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Infine riscontriamo in concetto di vincolo overo quel concetto che non si ferma solo alla
rappresentazione di forme ma va oltre, prendendo tutti i criteri e i requisiti dell’artefatto.
Se noi progettiamo una finestra, dobbiamo tenere conto che essa non può essere troppo
piccola, per motivi di luminosità e arieggiamento, ma non uò avere neanche caratteristiche
che violano la privacy e così via..
L’insieme dei requisiti che un progettista cerca di soddisfare nello sviluppo di un artefatto è
un sistema di vincoli: legislativi, di costo, di sicurezza ecc..
CAPITOLO 3: Costruzione dell’oggetto, forme della percezione e algebra delle forme
Cosa s’intende per PERCEZIONE e quali sono i principi dell’organizzazione
1. percettiva?
la percezione organizza e costruisce forme e oggetti, essa completa ed esplora, è inoltre
focalizzata, in quanto distingue nel campo visivo ciò che è rilevante da ciò che è sfondo.
Se osserviamo un gruppo di 4 punti, siamo in grado con un solo colpo d’occhio di stabilirne
al quantità. Con un gruo sparso di sette punti, non siamo più in grado di vedere
immediatamente il loro numero, ma dobbiamo brevemente conterli.
Nel caso di costruzioni architettoniche o di artefatti, la divergenza tra reale e percepito
coinvolge anche gli aspetti funzionali, ciò per cui un oggetto è stato originariamente
progettato: si può imboccare una strada che, contrariamente alle aspettative, si rivela un
vicolo cieco ecc..
Quidni in genere sono presenti due tipi di percezione:
1. Si percepisce ciò che non c’è
2. Non si percepisce ciò che c’è
Ci sono inoltre dei precisi principi dell’organizzazione percettiva;
nella percezione noi segmentiamo automaticamente l’insieme degli stimoli in unità
complesse, globali. Ogni forma e oggetto percepiti, si distinguono rispetto a uno sfondo
separato da un margine.
Ciò che viene percepito come figura assume un carattere oggettuale ed è posto di fronte a
uno sfondo che invece viene percepito come indistinto. Il margine inoltre viene percepito
come appartenente alla figura e non allo sfondo.
Possiamo trovare diversi principi che determinano l’articolazione figura-sfondo come:
a) L’inclusione
b) La convessità
c) La grandezza relativa
d) L’orientamento.
Cosa s’inetnde per Prototipi e quali sono le Parti di un oggetto:
2. l’uomo ha da sempre categorizzato gli oggetti che vede i base alla maggiore o minore
somiglianza rispetto ad un prototipo.
L’uomo infatti non categorizza l’oggetto in base all’appartenenza a specifici insieme.
Un oggetto può quindi essere definito come un insieme di categorie che definiscono le sue
proprietà essenziali.
Esempio:
il prototipo della categoria dei volatili, assomiglierà più ad un passero che ad un pinguino o
ad uno struzzo.
Infatti il grado di appartenenza che l’uomo sviluppa per un oggetto alla categoria, è
determinato dalla loro maggiore o minore somiglianza al prototipo.
La teoria dei prototipi s’interroga anche sulla categoria a partire dalla quale noi
cataloghiamo un oggetto. Un’oggetto, per esempio un cane specifico Fido, può essere
incluso nella categoria dei cani, dei astori tedeschi neri, dei mammiferi, degli animali e così
via...
L’uomo per sua natura tende a catalogare Fido come un cane più che come un pastore
tedesco nero perchè il “cane” indica il primo livello base e questo livello è il primo che viene
appreso quando si è bambini.
Per quanto riguarda le PARTI di un oggetto invece, esso è pensato come un’entità
autonoma rispetto al suo ambiente ed è diviso in parti.
Una PARTE è un oggetto che ha la caratteristica di essere semi-autonomo, cioè
distinguibile da altre parti, ma allo stesso tempo di essere un elemento parziale di un
oggetto.
La percezione delle parti di un oggetto è automatica perchè ognuno suddivide un calice in
coppa, gambo e base e non vede un insieme fatto di metà della base più un terzo dello
stelo come una parte.
Quindi si può supporre che le parti vengano riconosciute nello stesso modo in cui gli oggetti
vengono percepiti e le figure vengono ditinte dallo sfondo.
L’ALGEBRA DELLE FORME e la GRAMMATICA:
3. un alfabero risulta essere un perfetto esempio di “grammatica delle forme”; l’idea di una
grammatica che sia in grado di generare rappresentazioni di architetti e designer, è stata
sviluppata all’inizio degli anni 70 con lo scopo di indagare i proncipi “algebrici” elementari
alla base della creazione delle forme.
La grammatica ha principalmente tre obiettivi o scopi nel suo sviluppo:
1° essa svolgerebbe una funzione semplificante e sistematizzante, con cui gli oggetti della
realtà percepita vengono schematizzati in forme elementari
2° la sistematizzazione della forma degli artefatti. Come si sono sviluppati storicamente
nelle differenti culture.
3° dimostrare che anche la percezione umana fuziona secondo queste regole.
Un’algebra è costituita da un insieme di elementi finiti e regole, ovvero di operazioni e di
trasformazioni che ci permettono di esplorare e cercare nuove forme.
Una regola è un’operazione schematizzabile con ab, dove a rappresenta la forma iniziale,
indica il processo di trasformazione e b il prodotto finale dopo la trasformazione.
La GRAMMATICA:
l’insieme delle operazioni di trasformazione e combinazione di elementi è paragonabile ad
un’algebra.quello che viene rappresentato spesso non ha alcuna validità e uttilità e quello
che a noi serve ed è necessario trovare, è quello di creare un sistema di regole che
appunto compongano una grammatica.
Una grammatica può costituire un infinito numero di configurazione, e a confronto
dell’algebra, crea solo quelle corrette.
All’intero del tema della grammatica, si viene a toccare il concetto di creatività.
Nel libro viene espressa questa frase: “un romanzo è creativo non perchè viola le regole
grammaticali, ma perché costituisce un testo in cui i contenuti sono innovativi. La creatività
archtettonica invece è spesso una violazione delle supposte regole grammaticali”.
In genere, tra una regola grammaticale del linguaggio e una frase sgrammaticata che la
viola, è quest’ultima a cedere; nelle arti e nell’architettura avviene il contrario.
CAPITOLO 4: Immagini mentali
Cosa sono le immagini mentali, la manipolazione e l’ispezione?
1. Le immagini mentali assomigliano alle immagini percepite, ma solitamente non vengono
confuse con queste.
A seguito di studi sulle immagini mentali, è stato riscontrato che esse non sono affatto delle
fotografie della mente e che anzi, tali immagini sono ambigue e furvianti.
Le immagini mentali non sono realmente concrete come una fotografia; se noi prendiamo in
considerazione una nostra immagine mentale di Piazza San Marco, si ricorda la presenza
di molte colonne ma non il numero preciso di esse mentre con una fotografia è possibilile
contarle.
La carattersitica di esse è rappresentata dalla manipolazione e ispezione che la nostra
mente elabora.
Uno studioso del 1980 ha condotto numerosi studi sull’ispezione, ovvero i processi di
combinazione e trasformazione ma anche il mantenimento dell’immagine nella mente.
Le immagini mentali sono in grado di rievocare le nostra percezioni anche a distanza di
molto tempo, e questo prova che nella nostra mente è presente una memoria a lungo
termine.
Esistono inoltre altri 2 tipi di memoria: quella a brave termine e la memoria sensoriale o a
brevissima durata. Quest’ultima mantiene le informazioni per 2/3 secondi mentre quella a
breve termine fino a 10 secondi, e permette di essere continuamente mantenuta per tempi
più lunghi grazie alla ripetizione di informazioni.
Uno studioso ha constatato che all’interno della nostra memoria a breve termine, è
presente la memoria del lavoro ovvero la parte della nostra memoria dove avvengono i
principali processi cognitivi.
Qui si parla quindi anche di percezione ed è stato analizzato che la differenza tra le
immagini mentali e la percezione sta nella provenienza delle informazioni che è differente.
Come si costruiscono mentalmente le immagini e spiegami il linguaggio e la
2. percezione di esse?
La caratteristica più affascinante delle immagini mentali è che esse possono costruire
oggetti , non già visti in passato, e mai esistite.
Anche gli scienziati più famosi come Einstein il quale diceva che lui si immaginava sempre
di viaggiare in un raggio di luce o musicisti come Mozart che possedevano già l’intera
opera in testa, prima ancora di scriverla.
Si è anche visto che molto spesso le immagini mentali sono costruite anche attraverso le
informazioni verbali, nel senso che si possono costruire tali immagini attraverso i suoni da
noi percepiti.
Una cosa importante da sottolineare è l’importante separazione tra linguaggio e immagine.
Il linguaggio è composto da elementi separabili, le parole cambiate secondo reole
grammaticali determinate. Esso risulta essere molto più schematico di una
rappresentazione perchè nell’immagine raffigurata ci sono tutte le sfummature, colori
particolari, mentre nel linguaggio sono presenti solo le caratteristiche più salienti di una
determinata situazione.
Inoltre il linguaggio non ci trasmette informazioni in modo diretto ma attraverso una codifica
indiretta di segni.
Quindi la principale relazione tra linguaggio e percezione, consiste nello stabilire i
meccanismi che permettono la traduzione da una dimensione all’altra. Anche l’attività di un
architetto ha come fondamenti la dimensione linguistica ed essa è fondamentale in questo
ambito.
CAPITOLO 5: La soluzione dei problemi di design
Qual’è la natura dei problemi di design? Cosa si intende per Ben Definito e Mal
1. Definito? E quali possono essere le possibili soluzioni soddisfacenti?
Progettare, inventare e scoprire nuovi tipi di artefatti, possono essere considerate attività
grazie alle quali uno scopo o un desiderio iniziali vengono soddisfatti non direttamente ma
attraverso l’uso di un oggetto.
In questo senso la progettazione dev’essere vista come un processo di risoluzione dei
problemi.
Il problema quindi consiste nel saper creare un artefatto adeguato per la soddisfazione di
un bisogno iniziale.
Quindi, uno degli scopi delle scienze del design è quello di far luce su ciò che accade nella
scatola nera dell’architetto e del progett