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ENTRATE USCITE

Tributi Spese correnti

Contributi Spese in conto capitale

Rendite patrimoniali Rimborso di prestiti

Vendite di immobili Partite di giro

Mutui, prestiti ed operazioni creditizie

Varie

Tot. Entrate Tot. Uscite

ENTRATE USCITE

Tesseramenti Contributo Sede Centrale

Contributi enti Gestione sede

Contributi soci Arredi e attrezzature

Proventi vari Biblioteca

Attività commerciali Diverse

Tot. Entrate Tot. Spese

seconda del settore in cui essa opera. In generale gli enti tengono un registro di contabilità elementare dove annotano le somme di denaro in entrata ed in uscita e le relative voci di ricavo e di costo (ad esempio entrata 100 dovuta a versamento rette e uscita di 80 dovuta a pagamento materiale di pulizia) in modo da poter costruire, alla fine dell'esercizio, un rendiconto finanziario che permetta di effettuare un confronto con il bilancio di previsione. Per fare una cosa ordinata, si registra l'operazione sul "brogliaccio", costituito da un insieme di fogli mobili ove si scrive materialmente la voce di costo e la corrispondente voce di uscita di denaro o di assunzione di debito e, sopra tutto la voce di ricavo con la corrispondente voce di entrata di denaro o l'accensione di un credito. È importante considerare che ogni ente, inoltre, tiene delle schede intestate ai singoli fornitori e clienti in modo da poter ricostruire i movimenti contabili per.ognuno di essi. S'instaura, in tal modo, un rapporto di contocorrente che consente evidenziare tutti i saldi a debito e a credito. Periodicamente le operazioni sul brogliaccio vengono riprese e registrate, ad una ad una, sul libro giornale. Se viene utilizzato un programma informatico, l'inserimento avverrà in maniera più semplice grazie all'inserimento di codici che derivano da un piano dei conti indicante, per ogni codice, una voce di costo, di ricavo, di debito e di credito. Le schede contabili intestate ad ogni cliente - fornitore consentiranno di tenere aggiornato l'insieme dei rapporti dell'associazione e di effettuare un controllo contabile incrociato fra due soggetti in continuo rapporto d'affari. Da notare, inoltre, che le registrazioni sono effettuate con l'ottica della contabilità finanziaria; ad un costo, quindi, corrisponde un'uscita finanziaria e ad un ricavo un'entrata finanziaria. In breve: ad

ognicosto (variazione economica negativa) corrisponde un debito oppure un esborso finanziario,ad ogni ricavo (variazione economica positiva) corrisponde un credito oppure un’entrata finanziaria. Sia per la colonna della cassa che per quella della banca viene rilevato un saldo che esprime costantemente le diminuzioni o gli aumenti conseguenti alle operazioni di acquisto o di vendita (in quest’ultimo caso, ad esempio, riscossioni di rette). Non dimentichiamo, poi, la possibilità di documentare le transazioni con la fattura elettronica.

La rilevazione delle operazioni aziendali, la registrazione sull’apposito libro giornale e la redazione del bilancio d’esercizio costituiscono la contabilità generale. Sappiamo, a fine esercizio, l’entità dei costi e dei ricavi per quantificare l’utile o la perdita d’esercizio nonché le variazioni patrimoniali. Non siamo, però, in grado di sapere come quei costi e ricavi si siano formati.

Ci viene in soccorso, in tal caso, la contabilità analitica. Partiamo dalla classificazione dei costi aziendali in: variabili, fissi e misti. Sono variabili quei costi il cui ammontare varia più o meno proporzionalmente al variare del numero di servizi da erogare (ad esempio le materie prime). Sono fissi, invece, quei costi che rimangono inalterati qualunque sia l'entità dei servizi erogati (l'ammortamento di un automezzo). Sono misti quei costi che per una certa parte rimangono fissi e per un'altra hanno andamento variabile (le bollette energetiche hanno, per esempio, una parte fissa e una variabile rispetto al consumo). Nella maggior parte dei casi si possono considerare variabili i costi relativi alle: materie prime e materiali diretti impiegati, trasporti, imballaggi, collaborazioni esterne. Alcuni costi fissi tipici sono: gli stipendi, i costi delle attrezzature, gli affitti, gli interessi passivi per debiti, la pubblicità. Un esempio, invece,

Un esempio di costi misti è quello della bolletta per l'energia elettrica che è composta dal canone, che è un costo fisso, e dalla spesa per il consumo, che è variabile in funzione di quanto energia si utilizza. La somma di costi variabili e costi fissi dà i costi totali. La differenza tra questi ultimi e i ricavi totali dà l'utile.

Nella contabilità analitica le grandezze da prendere a riferimento sono i ricavi totali (dati dal prodotto fra il prezzo ed il numero delle prestazioni effettuate), il costo variabile ed il costo fisso. Non è solo la grandezza contabile "utile" a dover essere considerata ma anche il "margine di contribuzione". Il margine di contribuzione è la differenza fra i ricavi totali e i costi variabili. Se il risultato è positivo vuol dire che la struttura è in grado di coprire i costi variabili. Il residuo è quello che viene destinato alla copertura dei costi fissi.

Se dalmargine di contribuzione si tolgono i costi fissi; se questi ultimi sono minori, si avrà l'utile,in caso contrario la perdita. È possibile costruire lo schema seguente:
  1. se Margine di Contribuzione Totale = Costi Fissi => pareggio;
  2. se Margine di Contribuzione Totale > Costi Fissi => utile;
  3. se Margine di Contribuzione Totale < Costi Fissi => perdita.
Il pareggio rappresenta la situazione nella quale l'impresa non realizza né utile né perdita. È da quel punto in poi che, erogando una quantità maggiore di prestazioni, la struttura comincerà ad avere utili. Facciamo un esempio. Una cooperativa sociale si occupa di feste per anziani. Ogni festa, tra allestimento e realizzazione, ha un prezzo di 100,00€. Il costo variabile unitario (palloncini, festoni, vivande) è pari a 35,00€ mentre quello fisso (furgone, personale e attrezzature) è pari a 1.300,00€. Quante feste dovranno

Per determinare il punto di pareggio, la formula da applicare è la seguente:

Quantità di pareggio = Costi fissi / (Prezzo - Costi variabili unitari)

In cifre: Quantità di pareggio = 1.300,00 / (100,00 - 35,00) = 20

Quindi, per essere in pari, la cooperativa dovrà realizzare 20 feste. Questo dato indica non solo una situazione di pareggio, ma anche il punto a partire dal quale l'impresa comincia ad avere un utile, a partire dalla ventunesima festa. In sintesi, utilizzando questa formula siamo in grado di determinare il numero di prestazioni da erogare in corrispondenza del quale i ricavi totali eguagliano i costi totali. Se l'impresa riesce a realizzare un numero maggiore di feste rispetto alla quantità di pareggio, realizzerà un utile, altrimenti una perdita.

Quanto sopra riguarda il calcolo del punto di pareggio in una cooperativa che eroga un unico servizio, le feste per anziani. Ma se venissero svolte

più prestazioni come nel caso delle strutture multiservizio? Si è fatta in precedenza la distinzione fra costi fissi e costi variabili sullabase della loro variabilità rispetto al numero di servizi da erogare. Per calcolare il punto di pareggio di un'impresa multiservizio, dobbiamo imparare a classificare i costi secondo il criterio dell'attribuzione. Secondo questo criterio classifichiamo i costi vengono classificati in diretti e indiretti rispetto alla linea di servizio. Sono diretti quelli sostenuti solo ed esclusivamente per l'erogazione di una tipologia di servizio; quelli indiretti sono quelli sostenuti per il funzionamento generale dell'impresa e/o per più linee di servizio. A loro volta i costi diretti e indiretti possono essere sia variabili che fissi. Da ricordare che nell'impresa monoservizio, poiché il servizio coincide con l'attività dell'impresa, tutti i costi sono diretti.

L'esempio precedente, supponiamo che la cooperativa organizzi non solo feste ma dia anche lezioni di cultura generale in un'aula presa in affitto. Ai costi fissi sopra considerati, bisogna considerare l'aula presa in affitto e i libri acquistati per documentarsi sulle lezioni da impartire. Il costo dei libri nonché quello per l'affitto dell'aula è fisso (perché utilizzerò sempre gli stessi a prescindere dal numero degli anziani a lezione) ed è diretto in quanto imputabile solo al servizio di lezione. Il costo del furgone, del personale e delle attrezzature è anch'esso fisso ma indiretto in quanto esso viene utilizzato sia per le lezioni in aula che per le feste per gli anziani. Si decide, a questo punto, che il 70% dei ricavi della cooperativa dovrà provenire dall'organizzazione di feste mentre il restante 30% dalle attività in aula. Il costo del furgone, del personale e delle attrezzature è di €1.300,00.

sarà anch'esso da suddividere al 70% e al 30%. Per riprendere l'esempio di cui sopra dovremo applicare la formula del punto di pareggio in ambedue le linee di attività: l'organizzazione di feste e di lezioni di cultura generale. I costi fissi sono aumentati a 1400€ dovuto all'acquisto di libri e al pagamento di un collaboratore docente. Procederemo, prima, alla suddivisione dei costi fissi tra le due linee di attività quindi 1.400,00*70%= 980€ (costo fisso linea d'attività feste) e 1.400,00*30%= 420€ (linea d'attività lezioni). Procediamo, poi, al calcolo del punto di pareggio per ambedue le linee, supponendo che il prezzo di ogni lezione sia di 40,00€: Quantità di pareggio linea feste = 980,00 / (100,00 – 35,00) = 15 feste per il pareggio Quantità di pareggio linea lezioni = 420,00 / (40,00 – 35,00) = 84 lezioni per il pareggio Quanto sopra dimostra che è possibile calcolare il punto di pareggio per entrambe le linee di attività.

pareggio per più linee di attività. Per la linea "feste" sarà necessario

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Publisher
A.A. 2021-2022
59 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giubro65 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Contabilità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Brocchini Giuseppe.