana, viene
identificata con la natura di ciascuno. E la natura di ciascuno (il proprio Xing) viene identificata con
la natura di Buddha.
La natura di Buddha viene identificata con la natura di ciascuno. Tutte le altre scuole cercano di
perfezionare la loro natura per diventare perfetta come quella di Buddha.
La natura di Buddha è già nel cuore di ciascuno. Se la natura di Buddha è già perfetta in ciascuno,
che bisogno c'è di una scuola con monasteri dove vengono fatti rituali, ruoli (praticare)? La
necessità di praticare sta nell'esistenza nell'essere umano, non solo per la natura di Buddha già
perfetta ma anche da quello che possiamo indicare con Nian che significa il lavorio mentale.
C'è il mentale che è l'elemento che crea l'illusione che la propria natura non sia perfetta.
Samsara e Nirvana > distinzione che esiste solo se si lascia libero corso al proprio mentale. Quindi è
la mente che fa fare la distinzione. La mente se viene lasciata al proprio posto, la distinzione tra un
mondo impermanente e il mondo dell'assoluto diventa inesistente.
Il punto di partenza è quello di conoscere che c'è una natura in ciascuno che è perfetta e assoluta
permanente e che ci sono i pensieri mentali che ci fanno andar dietro, che presuppongono il
perfezionamento di una natura che è già perfetta. La distinzione fra la mia natura e quella di Buddha
è una pura illusione in quanto il mondo e lo spazio in in cui io vivo è già il luogo della natura di
Buddha perfetta.
Tutto ciò che i buddhisti fanno è quello di impedire che prenda il sopravvento su questa natura già
perfetta il MENTALE. Nel momento in cui il mentale non viene aboli