EPATITE A
È una malattia infettiva acuta con espressione clinica variabile da (asintomatica a grave), trasmessa attraverso l'ingestione di alimenti o acqua contaminata oppure con contatti diretti con un soggetto infetto. Può essere prevenuta dalla vaccinazione.
HAV è un piccolo virus appartenente alla famiglia Picornaviridae. Il genoma è costituito da un filamento di RNA lineare a singola elica.
Epidemiologia
L'infezione da virus dell'epatite A è estremamente diffusa nel mondo. La sua circolazione, nelle differenti aree geografiche, dipende dalle diverse condizioni igieniche e socioeconomiche.
In molti paesi nelle aree in via di sviluppo (Asia, Africa, India, Estremo Oriente, alcune aree dell'America meridionale), endemia risultano elevati e il virus viene acquisito abitualmente nella prima infanzia per contatto diretto. In questi casi l'infezione decorre spesso
in maniera asintomatica. Nei paesi industrializzati la diffusione dell'infezione è molto bassa, per cui la suaprevalenza aumenta con il crescere dell'età. Nelle zone in cui la circolazione del virus è estremamente bassa (Scandinavia), le epidemie di epatite A sono rare e la maggior parte dei casi di infezione si verifica nei tossicodipendenti e nei viaggiatori che rientrano da aree a endemia elevata o intermedia. In Italia il tasso di incidenza della malattia è andato progressivamente riducendosi, con rari episodi epidemici, spesso legati al consumo di mitili crudi, in alcune regioni dell'Italia meridionale (Puglia, Campania); anche il consumo di frutti di bosco congelati contaminati. I principali fattori di rischio riscontrati sono, oltre al consumo di frutti di mare crudi, i viaggi verso regioni a elevata endemia per l'infezione.
▪ Il virus dell'epatite A si trasmette per via fecale orale.
▪ Viene eliminato con le feci dai soggetti infetti e può contaminare l'acqua e gli alimenti.
infetti.
Periodo di incubazione (media): 15 – 45 giorni (30 giorni).
Il contagio a luogo in seguito a contatti personali stretti con individui infetti durante la fase prodromica di malattia (conviventi, partner sessuali), oppure tramite l'ingestione di acqua e alimenti contaminati, soprattutto molluschi consumati crudi o poco cotti, vegetali e frutta concimati con acque di scolo.
Il virus può sopravvivere nelle acque infette fino a 10 mesi, ed è relativamente resistente alle alte temperature.
La trasmissione con il sangue è rara, in quanto la viremia è di breve durata.
Patogenesi
Il sito primario di replicazione HAV è rappresentato dall'epitelio orofaringe ed al tratto gastroenterico.
In seguito il virus raggiunge il fegato, dove si replica negli epatociti.
Il virus viene poi secreto nella bile; raggiunge l'intestino; viene eliminato con le feci.
Non sia un'evoluzione in epatocarcinoma.
Il virus dell'epatite A
non ha un effetto citopatico diretto (effetto patologico sulle cellule, come quello generato da infezioni virali). Alla comparsa dei sintomi è possibile rilevare una risposta immune umorale (IgM e IgG anti-HAV), che non sembra essere responsabile di danno con il meccanismo della citotossicità mediata da anticorpi (è un processo che si attua quando un anticorpo riconosce un antigene sulla membrana di una cellula e reagisce con essa). La citotossicità mediata da cellule dipendente da anticorpi è un meccanismo di immunità cellulo-mediata. Le cellule anomale di un organismo, ad esempio infette, presentano solitamente sulla superficie cellulare antigeni caratteristici.
EPATITE E
- Malattia infettiva a elevata prevalenza in alcune aree del mondo.
- Trasmessa principalmente attraverso acqua contaminata.
- In genere a decorso benigno, ha elevata letalità quando si verifica in corso di gravidanza.
Il virus dell'epatite E presenta dimensioni
Il virus dell'epatite E, appartenente alla famiglia Hepeviridae, ha un genoma costituito da RNA a singola elica.
L'infezione da virus dell'epatite E è ubiquitaria. È endemica nei paesi in via di sviluppo (Asia, Medio Oriente, Africa, America centrale) che presentano condizioni igieniche scadenti.
Il virus dell'epatite E non si trasmette comunemente da persona a persona; sono infrequenti i casi secondari a contatti familiari. Sono rare anche la trasmissione parenterale e quella materno-fetale.
Nelle Nazioni industrializzate, i rari casi di epatite da virus E vengono osservati soprattutto nei viaggiatori provenienti da aree endemiche.
Nei casi autoctoni si ipotizza che il virus sia trasmesso all'uomo attraverso contatti con animali selvatici o domestici (maiali, cinghiali, cervi), o con il consumo di carne di questi animali (zoonosi).
Il virus dell'epatite E è presente nel sangue e nelle feci dei soggetti infetti.
Il periodo di incubazione
(media): 14 – 60 giorni (40 giorni).
EPATITE B
- L'infezione da virus dell'epatite b può decorrere in modo acuto o cronico.
- È responsabile di elevate morbosità e letalità.
Il virus viene trasmesso attraverso il contatto con il sangue e con altri liquidi biologici di una persona infetta.
Il virus dell'epatite B è un piccolo virus a DNA, classificato nella famiglia Hepadnaviridae.
È formato da un involucro esterno lipoproteico (envelope), dove sono localizzate le proteine di superficie HBsAg, pre – S1 e pre – S2 e da un nucleocapside interno che contiene l'antigene core, l'enzima DNA – polimerasi e il genoma virale.
Il genoma di HBV è costituito da DNA a doppia elica, in forma circolare.
Esso contiene 4 open reading frames (ORF) parzialmente sovrapposte che codificano le differenti proteine del virus:
- ORF S (regione pre-S/S): codifica le proteine dell'involucro.
- ORF C (regione pre-C/C):
proteina del core (HBeAg); contiene due codoni di inizio, il primo dei quali sintetizza l'antigene è (HBeAg), proteina solubile secreta dalle cellule infette, mentre il secondo è responsabile della formazione del core (HBcAg);
ORF P (gene P): codifica l'enzima DNA - polimerasi.
ORF X (gene X): codifica l'antigene HBx, una piccola proteina che regola la replicazione virale ed è potenzialmente oncogena. pag. 4
Epidemiologia
Le regioni a elevata endemia includono l'Africa subsahariana, l'Alaska, parte dell'Europa orientale e dell'Estremo Oriente.
Le aree identificate a media endemia includono l'Asia centrale, l'Europa Orientale e l'America Latina.
Le aree identificate a bassa endemia gli Stati Uniti, l'Europa settentrionale e occidentale, inclusa l'Italia, l'Australia e la Nuova Zelanda.
HBV è presente nel sangue e in diversi liquidi biologici (liquido seminale, secrezioni vaginali, latte materno,
saliva) dei soggetti infetti.
La trasmissione si verifica per via parenterale, sessuale e perinatale(verticale, da madre a figlio).
Le trasfusioni di sangue, un tempo veicolo importante di trasmissione del virus, hanno oggi un ruolo marginale. Ciò è dovuto al controllo obbligatorio dei marcatori sierologici di infezione effettuato su tutte le unità di sangue donate.
Punture accidentali con aghi infetti, interventi chirurgici e il lavoro in ambiti sanitari, sono condizioni associate al rischio di acquisizione di HBV.
Trasmissione parenterale "inapparente": ossia quelle situazioni in cui l'ingresso del virus si verifica attraverso una modalità non chiaramente evidente. Esempi sono la presenza di lesioni di modesta entità della cute o delle mucose; l'impiego di strumenti non sterili sia durante procedure mediche (agopuntura), sia per pratiche estetiche (esecuzione di piercing o tatuaggi), oppure per l'uso promiscuo di oggetti da toilette.
HBV è l'HBsAg (antigene di superficie dell'HBV). Questo antigene può essere rilevato nel siero dei pazienti infetti. L'anti-HBs è l'anticorpo che si forma in risposta all'HBsAg e può essere rilevato nel siero dei pazienti che hanno sviluppato una risposta immunitaria contro l'HBV. L'HBcAg (antigene del core dell'HBV) è presente all'interno delle cellule infette e può essere rilevato tramite tecniche di biopsia epatica. L'anti-HBc è l'anticorpo che si forma in risposta all'HBcAg e può essere rilevato nel siero dei pazienti infetti. L'HBeAg (antigene dell'epatite B e) è un marcatore di replicazione virale attiva e può essere rilevato nel siero dei pazienti infetti. L'anti-HBe è l'anticorpo che si forma in risposta all'HBeAg e può essere rilevato nel siero dei pazienti che hanno sviluppato una risposta immunitaria contro l'HBeAg. La presenza di questi marcatori sierologici può essere utilizzata per la diagnosi di infezione da HBV e per monitorare la progressione della malattia e la risposta al trattamento.HBV è HBsAG.▪ Variabilità genetica di HBV: sono noti attualmente 8 genotipi di HBV. Mutanti di HBV: HBV si replica, con un processo di trascrizione inversa (retrotrascrizione); l'elevato numero di particelle virali prodotte giornalmente, associata ai frequenti errori di trascrizione commessi dalla polimerasi virale (che non è responsabile della comparsa possiede un enzima capace di riconoscere questi sbagli), di virus mutanti. Inoltre, la pressione selettiva esercitata dal sistema immunitario dell'ospite nel tentativo di eliminare il virus e quella indotta dal vaccino, dai farmaci antivirali, può provocare a sua volta la comparsa di mutanti, alcuni dei quali dotati di buona capacità adattativa e con conseguente rilevanza clinica. I mutanti di HBV di interesse clinico sono i cosiddetti pre-C, incapaci di esprimere l'antigene e (mutanti HBeAg - difettivi), i pre-S/S, che riescono a impedire l'azione neutralizzante degli anticorpi anti - HBs.
(naturali o indotti dalla vaccinazione) e quelli della polimerasi resistenti all'azione dei farmaci antivirali. pag. 6EPATITE D
L'epatite D, nota anche come epatite delta, è una malattia epatica acuta o cronica provocata da un virus difettivo, HDV, che richiede l'azione complementante (helper) di HBV per replicarsi.
Viene osservata nei soggetti con infezione da HBV. HDV si trasmette attraverso il contatto percutaneo o mucoso con sangue infetto, e può essere acquisito insieme ad HBV (coinfezione), oppure da soggetti già infetti con HBV (superinfezione).
HDV è un piccolo virus difettivo a RNA, appartenente alla famiglia Deltaviridae, osservato esclusivamente in pazienti con infezione da HBV. La particella virale si compone di un rivestimento esterno costituito da HBsAg, dai lipidi dell'ospite e da un nucleocapside interno che contiene RNA circolare a singolo filamento.