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LA CONCORRENZA PERFETTA

Il modello della concorrenza perfetta si basa su quattro ipotesi fondamentali: 1. L'impresa è un'impresa price taker, cioè prende il prezzo che è fissato dal mercato, quindi ogni impresa ha una "curva" di domanda orizzontale al prezzo di mercato (il prezzo è determinato dall'interazione di domanda e offerta nell'intero mercato). 2. Le scelte dell'impresa, che all'interno del mercato è praticamente nulla, non modificano quello che è il mercato: la situazione di equilibrio non si modifica per le scelte della singola impresa. 3. Le nuove imprese hanno completa libertà di ingresso, e i produttori esistenti non possono fare nulla per impedire l'entrata di altri concorrenti (la libertà di ingresso si applica sul lungo periodo). Quindi la concorrenza perfetta è un mercato in cui c'è competizione. 4. Tutte le imprese.producono un bene identico (o omogeneo), senza differenziazione di forma o pubblicità visto che non avrebbe senso per l'impresa sostenere tali costi.
97Marianna Sala
Produttori e consumatori hanno una perfetta conoscenza del mercato. I produttori sono del tutto consapevoli dei prezzi, dei costi e delle opportunità di mercato; i consumatori invece conoscono il prezzo, la qualità e la disponibilità del prodotto.
Nella realtà, però, i settori che soddisfano tutte e quattro le ipotesi sono pochissimi. I mercati più simili al regime di concorrenza perfetta sono quelli dei prodotti agricoli, come le verdure fresche).
Il saggio di profitto (r) è il profitto totale (π) espresso in percentuale del capitale totale (K) impiegato:
r = π / K
Affinché un'impresa di maggiori dimensioni sia incentivata a restare in un settore, è necessario che realizzi un profitto totale più elevato. Quindi per le

grandi imprese, il profitto normale deve essere superiore aquello di un'impresa di piccole dimensioni. Il saggio di profitto normale sarà, tuttavia, simile nei due casi.

Breve periodo

Nel breve periodo il numero delle imprese è fisso. A seconda dei costi e dei ricavi un'impresa può registrare profitti alti, scarsi o nulli, oppure incorrere in una perdita; e, nel breve periodo, la situazione dell'impresa rimane invariata. L'equilibrio di breve periodo nel mercato si trova considerando la domanda del mercato e l'offerta del mercato → il prezzo a cui tutte le imprese venderanno il bene è il prezzo di equilibrio (P). Considerando una singola impresa, tendendo conto che il prezzo di mercato è quello di equilibrio e potendo scegliere la quantità da produrre, quando deve scegliere a che prezzo vendere il bene deve tenere conto che se lo vende ad un prezzo più alto di quello del mercato nessun compratore lo acquisterà, se

lo ricavo marginale (incremento di ricavo quando si incrementa di un'unità ciò che sto vendendo). In altre parole, l'impresa deve produrre fino a quando il costo marginale è uguale al ricavo marginale. Una volta trovata la quantità ideale da produrre, l'impresa può decidere il prezzo di vendita. Se la curva di domanda è orizzontale, l'impresa può scegliere qualsiasi prezzo che massimizzi il suo profitto. Tuttavia, è importante considerare anche i costi. L'impresa deve tracciare la curva del costo marginale per capire come i costi influenzano il ricavo. Solo considerando entrambi questi fattori si può trovare la situazione di equilibrio per l'impresa. In conclusione, l'impresa deve produrre la quantità che equilibra il costo marginale con il ricavo marginale e poi decidere il prezzo di vendita che massimizza il profitto, tenendo conto dei costi.

Il ricavo marginale, considerando che l'obiettivo dell'impresa è sempre quello di massimizzare il profitto, si ottiene nel punto di ottimo di produzione. Questo punto individua la quantità ottima q* da produrre per l'impresa che opera in concorrenza perfetta.

A che prezzo si vende la quantità prodotta? Si vende al prezzo definito dal mercato. Se l'impresa decide di vendere ad un prezzo superiore, nessuno compra quel bene, mentre se decide di vendere ad un prezzo inferiore non ha il massimo guadagno.

Il prezzo in un settore è determinato dall'intersezione fra le curve di domanda e offerta. In corrispondenza di questo prezzo, l'impresa fronteggia una curva di domanda orizzontale (ricavo medio). Di conseguenza, può vendere qualsiasi quantità al prezzo di mercato, ma niente ad un prezzo superiore.

La produzione dell'impresa massimizza il profitto dove il costo marginale è pari al ricavo marginale.

prezzo di produzione moltiplicato per la quantità prodotta. Se il prezzo è uguale al ricavo marginale, allora il profitto è uguale a zero. Se la curva del costo medio (CM) che comprende il profitto normale giace parzialmente al di sotto della curva del ricavo medio (RM), l'impresa realizza un extra-profitto. Se la curva CM giace interamente al di sopra della curva RM, l'impresa non è in grado di realizzare un profitto ad alcun livello di produzione e quindi minimizza la perdita. La dimensione del profitto si può calcolare considerando i costi che l'impresa sostiene quando produce una determinata quantità. In questo caso entrano in gioco le curve di costo medio e di ricavo medio. Il profitto è pari alla distanza verticale tra ricavi medi e costi medi in corrispondenza della quantità prodotta. Quindi il profitto è la differenza tra il prezzo pagato e il prezzo di produzione moltiplicato per la quantità prodotta.costo della produzione di un'unità: ogni unità prodotta e venduta consente di avere un profitto unitario. Quindi nel breve periodo l'impresa price taker vende ad un prezzo fissato dal mercato e la sua curva di domanda è orizzontale. La condizione di massimo profitto è quella tale per cui costo marginale e ricavo marginale sono uguali (questo per tutti i casi). In questo caso e solo in questo caso, il ricavo marginale è anche uguale al ricavo medio e quindi è uguale anche al prezzo. The table show the total costs of a perfectly competitive firm at different levels of output. ➢ When average revenue is £4, what is the most profitable output? → 13 La quantità prodotta è quella tale per cui costi marginali sono uguali ai ricavi marginali. Il ricavo marginale, che è quello che dice di quanto aumenta il ricavo totale quando si produce un'unità in più. Visto che ci si trova inconcorrenza perfetta e il prezzo è costante, ogni unità in più che si vende consente di guadagnare lo stesso prezzo, che è 4. In concorrenza perfetta il ricavo medio e quello marginale sono uguali al prezzo. Si deve trovare, quindi, per quale unità prodotta il costo marginale è 4. Da 10 a 11 l'incremento di costo è di 2, quindi il costo marginale è 2. Quindi in corrispondenza della quantità prodotta 13 è quella che dà il costo marginale di 4. Quando si parla di concorrenza perfetta, il prezzo è definito dal mercato → bisogna guardare cosa accade nel mercato. L'impresa media con una struttura media dei costi incontra un profitto economico. La dimensione del profitto economico dell'impresa è dato dal costo medio moltiplicato per la quantità ottima da produrre. Siamo in un mercato di concorrenza perfetta, quindi senza barriere all'entrata. Decidendo di un'attività.in più, si ha un profitto economico extra: chiunque può entrare a produrre in quel mercato. Nel breve periodo, quindi, si vede che nuove imprese entrano a produrre nel settore e quindi aumenta l'offerta. Nel mercato, l'aumento dell'offerta comprime il prezzo, e quindi l'impresa media con un prezzo più basso cambia la quantità prodotta e si contrae l'extra profitto (perché è calato il prezzo). Andando avanti nel tempo, si vede un progressivo aumento dell'offerta, perché sempre più imprese entreranno nel settore. Quindi nel lungo periodo, questo processo si conclude nel momento in cui il mercato smette di avere attrattiva e quindi nel momento in cui le imprese che operano, l'extra profitto va a zero. Quindi operare in quel mercato consente di remunerare tutti i fattori coinvolti (compresi i capitali) nell'attività produttiva, ma non c'è nessun extra profitto. Nel lungo periodo.

L'assenza di barriere alle entrate consente l'aumento dell'offerta, quindi il calo dei prezzi che porta ad azzerare il profitto (o extraprofitto). L'entrata di nuove imprese sposta la curva di offerta, abbassa il prezzo e questa variazione di prezzo che si legge sul mercato comporta una variazione di offerta da parte delle singole imprese, perché la quantità è strettamente legata al prezzo (che è uguale al ricavo marginale). Quello che lega quantità e prezzo è l'andamento della curva del costo marginale, perché nel momento in cui cambia il prezzo si legge una nuova quantità da produrre (sulla curva della quantità marginale). Se ci si trova nel breve periodo e quindi ci sono fattori che possono spostare la domanda, in questo caso si aumenta, si legge un aumento del prezzo che comporta un nuovo punto di intersezione tra ricavo marginale e curva di ricavo marginale e quindi varia la quantità da produrre.

→ se il prezzo aumenta, aumenta la quantità offerta. 99Marianna Sala

Quindi con la curva del costo marginale (incremento del costo totale dovuto all'incremento della quantità prodotta), si individua la quantità da produrre.

La relazione che lega la quantità offerta al prezzo è la curva di offerta. Quindi tratto della curva del costo marginale crescente e superiore (nel caso del breve periodo) a quella che è la curva del costo variabile medio, individua la curva di offerta dell'impresa.

Sia nel breve che nel lungo, quando cambia il prezzo nel mercato, nel caso della concorrenza perfetta, si individua sulla curva del costo marginale una variazione nella quantità offerta, quindi la curva del costo marginale individua la curva di offerta della singola impresa che opera in concorrenza perfetta → in realtà non tutta la curva si considera come curva dell'offerta perché quando ci si trova in una situazione che si

trova al di sotto, si produce una quantità che porta ad avere un'uguaglianza tra ricavi totali e costi totali (quindi)
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
124 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marianna_Sala di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di economia e statistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Raimondi Valentina.