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A B C D E F G
b) Modalità di tradizione araba. Taqsim (improvvisazione) su maqam
Nihawand (oud: liuto) 2
c) Modalità di tradizione persiana. Radif (suite) nel dastgah
Rastpanigah (strumento: xantour); kanùn 3
! d)Modalità nella musica folklorica italiana: carrese di Larino
(Molise)
la selezione del registro acuto consente di “perforare” la
densissima “fonosfera” della festa 4
!
e) Modalità nel canto liturgico cristiano di tradizione gregoriana:
19
Kyrie IV, 1º modo gregoriano 5
!
Cantillazione: intonazione rettilinea, sulla medesima altezza (recto
tono) delle sillabe dei versi salmodici o di testi narrativi, in prosa
(nella liturgia); monodia
!
!
!
Polifonia
!
Costituisce la combinazione simultanea di più (almeno due) parti
distinte, vocali e/o strumentali, eseguite e intese consapevolmente e
stabilmente come diverse
!
Zoo-musicologia, bio-musicologia
!
Polifonia maschile albanese: due parti solistiche e bordone di gruppo
(iso; ison nella liturgia bizantina)
Polifonia con bordone intermittente: separato da pause o riprese di
fiato
Polifonia con bordone mobile: su due gradi diversi (generalmente toni
vicini)
Polifonia con andamento parallelo: le parti presenti si dispongono a
una distanza reciproca stabile, conservandola nel corso dell’azione
polifonica
!
Diafonia: combinazione polifonica di due sole parti vocali (solistiche
o di gruppo)
!
Polifonia maschile a quattro parti con andamento omoritmico (falso
bordone: intonazione di gruppo dei salmi nella liturgia romana, con
disposizione a quattro parti sui gradi degli accordi in posizione
fondamentale, ribattuti per ogni sillaba del salmo, escluse le formule
conclusive): in area sarda questa pratica assume la denominazione di
cantare a cuncordu
!
Faux bourdon: combinazione polifonica di terze e seste in area
franco-inglese, nel periodo tardo medievale
!
20
Eterofonia
Combinazione simultanea di due o più parti che eseguono la
medesima melodia, discostandosene occasionalmente e casualmente.
Polifonia
Combinazione simultanea di due o più parti distinte, vocali e/o
strumentali, eseguite e intese consapevolmente e stabilmente come
diverse
!
Combinazioni eterofoniche sono frequenti nel raddoppio voce-
strumento, sia nell’azione di un solo esecutore, sia nell’azione di
esecutori diversi attivi simultaneamente
!
!
!
CD 2
Polifonia.
Tecniche di combinazione
a) Polifonia con bordone (Albania) 6
b) Polifonia con bordone mobile intermittente su due suoni (arco
musicale dei Nande, Regione dei grandi laghi [Africa centro-
orientale]) 7
!
corda dell’arco musicale
A-B: massima lunghezza della corda
c: punto di tangenza (riduce la porzione di corda vibrante e ne
aumenta la frequenza fondamentale: l’altezza si modifica, solitamente
per gradi congiunti)
!
A_____ c _____________________________B
!
c) Polifonia con parallelismo per terze (Lombardia)
con Liolela 8
d) Diafonia per moto contrario (Vatoccu) 9
e) Polifonia accordale, in falso bordone (Castelsardo, Sardegna); cfr.
sa quintina, sa chinta (quinta parte virtuale, prodotta dalla somma
degli armonici realizzati dalla altre quattro voci) 10
21
l’emergere di sa quintina risponde a tre valenze distinte, ma
convergenti: a) valenza mistica (sa quintina rappresenta la Madonna
addolorata che piange Cristo morto; b) valenza estetica: l’emergere di
sa quintina indica una corretta esecuzione; c) valenza etica: l’emergere
di sa quintina indica la presenza di relazioni di amicizia e affetto tra i
cantori, l’assenza di conflitti e disarmonie relazionali
f) Diafonia con movimento eteroritmico (Canto a pennese, Lazio) 11
g) Polifonia con relazioni poliritmiche (incastro di formule: xilofono
Nande) 12
attenzione: no spazio nel montaggio!!!
h) Eterofonia (Gagaku, Giappone) 13
!
________________________________________
R. Murray Schafer, Il paesaggio sonoro
Fonosfera
_________________________________________
!
!
!
!
!
!
!
Tonalità
!
La Tonalità si esplica nell’ambito del sistema armonico-tonale, così
come si è formato e sviluppato nella storia culturale europea,
dall’inizio del Seicento fino ai primi decenni del Novecento. La
tonalità, e il sistema armonico-tonale, consiste nella concatenazione
nel tempo di unità verticali, denominate “accordi”: questi sono
costituiti dalla combinazione simultanea di tre suoni disposti su
intervalli di terza (es: Do-Mi-Sol); gli accordi, perciò, sono
denominati anche “triadi”; altrettanto frequente è la concatenazione di
accordi di quattro suoni, uno dei quali costituisce un raddoppio
all’ottava dei tre suoni principali; è frequente altresì la presenza di
accordi di quattro suoni tutti diversi, senza raddoppi. Condizione
fondamentale per il funzionamento ampio del sistema armonico-tonale
è il temperamento equabile, vale a dire la eliminazione di tutte le
differenze tra i semitoni della scala dodecafonica, che, proprio per
22
questo, diventa equi-dodecafonica (scala temperata). Nel sistema
armonico-tonale acquisisce una particolare forza attrattiva il
cosiddetto accordo di tonica, vale a dire la triade costruita sul primo
grado della scala di riferimento, nella tonalità scelta. Pure
determinante, nel definire la coerenza e compattezza del sistema, è
l’insieme delle regole di concatenazione degli accordi. Il sistema
armonico-tonale si è formato all’inizio del Seicento (monodia
accompagnata) ed è andato consolidandosi nei decenni successivi,
subendo una prima importante teorizzazione attraverso la riflessione
di Jean Philippe Rameau (Traité de l’harmonie, 1722), perfezionata da
Johann Sebastian Bach nel Primo volume del Clavicembalo ben
temperato (1722). La compattezza del sistema armonico-tonale ha
subito una prima disgregazione con il Tristan Akkord, l’accordo
iniziale di Tristan und Isolde (1865) di Richard Wagner, costruito su
quattro suoni diversi (Fa#-Si-Re#-Sol#) la cui combinazione
simultanea non era riconducibile a nessuna delle regole di
concatenazione sperimentate fino ad allora. Negli ultimi decenni
dell’Ottocento e nei primi del Novecento il sistema armonico-tonale
subisce una definitiva disgregazione, nello scenario della musica cólta
euro-americana, affiancato da procedure diverse, quali, la Tonalità
allargata, la Atonalità, la Politonalità, e sostituito dal sistema di
composizione con dodici suoni (dodecafonìa, ideata da Arnold
Schoenberg, Alban Berg e Anton von Webern: Seconda Scuola di
Vienna). Il sistema dodecafonico è basato su una prospettiva lineare,
non verticale, che riprende procedure imitative di tipo
contrappuntistico. L’elemento centrale della dodecafonia è la
cosiddetta “serie dodecafonica”, una sequenza melodica che
obbligatoriamente comprende tutti i dodici suoni della scala
dodecafonica, disposti in un ordine ogni volta variabile. Tuttavia,
all’interno di ogni brano, la serie deve conservare la sua identità
originaria, pur sottoposta a precise procedure di variazione:
1)originale: costituisce la serie posta all’inizio del brano, con
tutti i dodici suoni disposti nell’ordine prescelto:
La-Re-Si-Mi-Do#-Fa#-Sol#-Re#-Fa-Si bem-Sol-Do
1 - 2 – 3 – 4 – 5 - 6 - 7 - 8 - 9 – 10 - 11– 12
(serie da Il giro di vite, di Benjamin Britten [Venezia, Gran
Teatro La Fenice, 14 settembre 1954])
23 2)retrogrado: costituisce la serie originale esposta a partire
dalla sua conclusione, fino al suo inizio (12-11…3-2-1: Do
– 11 … Si- Re - La)
3)inverso: costituisce in una nuova sequenza melodica di
dodici suoni, nella quale si inverte l’andamento degli
intervalli che caratterizza l’originale (gli intervalli
ascendenti si trasformano in intervalli discendenti)
4)retrogrado dell’inverso (la sequenza melodica costituita
dall’inverso viene esposta a partire dall’ultimo suono per
finire con il primo).
Nel secondo Novecento il sistema dodecafonico viene ulteriormente
elaborato e trasformato, determinando le procedure di “serialità
integrale” (Scuola di Darmstadt), fino a dissolversi anch’esso. A
queste procedure si oppone l’esperienza della “àlea” (musica
“aleatoria”, messa in pratica da John Cage, ma anche da altri
compositori che pure avevano frequentato Darmstadt (Bruno
Maderna).
!
Tuttavia, è bene ricordare che gran parte delle pratiche ed espressioni
di “popular music”, del jazz e di altre musiche esterne alla tradizione
cólta euro-americana, sono ancora costruite su procedute e regole di
carattere armonico-tonale. Nel sistema internazionale, l’egemonia
euro-americana ha prodotto una diffusione ulteriore, in ambito
globale, di pratiche e regole tonali nell’organizzazione della musica.
!
!
!
2. Storia degli studi
!
2.1. Gli studi etnomusicologici e le musiche esterne alla tradizione
cólta europea
Le prime riflessioni nelle storie universali della musica.
1. l’influsso della Bibbia;
2. omaggi a personalità del passato: Pitagora, Boezio
3. La Storia della Musica di Padre Martini (1757-1781): si occupa solo
dell’antichità, del mondo greco-latino, ma anche delle tradizioni
ebraiche, della storia degli Egizi, Caldei, ed altri popoli orientali.
24
4. Charles Burney: General History of Music (1776): niente Caldei ed
altri popoli orientali, ma capitolo molto ampio sulla musica egiziana;
5. John Hawkins: General History of the Science and Practice of
Music (1776): assolutamente euro-centrica (leggi Sachs p. 27)
6. Jean Benjamin Laborde: Essai sur la Musique (1780), “i Caldei ed
altri popoli orientali”, come Padre Martini, ma anche riflessioni sulla
musica cinese, giapponese, tailandese, arabo- turco-persiana, africana.
7. François-Joseph Fétis: Histoire Générale de la Musique (1869):
diversi capitoli specifici e una considerazione significativa: la storia
della musica abbraccia quella del genere umano
!
2.2. Riflessioni più pertinenti e specifiche
1. Rousseau: Dictionnaire de Musique (1768) e voci musicali
dell’Encyclopédie (trascrizioni di melodie europee [ranz de vaches],
cinesi e nativo-canadesi nella Tavola N del Dictionnaire)
2. la prima manifestazione di musicologia orientalista: padre Joseph
Amiot e la Mémoire sur la musique des Chinois, tant anciens que
modernes (leggi commento favorev