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Il ruolo di E. coli nell'organismo umano

Per accaparrarsi alcuni prodotti della digestione umana per il proprio metabolismo e mantenere per sé i siti d'adesione sulla mucosa intestinale, però, questo batterio entra in competizione con altri microrganismi: quest'aspetto di E. coli può indurre a considerarlo un simbionte (nota: si parla di simbiosi quando entrambi gli organismi traggono un reciproco vantaggio dalla convivenza).

E. coli: quando risulta patogeno?

Nell'uomo, E. coli si localizza nell'intestino, dove ha un rapporto di commensalismo con il suo ospite. In determinate condizioni predisponenti, però, questo batterio può comportarsi come patogeno opportunista. In termini pratici, gli stessi ceppi commensali di E. coli, normalmente innocui, possono sfruttare a proprio vantaggio quest'occasione per moltiplicarsi in modo smisurato e colonizzare altre regioni corporee, fino a causare malattie al di fuori del tratto intestinale. Ad esempio, le infezioni opportunistiche del

Tratto urinario (UTI) da Escherichia sono spesso il risultato della migrazione della flora endogena dell'intestino. Per questo motivo, E. coli non risulta nocivo per gli individui sani, ma può assumere un carattere "aggressivo" in circostanze favorenti, come, ad esempio, in caso di debilitazione del sistema immunitario (es. ustionati, trapiantati o malati d'AIDS), diabete, presenza di un calcolo o di un catetere urinario ecc.

Come anticipato, poi, alcuni ceppi di E. coli possono essere descritti come patogeni a prescindere dallo stato immunitario dell'ospite, in quanto capaci di causare infezioni anche negli individui sani.

Infezioni da E. coli: Cause

Infezioni gastroenteriche da E. coli

I meccanismi alla base delle infezioni del tratto intestinale sono diversi e dipendono fondamentalmente da quali tipologie di E. coli sono coinvolte:

Alcuni E. coli patogeni sono enteroinvasivi (conosciuti anche con la sigla EIEC), quindi sono in grado di invadere la mucosa.

dell'intestino (crasso), causando lesioni infiammatorie e danno tissutale; la conseguenza della loro infezione sono enteriti ed alcune forme di dissenteria sanguinolenta;

Altri E. coli sono tossigenici, cioè produttori di enterotossine (ETEC) che agiscono sulla mucosa dell'intestino (tenue), provocando la comparsa di scariche diarroiche acquose.

A livello mondiale, i ceppi enterotossigeni costituiscono la più frequente causa di diarrea batterica e, nei Paesi in via di sviluppo, sono i principali responsabili della cosiddetta "diarrea del viaggiatore", che si può contrarre attraverso acqua ed alimenti contaminati.

Oltre agli Escherichia coli enterotossigeni (ETEC) ed a quelli enteroinvasivi (EIEC), tra i diversi ceppi associati a patologie intestinali vanno menzionati anche:

E. coli enteropatogeni (EPEC): agiscono modificando e distruggendo i microvilli delle cellule dell'intestino tenue; gli EPEC sono spesso implicati nella diarrea infantile e, come

Gli ETEC possono provocare la diarrea del viaggiatore;

E. coli enteroaderenti (EAEC): hanno una peculiare capacità di aderire, in maniera pressoché indissolubile ed irreversibile, alle pareti dell'intestino. Gli EAEC sono responsabili diarrea acquosa dei bambini nei Paesi in via di sviluppo e nei viaggiatori.

E. coli enteroemorragici (EHEC): possiedono un'elevata patogenicità. La loro proliferazione ed il conseguente rilascio di tossine (Shiga-like) provoca colite emorragica (quindi feci liquide frammiste a sangue) associata a severi crampi addominali e possibili complicanze extraintestinali, anche gravi. Nel 5% dei casi, l'infezione enteroemorragica può degenerare in una forma molto grave di insufficienza renale, nota come sindrome emolitica uremica (HUS o SEU).

Infezioni urinarie da E. coli

Gli E. coli uropatogeni (UPEC) sono una delle principali cause di infezioni del tratto urinario (UTI). Le UTI provocate dall'Escherichia sono generalmente

endogene ed ascendenti, cioè derivano da batteri che costituiscono la normale flora microbica del colon del paziente.

La patogenicità di questa specifica tipologia di E. coli deriva dalla produzione di emolisina e dalla presenza di adesine, localizzate all'estremità distale delle fimbrie P (mannosio-resistenti). Questi fattori di aderenza sono necessari all'inizio del processo infettivo e permettono al batterio di ancorarsi alla membrana delle cellule uroepiteliali. Grazie a questa sorta di tentacoli muniti di ventose, gli E. coli uropatogeni possono risalire le vie urinarie e provocare:

  • Uretrite;
  • Cistite;
  • Prostatite;
  • Pielonefrite.

Le infezioni urinarie sostenute da E. coli sono più comuni nella donna, per le caratteristiche anatomiche sfavorevoli (uretra corta e meato urinario più vicino alla regione anale) e per l'assenza dell'attività battericida delle secrezioni prostatiche.

Altre malattie causate da E. coli

Se da qualsiasi distretto corporeo,

E. coli raggiunge il circolo ematico, può determinare l'insorgenza della setticemia. Cause comuni di questa complicanza sono le scarse misure igieniche nel posizionamento di cateteri o di accessi venosi centrali, le infezioni urinarie o gastroenteriche, i traumi intestinali, i tumori del colon e del tenue. E. coli è anche responsabile di infezioni extraintestinali, come: - Infezioni biliari; - Ascessi (in sede di ferite chirurgiche, arti ischemici ecc.); - Meningite; - Polmonite; - Peritonite. Modalità di trasmissione Le infezioni da E. coli possono verificarsi quando: - Il microrganismo colonizza siti corporei dell'ospite diversi da quelli in cui normalmente è presente (ad esempio, dall'intestino passa al tratto urinario); - L'uomo viene a contatto, in modo diretto o indiretto, con ceppi batterici tipici della flora batterica di altri animali, tramite: - Ingestione di cibi contaminati: ad esempio, E. coli O157:H7 (ceppo enteroemorragico) vive nell'intestino deibovini e, dopo essere penetrato nell'apparato digerente umano, attraverso il consumo di carni poco cotte, esercita effetti patogeni; o Contatto diretto con animali (bovini, ovini ecc.) o con le loro deiezioni; o Diffusione del materiale fecale nell'ambiente (verdura e frutta, acque potabili, acque di balneazione e terreno). Inoltre, il batterio può essere trasmesso anche da una persona all'altra (contagio interumano diretto). Ciò avviene, di solito, quando non si lavano le mani sporche, dopo essere stati in bagno. E. coli: come avviene il contagio? L'infezione da E. coli si trasmette all'uomo per via oro-fecale, da persona a persona, o attraverso l'ingestione di acqua o cibi contaminati. Alimenti particolarmente a rischio sono: Carne di manzo non adeguatamente cotta (macinato per ragù, tartare, hamburger, salami ecc.): i bovini rappresentano il principale serbatoio di Escherichia coli O157:H7; durante la macellazione, questi batteri possono

passare dagli intestini alle carni;

Pollo o altre carni crude;

Verdure fresche (in particolare: lattuga, spinaci e germogli) e succhi di frutta non pastorizzati;

Latte crudo (non pastorizzato) ed i formaggi derivati: gli E. coli possono diffondersi dalle mammelle della mucca, soprattutto in fase di mungitura; i prodotti caseari possono essere ricontaminati anche dopo la pastorizzazione.

L'uomo può venire a contatto con ceppi patogeni di E. coli anche attraverso rapporti sessuali oro-anali.

Per quanto riguarda le acque, invece, le feci di individui infetti o di animali possono riversarsi in laghi, canali, piscine o rifornimenti idrici. Se queste fonti acquatiche non sono trattate, l'infezione da E. coli può essere contratta ingoiando accidentalmente il liquido contaminato (ad esempio, mentre si sta nuotando).

Sintomi e Complicazioni

I sintomi di un'infezione da E. coli dipendono dalla sede del corpo colpita, dal tipo di ceppo batterico responsabile, dall'età e

dalle condizioni di salute generali del paziente. Periodo d'incubazione Dopo il contagio, i primi sintomi dell'infezione da E. coli compaiono mediamente entro 12-60 ore, anche se sono stati riportati periodi di incubazione di 3-5 giorni. Come si manifesta un'infezione da E. coli? L'infezione gastroenterica da E. coli si manifesta generalmente con sintomi lievi e, salvo complicazioni, si risolve nel giro di 4-10 giorni. All'inizio, compare una diarrea leggera (evacuazioni frequenti, feci molli o liquide), che può accompagnarsi a dolori nell'area addominale e rialzo febbrile transitorio. Entro 24-48 ore, le scariche diarroiche aumentano di intensità e risultano acquose o commiste a sangue. In questa fase dell'infezione da E. coli, possono manifestarsi forti crampi addominali e modesta disidratazione. Al quadro clinico, in funzione del ceppo responsabile della malattia, possono aggiungersi altri sintomi, quali pallore, oliguria, nausea e.coli si risolvono spontaneamente entro una settimana senza bisogno di trattamento specifico. Tuttavia, è importante mantenere un'adeguata idratazione e seguire una dieta leggera e priva di cibi piccanti o grassi. Infezioni delle vie urinarie da E. coli Nel caso di infezioni delle vie urinarie causate da E. coli, è necessario un trattamento antibiotico per eliminare il batterio. Il medico prescriverà il farmaco più adatto in base alla gravità dell'infezione e alla sensibilità del batterio agli antibiotici. Prevenzione Per prevenire le infezioni da E. coli è importante adottare alcune misure igieniche, come lavarsi accuratamente le mani prima di preparare o consumare cibi, evitare il consumo di alimenti crudi o poco cotti, bere acqua potabile e utilizzare preservativi durante i rapporti sessuali. Inoltre, è consigliabile evitare il contatto con feci di animali e lavare accuratamente frutta e verdura prima di consumarle. Conclusioni Le infezioni da E. coli possono causare sintomi sgradevoli e fastidiosi, ma possono essere trattate con successo con l'uso di antibiotici. Seguire le misure preventive è fondamentale per evitare il contagio e la diffusione del batterio.coli non complicate si risolvono spontaneamente in pochi giorni, senza dover ricorrere a particolari farmaci. Per questo motivo, il medico si limita a raccomandare al paziente di riposare e di assumere liquidi in abbondanza, per rimpiazzare le perdite idriche e saline, dovute agli episodi diarroici. Quando viene diagnosticata un'infezione gastroenterica da E. coli, la terapia antibiotica non è sistematicamente prescritta. In alcune circostanze, infatti, l'assunzione di questi farmaci potrebbe favorire il rilascio della tossina con peggioramento delle condizioni del paziente. Se il medico ritiene che la terapia antibiotica sia necessaria, la scelta del farmaco e la durata del trattamento dipendono dalla storia clinica del paziente, dalla sede e gravità delle infezioni, e dai risultati delle analisi di laboratorio condotti sull'urina o sulle feci. L'antibiogramma permette di
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A.A. 2019-2020
7 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Roberta303 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia cellulare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Santoro Rosanna.