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π*CP

Ke*CP è il compenso base, la congrua remunerazione è data da Ke*CP+π*CP=90€,

rappresenta il premio per il rischio. In questo caso il profitto è ciò che eccede la congrua

remunerazione.

l’impresa filantropica può conseguire profitto, che tuttavia varierà a seconda della teoria

Quindi,

adottata.

Passiamo al secondo quesito: lo si può distribuire? Sì, ma ponendo dei limiti, perché stiamo

parlando sempre di entità non profit. Abbiamo tre ipotesi di distribuzione del profitto:

Distribuiamo tra 0 e 160€, assegnazione dell’intera eccedenza dei ricavi sui costi, non è

A. ammissibile. Distribuire più di 90€ significherebbe ammettere l’extra oltre la congrua

remunerazione, e ciò non coincide con i caratteri di una azienda non profit quale può essere

un’impresa filantropica; tra 0 e 40€, assegnazione

B. Distribuiamo una quota di reddito che coincide con il compenso

base (4% di CP=1.000€), è ammissibile; assegnazione

C. Distribuiamo una porzione di reddito tra 0 e <90€, entro la congrua

remunerazione, ma senza raggiungerla, perché se si arriva alla congrua remunerazione allora

si perde lo status di impresa filantropica per conseguire quello di impresa. Pertanto è

ammissibile entro tale limite.

Distribuibilità del reddito nell’impresa filantropica in presenza di atti di liberalità. Gli atti di

liberalità possono derivare da risorse finanziarie e in natura; dal punto di vista contabile possono

avere due destinazioni: possono essere destinati al Conto Economico, aumentando le componenti

positive di reddito, oppure possono essere destinati al Patrimonio. Brevemente:

 Risorse finanziarie:

a. Nel CE avremo un incremento dei ricavi, ciò comporta che una parte dei ricavi

d’esercizio deriva da queste risorse, che parteciperanno alla copertura dei costi di

periodo;

b. Nello SP avremo un incremento del Patrimonio, le risorse finanziarie ricevute come

verranno iscritte in un’apposita riserva.

donazione

Se le risorse in natura sono imputate al CE, concorrendo alla

formazione del reddito d’esercizio, dopo aver valutato questo

reddito devo esaminare le singole componenti che vi hanno

contribuito e verificare la presenza di eventuali atti di liberalità,

che dovranno essere scomputati dalla determinazione del reddito.

Se, invece, le risorse finanziarie sono state imputate a riserva

nello SP, l’atto di liberalità risulta già investito nell’attività

istituzionale proprio perché va ad incremento del Patrimonio. Ma anche in questo caso è del

tutto evidente che tali risorse, in qualche modo, contribuiscono alla formazione del Reddito

d’esercizio, seppur in via indiretta: aumento l’investimento in titoli di Stato che generano

d’esercizio;

interessi attivi, che transitano nel CE aumentando il Reddito incremento la

produzione, che a sua volta comporta un aumento delle vendite e quindi un incremento dei

ricavi derivanti da queste. Basta ricordare che gli investimenti sono per definizione costi in

vista di un’utilità futura, quindi hanno un effetto positivo sul Reddito.

In ogni caso un’attività gratuita produce effetti sul reddito, tal volta visibili tal volta meno.

 Risorse in natura, possiamo avere:

a. Iscrizione nello SP, nel caso in cui si tratti di beni, cespiti aziendali, attrezzature che

posso utilizzare per la produzione. In questo caso avremo un aumento degli investimenti

nell’ATIVO di SP e in contropartita un aumento del PN, e non un aumento dei debiti

come accade nelle imprese, perché nel nostro caso il bene è stato ricevuto gratuitamente

e non è stato acquistato. Per questa risorsa valgono le medesime cose dette per le

donazioni finanziarie iscritte in Conto capitale (SP);

b. Iscrizione nel CE, nel caso in cui si tratti di volontariato, perché

questo comporta, ceteris paribus, minori costi di produzione. Il

volontariato andrebbe monetizzato, ma anche se non viene

evidenziato contabilmente comunque ha contribuito alla

formazione del Reddito d’esercizio, proprio come nel caso di

risorse finanziarie iscritte nel CE, solo che in questo caso

contribuisce dal lato opposto, il volontariato contribuisce alla

formazione del Reddito riducendo i costi o, a parità di costi, incrementando la

produzione e quindi le vendite. Pertanto, anche in questo caso come per le risorse

finanziarie iscritte in CE, dal Reddito va scomputata la componente relativa agli atti di

volontariato ricevuti, nella valutazione della distribuibilità dello stesso.

Nell’esempio ho un R=160€ in entrambi i casi, ma nel primo caso ho denaro che mi è stato donato

per 20€, che concorre ad incrementare i ricavi, nel secondo ho atti di volontariato che riducono i

costi e che valuto per 20€. Questa ultima valutazione dipende dal tipo di atto di liberalità che ricevo;

se, ad esempio, ricevo del lavoro volontario allora posso quantificarlo considerando le ore di

prestazioni gratuite ricevute per la retribuzione media in base al ruolo svolto, se, invece, ho il

volontariato d’impresa è un po’ più complesso perché devo conoscere il costo unitario di

produzione di quelle unità specifiche realizzate con l’impiego della struttura produttiva dell’impresa

In entrambi i casi dal R=160€ devo scomputare gli atti di liberalità, allora

donante. avremo che il

Reddito distribuibile è: 160€-20€=140€.

Attenzione, gli effetti del volontariato sulla formazione del reddito, e quindi la loro presenza nel

dal Bilancio d’esercizio bensì da una valutazione extra-contabile.

CE, non si evincono

gli ultimi due quesiti riguardanti l’impresa filantropica:

Riassumendo

1. Può conseguire il profitto? Sì!

2. Può distribuire il profitto? Dipende:

a) Dipende dalla teoria di profitto alla quale mi ispiro. Se vi chiedo se potete distribuire il

profitto avete bisogno di capire cosa intendo per profitto, quindi se non vi specifico che cosa

intendo per profitto voi non mi date risposte oppure mi dite che dipende dalla teoria di

profitto alla quale mi ispiro: secondo le teorie del profitto come compenso base o come

congrua remunerazione posso distribuirlo, entro questi limiti, mentre se mi ispiro alla teoria

di profitto inteso come extra non lo posso mai distribuire. Il limite è in ogni caso la congrua

remunerazione (comunque non pienamente raggiungibile);

b) Devo vedere se sono presenti atti di liberalità che influenzano direttamente o non il CE: o

aumentando i proventi con donazioni in denaro, o riducendo i costi in presenza di

volontariato, dal lato di influenza diretta; quando aumentano gli investimenti influenzando il

R solo indirettamente attraverso interessi attivi, nel caso di investimenti mobiliari che

generano frutti, o attraverso l’aumento diretto del PN che genera maggiori investimenti, che

per definizione sono dei costi in vista di un’utilità futura;

limite alla distribuzione del Reddito in un’impresa filantropica

c) Un altro è rappresentato

dall’autofinanziamento, che potrebbe essere necessario anziché opzionale;

fattore da considerare nell’ambito della distribuibilità del reddito d’esercizio

d) Un ultimo

nell’impresa filantropica riguarda i vincoli fiscali e giuridici imposti dal Legislatore. D.lgs.

nell’art.3 si prevede il sostanziale

155/2006, "Disciplina dell'impresa sociale”, divieto di

distribuzione degli utili ai soci, sia in forma diretta che indiretta. Gli avanzi di gestione

dovranno essere utilizzati o per incrementare il patrimonio o per svolgere l’attività statutaria.

Legge 381/1991, “Disciplina delle cooperative sociali”, all’art.3 stabilisce gli obblighi e i

divieti facendo riferimento all’art.26 del D.lgs. 1577/1947, “Provvedimenti per la

cooperazione”, che definisce i requisiti mutualistici, da cui si evince che affinché si possa

beneficiare di alcuni effetti tributari è fatto divieto di distribuire dividendi superiori agli

interessi legali ragguagliati al capitale effettivamente versato. Pertanto, anche dal punto di

vista normativo, non è del tutto vietata la distribuzione di utili, lo è solo entro certi limiti e

per determinati fini di tipo tributario. dal momento che l’impresa filantropica può

Qual è la destinazione del reddito non distribuito,

distribuire il profitto solo entro certi limiti? La destinazione del Reddito non distribuito è legata al

fine istituzionale: la ragione per cui il reddito non viene interamente distribuito sotto forma di

profitto (ipotesi dell’extra) sta proprio nel fatto che si vuole impiegarlo nell’attività istituzionale.

Ma più che di impiego bisogna parlare di “non monetizzazione” del Reddito, perché questo risulta

già impiegato nell’attività produttiva. Il Reddito è già investito nella nostra azienda, è più corretto

dire che non distribuendolo, in realtà, non lo vogliamo disinvestire dandolo a soggetti quali:

azionisti, soci e imprenditori.

il Reddito non distribuito viene impiegato per svolgere l’attività istituzionale,

Pertanto in diversi

modi:

 Aumentando la produzione, se la nostra impresa filantropica produce beni e/o servizi con il

fine di coprire una fetta debole del mercato, oppure riducendo i prezzi di vendita;

 Aumentando il numero di lavoratori, se il fine istituzionale è quello di dare occupazione a

persone svantaggiate, oppure aumentando le retribuzioni;

 Espandendo l’attività aziendale/istituzionale, quale essa sia, senza indebitamento attraverso

il fenomeno dell’autofinanziamento.

Economicità aziendale e meccanismi di valutazione economica. Gli aspetti che configurano

l’economicità aziendale sono:

L’equilibrio economico-finanziario, l’equilibrio economico-

1. anche se non è il fine ultimo,

finanziario è condizione imprescindibile, non si può immaginare un modello aziendale che

non operi in equilibrio: è condizione necessaria alla sopravvivenza dell’azienda, ma non è

condizione sufficiente a valutare l’economicità aziendale e a valutare la capacità

in tempo indefinito,

dell’azienda almeno per le aziende non profit. Lo strumento principale

che ci permette di esprimere un giudizio su tale equilibrio è il bilancio d’esercizio, al quale

si affianca, nel caso di impresa filantropica, il bilancio sociale;

L’efficienza, riguarda l’impiego delle risorse a disposizione. L’efficienza

2. permette di

verificare che l’azienda ha utilizzato le risorse disponibi

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Publisher
A.A. 2014-2015
28 pagine
15 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gianl89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende non profit e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cosentino Antonietta.