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DIBATTITO DOCIMOLOGICO ITALIANO:

Per capire l’evoluzione della docimologia in Italia è necessario

partire da prima del 1962. Dopo le scuole elementari vi erano la

SCUOLA DI AVVIAMENTO AL LAVORO o le SCUOLE MEDIE, le quali

permettevano poi di proseguire gli studi. La legge del 1962

istituisce una scuola media unica, abolendo il «ginnasio»

propedeutico al liceo e il «professionale» propedeutico al mondo del

lavoro.Il diploma di licenza dà accesso a tutti gli istituti secondari

(tranne per il liceo classico per cui è prevista una prova di idoneità

di latino) Inoltre in questa legge sono previste «classi di

aggiornamento» e «classi differenziali».

Dal 1962 nasce quindi la scuola media unificata, dove quindi non ci

sono più solo i ragazzi di buona famiglia, ma anche gli “scarti”. Ecco

che le insegnanti iniziano a bocciare. Fondamentale in questo

periodo è l’intervento di Don Milani che sostiene che bocciare crei

solo dei ragazzi frustrati, demotivati e che certo questo non aiuta al

raggiungimento degli obiettivi minimi. Don Milani sostiene che i

ragazzi vanno “formati” e che la bocciatura non ha senso se prima

non vi è stato un tentativo di recuperare la persona e formarla.

Promuovere o bocciare senza formare non ha senso. Don Milani

inizia a raccogliere i ragazzi dalla strada e ad insegnare loro a

leggere, scrivere e contare. Certo non lesinava le pizze e non

sospendevano gli studi neanche in estate. Significativo è il testo

“lettera ad una professoressa” scritto dai suoi migliori allievi. Dal

1997, con la Legge Berlinguer, le scuole sono autonome. Questo

significa che la scuola non deve più seguire un programma

nazionale, il quale prevedeva che tutte le classi di quel tipo di

scuola dovessero fare quegli argomenti, cosa che avveniva solo in

teoria!Le cose sono cambiate. Adesso non ci sono più i programmi,

ma i corsi sono comunque strutturati! La programmazione viene

comunque fatta, a livello di distretto, e segue le linee guida,

dipende dalla scuola e dal territorio. Non c’è più un programma

Nazionale uguale per tutti che produceva aspetti negativi: si faceva

tutto di fretta, senza osservare se i ragazzi avessero capito o meno

e se fossero autonomi o no nello studio.

2)Quali sono le principali funzioni della valutazione?Come si legano

con gli aspetti cognitivi,metacognitivi e motivazionali?

Valutazione formativa, diagnostica, prognostica, sommativa,

certificativa, proattiva, formatrice,dinamica.

Valutazione: serve per mettersi alla prova e per capire ciò che si sa

e ciò che non si sa. Ciò che serve è la certificazione delle

competenze. Il voto di fine anno non deve essere la media dei voti,

ma deve essere sugli obiettivi! Il docente deve avere degli obbiettivi

e i ragazzi devono conoscerli Dobbiamo essere chiari. La

valutazione deve essere trasparente e bisogna saper giustificare

perché si ha dato un 9-10-6… Devo pesare gli obiettivi. Se gli

obiettivi sono diversi devo fare una media ponderata. Inoltre a

livello di dipartimento bisogna accordarsi su cosa vuol dire 8-9-10…

Dietro il 6+, 6- deve esserci un sistema di valutazione, non una

semplice assegnazione di punteggio. Importante è ricordare che il

voto non è il trasferimento di un punteggio, ma è una rilevazione.

Il valore si dà alla fine: mi aspettavo che arrivasse a 9, invece è

arrivato solo ad 8. Dalla rilevazione sulla prova si ha un voto, ma il

valore si dà solo alla fine. Il valore si può dare seguendo riferimenti

diversi, come il riferimento a norma. Le operazioni di valutazioni

sono delle assegnazioni di valori che devo esplicitare, non posso

fare banalmente la media! Oppure posso fare prove che tocchino

tutti gli obiettivi in tutte le prove. Per capire quali obiettivi sono

stati raggiunti e quali no devo combinare le carie fonti informative.

Se le verifiche formative sono andate male, ma quella sommativa è

andata bene, allora io comunque devo considerare solo quella

sommativa, quella finale. Le altre prove sono formative e

ricostruiscono la crescita di conoscenze ed abilità. Oppure tra gli

obiettivi scrivo che tra gli obiettivi del 9 c’è anche il lavorare con

continuità. Quindi, per avere 9 non basta far bene la verifica, ma

bisogna anche essere costanti! Stabilisco il 9 e scrivo tutti gli

obiettivi, Stabilisco il 10 che è l’eccellenza, un po’ più di tutti gli

obiettivi.Poi stabilisco gli obiettivi minimi e come voglio recuperarli

se a fine quadrimestre non li hanno raggiunti.Dopo di che inserisco

il 7 e l’8.Valutare significa:

• Confrontare una situazione osservata con una situazione

attesa;

• Assegnare significato agli esiti di tale confronto;

Ricostruire i processi che hanno portato a tali esiti;

• Attribuire valore a tali esiti (e processi) sulla base di un

sistema di riferimento;

Assumere decisioni operative sulla base di tali esiti (e

• processi).

Valutazione predittiva: Viene svolta all’inizio di un percorso

formativo ed è utile per conoscere la situazione di partenza degli

allievi (funzione diagnostica, E’ necessaria, per individuare possibili

lacune nelle competenze di un soggetto) ed individuare

precocemente carenze e difficoltà che potrebbero incontrare

(funzione prognostica, L’obiettivo è prevedere quali difficoltà potrà

incontrare un alunno in un percorso di apprendimento );

• Può orientare gli allievi e farli riflettere sull’approccio da

adottare per affrontare proficuamente il percorso formativo.

Valutazione formativa: Viene svolta all’interno di un percorso

formativo (in itinere);E’ utile per mettere in evidenza le lacune degli

allievi, fornire feedback mirati, favorire la comprensione e la

motivazione all’apprendere (funzione proattiva);

E’ utile per riflettere sull’adeguatezza dell’intervento formativo

• (e modificarlo se necessario) e progettare percorsi di recupero.

L’azione didattica precede la consegna valutativa;

• La valutazione mira a far riflettere l’allievo sulle sue lacune e a

guidarlo nel recupero;

Valutazione formatrice:

L’azione didattica segue la consegna valutativa;

• La valutazione orienta l’azione del discente sulla base dei

criteri espliciti per il raggiungimento degli obiettivi

prefissati dalla consegna.

Valutazione sommativa:

Viene svolta al termine di un percorso formativo;

• E’ utile per evidenziare i risultati raggiunti ed operare un

bilancio sull’intero percorso formativo (anche allo scopo di

riflettere su di esso);

Può rappresentare il punto di partenza per un nuovo percorso;

Valutazione certificativa: ha come obiettivo certificare il possesso

di determinate competenze.

Valutazione dinamica : osserva in primo luogo i processi con cui

l’individuo si rapporta al compito: gli approcci percettivi, le strategie

di apprendimento, le modalità con cui fornisce le risposte.

Paradossalmente, non interessa tanto rilevare il ripetersi di buone o

anche ottime prestazioni in un soggetto, quanto osservare se e

come tali prestazioni possono diventare migliori o accedere ad un

maggior livello di consapevolezza. Il focus, in sostanza è centrato

sul cambiamento, anche se minimo, sulla elasticità con cui si

realizza, ossia sulla propensione dell’individuo a modificarsi, sulla

“intelligenza fluida”che gli consente guizzi di comportamenti

cognitivi a livelli più alti senza che il loro uso si sia ancora

cristallizzato. “Se vogliamo capire se uno studente imparerà con

facilità la matematica in classe, il miglior modo di predire la

situazione non sarà la misura delle sue attuali conoscenze

matematiche, ma la stima del modo con cui egli si accosterà allo

studio di questa disciplina... Valutare il potenziale di apprendimento

significa concentrare tutta l’attenzione sui processi messi in atto nel

corso di un apprendimento, piuttosto che sui risultati ottenuti in

tale occasione”.

3)Come si formulano gli obiettivi valutativi?

Criteri per la definizione e per la formulazione di obiettivi.

Classificazione di Anderson & Krathwohl (processi x conoscenze).

Descrittori dell’apprendimento.

• Distinguere ciò che è obiettivo di apprendimento da ciò che

non lo è;Distinguere tra obiettivi generali e obiettivi

specifici;Dare agli obiettivi di apprendimento una formulazione

“operativa”.

• Un obiettivo di apprendimento fa riferimento ad un

sapere o ad un saper fare OSSERVABILE sull’allievo,

es.:Mario sa dire quando è finita la seconda guerra

mondiale;Franco sa risolvere un’equazione di primo

grado.

• Un obiettivo specifico fa riferimento a dei CONTENUTI definiti e

ben focalizzati. Il riferimento a contenuti rende possibile dire

se l’obiettivo è stato raggiunto o no e in quale misura, es.:

• Obiettivo generale: Comprendere il significato dei termini

basilari dell’educazione civica;

• Obiettivi specifici:

• Dare una definizione dei termini fondamentali;

• Utilizzare i termini più adeguati per costruire un

pensiero;

• Distinguere tra termini che hanno significato simile.

• Una formulazione operativa consente di dire se l’obiettivo è

stato raggiunto o meno, quindi dovrà contenere:

• La performance che lo studente deve compiere (es.

“Produrre un testo descrittivo su un tema assegnato …”).

• Le condizioni in cui tale performance è chiamata a

svolgersi (es. “… senza l’ausilio del dizionario …).

• I criteri di valutazione della stessa (“… di almeno due

cartelle, con contenuti coerenti a quanto illustrato sul

libro di testo”).

• Anderson & Krathwohl (2001) hanno proposto una revisione

della tassonomia di Bloom sulla base di una matrice processi ×

contenuti;Secondo Anderson & Krathwohl le abilità espresse

dall’allievo sono l’esito dell’applicazione di determinati processi

cognitivi a determinati contenuti.

• Categorie di Processi:

• Ricordare;(riconoscere e rievocare)

• Comprendere(interpretare, esemplificare, classificare,

riassumere, inferire,, confrontare, spiegare);

• Applicare(eseguire e implementare);

• Analizzare(differenziare, organizzare, attribuire);

• Valutare(controllare e criticare);

• Creare(generare, pianificare, produrre).

• Contenuti:

• Conoscenz

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Publisher
A.A. 2015-2016
33 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MICHELA78B di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Docimologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Trinchero Roberto.