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I DIRITTI UMANI

A partire dalla seconda metà del XX secolo, norme sulla tutela dei diritti umani sono entrate a far parte del diritto internazionale. Si tratta di un'importante evoluzione strutturale di un ordinamento che, sorto per regolare i rapporti tra Stati, viene ora esteso a disciplinare anche determinati rapporti intercorrenti tra un individuo e uno Stato.

La nozione di diritti umani si fonda sul presupposto che l'individuo non deve essere considerato un mezzo per la realizzazione di superiori finalità dello Stato. Al contrario, la tutela dell'individuo costituisce in sé un obiettivo cui l'azione dello Stato si deve ispirare; ne consegue che esistono alcuni diritti fondamentali dell'individuo che lo Stato non può sopprimere o calpestare ma che è tenuto a riconoscere e rispettare.

In linea di massima, i diritti umani non piacciono agli Stati (intesi come l'insieme di coloro che esercitano il potere all'interno).di cui il governo esercita il suo potere. Alcuni Stati vedono i diritti umani come una minaccia ai loro privilegi e immunità. Pertanto, cercano di negare o ritardare il riconoscimento e il rispetto di tali diritti. Nonostante le loro affermazioni pubbliche, molti governi non hanno intenzione di favorire l'affermazione e lo sviluppo dei diritti umani. Questo vale soprattutto per i regimi oppressivi che mantengono il potere.

cui individui che rappresentano lo Stato possano trattare gli altri individui. I diritti umani si affermano gradualmente nel diritto internazionale con difficoltà non solo perché i diritti umani non piacciono agli Stati, ma anche perché uno Stato non può inserirsi in una sfera che appartiene esclusivamente al margine discrezionale che hanno gli altri Stati e, quindi, si riteneva che il mondo in cui uno Stato tratta gli individui, quando questi ultimi sono suoi cittadini, riguarda quello Stato e gli altri Stati non possono inserirsi. C'è una norma di diritto internazionale di antica formazione in base alla quale uno Stato può intervenire nei confronti di un altro Stato se i propri cittadini (cioè, i cittadini dello Stato che interviene) subiscono maltrattamenti (deve rispettare un certo livello di trattamento, altrimenti è responsabile di un illecito internazionale).

Caso: Nella seconda metà dell'Ottocento,

c'è un cittadino italiano trasferito nel Brasile settentrionale ed è diventato ricco; però, poi una banda di criminali capitanata dallo sceriffo del posto lo estromettono dai suoi possedimenti, mettendosi al suo posto. Il cittadino italiano ha protestato con l'Italia, lamentando la lesione del suo diritto di proprietà: i suoi beni che aveva legalmente acquisito, sono stati di fatto espropriati. In Italia è intervenuta in Brasile esercitando il c.d. diritto di protezione diplomatica (perché si esercitò tramite gli agenti diplomatici): uno Stato tramite i suoi rappresentanti diplomatici in un altro Stato protesta per il maltrattamento dei propri cittadini. All'inizio il Brasile ha cercato di giustificare il suo comportamento ponendo una giustificazione quasi incredibile: i territori del nord-est brasiliano sono molto selvaggi e abitati da gente cattiva; dunque, l'unico modo per mantenere l'ordine è prendere i più

cattivi e metterli nella polizia.

Ovviamente questa giustificazione non tiene e poco dopo il Brasile ha accettato di dare una riparazione per l'illecito compiuto.

Però, non siamo ancora nel settore dei diritti umani; non sono diritti dell'individuo nei confronti dello Stato, ma sono diritto di uno Stato nei confronti di un altro Stato relativamente al maltrattamento di cittadini del primo. Quindi, il cittadino non è considerato in quanto tale, ma in quanto avente una nazionalità (in particolare, quella dello Stato che esercita la protezione a suo vantaggio).

Poi, dopo la prima guerra mondiale, con i trattati di pace, c'è stato un nuovo disegno nella carta geografica dell'Europa: molti territori sono passati da uno Stato a un altro (es: l'Italia ha acquisito le province di Trento, Trieste, compresa l'Istria; in Europa continentale c'è stata la frantumazione dell'Impero austroungarico). E sono state create delle

minoranze: cioè dei cittadini che linguisticamente, culturalmente e anche per fattori religiosi sono vicini a uno Stato, ma politicamente sono inseriti nel territorio di un altro Stato (minoranze tedesche in Polonia, minoranze inglesi in Romania). E quindi i trattati di pace sono spesso stati seguiti da altri trattati che obbligavano uno Stato a fornire un determinato trattamento alle minoranze. Minoranze tedesche sono situate nel territorio polacco, la Polonia è obbligata a garantire agli appartenenti alle minoranze determinati diritti, per es. il diritto per i bambini di ricevere un'istruzione elementare nella loro lingua, il diritto per gli appartenenti alle minoranze di rivolgersi alle autorità pubbliche nella loro lingua e di ricevere risposte nella loro lingua, il diritto di praticare liberamente la propria religione. Vi erano anche degli strumenti di garanzia: ad es, la minoranza (tramite i suoi rappresentanti) poteva rivolgere una petizione all'Assemblea.della Società delle Nazioni. La petizione non è un ricorso giudiziario; l'Assemblea della Società delle Nazioni è un organo politico (non un tribunale) quindi la petizione solleva un problema politico al quale l'organo politico deve dare una risposta, che non ha carattere vincolante; ma almeno si ha la possibilità di sollevare la questione di fronte a un organo internazionale, di dare visibilità a una questione. In questo caso, abbiamo norme di diritto internazionale che riguardano il modo in cui uno Stato tratta dei propri cittadini (gli appartenenti alle minoranze hanno la stessa nazionalità dello Stato); quindi, si può dire di avere un primo ingresso di norme relative ai diritti umani rivolte all'individuo in quanto appartenente a un determinato gruppo, indipendentemente dalla nazionalità dell'individuo stesso; anche se si tratta di individui appartenenti a una categoria ben definita: minoranza; non la.

Generalità degli individui ma solo coloro che appartengono alla minoranza. Però, un chiaro ingresso dei diritti umani nel settore del diritto internazionale si ha con la Carta delle Nazioni Unite. L'art. 2 prevede che obiettivo delle Nazioni Unite è quello di assicurare e promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. In questo caso, essendo scritto nella Carta delle Nazioni Unite (trattato internazionale) si può pensare che i diritti umani non sono più una sfera che rientra nella giurisdizione domestica degli Stati, ma rientra anche nel diritto internazionale. Quindi, abbiamo l'idea di un doppio livello di protezione: i diritti umani sono protetti dal diritto interno (primo livello) e anche dal diritto internazionale (secondo livello). Questo doppio livello dà una maggiore tutela all'individuo: se il livello nazionale manca o non funziona, c'è anche un livello internazionale che

dovrebbe assicurare la protezione dei diritti umani. Il fatto che questa norma sia contenuta nella Carta delle Nazioni Unite è importante perché le Nazioni Unite hanno promosso un processo che ha portato alla redazione di un ampio numero di trattati internazionali che riguardano i diritti umani. Nel 1966 sono stati adottati 2 Patti delle Nazioni Unite: uno riguarda i diritti civili e politici; l'altro riguarda i diritti economici, sociali e culturali. Poi, nell'ambito delle Nazioni Unite, sono stati adottati trattati che riguardano particolari categorie di individui che sono vulnerabili: la donna (una Convenzione che riguarda le discriminazioni contro la donna), il bambino (Convenzione sui diritti del bambino), le persone disabili. In questi casi, vi sono 3 trattati che riguardano 3 specifiche categorie di persone e che hanno una vocazione mondiale, cioè, essendo fatta a livello delle Nazioni Unite, si spera che tutti gli Stati decidano di.seguente:

diventarneparte.Nello stesso tempo le Nazioni Unite hanno promosso l'adozione di trattati (sempre a livello mondiale) che riguardano violazioni particolarmente gravi dei diritti umani: la Convenzione contro la tortura, poi seguita dalla Convenzione contro le sparizioni forzate. Quindi, casi dove vi sono violazioni dei diritti umani e vi è la necessità di regolamentare più in dettaglio la tutela della persona umana.

Quindi, il fatto che questa norma che è stata inserita nella Carta delle Nazioni Unite non vuol dire soltanto che i diritti umani entrano nel diritto internazionale, ma vuol dire che alla norma (che di per sé è soltanto un enunciato) sono seguiti degli strumenti giuridici che hanno contribuito a una redazione per iscritto di un numero relativamente ampio di diritti umani e alla creazione di meccanismi che dovrebbero assicurare la loro tutela anche sul piano internazionale.

Uno dei problemi che si pongono nei diritti umani è il...

loro carattere assoluto o relativo:
  • Assoluto = vuol dire che lo Stato deve sempre rispettare i diritti umani.
  • Relativo = vuol dire che lo Stato deve rispettare i diritti umani, ma in certi casi no (ci sono delle eccezioni).
Quasi tutti i diritti umani hanno carattere relativo, sono pochissimi i diritti umani che hanno carattere assoluto.

La Convenzione europea dei diritti umani (1950) è un prodotto del processo verso la codificazione dei diritti umani, iniziato con la Carta delle Nazioni Unite. Ha una portata regionale: si applica in una certa area geografica. Altre convenzioni simili sono state fatte per l'America (Convenzione americana dei diritti umani), per l'Africa (Carta africana dei diritti dell'individuo e dei popoli). Prendendo come paragone la Convenzione europea dei diritti umani, si vede che la maggior parte dei diritti umani ha carattere relativo; quindi, occorre bilanciare i casi in cui opera la regola (Lo Stato deve rispettare il diritto).

umano) e i casi in cui, invece, opera l'eccezione: lo Stato può adottare misure (ad es, sanzioni penali) contro l'individuo. I diritti assoluti, nella Convenzione europea, sono 3:

  1. Divieto di tortura e di trattamenti disumani e degradanti (il problema è che,
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Publisher
A.A. 2019-2020
173 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lulli1502 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Scovazzi Tullio.