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ANTITRUST-POLITICHE DI REGOLAMENTAZIONE
Rientrano nelle politiche pubbliche che hanno come scopo evitare le conseguenze negative del potere di
mercato di favorire la concorrenza.
Qual è l’obiettivo delle politiche della regolazione economica? È quello di intervenire nei fallimenti di
mercato, ovvero quando il mercato non è in grado di garantire un suo corretto funzionamento. Con
l’intervento pubblico si cerca di regolare questo tipo di situazioni che creano problemi al funzionamento
del sistema.
I fallimenti di mercato sono: esternalità, asimmetrie informative, beni pubblici e monopolio naturale.
Il compito della regolazione economica è di intervenire in queste situazioni per ridurre o eliminare le
barriere alla concorrenza che questi fallimenti determinano, i quali creano danni alla collettività e in
particolare ai consumatori. Attenzione recente, a partire dagli anni ’90, a queste politiche in seguito ai
processi di liberalizzazione e privatizzazione di molti segmenti dell’attività economica che
precedentemente avevano un assetto diverso, soprattutto era quasi tutti settori caratterizzati da situazioni
di monopolio. Questi particolari settori necessitano di regolamentazione. Si tratta di settori dei servizi
quali energetico, telecomunicazioni, poste, trasporti…. La regolamentazione è nata in seguito al
superamento delle posizioni di monopolio legale che esistevano, con la finalità di rendere più efficiente
l’offerta e ridurre i costi, riduzione che avviene tramite la concorrenza.
La Gran Bretagna è stato il primo Paese, grazie al Governo conservatore della Thatcher, a promuovere la
liberalizzazione e la regolamentazione dei monopoli legali attraverso la creazione di autorità indipendenti
dai Governi e dai portatori privati di interessi. In Italia è invece una novità perché vi era una tradizione di
gestione pubblica (partecipazioni statali che nessuno metteva in discussione) legata a questi settori.
Oltre a risolvere i fallimenti di mercato, la regolamentazione si occupa anche di problemi sociali di tipo
redistributivo e di fornitura di beni di merito, che altrimenti non verrebbero offerti sul mercato.
Fallimenti di mercato, oggetto di intervento del regolatore:
1. Esternalità:
La condizione necessaria per il funzionamento del mercato è l’indipendenza delle azioni individuali, ossia
il fatto che ognuno giochi per sé. Tuttavia è frequente che le azioni di alcuni operatori si ripercuotano
sugli altri operatori senza che tale effetto transiti sul sistema dei prezzi. Le scelte di consumo di un
individuo possono ridurre la possibilità di consumo degli altri individui senza che il prezzo subisca delle
variazioni (ad esempio l’utilizzo dell’auto in città, in quanto accresce la congestione e questo danneggia
gli altri operatori). L’esistenza di effetti esterni determina una divergenza tra costi e benefici privati e 35
sociali. Il prezzo è un “cattivo” indicatore, ossia non dimostra che andare in macchina in centro a Milano
è inefficiente e non vi è un sistema di prezzo in questo caso che possa aumentare l’efficienza.
In presenza di esternalità, i soggetti effettuano le loro scelte sulla base di prezzi che non riflettono costi e
benefici derivanti dall’uso di quelle risorse. Con esternalità negative vi è una produzione e consumo
eccessivi rispetto all’ottimo; in casi con esternalità positive è il contrario, produzione e consumo sono
inferiori all’ottimo.
Lo scopo degli interventi fiscali e regolamentari è quello di penalizzare le attività che generano
esternalità negative (ad esempio fasce orarie, pagamento di pedaggio per la circolazione in centro) e
incentivare quelle positive.
Ad esempio il consumo di 1 kw/h di energia quale esternalità negativa: se il prezzo kw/h (al consumatore)
è pari al costo privato, il suo costo sociale è superiore perché l’energia elettrica comporta emissioni
sull’ambiente e quindi fenomeni di inquinamento che non vengono pagati dal consumatore e si
ripercuotono sulla comunità. Quindi se il costo sociale è superiore a quello privato, è necessario un
intervento regolatorio per correggere il fallimento di mercato, ad esempio incoraggiando le energie
rinnovabili o promuovendo politiche di risparmio ambientale.
2. Asimmetria informativa:
Il consumatore non può o non riesce ad acquisire tutte le informazioni sui beni che acquista. Possono
essere ex ante, cioè quelle in cui una delle parti che stipula il contratto nasconde delle caratteristiche
all’altra parte, impedendo la stesura di un contratto ottimale e favorendo la selezione di beni di minor
valore (adverse selection). Possono essere anche ex post.
La regolamentazione dovrebbe anche aiutare a fornire merit goods. Il consumatore non è sempre in grado
di stabilire la qualità del bene. Si distingue tra:
Ø Search goods: la qualità può essere valutata prima dell’acquisto;
Ø Experience goods: la qualità si percepisce solo dopo l’acquisto e il consumo. Ad esempio la
qualità di un ristorante.
In realtà per alcuni beni non possiamo stabilire la qualità nemmeno dopo l’utilizzo come ad esempio per
l’effetto di alcuni farmaci. È necessario l’intervento della regolamentazione per fissare standard tecnici.
Un mercato efficiente nella produzione di beni e utilizzo di risorse, può essere non giusto nella
distribuzione. Ad esempio le tariffe sociali.
Motivazioni sociali per la regolazione, sono interventi in positivo finalizzati a realizzare risultati
positivi per cittadini e consumatori:
v Beni di merito:
Situazioni in cui il consumatore non è in grado di stabilire con precisione la qualità del bene che gli viene
offerto. La letteratura distingue tra i search goods (beni che possono essere valutati prima dell’acquisto e
quindi vengono acquistati sulla base del prezzo e della qualità percepita) ed experience goods (occorre
provarli per capire la qualità, che si percepisce solo dopo l’acquisto). Vi sono altri beni dei quali non si
riesce a stabilire la loro qualità nemmeno dopo l’acquisto, ad esempio per quanto riguarda gli effetti di un
farmaco che non sempre sono facilmente valutabili.
L’asimmetria informativa a danno del consumatore è molto grave ed è necessario un intervento
pubblico ad esempio per regolare la composizione chimica dei prodotti alimentari; nel settore elettrico vi
è un numero enorme di norme regolamentari approvate per garantire la sicurezza dell’utilizzatore (ad
esempio copertura dei cavi elettrici con materiali appositi).
Nelle situazioni di “merit goods” è fondamentale l’intervento del regolatore, in quanto il consumo
spontaneo da parte dei consumatori sarebbe subottimale dell’utilizzatore; è quindi necessario
regolamentare queste tipologie. Imporre queste regole (ad esempio casco per i motociclisti, cintura in
macchina) è stato faticoso per la resistenza psicologica immotivata (non ha senso perché queste norme 36
sono finalizzate alla tutela della persona) delle persone e ha richiesto molto tempo, perché
spontaneamente le persone non avrebbero altrimenti seguito queste regole.
v Obiettivi redistributivi:
Un mercato efficiente nella produzione e distribuzione delle risorse può generare forti squilibri
distributivi. Una finalità redistributiva è condizione necessaria ma non sufficiente per giustificare
l’intervento regolatorio, in quanto si potrebbe procedere in altro modo ad esempio dando un sussidio a
coloro che hanno un reddito basso (da parte dello Stato) anziché sussidiare i consumi. Questo perché sono
meno visibili rispetto a imporre imposte sul reddito, in quanto quest’ultima determina immediatamente
reazioni negative da parte dei consumatori. Nella regolamentazione intervengono spesso lobby, gruppi di
pressione che hanno la finalità di tutelare gli interessi dei consumatori. Il regolatore deve intervenire
laddove vi è un interesse sociale da tutelare senza essere catturato dalle lobby che cercano di ottenere
misure regolamentari a loro favore. Il regolatore non deve essere influenzato da questi gruppi molto forti.
Forme assunte dalla regolamentazione:
- Regolamentazione dell’entrata: regole che prevedono un numero non eccessivo di operatori
all’interno di un mercato, per non incombere in una “concorrenza distruttiva”, anche se questo non
avviene quasi mai anche perché sono gli operatori stessi a stare attenti e non entrare in settori che
sono fortemente popolati;
- Regolamentazione delle tariffe e dei prezzi: più sviluppata. Organismi governativi determinano
il costo di determinate facilities, di particolari infrastrutture (ad esempio autostrade);
- Regolamentazione della qualità: i prodotti devono avere delle caratteristiche per poter assumere
determinate denominazioni. Ad esempio il termine doc per prodotti alimentari;
- Regolamentazione dell’attività dell’ingegno: forma di protezione della proprietà intellettuale
come ad esempio i diritti d’autore;
- Regolamentazione ambientale: crescente acquisizione di consapevolezza per la tutela
dell’ambiente. Ad esempio le fabbriche e le auto hanno vincoli molto forti sull’emissione di fumo;
inoltre vi sono regole per il riscaldamento. Questo perché si riduce l’impatto ambientale negativo.
Vi è un tradeoff tra effetti negativi e la volontà di ridurli al massimo.
La regolamentazione è molto ampia e pervasiva, coglie una quantità di fattispecie enorme in quanto
riguarda un gran numero di attività economiche che hanno effetti sia positivi sia negativi; più frequenti
quelli negativi e quindi occorre impedire e limitare i danni che queste attività possono determinare.
Talvolta la regolamentazione è eccessiva e ci si trova di fronte a un over-regulation. Con gli anni ’70-80
inizia un processo di deregolamentazione (deregulation, alleggerimento dell’attività regolatoria), sotto il
mandato del Presidente degli USA Reagan, in quanto un eccesso di regole ingessa il sistema economico.
Spesso i cittadini percepiscono le regole come eccessive, ad esempio in USA bisogna rispetta 310 norme
per fare la pizza. Molte norme sono state alleggerite in questa fase più liberista.
Paradossalmente in quest’epoca di deregulation, in tutta Europa si ha iniziato a definire meglio le regole
per determinati settori delle infrastrutture fondamentali:
1. produzione e distribuzione dell’energia elettrica e gas;
2. telecomunicazioni, che hanno avuto una crescita elevata negli anni ’70 con lo sviluppo
tecnologico che ha migliorato le tecniche di comunicazione;
3. trasporti.
Tre