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D H
I
Esempio dell’acido acetilsalicilico: Il metabolismo di un
farmaco può portare alla formazione di:
• Metaboliti inattivi;
• Metaboliti attivi dotati di spettro farmacologico uguale a quello del composto d’origine (es.
diazepam). La benzodiazepina diazepam genera due metaboliti dotati di stessa attività
farmacologica: oxazepam e nordiazepam. L’emivita dell’oxazepam è circa ¼ di quella del
diazepam, invece, l’emivita del nordiazepam è circa il doppio. La durata d’azione del diazepam
dipende quindi da quale dei due composti viene generato dal corredo di enzimi del paziente;
• Metaboliti attivi dotati di spettro farmacologico diverso da quello del composto d’origine;
• Metaboliti tossici, come ad esempio il paracetamolo; se il paracetamolo viene somministrato a
dosi terapeutiche il metabolita tossico viene coniugato con il glutatione ed eliminato. Se il
paracetamolo viene somministrato a dosi troppo elevate, il metabolita tossico, dopo aver
saturato tutto il glutatione disponibile, si lega alle proteine degli epatociti e causa danno renale
ed epatico.
Profarmaco: i profarmaci sono composti che necessitano di una trasformazione metabolica per
diventare attivi. In questo caso le biotrasformazioni prendono il nome di bioattivazioni. Ldopa, ad
esempio, è un precursore metabolico della dopamina; questa però non riesce ad essere assorbita
dall'organismo, a differenza dell’Ldopa che invece viene assorbita e trasformata in dopamina
all'interno dell'organismo da una decarbossilasi.
Capacità di metabolizzazione nei vari organi : sebbene ogni tessuto sia dotato di una certa
capacità di metabolizzare i farmaci, il fegato è la sede principale del metabolismo (capacità metabolica
= 100). Anche altri tessuti come polmoni (capacità metabolica = 20), reni (capacità metabolica = 8) e
intestino (capacità metabolica = 6) hanno una attività metabolizzante significativa. Il cervello è
l’organo in cui vi è la più bassa capacità di metabolizzazione, pari allo 0,5.
Biotrasformazioni extra epatiche : le biotrasformazioni extra epatiche sono modificazioni che
avvengono a livello intestinale ad opera della flora batterica e consistono in reazioni di riduzione con
formazione di metaboliti idrosolubili. Queste sono reazioni di deconiugazione dei metaboliti prodotti a
livello epatico con formazione di molecole che possono essere assorbite ed introdotte nel circolo entero
epatico (betaglicuronidasi).
Fasi del metabolismo: Il metabolismo dei farmaci si attua attraverso due fasi:
ASSORBIMENTO METABOLISMO ELIMINAZIONE
FASE I FASE II
Farmaco Metabolita Coniugato
Reazioni di Fase I
Le reazioni di fase I o di funzionalizzazione hanno la finalità di inserire o mettere in evidenza nella
molecola gruppi funzionali di legame come –OH, NH2 e COOH. Sono reazioni di fase I: ossidazione,
riduzione, idrolisi e idrossilazione.
Ossidazioni: nelle ossidazioni il farmaco viene metabolizzato con perdita di elettroni e possono
avvenire o per addizione di ossigeno o senza coinvolgere l’ossigeno (deidrogenazione).
CH2OH CHO COOH
Le reazioni di ossidazione richiedono la presenza di una famiglia di enzimi chiamati “ossidasi a
funzione mista” presenti nel REL degli epatociti: ossigeno molecolare, NADPH, NADPH citocromo
P450 reduttasi e citocromo P450 (CYP 450). Quest’ultimo fa parte della famiglia delle emoproteine e
contiene ferroprotoporfirina IX; il ciclo catalitico del CYP 450 utilizza l’O2 come substrato, riduce un
atomo di questo ad H2O e l’altro lo introduce nel substrato.
Altre ossidasi a funzione mista sono rappresentate dalla deidrogenasi (alcol deidrogenasi e aldeide
deidrogenasi) aminossidasi, aromatasi, ecc. .
L’isoforma citocromiale maggiormente coinvolta nella metabolizzazione dei farmaci è il CYP 3A4.
Farmacogenomica dell’etilismo: esistono sette isoforme dell’aldeide idrogenasi, in cui c’è un’isoforma
poco attiva che porta un accumulo di acetaldeide che causa rossore, eccessiva sudorazione, ecc. (ad es. i
cinesi tollerano poco l’alcool).
Riduzioni: nelle riduzioni il farmaco viene metabolizzato con aggiunta di elettroni e tali reazioni
avvengono in ambienti privi di ossigeno, producendo metaboliti tossici.
Idrolisi: l’idrolisi può coinvolgere gli esteri, gli amidi, gli idrazidi e i carbammati. L’esterasi più
rilevante è l’acetilcolinesterasi che idrolizza l’acetilcolina. L’idrolisi delle amidi avviene ad opera delle
amidasi, caratterizzate da una velocità enzimatica più lenta rispetto all’esterasi. L’idrolisi delle
idrazidi e dei carbammati ha pochi effetti sul metabolismo dei farmaci.
Idrossilazione: l’idrossilazione consiste nell’aggiunta di acqua nella molecola senza dissociazione
della sostanza. Caratteristiche di questo gruppo sono le epossidoidrolasi, che trasformano gli epossidi
nei rispettivi diidrodioli. Reazioni di Fase II
Le reazioni di fase II sono reazione di coniugazione, in cui un composto estraneo o un metabolita
proveniente dalle reazioni di fase I, si legano in modo covalente con una molecola endogena (cofattore)
mediante i gruppi funzionali –OH, COOH, NH2 e SH generando un metabolita coniugato più
idrosolubile che può essere eliminato. Il meccanismo di reazione prevede il consumo di una certa
quantità di energia che viene utilizzata per la coniugazione.
Glucuronazioni (coniugazione con acido glucuronico): la glucuronazione consiste nella
coniugazione degli xenobiotici con acido glucuronico per formare glucuronidi, favorendo l’eliminazione
dello xenobiotico per via renale o biliare (a seconda della grandezza).
Solfatazioni: le solfatazioni sono reazione di coniugazione dei gruppi OH con solfato per formare
solfati. Sono catalizzate dalle solfotransferasi localizzate prevalentemente a livello citosolico di organi
quali fegato, intestino e polmone.
Acetilazione: il processo di acetilazione avviene prevalentemente nel fegato, richiede come cofattore
l’acetil coenzima A e viene mediata da enzimi di trasporto del gruppo delle acetiltransferasi. Questo
processo è soggetto a polimorfismo: esistono infatti individui con acetilatori veloci e altri con
acetilatori lenti; questo spiega la diversa tossicità di alcune sostanze in individui della stessa specie.
Coniugazione con aminoacidi: la coniugazione con aminoacidi consiste nella reazione tra acidi
carbossilici esogeni + Coenzima A con le amine endogene per formare coniugati. Gli aminoacidi
coinvolti sono: glicina, glutamina (uomo), taurina e ornitina (uccelli). Sono reazioni che richiedono
energia (ATP).
Coniugazione con il glutatione: il glutatione ha la capacità di rimuovere i composti elettrofili
potenzialmente tossici. Le sostanze che si coniugano più facilmente con il glutatione sono gli epossidi e
l’enzima che catalizza queste reazioni è la glutatione–s–transferasi, localizzata sia nel citosol che nei
microsomi. Questi composti coniugati possono essere escreti nelle urine, nella bile o subire altri processi
metabolici.
Induzione e inibizione del metabolismo : alcuni farmaci possono aumentare o ridurre il
metabolismo, comportandosi da induttori o inibitori degli enzimi metabolici. L’induzione è
un’accelerazione del metabolismo che riduce l’azione farmacologica non solo della sostanza induttrice
ma anche di farmaci somministrati contemporaneamente all’induttore. Alcuni esempi sono il
Fenobarbital, la Rifampicina e anche sostanze come l’etanolo e gli idrocarburi. Nell’inibizione, invece,
alcuni farmaci possono inibire gli enzimi che metabolizzano altri farmaci, facendo aumentare la
concentrazione di un secondo farmaco nel siero causando tossicità. Alcuni esempio sono l’eritromicina,
il succo di pompelmo e la cimetidina.
Fattori che possono modificare il metabolismo dei farmaci : i fattori che possono
modificare il metabolismo dei farmaci possono essere fisiologici (età, sesso), patologici (alterazioni
epatiche), esterni (ambiente, dieta) e legati alla specie.
Fattori fisiologici: il metabolismo dipende molto dall’età dell’individuo, infatti durante l’arco della
vita vi è una diversa capacità di metabolizzare i farmaci. L’attività metabolizzante del fegato è molto
bassa alla nascita, cresce con l’età raggiungendo il massimo nell’adulto e diminuisce nell’anziano. Per
quanto riguarda il sesso, invece, il metabolismo dei barbiturici è molto ridotto nelle donne.
Fattori patologici: alterazioni epatiche possono influenzare notevolmente il metabolismo, come ad
esempio cirrosi, epatite, epatoma ed epatomegalia alcolica, determinando: ridotta attività enzimatica
epatica, modificazioni del flusso ematico e ipoalbuminemia.
Fattori esterni: anche la dieta e l’ambiente possono alterare il metabolismo;
dieta carenza di vitamina o di minerali;
ambiente fumo o metalli pesanti;
Fattori legati alla specie: il metabolismo può variare tra individui di specie diversa oppure tra
individui della stessa specie. Tra individui di specie diverse le differenze sono più evidenti per le
reazioni di fase II, dovute a modificazioni del profilo degli isoenzimi del citocroma P 450. Invece tra
individui della stessa specie le differenze possono essere causate da polimorfismo genetico o dalla
razza.
Farmacogenetica: studia i polimorfismi genetici degli enzimi che metabolizzano i farmaci. Questo
può determinare una mancata o solo parziale efficacia dei farmaci o la comparsa di gravi effetti
collaterali. Farmacodinamica
I recettori: i recettori sono i siti d’azione dei farmaci e determinano le reazioni tra dose ed effetti
farmacologici. Sono recettori per i farmaci: enzimi, canali ionici, acidi nucleici e recettori per i
neurotrasmettitori e per gli ormoni. Fra i farmaci il cui sito d’azione è un enzima, il più utilizzato è
probabilmente l’aspirina, che deve la sua azione antinfiammatoria ed analgesica alla sua capacità di
acetilare, e quindi inibire, la cicloossigenasi, ossia l’enzima responsabile della formazione delle
prostaglandine. Tra i farmaci i cui bersagli sono canali ionici, invece, ricordiamo i calcio antagonisti,
gli anestetici locali, alcuni anestetici generali e gli antiaritmici, che agiscono su diversi tipi di canali
quali: canali del calcio, del sodio e del potassio. Tra i farmaci che interagiscono con gli acidi nucleici
(RNA o DNA) troviamo antibiotici, antimicotici ed antineoplastici. Farmaci di categoria diversa
possono interagire con recettori situati su una stessa macromolecola; questo è il caso del
neurotrasmettitore GABA, delle benzodiazepine e dei barbiturici che si legano allo stesso recettore,
chiamato recettore