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Il tema dell'etimologia

L'etimologia è un tema che interessa l'umanità, sia come scienza, che come ideologia o immaginazione. La ricostruzione ha un carattere meramente logico, e astraente, in modo tale che il ricostruito è somigliante alle situazioni linguistiche storiche.

Il tema dell'etimologia ci è pervenuto per tramiti culturali e filosofici, dal IV secolo a.C. Il "vero", nel senso di "significato vero della parola" è emerso per la prima volta in ambito aristotelico.

Il tema dell'etimologia nella cultura occidentale è stato prima un tema filosofico e culturale, poi un tema linguistico con implicazioni metodologiche e teoretiche, è stato per lungo tempo il campo di battaglia in cui si sono scontrate la visione del mondo naturalistica e la visione antropologica, la contesa tra Natura, che ingloba in sé l'umanità e la domina, e che

autonomamente nell'ambito della Natura si Società umana, costruisce un suo spazio pensando al proprio interesse, contesa tra sensibile e noetico, il perimetro è segnato dai due poli del significante e del significato. Pierre Guiraud, L'Étymologie, 1967; un'antologia di Occorrerà segnalare alcuni studi: libretto panoramico disaggi sul tema dell'etimologia, scritti da alcuni tra i più illustri linguisti del secolo; un meritorio diciottolavoro di Francoise Bader pubblicato negli Atti congressuali della Società italiana di Glottologia. La linguistica deve occuparsi sia di etimologie che di metafore, ed oggi ha i mezzi, almeno teorici di distinguere il salto metaforico dalla continuità etimologica. Noi moderni ci rendiamo conto che se un nome metaforico si è fatto spazio ai danni di un altro nome, finendo per sostituirlo, il sogno di rintracciare il vero e oggettivo rapporto tra il nome e la cosa referente non ha

più alcuna possibilità di realizzarsi, dal momento che è subentrato un rapporto di tipo soggettivo.

2. Considerazione su una certa contrazione degli studi etimologici nel momento attuale:

Molti linguisti si sono resi conto che il progresso e l’espansione della linguistica generale e teorica vanno dipari passo con una certa contrazione degli studi sull’etimologia.

Si contrae quantitativamente il comparto delle singole ricerche etimologiche, contrariamente la teoria stessadell’etimologia non fa progressi. Si potrebbe dire che i campi della ricerca etimologica sono stati già arati inprofondità, in realtà non è così perché alcuni campi restano ancora intatti, come ad esempio: i campi dellaladinità, sostrati, indoeuropeistica, iranistica.

3. I due livelli dell’astratto e del concreto:

Per rendersi conto del calo di interesse per la teoria dell’etimologia conviene riflettere sulla diversità

Tralinguistica teorica e linguistica glottologica, entrambe formali. Il linguaggio umano simbolico articolato ha bisogno, per esistere, di poter operare su due livelli: 1) astrazione mentale; 2) concretezza sensibile periferica. Questa coppia aveva rischiato di compromettere l'unitarietà e la compattezza antropologica del linguaggio. Se nel linguaggio nella sua globalità non è possibile dissociare l'astratto dal concreto, ancor più nell'etimologia il concreto fonico strutturato ha occasione di far valere le sue ragioni.

4. Il duplice senso di formale: Il formale della linguistica teorica si riferisce alla forma, usato per indicare ogni configurazione astratta di un insieme di cose. Tale formale fa appello al ruolo fondamentale che la razionalizzazione astratta di tipo logico-matematico delle regole di qualsiasi insieme di natura sistematica, considerate per se stesse – gioca nell'organizzazione – come precisava Rudolf Carnap.

Cioè a prescindere dal loro contenuto empiricamente fruibile. L'altro formale si riferisce alla forma come configurazione sensibile di una materia organizzata e finalizzata, e fa appello alla concretezza sensibile e percepibile di tutto ciò che ha natura e funzione simbolica, in sostanza alla percepibilità della materia fonico-uditiva. Formale fa riferimento ad una materia formata. - Rasmus Rank (terminato nel 1814 pubblicato nel 1817) in un suo saggio parla di 352 serie lessicali, la cui forza probatoria viene dalla confrontabilità delle rispettive forme foniche.

5. Il collocarsi dell'etimologia nel rapporto tra forma del contenente e forma del contenuto: tra forma della materia fonica e forma del contenuto semantico, il peso decisivo dell'una o dell'altra forma in sede di conoscenza etimologica può variare notevolmente secondo il tipo di etimologia in atto. È la forma del contenente, l'aspetto

principale da considerare; nell'In sede di etimologia scientificaetimologia popolare è il prepotere della forma del contenuto che spinge i parlanti a modificarne la formamateriale, affinché il nome possa essere conseguenza della cosa.

6. Il confronto formale tra due o più parole come requisito primario nella ricerca etimologica:

In qualsiasi genere di etimologia è necessario, per raggiungere l'etimo, coordinare tra loro almeno due paroleo porzioni di parola appartenenti a parole diverse, collocando la forma fonica come principale elemento.

Il primo autore, privo di una metodologia adeguata, che impostò lo studio dell'etimologia in una dimensione-comparativa fu Marco Terenzio Varrone (n. Rieti 116 m. nel 27 a. C. ). Egli partendo da un postulato oggiinaccettabile, che il latino derivasse dal greco antico di tipo eolico, poté per primo spaziare dal latino al greconelle sue ricerche etimologiche; non si fermò al greco,

ma comparò il latino col sabino, e col siculo. Pretendere di cercare l'etimologia di una parola isolata presa nel senso più vasto è assurdo. Il non poter sapere nulla del significato di un vocabolo equivale a non poter collocare il vocabolo in questione in alcun contesto strutturale linguistico. Questo caso è tipico dei nomi di luogo o di fiume; si avverte l'incomunicabilità tra scienza e non scienza. Le uniche vie da tentare sarebbero un censimento della microtoponomastica, con l'aiuto di atlanti linguistici se esistono, esplorazione di carte d'archivio o mappe. 7. Le sottocategorizzazioni dell'etimologia: Nell'ambito del metodo scientifico, due sono le dimensioni spazio-temporali che possono accogliere l'individuazione di un'etimologia: 1) dimensione comparativa endolinguistica; 2) dimensione comparativa interlinguistica. 7.1 L'etimologia storico-diacronica: La prima dimensione comparativa endolinguistica,

verticale, lungo una medesima linea diacronica risalente all'indietro nel tempo, quando data una parola di epoca più recente se ne cerchino gli antefatti in documenti di epoche più antiche, appartenenti però alla medesima tradizione storica linguistica ininterrotta e documentata.

7.2 L'etimologia comparativa interlinguistica:

La seconda dimensione comparativa interlinguistica, orizzontale, quando si confrontano a fini etimologici parole di lingue diverse, a prescindere dalla datazione delle rispettive documentazioni.

7.2.1 Le due sottospecie dell'etimologia comparativa interlinguistica:

Da' luogo a due sottotipi di etimologia.

7.2.1.1 L'etimologia comparativa ricostruttiva:

Qualora si sappia che le lingue cui appartengono parole messe a confronto per il fine dell'etimologia sono lingue geneticamente imparentate, è probabile che anche le parole messe a confronto risultino geneticamente imparentate, tanto più quanto

più le rispettive lingue sono state e sono distanti reciprocamente nello spazio.

7.2.1.2 L’etimologia comparativa degli imprestiti:

Le parole messe a confronto per stabilire una data etimologia possono non essere geneticamente imparentate fra di loro, relativamente ad un comune archetipo indoeuropeo, anche se le lingue cui rispettivamente appartengono sono geneticamente imparentate tra di loro a pari titolo.

In tale circostanza si può riuscire spesso a stabilire che la parola della lingua B derivi da una sola della lingua A, indipendentemente dal fatto che A e B siano lingue sorelle, ma non indipendentemente dal fatto che nella fattispecie B dipenda culturalmente da A.

7.3 L’etimologia sincronologica:

Terzo genere di etimologia, si ha quando il rapporto etimologico tra due termini, uno dei quali primario, è considerato sotto una prospettiva sincronologica. Si usa più parlare di derivazione perché la regola è quella di consentire al parlante

di pervenire dal termine primario al secondario, o viceversa. Varrone nel precisare che possono distinguersi quattro livelli di difficoltà crescenti nel fornire una spiegazione etimologica, classifica come primo livello quello al quale arriva anche l'uomo comune: cioè le etimologie popolari. CAPITOLO II: ETIMOLOGIE INDIANE ED ETIMOLOGIE DEGLI INDIANI S. SANI Una delle spiegazioni più antiche della storia proviene da un passo del "Rgveda", in cui il nome del dio Agni viene messo in relazione con il verbo ajati: Agni porta via (ajati) le ricchezze del mondo. Questo esempio è un rudimentale e imperfetto accostamento fonico, e mette in evidenza il rapporto degli antichi indiani con le parole. Un rapporto eterno ed univoco lega la parola alla realtà, in base alla credenza che parole e oggetti abbiano connessioni connaturate, in modo tale che suoni uguali debbano riferirsi a significati uguali. Il modo di fare etimologia degli indiani

è differente da quello degli studiosi moderni. Gli autori indiani trovano connessioni solo tra parole che hanno una semplice somiglianza fonica, trascurando intere sequenze di fonemi; questi studiosi intendono trovare, attraverso le parole, la verità intorno ad oggetti e fenomeni (non la verità intorno alle parole come gli etimologisti moderni).

Essi, ad esempio, accostano var (acqua) a varatati (allontanare), perché l’acqua nelle loro credenze magico-religiose è in grado di allontanare tutti i mali; nel campo della magia, le loro etimologie trovano un’ampia applicazione: nel “Nirukta” il sostantivo musa (topo) viene messo in relazione con il verbo mussati (rubare), perché si coglie un tratto particolare del carattere dell’animale.

Si tratta di etimologie ingenue, ma nel contempo significative del modo di pensare. Secondo una vecchietta ill’elemosina, questo perché non sapendo il greco aveva termine chiesa si

chiama così perché i preti chiedono colto solo la caratteristica dell'elemosina. Meno ingenua appare l'etimologia del nome del dio Visnu, messone
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Publisher
A.A. 2010-2011
16 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof di giovine paolo.