vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
–I.IACCARINO
FEDERIGO TOZZI (1883-1920)
Tozzi nasce a Siena nel 1883, figlio di un contadino del contado senese, Ghigo ( soprannome di Federigo),
che impone il proprio nome al figlio, quasi a voler stabilire una gerarchia ed una superiorità su di lui sin
dalla nascita. era un uomo violento, dispotico, arricchitosi attraverso una trattoria che aveva aperto
Ghigo
in città e grazie a due poderi che aveva comprato. La madre di Tozzi, una trovatella, vede nel matrimonio
con Ghigo il superamento della sua inferiorità. Per questo è pronta ad accettare i soprusi, i tradimenti e la
sua violenza nei confronti del figlio. Il ragazzo appare subito diverso dal padre: rifiuta di occuparsi della
trattoria e dei poderi, è disobbediente, indisciplinato, ( così lo definiscono i conoscenti), andava
teppista
male a scuola. Si iscrive nel 1900 al partito socialista, forse per allontanarsi dal padre ed affermare la
propria identità rendendosi autonomo. Si innamora di una ragazza sensuale e astuta, che poi
Isola,
ritroverà a Firenze incinta di un altro. Isola è la protagonista del capolavoro di Tozzi, Con gli occhi chiusi.
Dopo l amore per Isola, comincia un corrispondenza epistolare con una sconosciuta, Emma Palagi, che poi
diventerà sua moglie.
Tozzi sarà influenzato dalla lettura di Poe, si appassiona alla psicologia, legge i di
Principi di psicologia
William James, legge Dostoevskij, Pirandello, Deledda e ha anche interessi mistici, infatti, legge santa
Caterina da Siena, fondamentale per la sua conversione. Una malattia venerea e le conseguenze alla vista
che gli procura lo costringono all isolamento e a una grave crisi esistenziale da cui esce attraverso la
conversione religiosa.
Nel 1908 muore il padre. Eredita la trattoria ( che vende) ed i due poderi ( che non riesce a gestire tanto da
essere costretto a venderne uno). Da questa esperienza autobiografica nasce il romanzo (1918,
Il podere
ispirato all opera di Verga).
Il rappresenta l anno della svolta, in cui si libera dell influenza dannunziana e fonda la rivista
1913 La Torre,
che si rivolge ai giovani italiani per persuaderli a un sovversivismo di destra, ispirato a un cattolicesimo
medievale e al sogno del potere assoluto del papa. Questo è anche l anno di stesura di Con gli occhi chiusi.
Nel 1914 si reca a Roma con la moglie ed il figlio. Inizia il periodo romano (1914-1920). Sceglie di recarsi a
Roma per allontanarsi da un mondo culturale e letterario provinciale. Qui frequenta Borgese e Pirandello,
lavorando con quest ultimo alla redazione del Borgese lo spinge a riedificare
Messaggero della Domenica.
il romanzo ritornando alla tradizione, ma lo scrittore senese condivide con Pirandello l impegno a una
rifondazione della narrativa su basi nuove. Muore a 37 anni per polmonite.
LA POETICA
Tozzi pone al centro della sua poetica qualsiasi atto nostro ed è dunque fondata sullo
misterioso
svuotamento della trama tradizionale. All autore non interessa una narrativa di fatti, basata sull azione, ma
gli atti misteriosi dell uomo, anche quelli più banali, irrazionali, dovuti solo alle oscillazioni degli stati
dell uomo. Tozzi riprende da James l idea della variabilità continua degli stati di coscienza e si
psicologici
sforza di rappresentarne il flusso sulla pagina. In ciò si avvicina alla tecnica del flusso di coscienza , ma se
ne differenzia perché lascia quella che egli stesso chiama , ovvero, una sorta di cornice
impalcatura
tradizionale, fondata su personaggi oggettivi, ambienti realistici, eppure, questa intelaiatura è vuota al suo
interno. Il punto di vista narrativo non è mai quello di un narratore esterno, ma è sempre calato nella
dimensione onirica e allucinata del personaggio. C è spesso una tensione grottesca, deformante,
opprimente, che permette di paragonare Tozzi a Kafka, lo scrittore europeo a lui più vicino.
Anche il cattolicesimo di Tozzi, che generalmente rappresenterebbe un ritorno all ordine, alla possibilità di
avere risposte e significati, ben si adegua al gusto per il mistero e l inconscio dell autore: è un cristianesimo
biblico, medievale, suggestionato dal misticismo di Caterina da Siena. Il Dio di Tozzi è quello del
primitivo,
Vecchio Testamento, non c è Cristo e non c è la Chiesa. Dio assomiglia quasi alla figura del padre biografico:
esige obbedienza totale ingiustificata, è minaccioso, incomprensibile.
Il mondo, dunque, è per Tozzi come un e va rappresentato come tale. Anche se la materia narrativa
mistero
è la stessa dei romanzi veristi ( il mondo contadino, il potere della roba), siamo agli antipodi del
Naturalismo, per cui la realtà è sempre spiegabile oggettivamente. Si credeva, infatti, fino a non molto
tempo fa, che Tozzi fosse un verista di area toscana, ma non è così. Lo capiamo dalla sua attenzione alla
psicanalisi, all inettitudine, all io problematico, dalla sua scrittura deformante ed espressionistica, non
oggettiva come quella dei veristi, ma soggettiva. Tutte queste caratteristiche l hanno fatto passare
all interno del canone di Letteratura moderna e contemporanea. Si dice che il Verismo descriveva perché
sapeva spiegare, secondo la lettura verista e naturalista. Tozzi descrive perché non sa più spiegare. La sua è
una realtà allucinata e soggettiva > Baldacci parla di . Baldacci e Debenedetti
soggettivismo da drogati
sono stati i due critici che hanno sottolineato l abissale differenza tra Tozzi ed il Verismo.
LE OPERE
BESTIE (1917): è la prima opera importante di Tozzi. È composta di frammenti, o meglio di aforismi.
Siamo, infatti, nel clima del frammentismo vociano. I 69 frammenti hanno un elemento comune:
compare sempre un in modo casuale o marginale. Non c è un motivo perché questo
animale,
avviene. Gli animali non hanno un significato simbolico, ma rivelano il carattere frantumato della
vita, la mancanza di senso che la pervade.
I ROMANZI DEL PERIODO ROMANO
insieme a è il capolavoro del periodo romano. I romanzi di questo
Il Podere, Ricordi di un impiegato,
periodo sono più elaborati e costruiti. Si avverte l influenza di Borgese, che voleva riedificare il
romanzo, e quella di Pirandello, di Verga, del motivo dostoevskiano della colpa. La scrittura è
sempre violenta e deformante, Baldacci dice che procede per La lingua
illuminazioni improvvise.
è ricca di senismi, toscanismi, anche di origine letteraria, la sintassi è caratterizzata da una
punteggiatura anomala ( spesso usa il punto e virgola al posto della semplice virgola), che smembra
le articolazioni del periodo, ponendo tutto sullo stesso piano e azzerando le gerarchie narrative. Le
figure sono deformate, mostruose, personaggi di un mondo di incubi.
IL PODERE (1918): è la storia dell eredità che tocca a Remigio Selmi, il protagonista, alla morte del
padre. Ma è soprattutto la storia dell inettitudine e della ( tema della crudeltà =
cattiveria umana
influenza di Verga). Integra la trama, S1, p.838.
CON GLI OCCHI CHIUSI (1919): venne scritto nel 1913, ma pubblicato solo nel
Con gli occhi chiusi
19. In questo intervallo esso fu modificato variamente, soprattutto il finale. Anche il titolo
inizialmente era nell edizione definitiva, invece, allude all atteggiamento del protagonista:
Ghìsola,
Piero, nei frequenti momenti di sconforto, se ne sta con gli occhi chiusi , inerte, indifferente,
sprofondato in un mondo di fantasmi e di paure. Pietro è incapace di conoscere la realtà così come
essa è. È cieco perché non vuole vedere, specialmente non vuole vedere come sia in realtà la donna
che ama.
LA VICENDA > Domenico Rosi gestisce la trattoria Il pesce azzurro insieme con la moglie nella
campagna senese. Il figlio Pietro è un adolescente con problemi relazionali, costretto a subire la
– –
violenza fisica e psicologica del padre. Nella tenuta abitano Giacco e Masa, due poveri vecchi
che conducono una vita modesta e desolata, e la nipote Ghìsola. Nei confronti di quest'ultima
Pietro prova un affetto confuso e torbido, che Ghìsola, pur conservando un atteggiamento evasivo,
dimostra di corrispondere. Ma i colloqui dei due ragazzi consistono «in parole senza senso,
convenzionali, che capivano loro due soltanto». Pietro è incapace di manifestarle a parole ciò che
sente, e in più di un'occasione non resiste all'istinto di aggredirla. Pietro non arriva ad instaurare un
rapporto con la ragazza. Domenico, inoltre, contribuisce a sminuirlo di fronte a lei. Dopo molti anni
Pietro va a trovarla e lascia trapelare le proprie intenzioni. Alla domanda se abbia mai avuto altri
uomini, Ghìsola risponde di no, simulando un'ingenuità che in realtà ha perduto per sempre.
Concerta poi con il signor Alberto di sposare Pietro, per trarre profitto dal matrimonio, e di
concedersi a lui in modo tale che il giovane consideri suo il figlio che potrebbe nascere da una
relazione di Ghìsola con l'amante. Pietro e Ghìsola continuano a frequentarsi: all'amore
incondizionato di Pietro, che non vuole unirsi a lei prima di averla fatta sua moglie, fa riscontro la
doppiezza di Ghìsola, che è legata a lui da un affetto discontinuo e poco convinto. Pietro si reca a
Firenze e ritrova Ghìsola all'ultimo piano del bordello. La ragazza accampa delle confuse
giustificazioni e cerca di nascondere il proprio ventre gravido; ma è un tentativo disperato: riavutosi
dalla vertigine violenta che l'aveva abbattuto ai piedi di Ghìsola , Pietro sente all'improvviso di non
amarla più.
Il tema degli si ricollega al tema della e della Domenico sottopone
occhi chiusi cecità castrazione:
continuamente Pietro a prove di forza ( come quella del cavallo) per umiliarlo. Egli ha nei confronti
del figlio una funzione castrante, volta ad indebolire la sua virilità. Al tema della castrazione si lega
quello dello sguardo, come nel mito edipico (Edipo si accecò per aver amato la madre.
Accecamento ed evirazione sono equivalenti sul piano della simbologia psicologica). Ma stare ad
ogni chiusi per Pietro significa anche essere preservato dagli urti della conoscenza della verità: egli
non vuole vedere perché avverte un senso di protezione dal mondo grazie alla sua cecità. L atto del
per lui si traduce in una condizione di totale confusione dell io, che sembra perdere ogni
vedere
consistenza, sino a sfaldarsi ( gli pareva di non avere più gambe scrive Tozzi quando Pietro è
vicino alla verità). L atto del vedere corrisponde ad un trauma profondo, che fa cadere svenuto il
protagonista. Alla fine del romanzo, Pietro finalmente vede , ma questo atto non conclude un
processo di maturazione e di formazione o di crescita interiore: giunge imp