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D. CARTOGRAMMI, CARTODIAGRAMMI E MAPPE SOCIALI
- I cartogrammi servono per rappresentare mutabili riferite a luoghi, territori, zone
geografiche, ecc. Per costruirlo bisogna utilizzare una carta geografica in cui siano
chiaramente delimitate le diverse zone, regioni, ecc, rispetto alle quali viene analizzata
la frequenza del carattere che stiamo studiando (nati, morti, reddito pro-capite).
[Grafico pag 77 Italia].
- I cartodiagrammi non sono che dei cartogrammi in cui vengono rappresentati 2 o più
caratteri [grafico pag 78 Italia]
- La mappa è un altro modo di rappresentare le mutabili (pag 79)
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI CARATTERI QUANTITATIVI
I caratteri quantitativi presentano modalità quantitative, cioè espresse da numeri. Essi
si dividono in discreti e continui. I caratteri quantitativi discreti sono quei caratteri le
cui modalità sono costituite da singoli valori (es.num.figli). Quelli continui sono quei
caratteri le cui modalità possono assumere tutti i possibili valori di un intervallo
(es.statura).
A. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI UNA VARIABILE STATISTICA DISCRETA
Esempio: “Num.appartamenti di un residence secondo laluminosità delle stanze”
x f
i i
1 8
2 12
3 14
4 22
5 18
6 10
7 6
Diagrammi cartesiani a segmenti
1) Diagramma con punti
25
20
15
10
5
0 0 1 2 3 4 5 6 7 8
2) Diagramma a canne d’organo 19
3) Diagramma con spezzata
25
20
15
10
5
0 1 2 3 4 5 6 7
B. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DI UNA VARIABILE QUANTITATIVA CONTINUA
Per rappresentare le distribuzioni delle variabili continue, raggruppate per classi, si
può utilizzare:
Istogrammi : sono quelli più importanti, come grafici a colonne sono costituiti da
tanti rettangoli quanti sono le classi in cui sono stati raggruppati i dati del carattere,
ma a differenza dei grafici a colonne in cui i rettangoli sono distanziati, negli
istogrammi i rettangoli sono contigui (attaccati). Le basi dei rettangoli, poste sull’asse
delle ascisse, rappresentano le ampiezze delle classi, mentre le altezze rappresentano le
frequenze delle classi. Però bisogna distinguere due cose:
1) Quando le classi sono di uguale ampiezza, i rettangoli hanno le basi uguali tra loro e
le altezze proporzionali alle frequenze;
xi fi
400|--600 14 60
600|---800 49 50
800|---1000 32 400 |-- 600
40
1000|--1200 5 600 |-- 800
30
tot 100 800 |-- 1000
Classi di ampiezza 200 20 1000 |-- 1200
10
0 1
2) Quando le classi sono di ampiezza diversa, le ampiezze dei rettangoli sono
rappresentate dalla “densità di frequenza”, cioè la frequenza divisa per l’ampiezza della
classe, quindi i rettangoli hanno come base l’ampiezza delle classi e come altezza la
densità di frequenza (e non la frequenza). Bisogna dunque calcolare l’ampiezza della
ω
classe ( i) e la densità di frequenza (hi) che è data dal rapporto tra la frequenza e
ω
l’ampiezza della classe, cioè hi=fi/ i
Nella seguente tabella è riportata la distribuzione degli operai in una data azienda
secondo l’età: ω ω
xi fi hi=fi/ Esempio:
i i 60/4=15
14|-- 18 60 4 15 116/4=29
18|-- 22 116 4 29
22 30 200 8 25
|--
30|-- 40 230 10 23
40 50 150 10 15
|--
50 150 15 10
|--65
tot 906 20
Poligoni di frequenza: un’altra rappresentazione grafica molto usata per le
distribuzioni di valori continui raggruppati in classi di uguale ampiezza sono i
poligoni di frequenza. Per costruirli si deve:
- rappresentare un piano cartesiano dove, sull’asse delle ascisse, vengono poste le
classi e sull’asse delle ordinate le frequenze;
- individuare, per ciascuna classe, il punto di ascissa pari al valore centrale della
classe stessa e di ordinata pari alla frequenza;
- congiungere i punti così ottenuti con una spezzata;
- chiudere la spezzata congiungendo gli estremi con l’asse delle ascisse nei punti
corrispondenti ai valori centrali della classi immediatamente precedente e successiva a
quelle già considerate, ovvero con le prime due classi di frequenza nulla che si trovano
agli estremi della distribuzione. (50--|100 e 250--|300 sono
xi fi valore centrale della classe classi che non appartengono
50--|100 7 75 alla distribuzione ma servono
100--|150 200 125 per chiudere la spezzata)
150--|200 350 175 (75 e 275 sono i valori centrali
200--|250 300 225 delle classi 50--|100 e 250--|
250--|300 275 300)
tot 850 21
6. MISURE DI TENDENZA CENTRALE (GLI INDICI DI SINTESI)
- Sintesi di una distribuzione
Per evidenziare le caratteristiche fondamentali di un fenomeno statistico è necessario
procedere ad un’ ulteriore sintesi al fine di ottenere delle misure del fenomeno visto nel
suo insieme. L’uso di queste misure ci da una visione globale del fenomeno. Le misure
più significative da calcolare sono:
1. Misure di tendenza centrale: per esprimere qual è il centro della distribuzione e il
valore attorno al quale sono disposti i dati;
2. Misure di variabilità o dispersione: per dire se i dati sono più o meno dispersi
intorno al centro;
3. Misure di forma: per dire se la distribuzione è simmetrica rispetto ad un
determinato valore (se è più o meno appuntita);
4. Misure di concentrazione: per sapere se l’ammontare totale del carattere è equa-
mente distribuito tra tutte le unità statistiche oppure concentrato in poche unità.
- Misure di tendenza centrale
Esse mirano a sintetizzare la posizione del centro sul quale tendono a gravitare gli
elementi della distribuzione e devono fornire una visione d’insieme di tutti gli elementi.
Le misure più comuni sono:
- media aritmetica
- media geometrica I GRUPPO
- media armonica
- media quadratica
- moda II GRUPPO
- mediana
Le misure appartenenti al primo gruppo prendono il nome di medie ferme o algebriche
e tengono conto di tutti i valori della distribuzione.
Le misure appartenenti al secondo gruppo prendono il nome di medie di posizione e si
ottengono scegliendo particolari elementi della distribuzione.
MEDIA ARITMENTICA
E’ la misura di tendenza centrale più usata.
Media aritmetica = ammontare del carattere
Numero dei casi osservati
Si definisce media aritmetica x di un insieme di N (numeri) x1, x2...x :
n
X= x1+x2+x3+.....xn = ∑xi /N
N
Es: i voti di uno studente sono stati: 6,7,5,6,8,7.
X=6+7+5+6+8+7/6 = 6,5
Nel caso di distribuzioni statistiche:
xi fi X= x1f1+x2f2+x3f3+.....xnfn / f1+f2...fn
x1 fi
x2 f2 ∑ ∑
x3 f3 X= xifi / fi
... ...
... ...
xn fn 22
Esempio: calcolare la media aritmetica (variabile quantitativa discreta)
X=2282/25 = 91,28
xi fi xifi
87 1 87
88 2 176 In una distribuzione statistica la media aritmetica si chiama
89 2 178 media aritmetica ponderata perché si moltiplicano le
90 3 270 modalità per le rispettive frequenze.
91 7 637
92 3 276
93 2 186
94 3 282
95 2 190
tot 25 2282
Esempio: calcolare la media aritmetica (variabile quantitativa continua)
Per il calcolo della media aritmetica bisogna trovare i valori centrali e moltiplicarli per
le frequenze. *900 rappresenta il valore
xi fi xc(valore centrale) xcfi centrale tra 800 e 1000
800 --|1000 2 900* 1800
1000--|1200 3 1100 3400
1200--|1400 5 1300 6500
1400--|1600 4 1500 6000
1600--|1800 3 1700 5100
1800--|2000 2 1900 3800
2000--|2200 1 2100 2100
tot 20 28600
∑
X = M = x f = 28600/20= 1430
c i /N
La media si trova sommando tutte le xcfi (moltiplicazione tra valore centrale e
frequenza, in questo esempio si ottiene 28600) e dividendo il risultato per il totale delle
frequenze (28600/20).
Proprietà della media aritmetica
Prima di definire alcune proprietà importanti, è necessario definire lo scarto. Dato il
valore xi e il numero a, la differenza (xi-a) è detta scarto. Esse sono due:
1) la somma degli scarti di un insieme di valori dalla loro media aritmetica è nulla:
∑ (xi-x)=0
N.B: nel caso di distribuzione statistica gli scarti devono essere moltiplicati per le
rispettive frequenze.
2) la somma dei quadrati di tutti gli scarti di un insieme di valori dalla loro media
aritmetica è minima rispetto alla somma dei quadrati degli scarti calcolati rispetto a
qualsiasi altro valore K diverso dalla media aritmetica:
∑ (xi-x) = minimo
²
Esempio: Data la seguente distribuzione statistica di una variabile quantitativa
discreta, calcolare la media e applicare le proprietà della media aritmetica.
xi fi xifi (xi-x) (xi-x)fi (xi-x) (xi-x) fi (xi-K) (xi-K) fi
² ² ² ²
scarto
87 1 87 -4,28 -4,28 18,31 18,31 9 9
88 2 176 -3,28 -6,56 10,75 21,5 4 8
89 2 178 -2,28 -4,56 5,2 10,4 1 2
90 3 270 -1,28 -3,84 1,64 4,92 0 0
91 7 637 -0,28 -1,96 0,078 0,546 1 7
92 3 276 0,72 2,16 0,52 1,56 4 12
93 2 186 1,72 3,44 2,95 5,9 9 18
94 3 282 2,72 8,16 7,4 22,2 16 48
95 2 190 3,72 7,44 13,85 27,3 25 50
tot 25 2282 0 113,036 148
23
All’inizio abbiamo soltanto le modalità xi e le rispettive frequenze fi. Per calcolare la
media occorre prima moltiplicare ogni modalità per la rispettiva frequenza (xifi), poi
sommare tutte le xifi e dividere tale somma per il totale delle frequenze
(2282/25=91,28media). Per dimostrare la prima proprietà è necessario calcolare gli
scarti di ogni modalità facendo la sottrazione tra le varie modalità e la media (es.87-
91,28=-4,28). In seguito bisogna moltiplicare ogni scarto per la frequenza della
modalità considerata (ossia (xi-x)fi es. -4,28 x 1= -4,28). La somma di tutte le (xi-x)fi
deve esser uguale a 0 (prima proprietà).
Per applicare la seconda proprietà occorre calcolare il quadrato di tutti gli scarti (xi-x)
e subito dopo moltiplicarli per la rispettiva frequenza (xi-x) fi. Poi bisogna calcolare la
somma di tutti gli (xi-x) fi (113,036). Dopo si sceglie un valore K qualsiasi che sia
diverso dalla media (es K=90), si sottrae ogni modalità per tale valore (es 87-90=-3) e si
eleva ogni valore ottenuto al quadrato (xi-K) (es. -3 x -3 = 9). Infine si moltiplicano gli
ultimi valori ottenuti per le rispettive frequenze (xi-K) fi (es.9 x 1= 9) e si calcola la
somma di esse (148). Se la somma dei quadrati di tutti gli scarti di un insieme di valori
dalla loro media aritmetica (113,036) è minima rispetto alla somma dei quadrati degli
scarti calcolati rispetto a qualsiasi altro valore K (148), la media aritmetica è corretta
(infatti 113,036<148).
Esempio: Data la seguente distribuzione statistica di una variabile quantitat