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Aspettativa e autoefficacia nella psicologia della motivazione
R CAspettattiva Aspettattiva Aspettativa che il risultatodi di abbia determinate conseguenzeautoefficacia risultatoAGENTE AZIONE RISULTATO CONSEGUENZESITUAZIONE (PERSONA) → VALORE ATTRIBUITO ALLES R CONSEGUENZE (INCENTIVO)Aspettativa che la situazioneporti al risultatoPSICOLOGIA DELLA MOTIVAZIONE – CAP. 6 – STRUTTURE MOTIVAZIONALI COMPLESSE - segueINCENTIVO FOCALIZZATO SULLO SCOPO / SULL’ATTIVITA’ →S R•Tanto le teorie classiche della motivazione quanto il modello motivazionale 1. Livello Aspettativa che la situazione →R Cdell’aspettativacognitivo allargato sono fondati sul presupposto che l’incentivo all’azione sia porti al risultato Aspettativa checostituito dalle conseguenze (pesate per la valenza) dell’azione stessa. Esistono il risultato→A Rtuttavia numerosi esempi di azioni, tipicamente sport, hobby, attività svolte abbiaAspettativa che determinatenel tempo libero, in cui l’incentivo
Evidentemente risiede nella realizzazione la propria azione conseguenza dell'attività in sé. E al di là delle contrapposizioni dicotomiche, è ragionevole porti al risultato. Strutturare e ritenere che molti episodi quotidiani d'azione contengano in sé elementi tali da poter rappresentare incentivi secondo entrambe le prospettive dell'episodio. Da un lato, vi sono evidenze che l'orientamento a focalizzare l'incentivo sullo scopo piuttosto che sull'attività in sé costituisce un altro tratto differenziante degli individui, con probabili collegamenti alla loro struttura motivazionale in senso classico. Livello dell'incentivo: lo svolgimento in sé. Dall'altro lato, occorre verificare empiricamente in che modo i due tipi di incentivi (inerenti lo scopo e dell'attività) interagiscono e si influenzano reciprocamente.AMBIENTALI
DELL'ATTIVITÀ di incentivi interagiscono, integrandosi piuttosto che confliggendo se di CONSEGUENTI ALL'AZIONE)segno diverso (vedi in precedenza conflitto appetitivo-avversivo di Lewin )
• Si evidenziano comunque tre livelli di analisi motivazionale di qualsiasi episodio d'azione
L'ESPERIENZA "FLOW"
DISTINZIONE TRA MOTIVAZIONE INTRINSECA E
• Esempio "estremo" di incentivo inerente lo svolgimento dell'attività in sé; l'incentivo in questo caso consiste nello
ESTRINSECA – concetto seducente ma confuso, sperimentare una condizione in cui la coscienza è totalmente assorbita, in modo completo e irriflesso, non esiste accordo interpretativo: dall'esecuzione di un'attività che fluisce senza ostacoli. È un'esperienza che la maggioranza delle persone riferisce
• Altro modo di esprimere la differenza tra di aver avuto, anche se non la concettualizza
come uno stato specifico ma piuttosto ne riconosce le singole processi motivazionali in cui l'incentivo è componenti, che Csikszentmihalyi (!!!) - 1975 – così definisce: inerente l'attività piuttosto che lo scopo - vedi Le esigenze dell'azione e i segnali di ritorno sono esperiti così chiaramente e univocamente che la persona sa, insopra ogni momento e senza rifletterci, cosa è giusto fare / Nonostante le difficoltà del compito, è sicura di tenere• Definizione legata alla compresenza nel l'evento sotto controllo / Sente che l'azione si svolge in modo fluido e senza ostacoli (to flow), come se l'eventoprocesso motivazionale di obiettivi inerenti sia lo scivolasse via guidato da un logica interna / Non ha bisogno di uno sforzo di volontà per concentrarsi, lascopo che l'attività, perché entrambi concentrazione viene da sé, come il respiro; e questo accade quandoDefinizione legata alla percezione soggettiva: soggetto e oggetto: sperimenta una sorta di "fusione" tra il Sé e l'attività, che dipende dalla perdita di riflessività e la motivazione è intrinseca se la persona consapevolezza di Sé esperisce di essere lei stessa causa del proprio
Sembra che l'esperienza di flow, oltre ad essere oltremodo piacevole e quindi motivante, favorisca la prestazione agire (evidenze empiriche per l'apprendimento)
SENSATION SEEKING - comportamenti, non
Dato che uno degli elementi che la contraddistingue
è l'esperienza di flow può essere spiegata attraverso il modello gerarchico della regolazione dell'attività (Von Cranach e altri, poi Heckhausen, poi Hacker): in condizioni di certezza degli obiettivi gerarchicamente superiori - al limite la vita - senza che vi sia alcuna prospettiva di risultati vantaggiosi, esigenze dell'azione e segnali di ritorno esperiti chiaramente e univocamente - e forte motivo alla riuscita, tenuto conto che l'individuo mette a rischio valori orientato al successo, ed in effetti sembrerebbe che così sia più frequentemente in individui con intenso motivorazionali.Dispone di una capacità di attenzione limitata, il controllo dell'azione passa ai livelli di competenza in situazioni vitali inferiori (microregolazione delle prassie).
Intensificata dalla percezione della minaccia.
Mentre la spiegazione del perché l'esperienza di flow sia così motivante potrebbe essere cercata nel principio (elevati standard di attivazione ottimale - della behaviour primacy teorizzato fin dal 1918 da Woodwort: le possibilità intellettuali, sensorie e motorie di un organismo hanno la tendenza ad attivarsi per forza propria e tale attivazione risulta in sé soddisfacente, incentivo).
Ilinx (vertigine) piacere componente che si sarebbe mantenuto perché dotato di forte valore adattativo - la spiegazione si può estendere anche a tutti i casi di incentivo inerente l'attività in sé.
PSICOLOGIA DELLA MOTIVAZIONE - CAP.
7 – MOTIVAZIONE E VOLONTÀ: IL RUOLO DEI PROCESSI VOLITIVI • La constatazione che le persone si trovano a svolgere molte azioni quotidiane senza che siano particolarmente motivate a farlo, anzi spesso contro la direzione della propria motivazione quantomeno immediata, ha riportato l'interesse sui processi volitivi. • Questi erano stati studiati a suo tempo da Ach, e da altri, che si erano focalizzati su situazioni in cui la persona deve agire contro la direzione vuoi della propria motivazione, vuoi di abitudini acquisite; tra le conclusioni comuni a cui erano arrivati, quella che i processi volitivi sono spesso accompagnati da uno stato di tensione fisica che determina sensazioni di affaticamento, e da processi attivi e coscienti di controllo necessari affinché l'azione sia effettivamente portata a compimento. • Allargando la prospettiva, si arriva alla constatazione che qualsiasi azione (tranne quelle eseguite in stato di flow) hanno momenti chenon possono essere spiegati come effetto della sola motivazione, ma necessitano anche dell'intervento di processi volitivi. Il modello cosiddetto del Rubicone suddivide il processo tra una fase iniziale di presa di decisione, in cui agiscono componenti motivazionali, ed una fase successiva di realizzazione della decisione presa in cui agiscono componenti volitive; le due fasi sono separate da un momento discreto in cui si forma l'intenzione ad agire, definito come "il Rubicone", e ad esse corrispondono stati di coscienza qualitativamente diversi. Tuttavia in molti casi la decisione di agire e l'avvio effettivo dell'azione non sono momenti temporalmente contigui, in quanto l'azione presuppone il verificarsi di determinate circostanze ambientali: occorre quindi ipotizzare anche una fase di mantenimento dell'intenzione, anch'essa caratterizzata dall'intervento di processi volitivi, che da un lato fa sì che le energiespese nel processo di presa di decisione già svolto non vengano sprecate e il risultato di tale processo sia immediatamente disponibile nel momento in cui le circostanze necessarie si manifestano, e dall'altro lato orienta la persona a ricercare, e se dà il caso "creare", tali circostanze
Integrando anche la fase finale di valutazione dei risultati propria delle teorie motivazionali, si arriva ad un modello allargato dell'agire suddiviso in quattro fasi psicologiche distinte, che si succedono temporalmente
La successione delle fasi psicologiche dell'azione, ovvero il "modello Rubicone allargato" dell'agire
FORMAZIONE AVVIO REALIZZAZIONE DISATTIVAZIONE
DELL'INTENZIONE DELL'INTENZIONE DELL'INTENZIONE DELL'INTENZIONE
Motivazione Volizione Volizione Motivazione
pre-decisionale pre-azionale azionale post-azionale
Orientamento Orientamento
alla realtà alla realizzazione
SCEGLIERE FASE PRE-AZIONALE AGIRE
VALUTARE
La persona entra nuovamente nella fase
Un desiderio viene “preso
Sono motivazionale, e valuta retrospettivamente se
Non appena passato il Rubicone lo stato di coscienza muta: la persona diventa
provisoriamente sul serio” e
continuamente l’obiettivo desiderato è stato raggiunto e da
orientata alla realizzazione, trasformandosi “da moderatore che pondera le scelte
valutato dai punti di vista
presenti numerosi cosa è dipeso (processi di attribuzione
a unilaterale partigiano del proprio volere” .
della fattibilità dell’azione,
desideri, la causale, vedi prima).
In questa fase si inseriscono i processi volitivi di autocontrollo, quali i processi
del suo rapporto coi risultati e
maggior parte dei In caso di successo può guardare al futuro
volontari di schermatura, ed in particolare le cosidette strategie di controllo
della desiderabilità delle
quali scompaiono selezionando quale, fra le intenzioni
dell’azione (Kuhln):
ell'attenzione, accentuazione delle conseguenze, razionalità senza essere memorizzate, potrà in seguito realizzare programmata della motivazione, controllo del comportamento, controllo dell'attenzione, controllo delle emozioni, controllo delle risposte motorie, controllo delle risposte fisiologiche, controllo delle risposte cognitive, controllo delle risposte verbali, controllo delle risposte emotive, controllo delle risposte sociali, controllo delle risposte ambientali, controllo delle risposte culturali, controllo delle risposte spirituali.