ANTIFOLICI
Il prototipo è il metotrexato che inibisce l’enzima diidrofolatoreduttasi (DHFR) necessario alla
trasformazione dell’acido folico nella sua forma attiva, l’acido tetraidrofolico. Sono stati sviluppati
degli antifolici di seconda generazione che possono essere distinti in classici con struttura chimica
simile a quella dell’acido folico e non classici con struttura diversa. Quelli classici sono in grado di
formare poliglutammati intracellulari a lunga emivita, poichè conservano la struttura similfolica ed in
particolare un residuo glutammico terminale, mentre quelli non classici lipofili possono raggiungere
analoghi livelli di citotossicità grazie all’elevata capacità di penetrare nelle cellule per diffusione
passiva. Tra questi il trimetrexato viene utilizzato in associazione con l’acido folinico ed il
fluorouracile per il trattamento del carcinoma colon-rettale, ma non avendo dimostrato grossi
vantaggi in termine di efficacia clinica oggi viene utilizzato soprattutto negli USA come antifungino
nel trattamento della polmonite.
METOTREXATO
Entra nelle cellule mediante un processo energia dipendente e temperatura sensibile mediante
delle proteine che lo trasportano agendo in tandem con una proteina legante citosolica coinvolta
nella successiva presentazione del metotrexato al suo enzima bersaglio, la DHFR. Si tratta forse di
uno scambio anionico. Esso può entrare nelle cellule anche mediante diffusione passiva o tramite
un sistema di trasporto mediato da recettori di membrana per i folati (MFR). Si tratta di
glicoproteine legate alla membrana da molecole di glicosilfosfatidilinositolo, delle quali sono state
individuate 3 isoforme: a, ß, y. Nei tessuti neoplastici si osserva un aumentata espressione di
MFR. Il metotrexato, inibendo la DHFR e prevenendo la riduzione di acido folico a acido
tetraidrofolico, determina un accumulo di folati nella forma ossidata inattiva e una deplezione dei
folati tetraridotti attivi. I folati naturali esistono nella cellula sottoforma di derivati poliglutammici
formati ad opera della folilpoliglutammato sintetasi. La poliglutamilazione, aumentando la carica
negativa dei folati, ne facilita l’accumulo rispetto ai monoglutammati ed aumenta l’affinità dei
coenzimi folici per numerosi enzimi folico dipendenti. Anche il metotrexato va incontro a
poliglutamilazione e questi derivati vengono trattenuti più a lungo dei monoglutammati
determinando un prolungamento dell’inibizione di tale enzima.
Se somministrato a basse concentrazioni subisce raramente il metabolismo, ma ad alte dosi si
formano metaboliti come il 7-idrossimetotrexato, potenzialmente nefrotossico. La metà della quota
di farmaco si lega all’albumina; penetra scarsamente la BEE e quindi non raggiunge
concentrazioni efficaci nel SNC. Esso si accumula nei versamenti ascitici e pleurici e ne viene
liberato lentamente con persistente aumetno delle Cp e effetti tossici gravi.
Viene utilizzato nella leucemia linfoblastica acuta infantile, ma non negli adulti; indicato anche
nell’osteosarcoma, linfoma non Hodgkin, carcinoma mammario, della testa, collo e vescica. È
anche impiegato nella psoriasi e nei trampianti d’organo, nell’artrite reumatoide e nel morbo di
Crohn.
La tossicità dose limitante del metotrexato si ha a carico del midollo osseo emopoietico
(leucopenia, trombocitopenia, anemia, infezioni gravi) e dell’epitelio gastrointestinale. Altri effetti
possono essere alopecia, dermatite, nefrotossicità, epatotossicità e a dosi elevate necrosi tubulare
renale poichè il farmaco è un acido debole precipitabile nelle urine acide. È controindicato nella
gravidanza e nell’insufficienza renale e per evitare il danno renale dovuto alla precipitazione del
metotrexato a livello tubulare nelle urine acide è necessario ricorrere a idratazione, diuresi forzata
e alcalinizzazione delle urine.
Farmaci come sulfamidici, tetracicline, e clorafenicolo possono rimuovere il metotrexato
dall’albumina e aumentarne la tossicità.
ANALOGHI PIRIMIDINICI 3 di 18
Cap.9 Farmaci antitumorali
Gli analoghi della timidina e della desossiuridina e della desossicitidina sono inibitori della sintesi di
DNA, mentre un analogo dell’uracile, il fluorouracile, interferisce con la funzione dei vari RNA. Tra
gli analoghi pirimidinici quelli più recenti sono le fluoropirimidine con elevata biodisponibilità e
azione più selettiva. Vi sono anche composti modificati per cambiamenti nella parte zuccherina del
nucleoside che è normalmente costituita da ribosio, o 2’-desossiribosio e che possono essere
sostituite dall’arabinosio ottenendo così la citarabina.
FLUOROPIRIMIDINE
Il fluorouracile è un analogo dell’uracile che entra nella cellula mediante diffusione non facilitata,
mentre i nucleosidi naturali ed i loro analoghi vi entrano mediante diffusione facilitata o con un
meccanismo di trasporto sodio dipendente mediato da proteine di membrana. Il fluorouracile deve
essere metabolizzato a derivati fluororibonucleotidici e fluorodesossiribonucleotidi. Esso può
essere convertito infatti a ribonucleoside, fluorouridina dalla uridina fosforilasi e poi a
ribonucleotide, fluorouridina monofosfato. Per la conversione a desossiribonucleotidi interviene la
timidina fosforilasi e la timidina chinasi. Questi derivati vengono incorporati nel DNA mediante la
DNA-polimerasi e si può avere la conseguente rimozione delle basi alterate dal DNA che può
portare alla frammentazione della macromolecola. Il principale metabolita citotossico è la
fluorodessouridina monofosfato che inibisce la TS (timidilato sintasi). Fluorouracile e fluoxuridina
vengono somministrati per via parenterale. La fluoxuridina è convertita a fluorouracile dalla timidina
o dessouridina fosforilasi ed il fluouracile può essere inattivato da un enzima a livello epatico
gastrointestinale e nelle cellule tumorali. Un deficit di questo enzima può indurre una maggiore
sensibilità al farmaco. Per ev l’emivita del fluorouracile è di 10-20min, attraversa la BEE. Viene
usato nei carcinomi della mammella e del tratto GI, ma anche in quelli dell’ovaio, della cervice,
della vescica, prostata e pancreas. Nel carcinoma mammario viene associato con ciclofosfamide e
metotrexato e nel carcinoma colon-rettale in associazione al acido folinico. Viene anche impiegato
per uso topico nel trattamento delle cheratosi premaligne della cute.
La fluoxuridina è usata nel trattamento delle metastasi epatiche da carcinoma colon-rettale.
La capecitabina è utilizzata nel carcinoma colon-rettale matastatizzato e nel trattamento di prima
linea del carcinoma gastrico avanzato in associazione al platino.
Le reazioni avverse compaiono con un certo ritardo rispetto alla somministrazione del farmaco.
Anoressia e vomito sono le manifestazioni iniziali a carico del tratto GI; la comparsa di stomatite e
diarrea comporta l’interruzione della terapia. L’attività mielodepressiva del farmaco è il prim effetto
tossico dose-limitante: si ha leucopenia e in alcuni casi trombocitopenia ed anemia. Sono state
anche descritte lesioni neurologiche e cardiotossicità. Sono controindicate in gravidanza e la dose
va aggiustata in pazienti con compromessa funzionalità epatica, midollare o renale.
L’attività antitumorale del fluorouracile è aumentata dall’acido folinico e dal metotrexato.
CITARABINA
Penetra nelle cellule mediante un processo di trasporto attivo carrier mediato comune ai nucleosidi
naturali e deve essere attivata per conversione a nucleotide 5’-monofosfato (araCMP), che
reagisce con le nucleotido chinasi formando nucleotidi difosfato e trifosfato (araCDP e araCTP).
AraCTP compete con il substrato naturale, il dCTP, per l’incorporazione nel DNA mediata dalla
DNA-polimerasi. Il meccanismo di morte cellulare causato dalla citarabina non è stato ben
compreso. Sono state osservate frammentazioni del DNA ed evidenze di apoptosi probabilmente
mediata da interazioni con vari sistemi di trasduzione del segnale. 2 enzimi disattivanti, la citidina
deamilasi e la dCMP-deamilasi, la inattivano. Per os la citarabina ha scarsa biodisponibilità, si
distribuisce ampiamente nei tessuti e attraversa la BEE. Viene in genere somministrata ev.
È indicata nella terapia della leucemia mieloide acuta in associazione con altri farmaci e nei linfomi
non-hodgkin e nell’emolinfoblastosi (leucemia linfoblastica acuta infatile e nell’adulto). A parte le
reazioni avverse tipiche della classe, può dare convulsioni ed altre manifestazioni neurologiche.
GEMCITABINA
Ha lo stesso meccanismo d’azione della citarabina. È convertita in difluorodesossicitidinadifosfato
e trifosfato, quest’ultimo è un inibitore della DNA-polimerasi per la quale compete con la dCTP.
La gemcitabina viene somministrata per ev ed è metabolizzata a difluorodesossiuridina inattiva.
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Cap.9 Farmaci antitumorali
Ha emivita di 40-90min. Indicata nel trattamento del carcinoma polmonare non a cellule piccole e
del carcinoma pancreatico metastatizzati e nel carcinoma vescicale. Utilizzato anche nel
carcinoma della mammella in associazione con paclitaxel.
Le associazioni tra gemcitabina e complessi di coordinazione del platino danno sinergismo con
potenziamento dell’effetto citotossico in vitro.
ANALOGHI PURINICI
Questi farmaci vengono utilizzati non solo nel trattamento di tumori, ma anche nella terapia
immunosoppressiva e nella terapia antivirale. L’allopurinolo, analogo dell’ipoxantina, un potente
inibitore della xantina ossidasi rappresenta uno dei farmaci individuati casualmente durante gli
studi sugli analoghi purinici, ed anche la pentostatina, inibitore dell’adenosinadeaminasi, utilizzata
per il trattamento di vari tipi di leucemia è stata scoperta in questo modo.
MERCAPTOPURINA
È attivata dall’enzima ipoxantina guanina fosforibosil transferasi a 6-tioinosina monofosfato (TIMP),
che inibisce la sintesi delle purine. La TIMP viene metabolizzata a 6-tioguanosina monofosfato e
poi a 6-tioguanosina trifosfato che viene incorporata nel DNA e nel RNA compromettendone la
struttura e la replicazione. Tale incorporazione induce inoltre la morte cellullare programmata
mediante l’attivazione del sistema di riparo mismatch.
Il suo assorbimento è incompleto per os e la biodisponibilità è ridotta per l’effetto di primo
passaggio. Per ev l’emivita è breve e le vie di degradazione metabolica sono 2:
1. metilazione del gruppo sulfidrico e successiva ossidazione dei derivati metilati
2. ossidazione ad opera della xantina ossidasi epatica con formazione di acido 6-tiourico privo di
azione antineoplastica
Nel corso della terapia si può avere iperuricemia ed iperuricosuria e pertanto viene associata ad
allopurinolo. È indica
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Schema dei farmaci antitumorali
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Farmacologia - farmaci
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Farmaci antiepilettici
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Farmaci antiaggreganti