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GHRHR
promoter Poi c’è ancora un altro meccanismo che è
GHRHR
gulatory pathways in pituitary somatotrophs
PKA l’attivazione della proteinchinasi A, che a
GHRHR GHRHR sua volta può fosforilare CREB, che a livello
nucleare induce sia la sintesi del GHRH sia
la sintesi quindi la trascrizione del GH, per cui ha un
effetto sulla secrezione e sulla trascrizione, quindi sulla
produzione a livello genico del GHRH (questa è una
cellula somatotropa dell’ipofisi anteriore). Il R del
GHRH e della sst, uno che stimola la subunità G
via L. Asa & Shereen Ezzat
2
presses cell-surface receptors for growth-hormone-releasing hormone (GHRH), a seven-
ain G-protein-coupled receptor. Ligand binding induces conformational changes that result in
from the β- and γ-subunits
-subunit of the stimulatory G protein (Gs), which activates adenylyl
stimolatoria e l’altro che stimola la G inibitoria perché hanno effetti opposti, poi di nuovo
CREB a livello nucleare provoca l’attivazione di TFs, come FOS e PIT1, che inducono un
aumento del GH che poi viene rilasciato e ha i suoi effetti classici. Questo è invece uno studio
abbastanza vecchio che vi fa vedere l’espressione sia del GHRH sia del GHRH-R, quindi
vedete come si trovino espressi molto a livello del SNC però anche in organi periferici, come
ad esempio il cuore, infatti sono stati fatti molti studi sul cuore. Ci sono alcuni lavori che
hanno dimostrato gli effetti centrali e periferici degli antagonisti del GHRH, gli effetti
periferici sono l’effetto endocrino, che stimola il rilascio del GH, mentre a livello locale il
GHRH è capace di promuovere la riparazione delle ferite (wound-healing) e la proliferazione
e la migrazione dei fibroblasti che contribuiscono alla riparazione delle ferite. Hanno un
effetto importante di cardioprotezione, inducono la sopravvivenza dei cardiomiociti, e hanno
anche effetti sulla riparazione del miocardio in seguito ad ischemia riperfusione. Hanno effetti
sulle isole pancreatiche perché promuovono la sopravvivenza delle isole pancreatiche ma
anche la secrezione di insula, hanno effetti sul sistema immunitario perché regolano il
differenziamento e anche la produzione di citochine. Hanno effetti sulla riproduzione, forse
sulla placenta ma non è ancora chiaro, e anche sulla crescita dei tumori. Partendo dalla
GHRH promuove la guarigione delle ferite
riparazione delle ferite vedete ad esempio questo studio, sempre fatto dal gruppo di Schally,
in cui hanno fatto il cosiddetto scratch S, cioè
si prendono delle cellule, si mettono in coltura,
e con la pipetta si fa una specie di graffio o
solco sulla plastica, si mette lo stimolo e si
vede la velocità che hanno le cellule per
riparare questo scratch. Qua è stato usato il
GHRH 100 nMolare e il JI-38, che invece è un
analogo del GHRH, e vedete come entrambi
sono capaci di promuovere la chiusura di
queste ferite (ci sono i grafici che dimostrano
l’effetto). Però, se si usano concentrazioni
troppo elevate l’effetto non si vede più, si vede
prevalentemente a 100 nMolari. Questo è lo
stesso studio, in cui per oltre a fare un
esperimento in vivo l’hanno fatto anche in
vivo, quindi hanno creato nel topo una ferita e hanno visto cosa succedeva mettendoci il
HRH and JI-38 induce migration of cultured mouse embryonic fibroblasts (MEFs). (A) Scratch migration assay of MEFs
posed to 100 nM GHRH or JI-38 showed increased migration of cells as compared with controls. (B) GHRH and JI-38 at
GHRH oppure l’analogo JI-38 a diversi tempi. Il GHRH e JI-38 con l’andare del tempo a
0 nM significantly increased migration of MEFs in an 8-μm-pore transwell system. (C) GHRH stimulated proliferation of
GHRH promuove la guarigione delle ferite
EFs but only at a concentration of 100 nM. *P < 0.05.
circa 10 giorni creano una chiusura della ferita, che è più rapida rispetto alla guarigione
Dioufa N et al. PNAS 2010
normale in assenza dello stimolo. Questo è il
grafico che vi mostra come il JI-38 e il GHRH
abbiano un effetto più veloce rispetto al
controllo nel promuovere la guarigione della
ferita. Nel pancreas invece è stata studiata
l’espressione del GHRH-R, e si è visto che il
GHRH è capace di promuovere la
sopravvivenza e la proliferazione delle isole
pancreatiche umane e riduce l’apoptosi (anche
il JI-36, che è un altro analogo, utilizzato a
diverse concentrazioni ha gli stessi effetti). Poi
hanno fatto uno studio in vivo, in cui hanno
trapiantato delle isole pancreatiche di topo in
Dioufa N et al. PNAS 2010;107:18611-18615
topi diabetici, e hanno visto che pretrattando queste isole con GHRH si aveva un
Healing of 4-mm circular skin wounds in mice exposed to GHRH or GHRH agonist JI-38 twice per day at 100 nM. Four
miglioramento sia dei livelli di glucosio. All’inizio il glucosio è molto elevato nei topi
wounds were generated in each mouse and always included controls, exposed to vehicle alone. Time points and
reatment regimens are indicated. (A) Representative microphotographs of control, GHRH, and JI-38-treated wounds on
diabetici, poi dopo il trapianto c’è un miglioramento del glucosio che invece non si osserva
ays 0, 5, and 10 after incisions. Relative wound area is shown in the graph (B). Experimental groups for wound-area
measurements consisted of 5, 7, and 5 wounds, respectively for the control, GHRH, and JI-38-treated wounds. Data are
xpressed as mean ± SEM of percent wound area relative to wound area on day 0. *P < 0.05.
ptor (GHRH-R) in adult rat ventricular
ARVMs) and H9c2 cardiac cells
nei topi non trattati con il GHRH, cioè con l’analogo JI-36. È stato fatto anche un test di
tolleranza al glucosio, sempre in questi topi, e il trattamento con l’analogo porta ad una
riduzione del glucosio, mentre nei topi non trattati non si arriva nemmeno alla riduzione
completa dei livelli del glucosio, dimostrando che anche in vivo il trattamento con questi
cardiac myocyte analoghi possa migliorare anche il trapianto delle isole pancreatiche e
che si possa utilizzare anche per il trapianto delle isole nel diabete di
GHRH-R tipo I. Noi siamo stati i primi a dimostrare gli effetti del GHRH a
RNA livello cardiovascolare, adesso è stato studiato dopo da Schally
soprattutto, e abbiamo fatto vedere che la forma ipofisaria del R è
201 bp presente sia nelle H9c2, che sono dei cardiomiociti di ratto che si
tengono in coltura, ma anche nei cardiomiociti di ratto adulto che
abbiamo isolato e ottenuto dal ratto e utilizzato in questi studi. Qui
vedete un cardiomiocita adulto di ratto, dove si dimostra l’espressione
del GHRH-R. Lo studio di Schally fa vedere essenzialmente la stessa
cosa, c’è il controllo dell’ipofisi per l’espressione del GHRH-R in
verde, quelli in blu sono i nuclei con DAPI, nel cuore c’è
l’espressione del GHRH-R, mentre nel muscolo scheletrico non è
Granata R et al, Cardiovasc Res 2009 espresso. Voi sapete che l’infarto del miocardio è un evento che
porta all’apoptosi dei cardiomiociti, quindi una delle cose che si
fa per studiare il cuore è proprio valutare gli effetti apoptotici di
diverse sostanze, perché succedono diversi fenomeni nell’infarto
del miocardio in cui c’è un tentativo di compensazione che porta
ad un aumento di diverse sostanze, fra le quali le catecolamine,
l’angiotensina, l’aldosterone, oppure semplicemente lo stress
meccanico, che poi inducono apoptosi dei caridomiociti, per cui
uno dei sistemi è quello di capire se ci può essere un modo per
prevenire l’apoptosi dei cardiomiociti. Le catecolamine a loro
volta agiscono sui R betadrenergici attivando diverse vie di
segnale, anche a livello mitocondriale, che portano ad esempio
all’attivazione delle caspasi e quindi alla perdita del
funzionamento dei cardiomiociti e anche alla morte per necrosi o
per apoptosi. Noi abbiamo valutato gli effetti del GHRH (la concentrazione migliore è stata
0,5 micromolare) su cardiomiociti adulti di ratto, ma anche sulle cellule H9c2, in presenza di
isoproterenolo, che è un agonista betadrenergico che induce apoptosi, e osservato che a
diverse concentrazioni il GHRH è capace di promuovere la sopravvivenza, che è invece
GHRH counteracts ISO effect on PNAS 2010
ridotta dall’isoproterenolo, e di inibire anche l’apoptosi. Poi un modo per dimostrare che
Inducible cAMP Early Repressor (ICER) increase in ARVMs
l’effetto è mediato dal R è quello di utilizzare un antagonista, noi abbiamo utilizzato
l’antagonista JV-1-36, che blocca il legame del GHRH al R, e abbiamo osservato che in
presenza dell’antagonista questo effetto protettivo di GHRH veniva perso, dimostrando che
ICER mRNA
era un effetto mediato dal GHRH-R- l’antagonista poi di per sé era capace anche di ridurre la
sopravvivenza di queste cellule, dimostrando ancora una volta che l’antagonista da solo può
avere degli effetti di inibizione. GHRH poi stimola nei cardiomiociti
delle vie di sopravvivenza, che sono le MAPK 1 e 2 e PI3K/AKT,
quindi le classiche vie di proliferazione e sopravvivenza, anche se
cAMP
ISO sapete che i cardiomiociti non proliferano ma è comunque una via di
GHRH sopravvivenza. Agisce attraverso le vie classiche del R, quindi
ICER
PKA attivando l’cAMP, l’adenilato ciclasi e la proteinchinasi A, perché in
presenza dell’inibitore si ha la perdita degli effetti di sopravvivenza
ICER protein
Bcl-2 del GHRH, e porta anche ad un aumento della fosforilazione di
CREB CREB. La cosa strana però era che l’isoproterenolo agisce attivando
l’cAMP, la proteinchinasi A e CREB, quindi ci si è chiesti come
Apoptosis fosse possibile che il GHRH inducesse la protezione attraverso le
stesse vie dell’isoproterenolo, che invece fa morire le cellule. Quindi abbiamo valutato quale
potesse essere la differenza e abbiamo scoperto che c’è questa piccola via di segnale, che si
chiama ICER, che viene attivata dall’isoproterenolo. ICER a sua volta è proapoptotico, quindi
Cardiovasc Res, 2009 riduce Bcl-2 che è una proteina antiapoptotica, se però mettiamo il GHRH ICER si riduce,
quindi vuol dire che il GHRH è capace di inibire questa parte delle vie di segnale bloccando
gli effetti dell’isoproterenolo.
Questi studi sono stati fatti anche nel cuore isolato, nel modello di Langendorff, che è un
cuore del ratto o del topo che viene tolto dall’animale e viene messo in un sistema o apparato
che permette l’ossigenazione, quindi il flusso continuo verso il cuore, come se fosse un cuore
in vivo però in realtà è