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La Nazione
Il concetto di Nazione può essere facilmente ricondotto a circa due secoli fa. Fu
un processo portato avanti principalmente durante il secolo della Ragione, quando si
inziò a prendere consapevolezza di se e della società alla quale si facesse riferimento.
Questo senso di appartenenza sociale fu il principio cardine grazie al quale si mossero
le masse in vista di una radicale rimodernizzazione dei propri apparati costituenti;
cosa che accadde con la Rivoluzione francese del 1789 e con la Rivoluzione
americana del 1776. Sebbene sembri una parola chiara e semplice, la sua accezione
può essere facilmente fraintesa. PARTE 1
Nazioni etniche, nazioni culturali e nazioni politiche
Sul tema della nazione due sono gli argomenti ricorrenti: il primo riguarda una
fisionomia nazionale che prende forma relativamente ad alcuni fattori (razza, etnia,
territorio, lingua, tradizioni, cultura, memorie condivise e struttura politica); il
secondo riguarda la questione che ogni nazione nasce e si sviluppa inerentemente a
fattori unici e irripietibili (il modo in cui i fattori sopra elencati si mescolano tra loro
è sempre unico).
Inerente è la definizione di John Mill ne le Considerazioni su un governo
rappresentativo (1861) in cui afferma che lo spirito nazionale è il possesso di una
storia nazionale condivisa basata su ricordi, orgolio e umiliazione. Meinecke in
Cosmopolitismo e Stato (1907) afferma che le nazioni sono enti in continuo e
inarrestabile mutamento. Otto Vossler in L’idea di nazione dal Rousseau al Ranke
(1937) spiega che nel concetto di nazione bisogna includere alcuni dati caratteristici
come: suolo comune, razza comune, ricordi comuni, spesso ma non sempre la
religione e, infine, filosofia e arte comune; la cultura, ma ancor di più la lingua.
Si può quindi affermare che non esiste una definizione per nazione e senso
nazionale. Ogni popolo ha il suo.
Come detto il secolo di slancio di questo termine fu il ‘700 inquadrato
oggettivamente come il secolo del riconoscimento del senso comune e di una
coscienza nazionale. Durante questo periodo si vuole essere una nazione: “wir wollen
sein ein einzig Volk von Brüdern” come diceva lo slogan dell’unità nazionale
svizzera.
Sono tre le variabili secondo cui si può decidere l’appartenenza ad una nazione
e sviluppare un senso nazionale:
La variabile naturale: si fa riferimento a razza, etnia, stirpe,
1. consanguineità e origine comune.
La variabile culturale: si fa riferimento a fattori quali lingua, religione,
2. memorie storiche o, più in generale, a un complesso di relazioni più o
meno rilevanti in un dato territorio.
La variabile politica: indica l’appartenenza ad un sistema istituzionale.
3.
Ovviamente si può oscillare tra le variabili con relativa facilità ed è quasi impossibile
identificare una nazione come tale in base ad uno solo di questi criteri di
appartenenza. Ne fu l’esempio la nazione americana che, sebbene condividesse la
maggior parte di valori con la Gran Bretagna, si distaccò da essa sullo spirito di una
nuova configurazione politica. L’Italia e la Germania, invece, si basarono sul fattore
culturale (1861 e 1871). Le nazioni antiche, invece, si fondavano in base a
caratteristiche di natura naturale.
Jean Jeaque Rousseau identifica nel suo Contratto sociale (1762) la nazione
come l’insieme dei cittadini (il popolo) in relazione al tema della sovranità. Quasi
analogamente Sieyès identifica la nazione nel popolo (terzo stato) che vive e si
rapporta sotto una legge comune ed è rappresentato dalla stessa legislatura.
Questione, quella di Sieyès, ripresa anche nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e
del cittadino (1789) e nella Costituzione francese del 1791. Il tedesco Flichte invece
affermava che dove ci fosse una lingua ci sarebbe stata anche una nazione, ma anche
l’idea di Adolf Hitler nel Mein Kampf (1925-27) dava la sua idea di nazione come
basata soltanto sul sangue; sull’etnia quindi.
Nazione degli antichi e nazione dei moderni
La tesi secondo la quale alcuni studiosi rivendicano l’identità nazionale in
percorsi che vanno ben oltre il XVIII / XIX secolo ha un suo fondamento
decisamente valido. Le prime nazioni, però, come definito da Meinecke, avevano
caratteristiche impersonali e vegetative. Il processo che cambiò questa fase di stallo
durante la quale il sistema regente, che era composto da una monarchia o
un’oligarchia, mutò prendendo quindi l’accezione di nazione e attaccando ai propri
sudditi un senso nazionale era: l’autodeterminazione. Questo processo può facilmente
essere accostato a quello di nazionalismo: “il complesso delle credenze e delle
rappresentazioni culturali e politiche alla base di una coscienza nazionale”, anche se
il nazionalismo è un fenomeno prettamente moderno.
Nonostante il puro concetto di nazione facesse parte di un’epoca relativamente
moderna, è innegabile che ci siano delle contaminazioni passate. Il punto può
diventare quindi la questione del senso di appartenenza. Esso può rappresentare una
sorta di insite vibrazioni mobilitate dalla nazione stessa; qualcosa di empatico che ci
lega tra noi e ci definisce come gruppo. Al contrario le “etnonazioni” erano basate
solo su un concetto di appartenenza raziale.
Un’altra importante distinzione fatta da Meinecke fu quella di distinguere
nazioni ritenute tali sulla base di una comune cultura, come Italia e Germania, e
nazioni fondate su un processo culturale ottenuto con uno sforzo comune, come
Francia, Inghilterra e Stati Uniti. A questi fattori bisogna aggiungere la politica di
alfabetizzazione delle masse svolta dal governo.
Quindi le nazioni antiche si possono distinguere da quelle moderne in base a
tre processi di trasformazione:
La nascita della società industriale che, lentamente e in modo diverso da
1. paese a paese, distrusse l’impostazione di una società basata solo
sull’agricoltura con punti cardine uomini di un certo status, abbattendo
insormontabili barriere culturari.
Il mutamento dei principi di sovranità da governo elitario a governo
2. popolare che si ebbero soprattutto durante gli eventi della rivoluzione
francese e americana che attaccavano la leggittimità del potere.
L’idea di nazione che si sviluppò in Europa durante il XVIII secolo che
3. poi si tramutò in una ideologia di massa.
Fu proprio il progressivo sviluppo del ruolo del popolo, unito al concetto di
democrazia, a dare vita a quel processo di autodeterminazione secondo cui si voleva
un governo democratico di cittadini in una determinata cornice territoriale.
Le differenze tra nazioni antiche e moderne sono:
nazioni antiche Nazioni moderne
Identificazioni deboli, limitate ai Forti identità popolari basate su un
ceti colti/nobiliari pubblico di massa e omogeneo
Partecipazione politica assente, se Partecipazione politica attiva;
non nelle guerre dinastiche numerose proteste
Assente la volontà di appartenenza Nazioni coscienti, volontà di
ad un gruppo apparteneza ad un gruppo
PARTE 2
Ethnos e natio nel mondo antico
Pensando a società molto antiche, soltanto con gli ebrei ed i greci riusciamo a
sviluppare un paragone con i concetti di nazione e nazionalismo.
Gli ebrei basavano la loro appartenenza a un gruppo sul fatto che ognuno di
loro fosse stato unito grazie ad una triplice allenza tra Jahvè, Abramo e, dopo
l’intervento di Mosè, con l’intero Israele. Questa consapevolezza di condividere solo
tra di loro una storia così importante li rendeva uniti.
I greci, invece, basavano la loro unità nazionale sulla condivisione di un forte e
radicale odio contro i barbari, una fedeltà profonda verso le pòleis che, nonostante le
sconfitte delle guerre persiane riuscirono ad indebolire. La loro peculiarità fu che non
avevano una vera e propria parola da poter tradurre con “nazione”. Quelle che più si
avvicinavano a questo concetto erano: ethnos, phylon, genos, geneà popolo, razza,
stirpe, tribù, clan. La parola che più si avvicinava era ethnos; un termine che in
primis sta per etnicità (ripreso più e più volte nel ‘900 con le esplorazioni
etnologiche). In Omero stava per moltitudine, schiera; di uomini o di animali.
Nell’Iliade indicava la razza o il genere degli uomini o delle donne. Erodoto, invece,
utilizza genos con l’accezione di popolo o nazione; Platone nella repubblica usa
ethnos come tribù. I latini invece usavano natio nascita; da nascor. Le traduzioni di
natio erano spesso corrispondenti a ethnos in greco, ecco perché l’accomunanza.
Le “nationes” medievali
Fu dopo l’ufficiale caduta del Sacro Romano Impero del 476 che gli schemi
delle nazioni (che poi avrebbero delineato quelle che sono le “nazioni moderne”)
iniziarono ad essere disegnati all’interno del panorama europeo e non solo. Primo su
tutti l’impero ottomano, poi quello israeliano, poi una forte unità nazionale (se così si
può definire) colpì lo stato della chiesa romana dandole forti risorse economiche e
poteri. Poi via via i franchi, gli angli, i sassoni e tutte le altre popolazioni si stavano
già delineando per arrivare poi, intorno all’anno 1000, a svilupparsi come società.
PARTE 3
L’idea di nazione nell’età contemporanea
Come già detto, dopo gli avvenimenti (o comunque nello stesso periodo) della
rivoluzione francese ed americana, i concetti di nazione cambiarono. Poco prima
della r. francese regnava Luigi XIV che, sebbene abbia riscosso grandi consensi e
abbia governato da grande monarca, basava comunque la sua nazione su principi
dinastici. Gli eventi di cui abbiamo parlato portarono a rivedere questa concezione.
Due modi di intendere la nazione furono alla base delle società contemporanee:
naturalistico/oggettivistico come quello della Germania hitleriana ad esempio e
volontaristico/soggettivistico come quello di Francia e Italia, ma anche America.
Il nazionalismo: la parola, la cosa, le interpretazioni
Nel corso della storia e in relazione al paese, questa parola assume
connotazioni assai differenti. In generale si può dire che fa riferimento a fenomeni di
varia natura: al processo storico con cui si è formata una nazione; all’insieme delle
idee, delle teorie e delle ideologie di una nazione; ai movimenti e ai partiti politici e
come loro hanno intenzione di fondare, consolidare o espandere la propria nazione; o
più semplicemente ad uno specifico sentimento di appartenenza ad un gruppo, sia
esso naturale o costruito.
La nascita del termine viene genericamente datata alla seconda m