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ELEMENTI DI ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Presupposti teorici dell’economia aziendale
L’oggetto dello studio dell’economia aziendale è lo studio dell’ordine economico degli istituti
l’attività economica.
umani, ovvero la modalità secondo cui viene svolta in essi
Tale ordine economico è chiamato azienda.
Dal punto di vista dell’economia aziendale l’impresa può essere vista anche come una
combinazione di fattori produttivi di diversa natura, che concorrono a realizzare un prodotto
destinato a un mercato. Fra questi fattori di produzione un ruolo fondamentale è rivestito dal
capitale e dal lavoro, che per questo motivo vengono definiti condizioni primarie di produzione.
Impresa
Organizzazione costituita da diversi elementi , interconnessi da relazioni di interdipendenza e
combinati tra loro per il raggiungimento di obiettivi prefissati.
Costituisce un sistema di tipo: aperto, dinamico e complesso, ma anche unitario.
perché l’impresa interagisce e scambia continuamente risorse
È un sistema aperto, ed energia con
altre imprese, secondo un modello definito di input-output.
È un sistema dinamico perché tende a uno stato di equilibrio dinamico con il suo ambiente e, al
mutare delle condizioni esterne dell’ambiente, tende a mutare al suo interno con procedure di
retroazione(feedback).
È un sistema complesso perché esistono e operano in essa numerose connessioni logiche di vario
tipo, che legano le diverse variabili che costituiscono il suo sistema interno.
perché l’impresa deve essere
È un sistema unitario apprezzata, organizzata e guidata come un corpo
organico, unico e unito. Non deve essere messa in discussione l’unitarietà del sistema aziendale
generale, che è caratterizzato dal fitto tessuto di relazioni di connessione tra le varie parti.
L’agire dell’impresa si colloca dinamicamente all’interno di un ambiente sociale, costituito da una
molteplicità di soggetti: i clienti; le altre imprese fornitrici; i partner o concorrenti ecc…
Nello svolgimento delle sue attività l’impressa dà vita ad una serie di relazioni con tali soggetti
coinvolti direttamente o indirettamente dalle sue operazioni, sono da considerare portatori di
interesse(stakeholder) e di aspettative nei suoi confronti.
Gli stakeholder sono primari(fornitori,clienti, concorrenti...) o secondari(mass media, sindacati, a.
pubbliche...) a seconda della rilevanza che essi hanno nel perseguimento dei fini dell’impresa. Con
alcuni soggetti il rapporto dell’impresa è diretto ed evidente, con altri è meno evidente, ma non per
questo meno importante.
L’impresa ha interesse a governare in modo positivo le relazioni con i suoi interlocutori, perché la
possibilità di perseguire il suo fine istituzionale dipende anche dal grado di consenso e quindi di
collaborazione che essa riceve da loro.
All’interno delle imprese, la responsabilità e il potere di governo spettano teoricamente a coloro che
rappresentano il soggetto economico dell’organizzazione, cioè l’insieme delle persone che sono
portatrici di interessi istituzionali economici verso l’impresa. Nella realtà, il soggetto economico
finisce per coincidere esclusivamente con le persone che determinano la proprietà del capitale
dell’impresa.
Affinché le imprese possano risultare durature e aspirare al raggiungimento del loro fine
istituzionale, il processo decisionale del soggetto economico deve svolgersi nel rispetto di due
fondamentali principi di governo:
• il principio di economicità: attiene alla natura strettamente economica del suo agire;
• al fine per cui l’impresa è
il principio del contemperamento degli interessi: fa riferimento
stata costituita e opera, cioè il soddisfacimento del complesso degli interessi economici e
istituzionali.
Lo svolgimento di un'attività economica prevede l’acquisizione e il consumo di risorse in funzione
dell’ottenimento di una remunerazione finale per i prodotti realizzati e venduti . Richiede
l’organizzazione, l’impiego e lo sviluppo di un patrimonio.
Il soggetto economico deve agire in modo da far perseguire all’impresa:
• equilibrio reddituale
equilibrio tra i componenti positivi (ricavi) e negativi (costi) di reddito, che le permetta di
remunerare adeguatamente tutti i fattori produttivi;
• equilibrio monetario
fare in modo che le entrate di mezzi monetari siano complessivamente sufficienti a far fronte
alle uscite di mezzi monetari, anche rincorrendo alla gestione finanziaria, per risolvere le
possibili tensioni temporanee generate dall’asincronia tra entrate e uscite;
• livello accettabile di efficienza e flessibilità dei processi produttivi
allo sforzo di ottimizzare l’impiego delle risorse e minimizzare gli
efficienza si riferisce
sprechi , mentre la flessibilità si riferisce alla capacità di adeguamento ai cambiamenti del
contesto ambientale.
• congruità dei prezzi dei fattori di produzione acquisiti e dei prodotti venduti
in particolare della retribuzione del lavoro e della remunerazione del capitale.
uno dei modelli in cui si articola l’attività di produzione economica aziendale.
Catena del valore:
Ad ogni fase viene associato un valore associato al costo.
Esistono due tipologie di catene del valore:
Verticale: l’impresa si occupa di tutti i passaggi per la realizzazione del prodotto finale.
1. Come vantaggi ha il fatto che so tutto della realizzazione del prodotto, come contro il fatto
che devo essere specializzato in tutte le fasi di creazione del prodotto.
Orizzontale: l’impresa si specializza solo in alcune fasi della realizzazione del prodotto; le
2. altre le acquista da altre imprese specializzate in quelle fasi.
soddisfare i bisogni umani delle persone che l’anno
Il fine degli istituti economici è quello di
costituito, vi partecipano e nutrono interessi legittimi nella attività che essa conduce.
Il profitto è semplicemente un indicatore sintetico e parziale dell’andamento economico-finanziario
dell’azienda in un determinato periodo. Si limita a dare una misura relativa dell’efficienza di
impiego dei mezzi economici, senza indicare se e quanto l’impresa sia stata in effetti capace di
raggiungere il suo fine.
L’impresa per poter agire in modo coerente ed efficace richiede di essere ordinata nelle sue attività
economiche, coordinata nelle sue varie componenti e regolata nel suo funzionamento.
Organizzazione: mezzo attraverso cui è possibile raggiungere dei fini. Attività di coordinamento di
mezzi e fini che si definisce in base ai mezzi che si ha. È un insieme di azioni(mezzi+fini).
L’organizzazione aziendale è un organizzazione del lavoro delle persone che operano all’interno
dell’impresa e deve pertanto mettere al centro la persona umana. Si concretizza operando scelte di
progettazione organizzativa che rispettino i valori e l’identità individuale delle persone e che
rispondano positivamente alle esigenze sociali connesse alle relazioni interpersonali legate
all’esperienza del lavoro.
L’assetto organizzativo dell’impresa è il risultato della combinazione di molteplici variabili
organizzativa, tra e quasi:
• struttura organizzativa: definisce e assegna i compiti e le responsabilità alle singole unità
organizzative
• sistemi operativi: guidano i comportamenti delle persone nello svolgimento delle attività
aziendali.
Struttura organizzativa
La struttura organizzativa è la “configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e degli
insiemi di compiti e di responsabilità loro assegnate”. All’interno di una struttura organizzativa
funzionante sono presenti sia efficienza che efficacia.
Il processo di progettazione della struttura organizzativa porta a:
definire quali sono i compiti che devono essere svolti all’interno dell’impresa;
1.
2. assegnare alle distinte unità organizzative i vari compiti;
a suddividere ulteriormente tali compiti, all’interno dell’unità, tra le persone, identificando
3. così le singole posizioni che compongono tale unità;
4. a definire per ogni posizione i compiti specifici a essa assegnata, determinando così la sua
personale mansione;
5. a ordinare le relazioni tra le diverse unità attraverso la determinazione di una gerarchia, a più
livelli, che serve per governare e coordinare formalmente l’impresa.
Modalità per rappresentare la struttura organizzativa: organigramma(elenca le unità organizzative in
cui è articolata l’impresa) e mansionario(raccoglie le descrizioni delle mansioni corrispondenti alle
singole posizioni istituite all’interno delle unità organizzative).
Le imprese, nel corso dei loro processi evolutivi, sono portate a passare da strutture di tipo
elementare a strutture di tipo funzionale, fino ad arrivare a strutture di tipo divisionale.
In genere, soprattutto nei primi stadi di vita dell’impresa, la struttura organizzativa è poco
formalizzata e la maggior parte delle funzioni aziendali sono accentrate in capo all’imprenditore,
eventualmente coadiuvato da un gruppo ristretto di collaboratori.
Struttura elementare: struttura caratterizzata tendenzialmente da due soli livelli gerarchici. In
organizzazioni così strutturate si riscontra sempre una bassa formalizzazione dei ruoli e delle
mansioni e raramente si sente l’esigenza di formalizzare in un organigramma la distribuzione dei
compiti e delle responsabilità.
Vantaggi:si snelliscono i processi decisionali e si favorisce una notevole rapidità di adattamento
dell’impresa ai mutamenti dell’ambiente. Si hanno minimi costi di coordinamento.
Svantaggi: si riscontrano delle inadeguatezze non appena crescono i fabbisogni organizzativi.
e l’elementare definizione dei ruoli e delle mansioni rappresentano un problema,
l’informalità
poiché impediscono la specializzazione del lavoro per funzioni o per aree e rischiano di ostacolare il
processo di delega al momento in cui questo dovesse essere attivato.
caratterizzata da una differenziazione di competenze tra l’organo di governo
Struttura funzionale:
e i singoli, distinti, organi direttivi di funzione che sono posti alle sue dipendenze gerarchiche. A
questi sono affidate precise aree di responsabilità, coincidenti con la funzione di competenza, e
relativa autonomia per il perseguimento degli obiettivi che sono stati loro assegnati in sede di
programmazione. Nella struttura funzionale possono essere inserite anche unità di staff, con finalità
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