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A
produrre 500 prodotti A)
P =550*15h*2028= 18.810 : costo dell’impianto
A
QA= 20.000
Capacità inutilizzata: QA-PA
20.000 - 17.100 = 2.900
20.000 - 18.100 = 1.190
Alla fine, più l’impresa produce, più satura la capacità produttiva e riduce gli sprechi. Il costo
dell’impianto non varia al variare della capacità inutilizzata; la variabilizzazione del costo
orario dell’impianto non varia. Le economie di scala riducono gli sprechi e fanno risparmiare
sugli impianti, perché utilizzo di più gli impianti, produco di più e ho maggiori ricavi che
possono coprire il costo degli impianti.
Dopo aver determinato ricavi e costi bisogna calcolare il profitto atteso: la differenza tra i
ricavi e i costi previsti termina l’ammontare di valore economico che si prevede l’impresa
generi. Per determinare questo valore, si può stimare il NOPAT (Net Operating Profitto After
Taxes: profitto operativo netto dopo le imposte) o l’EBIAT (Earnings Before Interest and After
Taxes: utile prima degli interessi e dopo le imposte). Queste stime contabili indicano
l’ammontare di risorse generate durante in periodo contabile che sono disponibili per la
distribuzione. Poi si possono calcolare gli interessi passivi, che sono una componente
finanziaria. Dallo stato patrimoniale dell’anno prima, vengono individuati i debiti e viene
applicata una percentuale (che può essere uguale o superiore all’anno prima) a questi. Le
configurazioni di reddito variano e si differenziano tra di loro a seconda dei costi che vengono
considerati. Per la programmazione della gestione, l’impresa è interessata al profitto al netto
di tutto (tasse, interessi, gestione finanziaria). Il profitto, oppure utile o reddito netto, è il
valore economico residuo dopo gli interessi passivi e le imposte sul reddito. Il profitto è la
misura finanziaria del valore economico che è disponibile per essere distribuito o reinvestito.
Questo ci dice se l’impresa ha creato nuova ricchezza o no.
Dopo aver definito il profitto atteso, i manager devono anche esaminare il livello di
investimenti in nuove attività. Bisogna decidere i livelli e i tipi di investimenti necessari a
supportare le vendite attese e le strategie. Esistono due principali categorie di attività
patrimoniali che i manager devono prendere in considerazione per le scelte di investimento:
le attività operative e le immobilizzazioni. Alcune positività di investimento sono:
- Innovare il prodotto: generare un nuovo prodotto, migliorarlo;
- Contrattare con i fornitori, abbassare i prezzi dei fattori produttivi;
- Ridisegnare i processi produttivi per ridurre gli sprechi, la manodopera e le materie
prime utilizzate, rendendo i processi produttivi più efficienti per avere un consumo delle
risorse inferiore;
- Agire sul mix di prodotti;
- Investire in pubblicità.
I manager per redigere il profit plan devono tenere conto dei problemi relativi ad alcuni
vincoli, per esempio quelli ambientali, di conoscenza/know-how, di competenze, rigidità dei
fornitori.
3. Il ciclo di cassa
Per accettare un profit plan, i manager devono prevedere le disponibilità liquide dell’impresa,
assicurarsi che siano sufficienti per operare (ciclo di cassa) e che la redditività sia attraente
per gli investitori (ciclo di ROE).
Il ciclo di cassa è il ciclo del flusso di cassa operativo di un’impresa: la vendita di prodotti
genera crediti verso i clienti, poi convertiti in disponibilità liquide, che vengono impiegate per
produrre rimanenze in magazzino, usate per generare ulteriori vendite. Può trascorrere un
tempo considerevole tra il momento di impiego delle disponibilità liquide e quello per
acquisire il materiale e pagare i costi e il momento in cui si ottiene liquidità dai clienti per i
prodotti venduti. In questo periodo, l’impresa può dover ricorrere a prestiti finanziari per
supportare le spese correnti.
Prevedere la necessità di liquidità è importante perché le imprese hanno riserve di cassa e
capacità di ottenere finanziamenti limitate. Ma il livello di indebitamento può limitare la
capacità di ottenere finanziamenti. In questo caso, i manager devono scegliere se rivedere il
profit plan riducendo la crescita o aumentare il capitale proprio.
Metodo diretto: La liquidità operativa necessaria durante un periodo è dato da: (liquidità per
pagare fornitori + costi operativi) – (liquidità ricevuta dai clienti). I costi operativi e la liquidità
a fornitori generano un debito e sono quelli che scadono nel periodo in osservazione. Il
metodo diretto viene utilizzato per stimare le necessità di cassa con un orizzonte di breve
periodo: giorni, settimane, mesi.
Metodo indiretto: viene utilizzato per stimare le necessità di liquidità per un periodo più lungo,
come profit plan mensili, trimestrali, annuali. Si compone di 4 passi:
- Stimare i flussi di cassa netti dalla gestione operativa: viene utilizzato l’EBITDA. Si parte
dal reddito netto e si aggiungono: l‘ammortamento, gli interessi e le imposte.
L’ammortamento non è un’uscita di cassa e interessi e impostare non sono costi
operativi.
- Stimare la liquidità necessaria per finanziare la crescita delle attività operative:
l’EBITDA non considera i cambiamenti di capitale circolante per il funzionamento
dell’impresa.
- Valorizzare le acquisizioni e le dismissioni di immobilizzazioni.
- Stimare il fabbisogno dei finanziamenti e l’ammontare ei pagamenti di interessi:
sottrarre l’importo di liquidità necessario/generato da finanziamenti e imposte sul
reddito.
Il ciclo di cassa evidenzia il fatto che tutte le imprese hanno un significativo ammontare di
risorse vincolate sotto forma di crediti verso clienti, rimanenze e altri elementi del capitale
circolante. I manager devono accelerare i flussi del ciclo di cassa, rendendo disponibile
liquidità per gli investimenti, i finanziamenti e la crescita elle operazioni.
4. Ciclo di ROE
La misura più importante per gli investitori è il ROI, che misura il profitto di un’attività come
percentuale dell’investimento finanziario compiuto. Mentre per i manager la misura più
importante è il ROE, ossia la redditività sul capitale proprio.
Reddito netto
ROE= Capitale proprio
I manager vogliono massimizzare questa misura, cercando di fare in modo che ad ogni livello
aziendale gli impiegati lavorino per incrementare il ROE. Per fare questo dobbiamo scomporre
il ROE in tutte le sue componenti: Reddito netto ∗Ricavi divendita
Ricavi di vendita
ROE= Capitale proprio
Il primo termine misura la redditività (ROS), cioè quanto profitto sarà generato da ogni euro di
vendita. Reddito netto ∗Ricavi di vendita
Ricavi di vendita ∗Attivo patrimoniale
Attivo patrimoniale
ROE= Capitale proprio
( )∗( )∗(Leva
¿ Indice diredditività Indice dirotaz . cap .inv . finanziaria)
Il secondo fattore è la valutazione del capitale investito, cioè quanti euro di vendite genera
ogni euro investito. A parità di attivo: se aumento i ricavi di vendita, significa che sfrutto di più
l’attivo patrimoniale (ad esempio gli impianti).
Il terzo fattore è la leva finanziaria, cioè quanto dell’attivo impiegato deve essere finanziata
dagli azionisti e quanto dall’indebitamento
Il secondo fattore non può essere che positivo, perché entrambi i valori sono positivi. Il terzo
fattore non può che essere positivo, perché entrambi i valori sono positivi. L’unico fattore che
può essere negativo è il primo, perché il risultato netto può essere negativo.
Nell’ipotesi in cui la gestione precedente quella finanziaria supera gli oneri finanziari, succede
che il primo fattore è positivo, allora vi è convenienza ad incrementare il terzo fattore
riducendo il capitale proprio. Succede che ottengo un effetto positivo sul ROE. Quindi
conviene continuare a prendere a prestito.
Nell’ipotesi in cui gli oneri finanziari dissipino l’utile delle gestioni precedenti, questo
comporta che più incremento gli oneri finanziari (prendo a debiti), più il ROE si abbassa. Ecco
perché in questo caso se l’impresa continua a prendere a prestito, elevando il terzo fattore,
danneggia il capitale stesso dell’azienda e riduce la ricchezza, perché il ROE diventa sempre
più negativo.
Bisogna fare un confronto:
- Spaziale: tra la mia azienda e le altre attraverso i bilanci che sono confrontabili.
- Temporale: per capire se nel tempo il ROE e le sue sterminati migliorano o peggiorano
- Sia per la sintesi, che per la scomposizione
- Per soddisfare investitore
- Ottenere finanziamenti
- Correggere piani e programmi: se ho un ROE non soddisfacente bisogna correggere i
piani, la programmazione
ROCE e ulteriori scomposizioni
Il ROE può essere meglio scomposto anche tenendo presente il ritorno egli investimenti su
particolari aree aziendali, rispetto a linee di prodotto o aree geografiche. Viene preso in
considerazione il ROCE: return on capital employment. Questo indice ci dice il contributo di
ciascuna area dell’azienda alla crescita dell’azienda.
Reddito netto ∗Ricavi di vendita
Ricavi di vendita
ROCE= Capitale impiegato
Il capitale impiegato si riferisce alle attività patrimoniali all’interno dell’ampiezza di controllo
diretta dai manager. È possibile effettuare una scomposizione del ROCE:
- La rotazione de crediti commerciali (verso clienti): se aumentano i ricavi al numeratore,
a parità di crediti, si genera un ammontare di ricavi più elevati.
Ricavi nettia credito
RCc= Saldo medio netti deicrediti verso cliente
- La rotazione delle rimane di magazzino: è data da costo (valore) del venduto sulle
rimanenze medie di magazzino. Il costo del venduto dice il valore di quello che ciò che
è stato fatto e venduto. A parità di rimanenze, se aumentano il valore del venduto
significa che con lo stesso magazzino riesco a fare di più.
Costo del venduto
RRm= Rimanenze medie di magazzino
- La rotazione dell’attivo fisso: sono i ricavi di vendita su attivo fisso. A parità di immobili
e macchinari, se aumentano ricavi, allora l’impresa è più brava ad utilizzare la stessa
quantità di attivo fisso. Ricavi di vendita
=
RAf Immobili ,impianti e macchinari
- La rotazione del capitale circolante: sono i ricavi di vendita sul capitale circolante netto.
Se si riduce l’attivo corrente, l’impresa può ridurre il passivo a l