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Storia della geografia
La geografia nasce con l'apparizione dell'uomo; prima di quel momento parliamo di geologia (ere geologiche). Utilizzando la metafora del condominio (ere geologiche), la geografia nasce ai piani alti quando compare l'uomo; la geografia a differenza della realtà geografica non può esistere senza l'uomo. Un bambino prima è un geografo, poi diventa uno storico. Nel suo piccolo esplora l'ambiente e conosce lo spazio come un geografo, ma diventa storico nel momento in cui capisce che un determinato ambiente gli fa paura e quindi non ci va più. L'uomo ha da sempre avuto l'indole dell'esplorazione. Ogni uomo è una piccola parte della realtà, un elemento di quella catena costituita da forze spesso invisibili ma anche elementi visibili, in cui l'uomo è destinatario (subisce gli influssi) e al tempo stesso immette i suoi flussi. 1) UOMO PRIMITIVO L'uomo primitivo era...potenzialmente un geografo; aveva bisogno di riprodurre luoghi frequentati quotidianamente, segnare nelle pareti i luoghi dove poteva trovare acqua (sorgenti) e selvaggina (caccia): usava la geografia per sopravvivere e riproduceva spazi legati alle necessità quotidiane. Inoltre, se adesso l'uomo si muove sulla tecnologia (GPS, Satelliti), allora si affidava alla vista e alla memoria. Quando poi gli spostamenti si fanno maggiori e aumenta la porzione di territorio, aumenta anche il grado di distrazione; si perfeziona un sistema di rappresentazione simbolica dell'ambiente, che è contemporaneo o addirittura precedente all'invenzione della scrittura. Nasce la mappa di Bedolina (risale all'età del ferro, 1500 a.C., si trova in Val Camonica, nel bergamasco) Qui vengono mostrati la suddivisione dei campi, le case, i canali di irrigazione, nel modo tipico della cartografia, in quanto si fa ricorso a simboli (linee, quadrati, punteggiatura). LaRappresentazione è dall'alto; secondo alcuni studiosi la raffigurazione aerea si è sviluppata qui in quanto era un popolo di montagna, abituato a osservare l'ambiente dall'alto. Fra le antiche mappe degli abitanti della Mesopotamia, vi è quella topografica di Nippur, fatta su una tavoletta di argilla e rappresentante le conoscenze storiche e scientifiche del periodo; tramite questa si ritrovò un importante sito archeologico.
Le rappresentazioni dell'antico Egitto sono interessanti per la geometria, per le tecniche di rilevazione piuttosto evolute; sono dettagliate e accurate dal punto di vista amministrativo per fini pratici, ossia la necessità di stabilire gli esatti confini delle proprietà dopo le piene annuali del Nilo.
Attualmente nel museo egizio di Torino è presente il papiro delle miniere d'oro (1200 a.C. circa), lungo circa 3 metri, rappresentante l'area mineraria dell'alto Egitto:
Vengono mostrate le miniere d'oro e d'argento, le residenze dei minatori, le strade, i massi sparsi che portano alle cave di pietra ecc.
La tabula Peutingeriana (250/270 d.C.), probabilmente una ricostruzione di una tavola più antica, è una striscia di pergamena su cui vi è la rappresentazione del mondo conosciuto ai tempi dei Romani (Europa, Asia e Africa).
Vi sono poi mappe delle tribù pellirosse nel Nord America, tracciate sulla pelle dei bisonti, o mappe della Polinesia tracciate sulle conchiglie (indicano le distanze tra le varie isole, le maree, i vari flussi).
Per lungo tempo la geografia è coincisa con una finalità di tipo pratico. Ogni popolo aveva un proprio modo di rappresentare, maturato sulla base dei materiali disponibili; tuttavia ognuno aveva la necessità di mappare il proprio spazio, conoscerlo e "possederlo" per potersi muovere.
Quando gli uomini non potevano più viaggiare perché erano
troppi i pericoli (strade erano insicure, non vi erano gli strumenti ecc.), lo facevano con la fantasia e l'immaginazione: nascono i miti geografici, che non hanno niente di scientifico, ma sono ugualmente importanti perché esprimono i bisogni di quella gente, le loro fantasie, aspirazioni, ideologie, diverse da popolo a popolo e da periodo storico a periodo storico risvolto sociale della geografia. Fra i miti geografici, che spesso si adornavano di rappresentazioni composte da mari, sirene, mostri ecc, abbiamo: nella Bibbia, Adamo ed Eva nell'Eden, luogo mitico in cui si riconosce una determinata tradizione della cultura ebraica e cristiana; negli Egizi, mito legato al viaggio; Ulisse; Atlantide; le Colonne d'Ercole; altri recenti ossia i miti del West nati in America, dove si narra che le terre venivano date gratuitamente a chi riusciva a mettere per primo la bandiera. La geografia quindi per lungo tempo significava esplorazione, ricerca di nuove terre.conoscenza di nuove genti, ampliamento dei confini conosciuti, dilatazione delle conoscenze territoriali, avventura. In realtà per quei tempi non si può parlare di vera geografia; si parla di questa a partire dal passaggio dai miti alle descrizioni razionali, che avviene con i Greci. 2) CIVILTÀ GRECA L'origine della parola geografia è greca, per cui la disciplina geografica era già conosciuta in Grecia. La geografia è stata associata per lungo tempo a una finalità di tipo pratico, in rapporto a quelli che erano i bisogni dell'uomo di quel determinato periodo storico e realtà geografica: la geografia rispecchia sempre la cultura di quegli uomini. La civiltà greca tendeva sempre alla perfezione, alla bellezza, all'armonia, per cui l'obiettivo della geografia (maggiore esponente era Eratostene) era quello di ricercare i caratteri del mondo, le leggi che regolano la natura, capire come funziona, accertare glielementi che compongono la terra arrivando anche a una misurazione di questi (es. quale è la forma della terra, quali sono le componenti, quale è la dimensione, ecc).
3) CIVILTÀ ROMANA
Il popolo romano voleva conquistare il mondo, per cui la geografia (maggiore esponente Strabone, un greco che riuscì a dare descrizioni precise e dettagliate dei percorsi dei viaggiatori di quel periodo) ha una finalità prettamente di tipo pratico, serviva per capire la distanza da un territorio all'altro, quali territori si sarebbero incontrati nel tragitto (es. pianure, montagne, mare), se vi erano luoghi per il rifornimento. La geografia descrive in modo realistico e diventa corografica, ossia i fenomeni geografici vengono descritti relativamente a una regione.
4) MEDIOEVO
Se dal punto di vista storico il Medioevo vede l'emergere di elementi che determineranno poi lo splendore del Rinascimento, dal punto di vista geografico il Medioevo è un periodo buio e oscuro,
In cui si fa un passo indietro. È il periodo del crollo dell'Impero Romano e con esso dei riferimenti politici e istituzionali; il mondo si restringe nelle Corti, nelle pievi. Inoltre c'è l'influenza molto forte della religione del Cristianesimo, che frena lo sviluppo della geografia: tutto spinge alla spiritualità interiore e la realtà è vissuta in prospettiva dell'aldilà; questo toglie interesse al mondo, fa sì che la realtà terrena sia poco importante rispetto a quella ultraterrena.
Se l'Impero Romano era uscito dalla stretta realtà di Roma allargando lo spazio politico e sociale, la nuova città medievale è una realtà ristretta, anche culturalmente; infatti:
- è basata sui valori cristiani;
- ha come modello non la grande ma la piccola comunità;
- ha lo scopo di realizzare la vita cristiana sulla terra nell'attesa del giudizio universale (si assiste alla
scuolapitagorica) e respinse l'opinione che la Terra fosse sferica. Egli immaginò la terra come un'isola piana rettangolare chiusa in una struttura a forma di baule; appare circondata dall'oceano e cinta da quattro pareti verticali che, come muraglie, salgono fino al cielo, appoggiandosi al firmamento sotto il quale si muovono le stelle guidate dagli Angeli. Vi è poi un'altissima montagna conica, dietro alla quale ogni notte si nasconde il Sole (spiegazione dell'alternanza del giorno e della notte).
Durante il Medioevo:
- si mette in dubbio la sfericità della terra: la fascia equatoriale è disabitata perché troppo torrida;
- si credono molto influenti sull'uomo gli influssi della luna: i salassi venivano fatti nella fase crescente per aumentare il vigore della rigenerazione del sangue (scientificamente la Luna esercita un'attrazione sulla terra, tanto da generare le maree, e motivo per cui certi prodotti devono essere
Piantati in periodi particolari di Luna). Questa forte aderenza a tutto ciò che esprimeva il Vangelo, influenza l'aspetto delle carte geografiche: il fine non è rappresentare nel modo corretto il mondo conosciuto ma schematizzare la suddivisione concettuale, indipendentemente dall'aspetto geografico; le rappresentazioni non corrispondono alla reale ubicazione, proporzione e forma delle aree conosciute (es. Italia e Grecia appaiono distorte e i rapporti tra loro sono sfalsati: "esistono e pressappoco sono qui"): viene meno la scientificità/finalità pratica tipiche del periodo greco e romano. Tipiche del medioevo sono le mappe a T. Le terre si popolano di mostri orribili infatti l'ignoto viene rappresentato come un qualcosa che fa paura: appaiono Gog e Magog, popoli leggendari asiatici presenti sia nella Bibbia che nel Corano, definiti selvaggi, sanguinari, terribile minaccia. Nel capitolo 10 della Genesi, ossia Tavole delle Nazioni, dove
c'è una lunga lista di figli e discendenti di Noè, che narra l'origine delle popolazioni europee, Magog è identificato come figlio di Jafet. Qui vengono identificati anche Gomer, Madai, Tubal, Mesech e Tiras come figli di Jafet.