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Il Trattamento: Principi Generali

Alla base di qualsiasi trattamento, una buona diagnosi è fondamentale. Senza una buona diagnosi, diventa difficile implementare o scegliere il trattamento e gli strumenti di trattamento corretti per quel caso o quel profilo evolutivo. Ma su cosa si basa una buona diagnosi?

Una buona diagnosi si basa su:

  • La misurazione oggettiva delle abilità in oggetto
  • L'uso di test standardizzati
  • Il fatto di avere un campione di riferimento normativo
  • Il grado di efficienza delle componenti cognitive e non coinvolte (ad esempio, la lettura)
  • L'organizzazione cognitiva generale per valutare le risorse disponibili e quelle su cui possiamo capitalizzare in un trattamento riabilitativo
  • La verifica della compromissione di alcuni processi/meccanismi di base che possono essere responsabili del disturbo osservato
  • Alcuni indicatori qualitativi/quantitativi dell'impatto del disturbo sul funzionamento globale
  • L'impatto del disturbo sull'adattamento
dell'individuo. Altra cosa è avere chiaro che cosa si intende per: TRATTAMENTO: insieme delle azioni dirette a aumentare l'efficienza di un processo alterato, o quindi è mirato a quello specifico processo PROGRAMMA RIABILITATIVO: ha a che vedere con la presa in carico dell'individuo almeno per quanto riguarda gli aspetti riabilitativi del progetto. Definisce:
  • Aree d'intervento specifiche: quindi individua anche quelli che sono i trattamenti da prediligere
  • Obiettivi che ci si prefigge
  • I tempi e le modalità: ci si dà proprio un tempo, si definiscono gli obiettivi e il momento del raggiungimento di verifica degli obiettivi; per es. 6 mesi
  • Le modalità di verifica degli interventi: questo aspetto è spesso trascurato, ma è fondamentale perché noi dobbiamo essere sicuri nel programma riabilitativo che quel programma di fatto sia quello adatto, migliore per quel bambini. Come possiamo esserlo? Soltanto verificando

quel programma nel tempo. Dunque dobbiamo predisporre dei momenti di verifica di quel programma nel tempo.

Gli operatori coinvolti: psicologo coinvolto, che si basa sul profilo funzionale del bambino

ALTRI PRINCIPI GENERALI: il trattamento si deve basare su:

  • Un modello chiaro: un modello concettuale del disturbo che ci orienta rispetto alle decisioni, anche in termini di trattamento. Capacità di discriminare tra modelli buoni e modelli meno buoni: modelli buoni sono quelli che hanno ricevuto maggiori conferme.
  • Evidenze scientifiche. Come fa il clinico a conoscere quali sono le evidenze scientifiche? A livello internazionale esistono dei data base, che sono rivolti ai cosiddetti practitioners, che consentono di mettere a confronto dei trattamenti diversi per lo stesso problema proprio in funzione dell'evidenza scientifica, che è quella che ci permette di valutare/comparare fra trattamenti diversi, l'efficacia di ciascun trattamento rispetto ad un determinato profilo clinico.
Le evidenze scientifiche si basano su due misure di efficacia e di efficienza. L'efficacia (misurata dalla D di Cohen = buona dimensione dell'effetto si approssima a 1) è la misura del successo del trattamento, ovvero quanto migliora effettivamente il bambino, l'efficienza è la misura di efficacia rapportata al tempo necessario per ottenere quell'effetto. Un'altra misura importante, distinzione importante che fanno a livello internazionale ed esiste in lingua inglese (non in italiano) è quella tra efficacy e effectiveness, che è l'efficacia di un trattamento dimostrato in un contesto reale. Se uno studio dimostra che l'efficacia di un trattamento viene generalizzata, ossia un transfert a questi altri contesti, non solo il trattamento è efficace dal punto di vista sperimentale, cioè ha una buona efficacy, ma ha anche una buona effectiveness, cioè ha una buona efficacia dal punto di vista della.

validità ecologica del trattamento. Quando i risultati scientifici rispetto ad un trattamento sono più affidabili? Quando presentano quei criteri come la validità interna, l'affidabilità in termini psicometrici (efficacia di un trattamento su gruppo clinico: confronto miglioramento ottenuto da questo gruppo di soggetti rispetto a gruppo di controllo/ ancora meglio se gruppo di controllo sottoposto ad intervento diverso). Inoltre altra cosa importante è che gli individui siano attribuiti casualmente alla condizione clinica/ sperimentale, in modo da garantire che non ci siano bias nell'valutazione (in modo che non ci sia preferenza pp che si riflette a livello di motivazione).

Un trattamento efficace migliora l'evoluzione del processo: quel trattamento per essere efficace deve garantire uno sviluppo superiore rispetto a quello che ci attenderemo per l'evoluzione naturale del disturbo. Dunque nei casi di disturbo dell'apprendimento;

Parliamo dell'efficacia di trattamento quando osserviamo che i miglioramenti avvenuti nel corso del trattamento sono maggiori rispetto a quello che ci attenderemmo per l'evoluzione naturale del processo. Il trattamento va sospeso quando il suo effetto non sposta la prognosi.

INTERVENTI MIRATI NELLE CONDIZIONI A RISCHIO DI DISLESSIA:

  1. Le abilità da insegnare devono essere rese esplicite (versus implicite); l'idea alla base della dislessia è che siano compromessi meccanismi impliciti dell'apprendimento della lingua scritta. Per esempio quei meccanismi che consentono l'auto insegnamento e quindi per supportare il processo, lo sviluppo del processo di lettura del bambino, occorre rendere esplicite le procedure necessarie o le regole sottostanti la lettura, renderle più esplicite. Esempio nel caso della lettura: aiutare il bambino a codificare meglio la corrispondenza fra fonema/grafema, sillaba/gruppo ortografico, esplicitare le regole ortografiche (l'h,
  1. Gli interventi devono essere intensivi: incontri bi/tri settimanali di 15/20 minuti per brevi periodi (1/2 mesi). Nel caso della dislessia, lo scopo dell'intervento è automatizzare il processo. Gli interventi vengono effettuati prima e dopo la diagnosi, se si vuole riabilitare una funzione.
  2. Se il problema persiste, viene presa in carico e trattato da specialisti con interventi mirati, solo dopo aver formulato una diagnosi. Questo è il modello di risposta all'intervento.

QUANDO PUÒ ESSERE ATTIVATO UN TRATTAMENTO RIABILITATIVO?

  • Motivazione e disponibilità del bambino/ragazzo e della famiglia: aspetto motivazionale.
  • In condizioni "ad alto rischio": anche in assenza di una diagnosi, è possibile attuare un trattamento come momento di monitoraggio per verificare se effettivamente il disturbo esiste. In altre parole, se si sospetta la presenza di un disturbo, si può comunque iniziare un trattamento per valutarne l'efficacia.

precocemente per dare al bambino la possibilità di sviluppare al meglio la funzione, di normalizzare il suo profilo per tempo.

  • In condizioni di disturbo conclamato, confermato

Il trattamento può avere diverse forme:

  • Erogato direttamente dal clinico - ambulatoriale
  • Indiretto/ domiciliare: es. tele riabilitazione. È difficile che un trattamento sia solo domiciliare, più spesso è combinato.
  • Combinato: diretto + indiretto (momenti di verifica nel percorso)

Quando può essere proposto un trattamento domiciliare? Cioè quando possiamo proporre una tele riabilitazione?

  • Affidabilità del programma e dello strumento: importanza di una valutazione comparativa andando a cercare e facendo ricerche sull'efficacia di questi trattamenti. Dove non troviamo dati solidi riguardo all'affidabilità: affidarsi al giudizio clinico e usare lo strumento flessibilmente.
  • Sostenibilità economica/finanziaria/dei tempi:

Il trattamento domiciliare dovrebbe essere quello più adatto a quelle famiglie che vivono in situazioni di maggiori difficoltà, quindi non riescono a programmare delle visite regolari. Queste famiglie sono le stesse che probabilmente hanno maggiori difficoltà a gestire una riabilitazione a casa, perché di fatto il genitore non è presente fino a tardi, il genitore può non avere le competenze né linguistiche né tecniche per aiutare e sostenere il bambino nel percorso e quindi bisogna valutare bene attentamente tutte le risorse della famiglia e cercare naturalmente di trovare quella soluzione, che è quasi sempre in questi casi una soluzione di compromesso, che è secondo noi la migliore.

- Disponibilità della famiglia

- Motivazionali: cioè legate alla disponibilità, ma anche alla reale motivazione del genitore ad intraprendere un percorso di questo tipo e questo significa non soltanto il fatto che il

genitoreintensamente desideri che il bambino sia trattato o segua un percorso riabilitativo, perché vuoleaggiustare il bambino o perché pensa che a conclusione del trattamento tutti i problemi delbambino e della famiglia saranno risolti, ma significa invece valutare l'aspetto motivazionale inmaniera un pochino più approfondita, ossia comprendere se quel genitore o quella famiglia ha lerisorse per affrontare un percorso riabilitativo e anche per non attribuire a quel percorsoriabilitativo una funzione magica, che tipicamente non hanno: risorse e capacità dei genitori.- Profilo dei genitori: un genitore controllante o ansioso: pensare ad una situazione diriabilitazione, dove il genitore deve indicare dove il bambino sbaglia, mentre il bambino svolgeun compito al computer può avere un effetto amplificatore devastante sull'ansia del genitore edi riflesso anche sull'ansia del bambino. Quindi in questo caso la tele riabilitazione, se

Gestita dal genitore non è una buona soluzione per quella coppia/bambino/genitore.

L'EFFICACIA DEL TRATTAMENTO SI MISURA IN RELAZIONE AL MIGLIORAMENTO CHE QUEL TRATTAMENTO PRODUCE COMPARATIVAMENTE RISPETTO ALLA SITUAZIONE IN CUI IL BAMBINO NON SAREBBE TRATTATO, QUINDI:

  • Il cambiamento è maggiore rispetto a quello atteso per i normali processi di maturazione di quel bambino;
  • Il cambiamento è percepito anche dal bambino e da chi lo circonda: efficacia percepita del trattamento.

Il trattamento può essere efficace dal punto di vista tecnico, può non essere percepito nel contesto di vita del bambino. Es. il bambino può fare benissimo tutta la riabilitazione e questo purtroppo succede quando manca il secondo aspetto di efficacia di prima, ossia la generalizzazione al contesto classe e di fatto non utilizza le stesse strategie e quindi l'insegnante non percepisce il miglioramento del bambino e questo è un altro indicatore importante rispetto.

All'efficacia del trattamento, perché noi vogliamo che il tr

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A.A. 2019-2020
65 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher greta.ceschia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Esame di difficoltà e disturbi dell'apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Arfè Barbara.