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L’ETICA E IL FENOMENO DELLA CONOSCENZA
• Libertà
• Razionalità connotano l’uomo
• Volontà
L’uomo di definisce dagli altri in quanto è in grado di conoscere come stanno le cose, la verità
Il comportamento etico presuppone la capacità di conoscere la verità, conoscere come stanno le
cose
Conoscere vuol dire entrare in un rapporto dinamico con la realtà, acquisire consapevolezza di
come stanno le cose, un rapporto intimo con la realtà; e solo se tu presupponi questo è possibile
anche la realizzazione pratica della verità.
La conoscenza/visione intellettiva della realtà è una caratteristica specificatamente umana ed è un
presupposto dell’etica
L’ETICA E IL FENOMENO DELLA LIBERTA’
Noi siamo strutturalmente portati ad andare fuori di noi (eccentricità), siamo sempre portati fuori di
noi.
L’essere desiderante dell’uomo si esprime in tanti modi
L’agire morale è possibile soltanto nella libertà
Abbiamo un tensione innata verso la verità, verso qualcosa che tu non ti puoi dare.
“Il mio cuore è inquieto fino a quando non si riposa in te”, eccentricità dell’uomo
La libertà è ciò che connota l’eticità
Un uomo buono è un uomo essenzialmente libero
Non esiste azione morale che non sia libera
L’azione libera mi appartiene in modo diverso rispetto all’azione necessaria, ci sono degli atti che
implicano la nostra libertà perché non siamo obbligati a farli.
Dare una mano a una persona in difficoltà è diverso dall’atto del mangiare, perché aiutare una
persona in difficoltà è un atto libero, decido io di farlo; mentre l’atto del mangiare siamo obbligati a
farlo per sopravvivere e non è caratteristico dell’uomo (anche gli animali mangiano)
La libertà è la caratteristica sia dell’uomo che dell’etica
L’etica è una scienza molto complessa e articolata, perché non è facile giudicare un atto
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Ti da delle direttive ma sta a te concretizzarle
L’azione libera è personale, nell’azione libera io sono il mio agire, io possiedo l’azione
Nell’azione libera l’uomo perde se stesso per conquistarsi
L’agire è libero
La conoscenza è la libertà che si esprime attraverso il volere
RAZIONALITA’ = strumento dell’etica
La ragione rivela; l’intelligenza umana non fonda i valori ma li scopre e li crea, non dobbiamo avere
un’idea rigida di ciò che è valore perché i valori vengono continuamente
scoperti/riscoperti/definiti/ridefiniti.
Il soggetto quando nasce, nasce già collocato in un ethos, in una riflessione etica. La riflessione
morale si sviluppa a partire dall’ethos esistente ed implica una revisione critica dello stesso
Riforma = modificare qualcosa
Rivoluzione = tagliare i ponti con il passato
(Ad una persona può andare bene tutto quello che gli hanno trasmesso o rifiutare tutto, o rifiutare
solo qualcosa)
“Il bene è ciò verso cui ogni cosa tende” – Aristotele Tutte le cose si caratterizzano da una
tensione verso qualcos altro, ciò verso qui noi tendiamo
LA RICERCA DELLA VITA BUONA
• L’uomo non si accontenta di vivere ma vuole vivere bene ( Caratteristica che lo differenzia
dagli animali)
• L’uomo aspira sempre alla vita buona, aspira sempre a essere felice
• La vita buona deriva dall’agire bene
• Agire bene è fonte di felicità
Agire bene = agire secondo una determinata deontologia, secondo anche obbligazioni morali
Obbligazioni morali = non esistono forme di vita che non abbiano delle determinazioni,
l’obbligazione è necessaria
• Noi siamo anche animalità, ma siamo anche spiritualità
VITA BUONA E OBBLIGAZIONE NORMATIVA (DIRITTO)
• L’aspirazione alla vita buona necessità di essere salvaguardata da norme e regole
• Il diritto salvaguarda la vita buona ed educa al vivere bene
La riflessione etica è decisiva per l’uomo perché stabilisce cos’è il bene, distingue le azioni buone
da quelle cattive
Il bene è la questione definitiva dell’etica
Il bene è “indefinibile” perché irriducibile a concetti. L’uomo, finito e contingente, non può
comprendere ed esprimere il bene nella sua integralità
L’uomo, data la sua finitezza, non potrà mai conoscere integralmente il reale
L’uomo può esprimere e realizzare il bene solo in modo parziale
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“Il bene è l’oggetto che ogni uomo persegue e che pone come metà di tutte le sue azioni” –
Platone
“Bisogna fare il bene, bisogna evitare il male” – Aristotele 3°Lezione 23/03/2013
Abbiamo visto già come la caratteristica fondamentale dell’essere umano è quella della razionalità,
vuol dire che l’uomo è strutturalmente aperto al mondo, alla realtà, a tutto ciò che esiste nel mondo
ed ha la possibilità di conoscere il mondo, la realtà (tutti gli aspetti della realtà).
Questo aspetto (la possibilità di conoscere, di conoscenza, l’apertura alla realtà) non è indifferente,
poiché è costitutiva dell’uomo ed è anche parte integrante della sua umanizzazione.
L’uomo non solo è soggetto che conosce, che ha la possibilità di conoscere, ma è un soggetto che
AGISCE, necessariamente agisce, non solo, ma l’agire dell’uomo non è un semplice fare, perchè:
• Fare l’atto privo di intenzionalità etica
• Agire l’atto caratterizzato dall’intenzionalità, cioè è caratterizzato dalla libertà dell’uomo che
decide di porla in essere.
Presupposto della libertà è la razionalità, tra razionalità e libertà c’è un legame.
La possibilità di conoscere è connessa alla possibilità di porre in atto delle azioni libere.
AZIONE LIBERA Vuol dire che il soggetto decide di realizzare un determinato atto per
raggiungere determinati scopi. Vuol dire che al di là dei condizionamenti possibili, il soggetto è
libero di realizzare quell’atto o meno. Vuol dire che è proprio nella libertà di realizzare un atto o
meno, realizzare un atto piuttosto che un altro, che il soggetto esprime/realizza/attualizza ciò che
è.
La riflessione fondamentale per poter perfezionare, rendere migliore l’agire perché senza la
dimensione conoscitiva/riflessiva un’azione alla fine è uguale ad un’altra.
In realtà l’etica ci dice che esistono azioni buone e azioni cattive, azioni più buone e azioni meno
buone.
La consapevolezza personale è parte costitutiva del vivere bene, vuol dire che per discriminare tra
uno stile buono di vivere ed un altro il prescindibile è l’unico esercizio della razionalità/della
riflessione.
Riflettere = flettersi su se stessi, esprime un atto di umiltà del soggetto su se stesso, vuol dire che
bisogna fermarsi, guardare le cose come sono, dare un nome alle cose.
Uno che accetta senza esercizio di razionalità etica ciò che gli capita non rispetta e non rispecchia
la propria natura umana che è razionale e libera.
Non solo, ciò che è costitutivo dell’uomo propriamente è la volontà; la volontà è una facoltà umana
per la quale l’uomo decide a favore di una determinata azione.
L’uomo, poiché è soggetto razionale e soggetto libero, è anche un soggetto volente, uno che
vuole, caratterizzato da volontà.
Si può volere una cosa solo se si rispettano la razionalità, la conoscenza e la libertà.
Nel volere si esprime la conoscenza della persona, ovvero la adesione al vero della persona e si
esprime la libertà nel senso di consenso libero, adesione libera del soggetto a ciò che vede come
vero e come buono. Questa è la specificità dell’umano ed è ciò che esprime la possibilità di
umanizzazione dell’umanità.
Lo sguardo filosofico non esclude nulla, tutto cade sotto lo sguardo filosofico.
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Vivere bene Vuol dire aderire al bene, porre in essere atti buoni, e per porre in essere atti buoni
bisogna avere la consapevolezza personale nel senso di saper riconoscere il bene. Non esiste atto
buono che sia privo di libertà e di razionalità, di conoscenza.
E’ chiaro che nella nostra vita la stragrande maggioranza degli atti non sono sempre pienamente
consapevoli. Però è chiaro che la vita etica/la vita buona implica un’educazione del fatto che uno
lentamente viene educato o si educa a porre in essere determinati atti che poi diventano
spontanei, abitudinari (questo va bene perché noi non siamo come Dio, Dio è pienamente libero,
cosciente in ogni atto), noi abbiamo bisogni di supporti, il supporto fondamentale è l’abitudine cioè
imparare a ripetere determinati atti che poi ti diventano assolutamente spontanei.
La capacità di auto riflessione si sviluppa nelle singole azioni ma soprattutto ciò che conta è il
senso generale che ognuno da alla propria vita nel senso “la mia vita per cosa ha senso che venga
spesa?”, è sulla base di questo orientamento di un fine che io posso anche dare senso e valutare
e porre in essere tutti gli atti ordinari. E’ sulla base del fine generale che io do alla mia vita che io
posso anche correggermi in determinate cose, trasformare dei vizi in virtù.
Dalla pratica morale alla filosofia morale
L’elaborazione filosofica della conoscenza morale ha il carattere della riflessività.
Il criterio di verifica della filosofia morale e la sua adeguazione all’esperienza morale.
Vuol dire che la proposta di significato che uno ha e che uno vuole concretizzare attraverso la
propria esperienza etica devi in qualche modo realmente rispondere alle esigenze della vita
pratica, cioè la proposta/la prospettiva etica deve essere in grado di dare risposte vere alle
esigenze che nascono dalla vita concreta, a tutti questi aspetti (la libertà, il limite, la possibilità
del male, il desiderio).
IL PUNTO DI VISTA DELLA PRIMA PERSONA
Prima persona ≠ terza persona
Fondamentalmente il punto di vista della prima persona si distingue dal punto di vista della terza
persona perché:
• La TERZA PERSONA è un soggetto avuto dalla realtà che giudica, che