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La cultura di massa
La cultura di massa non è tanto una cultura che esprime una società capitalistica, quanto una cultura che esprime una società democratica o popolare.
Diffusione della cultura: Nelle società contemporanee la cultura diventa un bene diffuso e non più un bene esclusivo, riservato a pochi.
L'informazione produce formazione: È vero che la cultura di massa produce una mole infinita di informazioni che produce inevitabilmente anche un effetto formativo su coloro che le ricevono.
L'intrattenimento è sempre esistito: la diffusione e il successo di questo genere di contenuti non è indice di un imbarbarimento della civiltà. Nell'età antica, il popolo si intratteneva con spettacoli ben più deteriori (le lotte tra gladiatori, ecc.). Dunque non ha senso parlare di una decadenza della cultura o dei costumi.
La globalizzazione della cultura ha anche effetti politici positivi: l'idea che la diffusione
effetti politici positivi della cultura globale possono essere facilmente attualizzati: 1) La cultura globale favorisce la diffusione di idee e valori universali come la libertà, i diritti umani e la democrazia. Questo può portare alla formazione di una coscienza politica globale, in cui le persone si uniscono per promuovere tali ideali e lottare contro regimi oppressivi. 2) La cultura globale favorisce la diversità e l'inclusione. Attraverso la condivisione di tradizioni, costumi e storie provenienti da diverse parti del mondo, si promuove il rispetto e la comprensione reciproca. Questo può portare a una maggiore tolleranza e accettazione delle differenze, creando un ambiente politico più inclusivo. 3) La cultura globale favorisce la consapevolezza sociale. Attraverso i media e le piattaforme digitali, le persone possono essere informate su questioni sociali e politiche che altrimenti potrebbero non conoscere. Questo può portare a una maggiore partecipazione politica e alla diffusione di idee progressiste. 4) La cultura globale favorisce la mobilitazione politica. Attraverso la condivisione di informazioni e la connessione tra individui provenienti da diverse parti del mondo, la cultura globale può facilitare la formazione di movimenti politici transnazionali. Questi movimenti possono lottare per cause comuni come la giustizia sociale, l'uguaglianza di genere e la protezione dell'ambiente. In conclusione, la cultura globale può avere effetti politici positivi promuovendo ideali universali, favorendo la diversità e l'inclusione, aumentando la consapevolezza sociale e facilitando la mobilitazione politica.prodotti della cultura di massa sono spesso ripetitivi e poco originali. 5) Manipolazione dell'opinione pubblica I mass media hanno il potere di influenzare l'opinione pubblica attraverso la selezione e la presentazione dei contenuti. Possono manipolare le informazioni e indirizzare l'opinione delle persone. 6) Superficialità e semplificazione I prodotti della cultura di massa tendono a semplificare e superficializzare i temi trattati, privilegiando l'intrattenimento e la spettacolarizzazione rispetto alla profondità e alla complessità. 7) Standardizzazione dei gusti I mass media promuovono un modello di gusto e di bellezza standardizzato, che può portare alla perdita della diversità e dell'individualità. 8) Consumismo I prodotti della cultura di massa spingono al consumo e alla ricerca continua di nuovi prodotti, creando una società basata sull'accumulo e sul materialismo.prodotti della cultura di massa operano sempre una«riconferma di ciò che noi già pensiamo (ivi, p. 38)
5) Sensazionalità I prodotti dellacultura di massa tendono a cercare effetti emotivi immediati, provocando emozioni«brute», non elaborate. Invece di rappresentare le emozioni, le «consegnano giàconfezionate». Potremmo dire, utilizzando un linguaggio che però non è quello di Eco,che i prodotti della cultura di massa tendono a sollecitare un’emotività puramente«istintiva».
6) Subordinazione al mercato I prodotti della cultura di massa sono creatiper essere venduti e dunque obbediscono ad una logica puramente commerciale. Nonsolo. Grazie alla loro pervasività essi tendono ad influenzare lo spettatore imponendoesigenze commerciali e «suggerendo al pubblico cosa deve desiderare» (si pensisoprattutto al meccanismo della pubblicità).
7) Semplificazione I mass
mediacomunicano contenuti chenon devono provocare alcuno sforzo nel fruitore. Di conseguenza dal punto di vista culturale i messaggi propri della cultura di massa sono sempre iper-semplificati e ridotti a
formuleche non richiedono alcun impegno intellettuale autentico. Anche quando la cultura di massa compie un'opera divulgativa, diffondendo contenuti che sono propri della cultura alta o dell'arte, tali contenuti vengono
comunicati in piccole dosi, in modo da non richiedere al fruitore alcuno sforzo. 8) Livellamento culturale La cultura di massa equipara ogni genere di contenuto, mettendo tutto sullo stesso piano:
in un settimanale a rotocalco il servizio su un museo d'arte viene equiparato al pettegolezzo circa il matrimonio della diva(ivi, p. 37). È chiaro che in questo modo diviene sempre più difficile distinguere le proposte culturali autentiche. 9) Acriticità Riducendo la fruizione a mero intrattenimento.
I prodotti della cultura di massa, incoraggiano il fruitore ad un atteggiamento meramente passivo e acritico.
10) Intorpidimento della coscienza storica Moltiplicando fino all'inverosimile le informazioni sul presente, i mass media appiattiscono la coscienza storica, concentrando tutta l'attenzione del pubblico sulla cronaca dell'attualità presente e "intorpidendo" il suo senso del passato.
11) Superficialità I prodotti della cultura di massa sono fatti per il tempo libero e per l'intrattenimento e di conseguenza sono pensati per catturare l'attenzione del pubblico in modo superficiale. In questo modo il fruitore viene educato a un atteggiamento ricettivo caratterizzato dalla superficialità, che poi inevitabilmente si ripropone anche di fronte ai prodotti culturalmente più impegnativi.
12) Stereotipizzazione Poiché devono rivolgersi ad un pubblico globale, i mass media propongono "simboli e miti dalla facile universalità".
Tutti i contenuti sono così ridotti a stereotipi e il fruitore si abitua a considerare anche la propria esperienza in modo ridotto e tipizzato e non come un’esperienza assolutamente individualizzata.13) Conformismo: I mass media favoriscono l’identificazione nei principi sociali, politici, religiosi vigenti, svolgendo così un’intensa azione di conformazione del fruitore ai «modelli ‘ufficiali’»
14) Carattere ideologico: Per tutte le ragioni di cui sopra i mass media sono di fatto uno strumento di controllo, attraverso cui una società che è apparentemente democratica, ma in realtà paternalistica, dirige le coscienze dei cittadini. In termini marxisti (Eco riprende alcuni aspetti della teoria marxista dell’ideologia in modo del tutto esplicito) si potrebbe dire che i mass media sono lo strumento «ideologico» tipico del nostro tempo, cioè sono lo strumento attraverso cui la classe sociale dei
capitalisti giustificano, dal punto di vista culturale, la propria posizione di dominio. In questo senso, i mass media "svolgono una funzione che in certe circostanze storiche avrebbero svolto le ideologie religiose". Eco ritiene che tutte le critiche possano essere documentate empiricamente e che siano pienamente sottoscrivibili. Tuttavia, egli ritiene anche che la cultura di massa non possa essere giudicata in modo esaustivo solo a partire da "questo elenco di imputazioni" (ivi, p. 39). In che modo Eco concepisce il problema dei diversi livelli della cultura? Eco propone di accettare la distinzione dei tre livelli della cultura proposta da MacDonald, sottoponendola però a una "revisione". Questa revisione implica in particolare quattro precisazioni: 1) I livelli della cultura non corrispondono a tre diverse classi sociali. Si sarebbe tentati di vedere nella distinzione tra cultura alta, cultura media e cultura volgare un rispecchiamento dellaSuddivisione della società moderna nelle tre classi della aristocrazia, della borghesia e del proletariato. In realtà questa corrispondenza non si dà affatto. Al di là del fatto che nella società postmoderna la possibilità di distinguere in modo chiaro queste tre classi sociali è dubbia, va detto che dal punto di vista della fruizione, la raffinatezza del gusto e l'elevatezza delle qualità intellettuali non corrisponde necessariamente al reddito (anche se un certo nesso tra i due non può essere escluso).
2) Il valore culturale non corrisponde necessariamente alla complessità. È chiaro che un'opera d'arte autentica richiederà sempre un certo impegno intellettuale e una certa educazione del gusto del fruitore. Tuttavia l'equazione valore culturale = complessità intellettuale e sofisticatezza del gusto, non è un'equazione fondata. Ci sono grandi opere d'arte che
hanno una tale immediatezza e una tale potenza espressiva da poter essere intese anche dal pubblico meno attrezzato dal punto di vista intellettuale e meno sofisticato dal punto di vista del gusto. Al contrario non necessariamente un'opera difficile o provocatoria è un grande capolavoro.
3) Il livello culturale non coincide con la validità estetica. Probabilmente questa è la rettifica più importante che Eco apporta alla distinzione classica tra i tre livelli della cultura.
Che rapporto c'è per Eco tra avanguardia, kitsch e cultura di massa? L'analisi di Eco della struttura del cattivo gusto ci invita a prendere le distanze da un'equivalenza troppo facile tra cultura di massa e kitsch. Per Eco non è casuale che gli artisti comincino a concepire il loro lavoro artistico come un lavoro di avanguardia proprio nel momento in cui si diffonde l'industria culturale. In realtà l'arte di avanguardia è una risposta,
anzi una «reazione» alla cultura di massa. Con la diffusione della stampa e poi della fotografia e poi del cinema, del fonografo, ecc. l’arte viene sollevata dal compito di assolvere ad alcune funzioni pratiche essenziali di cui per secoli si era fatta carico: intrattenere il pubblico, raccontare la storia, celebrare gli eroi, eternare le fattezze dei committenti, ecc. Nel momento in cui si diffondono i romanzi popolari, non c’è più bisogno di canti epici del poeta; nel momento in cui si diffonde la fotografia, non c’è più bisogno del pittore, per realizzare un ritratto, e così via. Avendo perso queste funzioni sociali e pratiche gli artisti cominciano a concepire l’arte in modo diverso: cominciano a concepirla come arte d’avanguardia, come una pura sperimentazione estetica. In che modo Eco concepisce l'opera d'arte e il messaggio poetico? Eco si rende conto, infatti, che l’opera d’arte nonpuò essere compresa se non la si considera anche in relazione alle intenzioni espressive di colui che l'ha prodotta e agli effetti che essa suscita.