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Phylum platelminti Planaria
Sono i primi mesozoi triblastici in cui compare una vera e
propria simmetria bilaterale. Comprende anche animali a
vita libera, come la planaria, ma la maggior parte (85%) sono
parassiti, come la tenia.
Sono detti vermi piatti perché hanno una superficie corporea
molto sottile e presentano una regione cefalica che si può
riconoscere per la presenza di ocelli, che non sono in grado di percepire immagini. Presentano espansioni
chemiosensoriali. Presentano una simmetria bilaterale e sono triblastici, quindi anche qui divisione in
ectoderma, mesoderma, endoderma. Presentano un epiderma esterno e un gastroderma, ma sono privi di
una cavità posta tra il canale alimentare e l'epidermide (sono infatti acelomati, privi di celoma), ma
presentano un liquido interstiziale che insieme a diverse cellule immerse forma un tessuto connettivale
lasso detto parenchima, di origine mesodermica. In pratica il parenchima caratterizza questi animali,
riempie tutto il loro corpo e il liquido interstiziale, essendo appunto un liquido, funge da idroscheletro
quindi dona sostegno e facilita il movimento, e in più agevola lo scambio di sostanze (tra cui nutrienti) tra
le varie cellule e gli scambi gassosi. Le numerose cellule immerse nel parenchima sono neoblasti, cellule
totipotenti. Quindi se l'animale viene tagliuzzato in piccoli pezzettini, queste cellule sono in grado di
rigenerare nuovi individui. La planaria ha una capacita rigenerativa elevatissima.
Ci sono alcune differenze che fanno in modo che questo phylum venga diviso in tre classi:
Turbellari
Trematodi parassiti
Cestodi
Classe turbellari
Sono tutti i platelminti a vita libera, quindi non parassiti. Il tipico esempio è la planaria. sono di forma
ovale, più o meno rotondeggiante e colorazione varia. Si può riconoscere chiaramente il capo dalla coda per
la presenza di ocelli,espansioni lobate laterali (auricole) e tentacoli. La parete corporea è costituita da un
cosiddetto sacco muscolo-cutaneo, costituito da uno strato esterno epidermico composto da varie cellule,
essenzialmente ciliate ma anche ghiandolari. Questo poggia su uno strato muscolare di origine
mesodermico. I muscoli sono organizzati in longitudinali e circolari, che servono per il movimento, e
verticali per dare consistenza all'animale.
Nel parenchima sono immersi vari organi, essenzialmente la cavità gastrovascolare e il sistema
protonefridiale. La cavità è estremamente vascolarizzata e ramificata, tanto che il tipo di ramificazione e
utilizzata per la classificazione. La bocca normalmente nei platelminti non ha un'apertura apicale ma è
ventrale e si trova più o meno a metà del corpo dell'animale, con un faringe muscoloso ed estroflessibile,
anch’esso diversificato e rientrante nelle differenze di classificazione. Quando l’animale deve attaccare, il
faringe viene estroflesso e inserito nella preda e da esso vengono prodotti enzimi digestivi.
Il tessuto epidermico è formato da un epitelio monostratificato ciliato, soprattutto nella posizione ventrale.
Le ciglia coadiuvano il movimento muscolare, ma oltre ad esse sono presenti anche cellule ghiandolari, che
hanno essenzialmente la funzione di produrre muco, per aiutare lo scivolamento delle ciglia. Poi ci sono
invece le cellule rabditogene che contengono rabditi, dei bastoncelli che vengono
estroflessi, buttati fuori dalle cellule, formando una guaina mucosa per
proteggere l'animale dalla disidratazione e dai predatori. Ha inoltre la funzione di
bloccare le prede per favorire l’azione del faringe.
Vi è inoltre un sistema bighiandolare che consentono di fare un ancoraggio
temporaneo per far leva durante la locomozione. Si tratta di un’associazione di tre
elementi, una cellula di ancoraggio, dotata di microvilli per aderire al substrato,
una ghiandola viscosa che produce sostanza adesiva, e poi un ghiandola di
rilascio che funziona da solvente per la sostanza adesiva. Quando questi animali si
muovono, si attaccano al substrato grazie ai microvilli, che poi si fissano con la
sostanza collante. Quando l’animale si deve staccare il solvente scioglie la sostanza adesiva. Questo
meccanismo ripetuto più volte permette all’animale di muoversi.
Nel'epidermide possono essere incorporati nematocisti per la difesa. anche qui muscolatura liscia
organizzata in fasci longitudinali, circolari e verticali, detti anche dorsoventrali. Questi animali possono
muoversi grazie all'utilizzo di muscolatura e strisciare, grazie al sistema di ghiandole. I muscoli formando
torsioni, oppure possono aiutare la formazione di onde peristaltiche che si propagano per tutta la
superficie dell'animale. Che consentono anche di nuotare. Essendo essenzialmente predatori, individuano
la preda grazie a chemiorecettori, localizzati a livello del capo, dove si concentrano tutti gli organi di senso.
Possono introdurla intera, oppure se troppo grossa, la predigeriscono esternamente con l'estroflessione
del faringe.
La cavità gastrovascolare non è continuamente dilavata d'acqua, ma abbastanza protetta, per cui gli enzimi
hanno una buona funzione di digestione extracellulare, anche se non del tutto definitiva e quindi
coadiuvata da cellule fagocitarie.
In questi animali compaiono nel parenchima anche i protonefridi,
cellule a fiamma distribuite all'interno del parenchima. L'escrezione
avviene ancora a livello della superficie corporea,ed eliminano
ammoniaca, poiché questi animali hanno un rapporto superficie
volume ottimale, cioè tutte le cellule sono a contatto con il liquido
esterno. Hanno però problemi di osmoregolazione, che è gestita
anche qui dalla cellule a fiamma. Non compare ancora un apparato
circolatorio. Non abbiamo più un sistema nervoso a rete diffusa, ma
comincia un sistema di tipo cordonale. Quando compare una regione cefalica, si ha un accentramento di
gangli in questa regione che creano un piccolo cervello, da cui partono fasci nervosi verso gli organi di
senso, e cordoni nervosi in direzione caudale (in direzione della “coda”). Questi gangli sono connessi tra di
loro e sono dati da un'associazione di neuroni, che prendono contatto con i muscoli e ne coordinano il
movimento, quindi servono per la locomozione.
Gli organi di senso sono gli ocelli, formati da fotorecettori, che prendono contatto, con una capsula
pigmentata, con i dendriti dei fotorecettori. La luce entra, colpisce la capsula pigmentata, il pigmento
cambia conformazione e va a stimolare i dendriti che mandano il segnale. Sono occhi privi di lenti, quindi
sono solo in grado di percepire i cambiamenti di luce. Ci Sono poi le auricole, che si trovano ai lati del capo,
e che sono essenzialmente dei chemiorecettori, e quindi in grado di percepire la presenza di sostanze
alimentari. Possono anche essere presenti recettori tattili concentrati lungo il faringe.
Per quanto riguarda la riproduzione, i turbellari si riproducono soprattutto in modo asessuato con una
scissione longitudinale, che dando origine a due individui identici tra di loro, o trasversale. Possono
riprodursi ance per frammentazione, che porta alla rigenerazione dell'individuo grazie ai neoblasti. Possono
anche riprodursi in modo sessuato. Sono essenzialmente tutti ermafroditi. I
testicoli sono collegati con dotti deferenti alla vescicola seminale per la
raccolta degli spermi. Questa vescicola sbocca in un organo riproduttivo
detto cirro o pene. Le ovaie invece sono collegate con dotti alla borsa
seminale per la raccolta degli spermi del partner. invece di essere contenuto
nella cellula uovo, il vitello viene accumulato esternamente dalle cellule vitelline (andando a formare una
sorta di tessuto, detto vitellogeno). Per questo le uova vengono definite esolecitiche. La fecondazione è
interna e ipodermica, cioè quando questi si accoppiano, essendo insufficienti,si iniettano reciprocamente
gli spermi attraverso la parete del corpo. In seguito, dall'unione di spermatozoi e uova, si formano dei
cocoon che vengono concentrati in bozzoli che vengono estroflessi e attaccati all'ambiente esterno. Da essi
si formeranno embrioni, destinati a diventare nuovi individui adulti (sviluppo diretto). In altri casi lo
sviluppo è indiretto, e vi è la formazione di una larva, detta larva di Muller.
I platelminti parassiti
Non hanno bisogno di grandi sistemi locomotori, organi di senso e sistema nervoso perché vivono in un
individuo. Devono però potenziare il sistema di assorbimento dei nutrienti, il sistema di ancoraggio, e
devono eludere il sistema immunitario dell'ospite. Sono quasi tutti ermafroditi perché è già difficile
trovare un partner, per giunta del sesso opposto. Alcuni sono addirittura autosufficienti. In grado di
produrre un enorme quantità di uova e spermatozoi per dare vita a numerosi individui.
Si dividono principalmente in due classi.
Classe trematodi
Sono tutti di forma ovale, di dimensioni ridotte (fino a 10 mm) presentano ventose
per l'aggancio, sia apicalmente che ventralmente e sono ermafroditi con sviluppo
indiretto, attraversando vari stadi larvali. Hanno una particolarità: la parete
corporea è modificata, il tegumento è sinciziale. In pratica il corpo cellulare
dell'epidermide è immerso all'interno del parenchima. Fuori, a contatto con
l'ambiente, c'è un sincizio citoplasmatico da cui sporgono spine e che poggia
direttamente sula muscolatura, che è dovuto al fatto che le membrane delle cellule
epiteliali si uniscono formando uno strato citoplasmatico. ponti citoplasmatici
collegano il sincizio con il corpo cellulare, attraversando lo strato muscolare.
L’introflessione Ha la funzione di assorbimento, di protezione, formando uno
spesso glicocalice e infine favoriscono lo scambio respiratorio e l'escrezione.
I dotti maschili e femminili in un atrio genitale comune che si apre all’esterno con
un unico poro genitale. Producono uova esolecitiche e il loro numero è molto
elevato in modo tale che le probabilità di riproduzione aumentino.
Si dividono in due ordini, che differiscono sia per l’aspetto morfologico che per quanto riguarda il ciclo
vitale:
Monogenei
Digenei
Ordine monogenei
I monogenei non cambiano ospite durante il loro ciclo vitale e sono parassiti
esterni di pesci, anfibi, molluschi e crostacei. Stanno ad esempio sulle branchie dei
pesci, e si nutrono di sangue e di cellule epiteliali. Si attaccato tramite ventose,
anteriori e posteriori. La larva mobile (grazie alla presenza di ciglia) che nasce
dalle uova, arriva al girino e si attacca al le sue branchie. Quando il girino
metamorfosa in rana, la larva migra all'interno della rana al livello del fegato.
Durante il periodo riproduttivo della rana, gli ormoni che essa produce inducono la
produzione di uova nel parassita, che poi verranno espulse dalla rana per far
ricominciare i